I cortometraggi: non solo film brevi ma un vero e proprio mondo da scoprire

Quando si pensa ai cortometraggi, si ha l’idea di un mondo di nicchia e se questo può esser vero, è pur vero che il cortometraggio inteso come prodotto audiovisivo -che si aggira dai pochi minuti ad un massimo di 30- è proprio alla base della nascita del cinema per come lo conosciamo oggi.

I primi lavori pioneristici e l’evoluzione del cinema

Le prime pellicole cinematografiche, infatti, erano della durata di pochi minuti. Basti pensare al primo film mai prodotto nella storia, ad opera dei fratelli LumièreLa Sortie des Usines Lumière“, il quale dura una manciata di secondi (unico piano sequenza di soli 46 secondi) e che vede sulla scena il passaggio di diversi operai. Ancora, L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, degli stessi autori, e molti altri.

I prodotti cinematografici di oggi, che hanno una durata media di 1 e 30 / 2 ore, nascono invece da esigenze consumistiche e quindi dalla possibilità di offrire un prodotto alla massa per ricavarne guadagni.
Seppur questa visione consumistica sembra svilire la dimensione artistica di quella che è la Settima Arte, è corretto prendere atto di quello che, mai come oggi, è un fatto.

Allo stesso tempo bisogna riconoscere che il cinema di qualità, sia che si parli di un corto che di un lungometraggio, esiste ancora. Anche se molto spesso, i registi più idealisti devono mediare con le grandi case di produzione, oppure dandosi alla produzione di film indipendenti (che molto spesso sono quelli che sorprendono di più, poiché estranei a compromessi e aventi piena liberà di espressione artistica).

Short-film o film?

A proposito di queste differenze, spesso si vede l’utilizzo di una doppia dicitura, short-film / film piuttosto che movie.

Questo proprio perché nella parola film ci si vuol riferire ad una pellicola d’autore, ovvero a quelle produzioni artistiche destinate il più delle volte a festival/concorsi piuttosto che al grande pubblico in sala.

Le categorie dedicate ai cortometraggi nelle premiazioni

Tornando ai cortometraggi, se è pur vero che la maggior parte dei fruitori di questi sono per lo più cinefili, è vero anche che tale mondo non vuol restare in sordina, ma anzi: gli Oscar, i David di Donatello, Il Nastro d’argento e tante altre premiazioni meno risonanti, hanno al loro interno la categoria per il miglior cortometraggio.

Lo scorso anno, ad esempio, l’Oscar è andato a The Neighbors’ Window, un corto drammatico di Marshall Curry che punta sui vari vertici di prospettiva dalla quale le persone analizzano le proprie vite, spesso facendo paragoni.

I cortometraggi non devono essere solo immaginati come una soluzione di “ripiego” per via di scarsi finanziamenti, spesso possono essere di grande impatto e valore.

I grandi registi e i loro cortometraggi

Regista del calibro di Denis Villeneuve, famoso per film come “Arrival” e “Sicario”, ha prodotto quello che può essere considerato un gioiellino nella scena dei cortometraggi, quale Next floor che, in chiave grottesca, indaga l’ideologia consumistica e l’ingordigia della società.

Anche l’iconico Martin Scorsese, prima di diventare così iconico, ha prodotto nel 1967 il corto “The big shave.

Ancora The alphabet di David Lynhc e Doodlebug di Christopher Nolan.

In conclusione, se si è più avvezzi ai lungometraggi, dare uno sguardo al panorama “corto” può essere interessante: seguire una storia che riesce a strutturarsi e ad inviare il suo messaggio allo spettatore nell’arco di pochi minuti, può lasciare un intenso segno al pari, o a volte anche di più, di un film “classico”!


di MARTINA D'ANTONIO per ambasciator.it