Lo scenografo è il professionista responsabile della resa visiva dell’ambiente scenico. Il suo compito è trasformare in realtà visiva lo spazio immaginato nella sceneggiatura, in sintonia con la visione del regista e la fotografia del film.
Fasi di lavoro:
1. Lettura della sceneggiatura
Analisi del testo per comprendere ambientazioni, epoca, atmosfera, tono e stile. Ad esempio, un cortometraggio ambientato in un bar anni '60 richiederà ricerche su arredamento, insegne, colori e oggetti di scena coerenti con l'epoca.
2. Ricerca iconografica
Raccolta di immagini di riferimento (foto storiche, architetture, dipinti, pubblicità d'epoca) per proporre moodboard e palette cromatiche.
3. Bozzetti e maquette
Disegni concettuali e modelli tridimensionali in scala per visualizzare gli spazi.
4. Scelta e modifica delle location
Sopralluoghi con regista e direttore della fotografia. Le location reali possono essere adattate con modifiche temporanee: tende, pitture murali, oggetti d’arredo, segnaletica.
5. Coordinamento con i reparti
Lavoro sinergico con costumi, trucco, fotografia e regia per armonizzare colori, texture e materiali.
6. Allestimento scenografico
Montaggio, posa degli oggetti, messa in scena. Spesso in tempi ristretti, il set deve essere pronto al momento del ciak.
7. Supervisione durante le riprese
Correzioni in loco, riparazioni, spostamenti minimi per aiutare la messa in quadro.
Esempio pratico:
Nel cortometraggio "Il bar del centro", ambientato in un piccolo bar di provincia:
- Lo scenografo allestisce un bancone retrò, tavoli in formica, sedie scompagnate, un juke-box spento e vecchie foto alle pareti.
- In esterno, nella piazza, aggiunge una targa metallica "Caffè Italia dal 1958" e cassette per agrumi accatastate, a suggerire quotidianità e radici locali.
Questi dettagli rafforzano il tema dell'identità culturale e del contrasto fra modernità e tradizione, arricchendo l’ambiente senza appesantirlo.