Gli abiti indossati dai vari attori sono un linguaggio narrativo essenziale perché comunicano immediatamente allo spettatore informazioni cruciali su un personaggio. Dicono molto sul suo status sociale, sulla sua personalità, sulla sua professione e persino sul suo stato d'animo. Un abito logoro suggerisce povertà od un passato difficile, mentre un vestito elegante comunica ricchezza od ambizione. La scelta del colore, del tessuto e dello stile è una decisione artistica che contribuisce a definire l'identità del personaggio ed a supportare l'arco narrativo del film.
Qui consigli pratici, pensati sia per registi, sceneggiatori e produttori che per giovani costumisti che vogliono capire quanto il costume sia un linguaggio narrativo essenziale, anche – e soprattutto – nei cortometraggi.
Perché ogni piega, ogni colore ed ogni tessuto racconta qualcosa – anche in un corto di 15 minuti
Il costume non è solo abbigliamento
"Un personaggio entra in scena. Ancora non parla. Non agisce. Ma già sappiamo chi è. Perché lo vediamo."
Il costume non è un dettaglio. È uno strumento narrativo.
È psicologia, storia, status sociale, conflitto, trasformazione cuciti in un tessuto.
E nel cortometraggio, dove il tempo è limitato e ogni inquadratura deve contare, il lavoro del costumista diventa ancora più cruciale.
Non si tratta di vestire bene. Si tratta di vestire giusto per la storia.
Chi è il Costumista?
Il costumista (o costume designer) è il professionista che:
- Studia il personaggio attraverso la sceneggiatura
- Collabora con il regista, il direttore della fotografia e lo scenografo
- Progetta, sceglie, modifica o crea gli abiti dei personaggi
- Gestisce il budget, i tempi, le riprese multiple
- Supervisiona il trucco e l’acconciatura, quando necessario
Nel lungometraggio, ha un team.
Nel cortometraggio, spesso è lui, un amico, un mercatino dell’usato ed una macchina da cucire.
Ma il ruolo è lo stesso: fare in modo che il personaggio sia credibile, coerente e visivamente parlante.
Perché il Costumista è fondamentale nei cortometraggi
1. Il tempo è poco: il costume dà informazioni in un attimo
In 3 secondi, un abito può dire:
- L’epoca (anni ’80, futuro distopico)
- La classe sociale (ricco, povero, precario)
- Lo stato emotivo (disordine, cura, abbandono)
- Il ruolo (medico, ribelle, madre, criminale)
Esempio:
Un uomo in giacca elegante, ma con la cravatta storta e le scarpe sporche → subito capiamo: è in crisi. Il suo mondo è fuori controllo.
2. Il budget è ridotto: il costume può nascondere i limiti
Con un buon costume, anche un fondale semplice o una location modesta diventa credibile.
Un abito ben scelto eleva la produzione senza bisogno di milioni.
3. La trasformazione del personaggio è visibile nel cambio d’abito
Nel corto, non c’è tempo per lunghi archi narrativi.
Ma se un personaggio passa da un maglione largo e scuro a una camicia leggera, aperta, in un’inquadratura finale… abbiamo visto un cambiamento.
Come lavora il Costumista su un cortometraggio: i 5 passi fondamentali
1. Legge la sceneggiatura come un detective
Cerca:
- Riferimenti diretti al vestiario (“indossa un’uniforme”, “ha i capelli raccolti”)
- Indizi indiretti (“è appena tornato dal lavoro”, “si sente invisibile”)
- Evoluzione del personaggio
- Contrasti tra personaggi
Esempio:
“Lei entra, coperta da un cappotto troppo grande” → quel cappotto non è solo caldo. È un simbolo di protezione, forse fuga.
2. Crea il “moodboard” del personaggio
Raccolta di immagini, colori, tessuti, ispirazioni. Aiuta il regista a capire la direzione visiva.
3. Sceglie il colore con intenzione
Il colore non è estetica. È un simbolo.
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Nero |
Potere, lutto, mistero, difesa |
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Bianco |
Purezza, vuoto, fragilità, inizio |
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Rosso |
Passione, pericolo, sangue, desiderio |
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Blu |
Calma, tristezza, distanza, controllo |
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Grigio |
Neutralità, ambiguità, alienazione |
Esempio:
In un corto su una donna che esce da un rapporto tossico, il suo abbigliamento passa dal grigio al rosso vivo.
Non serve una battuta: il costume racconta la liberazione.
4. Gestisce il tessuto come linguaggio
- Tessuti rigidi (tweed, pelle) → controllo, difesa, autorità
- Tessuti morbidi (cotone, lana, seta) → vulnerabilità, intimità, calore
- Tessuti usurati (strappi, macchie) → povertà, trauma, abbandono
Esempio:
Un ragazzo con un giubbotto di pelle lucida → ribelle, duro.
Lo stesso giubbotto, strappato e sporco, dopo un evento traumatico → la corazza è rotta.
5. Prepara il “costume plot”
Una tabella che segna:
- Quale costume indossa il personaggio in ogni scena
- Se ci sono cambi
- Se serve un “stunt costume” (per cadute, acqua, sangue)
- Quantità di riprese con lo stesso abito (per evitare usura)
Consigli tecnici per generi cinematografici specifici
Ogni genere richiede un approccio diverso al costume.
Ecco i dettagli per i più comuni nei cortometraggi.
