Cosa vuol dire muovere la macchina da presa? Perché si sceglie l'inquadratura mobile invece di quella fissa? Che cosa si può comunicare con una panoramica, un carrello un travelling? Il movimento della mdp, che assieme al montaggio costituisce il vero “specifico” cinematografico, permette un'identificazione più forte con la storia e i personaggi, dinamizza e rende più coinvolgente il racconto. Questo libro, il primo dedicato all'argomento, costituisce uno studio sistematico sui movimenti di macchina e le loro funzioni espressive, arricchito da numerose analisi critiche sul linguaggio e le potenzialità espressive della camera mobile e dell'inquadratura dinamica, condotte su sequenze di film esemplari, provenienti sia dal cinema mainstream sia dalle forme più personali del cinema d'autore. Chiunque operi nel campo dei media troverà in questo libro una funzionale grammatica dei movimenti di macchina, una semantica e una sintassi del piano sequenza in grado di agevolare una comprensione, critica e più consapevole, del linguaggio audiovisivo.

Riportiamo dal: Capitolo secondo: Il mondo come continuum: le panoramiche

La panoramica è realizzata con un movimento di rotazione o d'inclina­zione della mdp attorno al proprio asse, reso possibile da un perno detto testa panoramica, montato su un cavalletto o treppiede. La testata del cavalletti e del bazooka è fatta in modo da consentire un movimento uniforme, fluido e morbido.
La panoramica classica deve avere due fermi, partenza e arrivo: comincia con un'inquadratura fissa, parte progressivamente accelerando fino a raggiungere la velocità voluta, rallenta, si ferma. Bisogna far attenzione che partenza e arrivo siano eseguiti con decisione, evitando di sbandierare, cioè di produrre fastidiose oscillazioni.

Per la sua direzione si può classificare la panoramica in:

.Orizzontale (Ingl. Pan): quando, bloccata la possibilità di movimenti verticali sulla testata del cavalletto, la mdp ruota verso sinistra o verso destra. Una rotazione completa di 3600 della mdp attorno al proprio asse origina una panoramica circolare totale.

.Verticale (Ingl. Tilt): quando, bloccata la verticale sulla testata, la mdp ruota verso l'alto o verso il basso. Eseguire una panoramica dal basso verso l'alto si dice cabrare; dall'alto verso Il basso, picchiare.

.Obliqua: a testata sbloccata, la mdp è libera di ruotare in ogni direzione, anche diagonalmente.

.Composta: risultante cioè dalla combinazione delle forme precedenti in un unico movimento di macchina.

Nel cinema contemporaneo, quando la mdp è collocata su carrello o dolby è frequente la combinazione di panoramiche e carrellate. L'uso dell'obiettivo zoom, detto anche multifocale o trasfocatore, contribuisce a rendere più fluida ed inavvertibile la transizione da un movimento di carrello a una panoramica, e viceversa.

Riportiamo dal: Capitolo terzo: I MOTIVI: RICORRENZA DI FIGURE STILISTICHE
travelllng verticali di Tarkovskij: dall'Infanzia di Ivan (1962) a Sacrificio (1986)

La forza di un'immagine può essere tale da ritornare a distanza di molto tempo nella filmografla di un autore, tanto che solo una lettura sincronica ed olistica dell'opera -quasi una visione dall'alto che permetta di vedere l'insieme dei film come un tutto organico, come una macrostruttura - consente d'individuarne la ricorrenza.

L'immagine dell'albero, simbolo della vita, compare nell'inquadratura iniziale dei primo lungometraggio di Andrej Tarkovskij, L'infanzia di lvan (1962): quasi un'immagine sorgiva da cui, per geminatio o gemmazione, debbano scaturire tutte le altre. La mdp inquadra in mezza figura un bambino, posto dietro un alberello su cui si dirama una ragnatela. Nel sonoro, trilli di uccelli: la vita misteriosa dei bosco. Quando il bambino esce fuori campo a sinistra, come ad obbedire a un irrefrenabile richiamo, la camera comincia ad ascendere lentamente lungo il tronco con un movimento di dolly... Quando arriva in cima, il bambino è rientrato in campo: lo vediamo ora dall'alto, nell'angolo sinistro del quadro. Si susseguono poi immagini di una natura idillica: una capra dall'espressione imperscrutabile, una farfalla svolazzante sul prato, la corsa del bambino. A un tratto il bambino viene come sollevato di peso e librato in alto da una forza misteriosa. Inebriato dalla sensazione del volo, ride, felice. Una carrellata aerea in soggettiva ci mostra la sua veloce discesa dall'alto fino a sfiorare delle fronde: immagine su cui avviene lo stacco.

Con un raccordo sul movimento, ma di direzione contraria, la mdp si sposta velocemente in carrellata laterale su una parete pietrosa e finisce con l'inquadrare di nuovo il bambino, di profilo, che sembra sceso magicamente a terra, o mal asceso al cielo. Ha immaginato il suo volo? L'ha solo sognato? Per ora non ci è dato saperlo. Si volge: vede la madre che si allontana. La raggiunge. La madre si volta sorridente. Una raffica dI spari: il volto della madre si torce, sfigurato da un urlo, mentre l'inquadratura s'inclina d'improvviso, come sbilanciata dall'irrompere della realtà -la guerra -che va ad infrangere bruscamente l'idillio. Il bambino di colpo si sveglia: è stato un sogno. Ma, come in un gioco di scatole cinesi, la realtà della guerra è ancora li, fuori, onnipresente. A nulla ora vale più l'effetto rigenerante della natura.

