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Il soggetto

La prima fase ovviamente fu quella dell’ideazione del soggetto. Lanciai una semplicissima scintilla relativa ad un’esperienza realmente accadutami anni fa riguardante il tema della cleptomania e partì il brain storming: i ragazzi, in cerchio intorno a me, dettero libero sfogo alla loro creatività. Io mi limitavo a coordinarli ed a mettere insieme sul piano logico le idee che andavano affiorando

I l 4 gennaio del 2005 riportai nel forum dell’aula virtuale quanto avevamo prodotto: «Un ragazzo (o ragazza) di una terza media siciliana è solito rubare ai propri compagni: merendine, penne, oggetti vari spariscono in continuazione. In classe c'è un clima di tensione, ma lui non è veramente consapevole della situazione. È un alunno senza problemi economici e non sa perchè sente questo incontrollabile desiderio di rubare, non si rende conto di essere affetto da cleptomania.

I suoi genitori ignorano totalmente la "malattia" del figlio.Un giorno, però, egli osa fare un furto più grosso a danno dell'insegnante di educazione fisica. Mentre tutti i compagni si recano in palestra a fare ginnastica lui, con una scusa, rimane in classe.

È solo, sente che deve rubare, ma questa volta osa di più. Vede, accanto la cattedra, la borsa dell'insegnante e decide di rubargli del denaro.Prende la borsa, apre il portafoglio, prende con eccitazione il denaro ma ... proprio in quell'istante entra l'insegnante.

Colto in fragrante il ragazzo scoppia a piangere, si mortifica tantissimo ed è come se di colpo si fosse reso conto della gravità del suo comportamento. Il professore decide di punirlo, scrive una nota sul registro e convoca i suoi genitori per il giorno dopo.

Carlo (nome provvisorio) vive con profonda umiliazione tutto il resto della mattinata. Periodo in cui è guardato male dai suoi compagni che adesso capiscono del perchè di tanti oggetti scomparsi in passato nella loro classe.Suona la campanella dell'ultima ora; i ragazzi escono dalla classe; ognuno va verso casa sua frettolosamente perchè bisogna ritornare a scuola alle 15.30 per un rientro pomeridiano. Carlo, però, cambia tragitto e scompare. I suoi genitori lo aspettano, ma lui non torna a casa per il pranzo ... »

Il brain storming continuò on line.
Alessandra scrisse: «Prof mi è venuta questa idea: Carlo/a  in realtà si finge un cleptomane, ma non lo è; lo fa per attirare l'attenzione dei genitori che non sono tanto presenti nella sua vita. Così fingendo di avere una malattia si possono preoccupare, prendersi cura di lui e quindi stargli più vicino».

Questo intervento ci aprì nuove strade creative che furono definite meglio in presenza.

D opo un paio di settimane il soggetto fu completato e così redatto: «Laura, una ragazza di una scuola media siciliana, è solita rubare ai propri compagni: merendine, penne, oggetti vari spariscono in continuazione. In classe c'è un clima di tensione, ma lei non è veramente consapevole della situazione. È un’ alunna senza problemi economici e non sa perché sente questo incontrollabile desiderio di rubare, non si rende conto di

essere affetto da cleptomania.


I suoi genitori ignorano totalmente la "malattia" della figlia.
Un giorno, però, osa fare un furto più consistente e pericoloso a danno dell'insegnante di educazione fisica. Mentre tutti i compagni si recano in palestra a fare ginnastica lei, con una scusa, rimane in classe.
È sola, sente che deve rubare.. Vede, accanto la cattedra, la borsa dell'insegnante e decide di trafugargli del denaro. Prende la borsa, apre il portafoglio, prende con eccitazione il denaro ma ... proprio in quell'istante entra l'insegnante.

Colta in flagrante la ragazza scoppia a piangere, si mortifica tantissimo ed è come se di colpo si fosse resa conto della gravità del suo comportamento. Il professore decide di punirla, scrive una nota sul registro e convoca i suoi genitori per il giorno dopo.
Laura vive con profonda umiliazione tutto il resto della mattinata. Periodo in cui è guardato male dai suoi compagni che adesso capiscono del perché di tanti oggetti scomparsi in passato nella loro classe. Scrive anche una lettera indirizzata alla mamma. M atura l’idea di non andare a casa e di scappare al suono della campanella.
Suona la campanella dell'ultima ora; i ragazzi escono dalla classe; ognuno va verso casa sua frettolosamente perché bisogna ritornare a scuola alle 15.30 per un rientro pomeridiano. Laura), però, cambia tragitto correndo si allontana. Va verso il mare. I compagni la raggiungono in riva al mare la chiamano “ladra” e le lanciano accuse di tutti i tipi. Lei è mortificata e piange.
È tutto un incubo e si sveglia nella sua cameretta, con la madre che la sollecita ad alzarsi in fretta per andare a scuola.
Laura va a scuola, ma mentre la sua classe con il professore di ed. fisica si apprestano ad andare in palestra, lei,
rimasta per ultima, chiede di rimanere i classe. L’insegnante l’autorizza a rimanere e va in palestra dimenticando il borsello in classe. Mentre giocano a pallacanestro il professore si ricorda del borsello e torna in classe. Sembra che si stia ripetendo nella realtà il sogno di Laura, ma tornato in classe, il docente trova l’alunna dedita alla lettura. L’insegnante prende il suo borsello, saluta Laura, e si avvia a ritornare in palestra. Sembra tutto normale, ma si nota che la ragazza all’interno del libro che sta leggendo ha una banconota da 50 euro.
Allora Laura è davvero una ladra? No, le cose non stanno proprio così
».

da http://www.irsap-agrigentum.it/