1. DRAMMATICO / PSICOLOGICO
Obiettivo: Mostrare il conflitto interiore
Consigli tecnici:
- Usa abiti leggermente fuori misura: troppo larghi (perdita di identità), troppo stretti (pressione)
- Colori spenti, ma con un dettaglio vivace (una sciarpa rossa, un orologio dorato) → simbolo di speranza o trauma
- Strati: più strati = più difese emotive
- Deterioramento progressivo: un maglione che si sfilaccia, una camicia sempre più stropicciata
Esempio:
Una donna che perde la memoria indossa sempre lo stesso vestito, ma ogni volta è più sgualcito, come se il tempo la stesse cancellando.
2. THRILLER / HORROR PSICOLOGICO
Obiettivo: Creare inquietudine, ambiguità, paura
Consigli tecnici:
- Abiti troppo ordinari: il male spesso si nasconde nella normalità
- Colori freddi (blu, grigio, bianco sporco)
- Tessuti lucidi o sintetici: danno un’aria artificiale, inumana
- Simmetria forzata: abiti troppo perfetti → segno di controllo ossessivo
- Dettagli fuori posto: un guanto solo, una manica troppo lunga
Esempio:
Un uomo che sembra normale, ma indossa scarpe da sera con i jeans → qualcosa non quadra. Il costume crea il sospetto.
3. FANTASCIENZA / SURREALE
Obiettivo: Costruire un mondo credibile, anche se irreale
Consigli tecnici:
- Parti da abiti reali, poi modificali: aggiungi dettagli futuristici (cerniere, luci, patch)
- Usa materiali industriali: plastica, metallo, gomma – ma con tagli umani
- Uniformità per il sistema, diversità per il ribelle
- Colore dominante per il mondo (es. tutto grigio, tranne il protagonista in rosso)
Esempio:
In un corto su una società che cancella le emozioni, tutti indossano tute bianche identiche. Il protagonista ha un filo rosso cucito sul polso → simbolo di memoria.
4. ROMANTICO / DRAMEDY
Obiettivo: Mostrare attrazione, contrasto, crescita
Consigli tecnici:
- Contrasto di stile: lui casual, lei elegante → tensione
- Avvicinamento progressivo: alla fine, indossano tessuti simili, colori coordinati
- Dettagli simbolici: un foulard che si scambia, una giacca prestata
- Trasformazione visibile: da abiti chiusi a scollature, da colori scuri a toni caldi
Esempio:
Due estranei si incontrano: lui in giacca formale, lei in jeans e maglione. Alla fine, lui ha la giacca aperta, lei ha preso in prestito la sua sciarpa → intimità crescente.
5. STORICO / PERIOD DRAMA (anche in un corto!)
Obiettivo: Autenticità senza budget da blockbuster
Consigli tecnici:
- Concentrati sui dettagli chiave: colletto, cravatta, scarpe, acconciatura
- Cerca abiti vintage o presta da famiglia/amici
- Usa filtri di colore in post per dare l’aria d’epoca
- Un solo elemento storico ben fatto > dieci mal fatti
- Evita accessori moderni (occhiali, orologi visibili)
Esempio:
Un corto ambientato nel 1970: basta una camicia a fiori, un paio di occhiali tondi e capelli lunghi per creare l’epoca, senza dover ricostruire un intero arredamento.
6. COMEDY / BOLD COMEDY
Obiettivo: Esagerare per creare comicità
Consigli tecnici:
- Abiti fuori scala: scarpe troppo grandi, giacca troppo lunga
- Colori sgargianti o contrasti ridicoli (pantaloni a pois, cravatta a righe)
- Costume fisso: un personaggio che indossa sempre lo stesso ridicolo completo
- Situazioni imbarazzanti: vestito da cerimonia in un posto sbagliato
Esempio:
Un uomo va a un colloquio di lavoro vestito da pirata. Non è un sogno. È convinto che sia appropriato. Il costume è la battuta.
Errori comuni da evitare nei cortometraggi
- Costume “da teatro”: troppo grande, troppo appariscente
- Abbigliamento moderno in contesto storico (es. orologi da polso nel 1800)
- Ignorare il clima: un personaggio in maglione in spiaggia senza motivo
- Costumi identici per personaggi diversi → perdita di individualità
- Non fare prove di movimento: un abito che si strappa in scena
Budget ridotto? Ecco i trucchi del mestiere
- Mercatini dell’usato e Oxfam: tesori a 5 euro
- Scambi con altri filmmaker
- Modifiche fai-da-te: una camicia si può tingere, strappare, ricamare
- Accessori chiave: un cappello, una collana, un paio di occhiali possono trasformare un abito normale
- Usa il colore in post-produzione (grading) per uniformare toni
Il costume è un personaggio a sé
"Un grande film non si ricorda solo per le battute.
Si ricorda per come i personaggi erano vestiti."
Il costumista non è un sarto.
È un narratore silenzioso, un psicologo visivo, un archeologo del presente.
Nei cortometraggi, dove ogni dettaglio conta, il suo lavoro non è un optional. È essenziale.
E ricorda: Non vestire il personaggio. RIVELALO.
Il costumista è chi crede che un bottone storto possa raccontare una vita intera.






























































































































