Arcangelo Mazzoleni si è formato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Cinecittà. Consulente e story editor di RAI-fiction, insegna Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico nel Corso di laurea in Scienze dei Media e della Comunicazione dell'Università di Roma Tor Vergata. Saggista e poeta,è autore e regista di programmi televisivi, di corti cinematografici, di videopoemi e testi multimediali. Ha pubblicato per noi L'ABC del linguaggio cinematografico (2a edizione).

pp. 160 € 18,00 Isbn 88-7527-154-2


Capitolo primo
L'inquadratura mobile
Dalla composizione statico-figurativa del quadro fisso all'immagine in costante evoluzione dell'inqua-
dratura mobile

La scoperta dell'autonomia della macchina da presa .
Un caso per tutti: Aurora
Evoluzione e ricomposizione dell'inquadratura in movimento
La tensione dialettica fra dinamismo e stasi

Capitolo secondo
Il mondo come continuum: le panoramiche
Funzione descrittivo-illustrativa
Movimento subordinato: la panoramica a seguire .
Panoramica in soggettiva
Funzioni congiuntiva e rivelatrice
La panoramica a schiaffo, altrimenti detta filata o volée
Panoramiche in successione tendenti ad un climax
La panoramica circolare
Panoramiche verticali
Panoramiche verticali e zooming
Panoramiche acrobatiche
Panoramiche a connotazione prevalentemente formale
Panoramiche liriche .
Panoramiche oniriche
La panoramica e gli obiettivi: lunghezze focali e velocità apparente

Capitolo terzo
La macchina viaggiante: carrellate e travelling
Movimenti subordinati: la mdp e il personaggio
La carrellata a precedere
Sistema formale, costanti stilistiche e analisi strutturale
Figure di stile. La carrellata a precedere in Stanley
Kubrick

La carrellata a seguire
La carrellata laterale
La carrellata verticale
I motivi: ricorrenza di figure stilistiche
I travelling verticali di Tarkovskij: dall'Infanzia
di Ivan a Sacrificio

La carrellata circolare
Movimenti misti: panoramiche combinate con carrellate semicircolari
Analisi di Il caso Paradine
Movimenti di mdp supportati da mezzi meccanici
Il dolly

Ampi movimenti aerei: la gru
La louma
La macchina a mano e l'estetica della steadicam
Il travelling-car
Il travelling aereo

Capitolo quarto
Tecniche combinate: zoom e carrello
Lo zoom (carrellata ottica)
Lo zoom a schiaffo
L'uso dello zooming durante la carrellata
Carrellata e zooming per mantenere invariate le
dimensioni del soggetto sullo schermo

“Effetto Vertigo” (Warp-O-Cam)
Il montaggio interno all'inquadratura e lo zoom

Capitolo quinto
Narrare in soggettiva
La soggettiva in movimento La carrellata come visione soggettiva impersonale
La scrittura del movimento di Alain Resnais

Capitolo sesto
Analisi stilistiche
Le strutture formali dell'analogia e della ripetizione
Carrellata indietro seguita da carrellata avanti: Stalker
I mondi onirici di Lo specchio
Dinamizzazione di soggetti statici attraverso il movimento della mdp
Intensificazione affettiva: Viaggio in Italia Intensificazione cinetica nei dialoghi e nelle scene
statiche


Capitolo settimo
Il cinema del piano sequenza
Il piano sequenza a macchina fissa
Il piano sequenza mobile
Lo sguardo onnisciente
"Dal più lontano al più vicino, dal più grande al più
piccolo"

Movimenti complessi lungo scale: Frenzy
Il long take nel cinema di Orson Welles
Il piano sequenza come unità narrativa, stilistica ed
espressiva autonoma: L'infernale Quinlan
Dinamismo e stasi della mdp: il travelling di Cronaca di un amore
Irrealismo e simbolismo nel piano sequenza Passato, presente, immaginario: i tre tempi di Anghelopoulos
Il primo sguardo
Il cinema della contemplazione: Béla Tarr
La dilatazione del tempo narrativo

Capitolo ottavo
Lo stop-motion e la ricostruzione del movimento
Tecniche d'animazione, soggettive impossibili e piani sequenza simulati della “pixillation”

Capitolo nono
Lo sguardo infinito
Piano-sequenza come esaltazione del ritmo visivo, pura “musica del movimento”: Max Ophüls
Ubiquità e onniveggenza del cinema: l'espansione del visibile
Mondi reali e virtuali

Bibliografia

Indice dei film citati

Volevamo riportare altri brani tratti dal libro, ma abbiamo avuto imbarazzo nella scelta che sarebbe stata in ogni caso molto limitativa di quanto riportato: quasi ogni pagina è composta da immagini riprese dai film studiati e dalle note tecniche di riferimento. Pensate, i film citati sono circa 150: si parte dai classici fino a terminare a film usciti nel 2003. Vi consigliamo di leggerlo. Imparerete tantissimo!

Tratto dal sito: www.audinoeditore.it
Si ringrazia l'editore per la concessione di pubblicare dei brani del libro.

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