Ecco un articolo pratico ed immersivo che mostra, passo dopo passo, come un semplice brainstorming possa trasformarsi in una solida base per un cortometraggio. Non troverai solo semplice teoria, ma anche un esempio reale, narrato in tempo reale, come se tu fossi seduto al tavolo con lo sceneggiatore mentre le idee prendono forma.
Dal caos all’ordine: come un brainstorming diventa una sceneggiatura
Un esempio pratico, passo dopo passo per creare un cortometraggio partendo da zero.
“Il brainstorming non è trovare l’idea giusta. È permettere a cento idee sbagliate di morire in pace, finché una sussurra: Sono io.”
Molti aspiranti registi pensano che la sceneggiatura nasca da un lampo di genio. In realtà, nasce da caos, domande, errori ed intuizioni coltivate. Ecco come accade davvero — mostrato attraverso un brainstorming reale, trascritto e strutturato, che evolve fino a diventare la base di un cortometraggio girabile.
Immagina di essere in una stanza con carta, penna, una tazza di caffè freddo od una bibita… ed un’unica consegna: “Voglio fare un cortometraggio di 12 minuti. Non so su cosa. Ma partiamo.”
Fase 1: Il punto di partenza (il “seme”) – ore 09:00
Non hai un’idea. Ma hai un tema, un’emozione, od una domanda. Iniziamo da qui.
Da scrittore pensi: “Vorrei parlare di solitudine, ma non della solitudine romantica. Di quella… silenziosa. Di chi è circondato da persone, ma si sente invisibile.”
Bene. Questo è il primo seme. Non è una storia. È un sentimento universale.
Appuntati sul foglio:
- Solitudine moderna
- Invisibilità sociale
- Essere “visto” vs. “guardato”
Fase 2: Domande libere – ore 09:05
Ora, fatti delle domande senza pregiudizio. Ogni domanda è valida: ogni risposta è valida.
Domande dello scrittore (a te stesso):
- Chi si sente invisibile oggi?
- Cosa succede se nessuno nota che sei sparito?
- C’è un momento in cui l’invisibilità diventa potere?
- E se qualcuno ti “vedesse” davvero… cosa accadrebbe?
Appuntati:
- Un uomo che lavora in un ufficio, nessuno ricorda il suo nome.
- Una donna che ogni giorno saluta lo stesso barista, ma lui non la riconosce mai.
- Un anziano in una casa di riposo: gli infermieri lo chiamano “signor Rossi”, ma il suo nome completo è Luigi Martini.
Intuizione improvvisa:
“E se qualcuno sparisse… e nessuno se ne accorgesse per molti giorni?”
Fase 3: Immagini, non concetti – ore 09:12
Trasforma le tue idee in immagini visive. Il cinema è fatto di ciò che si vede, non di ciò che si pensa.
Da scrittore vedi:
- Un ufficio vuoto: una scrivania con una tazza di caffè ancora fumante. Nome sulla targhetta: Marco.
- Telecamera fissa: colleghi passano davanti alla scrivania vuota, nessuno si ferma.
- Una mano che toglie la targhetta. La butta nel cestino.
- Marco è in piedi dietro la telecamera. Nessuno lo vede.
Appuntati:
- Tono: realistico, ma con un tocco di surrealismo.
- Stile visivo: inquadrature fisse, colori freddi, silenzi lunghi.
Fase 4: Chi è il protagonista? – ore 09:20
Dai un volto al sentimento.
Pensiero di scrittore:
“Marco non è un eroe. È un uomo di 48 anni, divorziato, senza figli. Lavora da 22 anni in una compagnia assicurativa.
Oggi è il suo compleanno. Nessuno glielo augura.
A pranzo, va in bagno e piange. Poi torna alla scrivania.
Ma quando esce dall’ufficio… nessuno lo saluta.
E lui pensa: ‘Cosa succede se non torno domani?’”
Appuntati:
- Protagonista: Marco, 48, impiegato, gentile ma ignorato da tutti.
- Giorno chiave: il suo compleanno.
- Azione scatenante: decide di non tornare al lavoro.
Fase 5: Il paradosso – ore 09:28
Ogni grande storia ha un paradosso emotivo.
Sei lo scrittore che pensa:
“Marco vuole essere notato… ma quando finalmente qualcuno lo ‘vede’, è perché è scomparso. La sua unica visibilità arriva con la sua assenza.”
Appuntati:
- Tema: La visibilità non è data dalla presenza, ma dal vuoto che lasci.
- Ironia tragica: viene notato solo quando non c’è.
Fase 6: Struttura del cortometraggio – ore 09:35
Ora, organizziamo una base di struttura della storia in 3 atti compressi, cioè solo i titoli (per una durata di circa 12 minuti).
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1. Lo status quo |
0–3 min |
Marco al lavoro. Compleanno ignorato. Silenzio ovunque. |
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2. La scomparsa |
3–9 min |
Marco non torna. L’ufficio continua come se nulla fosse. Poi… un collega nota la scrivania vuota. |
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3. La risonanza |
9–12 min |
Il collega va a casa di Marco. Suona. Nessuno risponde. Torna in ufficio e dice: “Marco non c’è da tre giorni.” Silenzio. Poi: “Chi è Marco?” |
Finale potente: L’ultima inquadratura è la targhetta “Marco” nel cestino dei rifiuti. Fuori campo, una voce (quella di Marco): “Almeno ora sapete che esistevo.”
Fase 7: Dettagli che fanno la differenza – ore 09:45
Aggiungi ora alcuni elementi sensoriali e simbolici:
- Oggetto chiave: la tazza da caffè con scritto “World’s Best Dad” (regalo mai usato della ex moglie con cui ha un figlio).
- Suono: il ticchettio dell’orologio a muro, sempre presente, ma mai notato.
- Colore dominante: grigio ufficio, ma la sciarpa di Marco è rossa → è l’unica nota di vita della stanza.
- Ultima immagine: la sciarpa rossa appesa alla porta di casa sua, che ondeggia nel vento della finestra aperta.
Fase 8: Titolo e logline – ore 09:50
Ora hai tutto per definire l’essenza iniziale della tua storia. E lo scrivi.
Titolo: “Chi è Marco?”
Logline (in 2 righe):
In un ufficio grigio ed anonimo, un uomo scompare il giorno del suo compleanno.
Viene notato solo quando il suo vuoto diventa troppo grande per essere ignorato.
Fase 9: Verifica di fattibilità – ore 09:55
Chiediti: posso girarlo con poca spesa?
- Location: 1 ufficio (può essere un open space vero o ricostruito) + 1 interno casa (può essere un coridoio vicino ad una finestra).
- Attori: 2 principali (Marco + collega), e qualche comparsa (ne bastano 2 o 3 che passano senza guardare).
- Durata: 12 minuti
- Costo stimato: < €500 (con smartphone, luci naturali, suono registrato in post produzione)
Girabile? Sì, certamente.
Fase 10: La prima scena (bozza) – ore 10:00
Scrivi la prima sequenza per “sentire” la tua storia. Quella che segue è solo un esempio, ma con la descrizione di cosa potresti vedere sullo schermo nella prima scena.
SCENA 1 – INT. UFFICIO – MATTINA
Campo lungo. File di scrivanie identiche. Ticchettio di tastiere.
MARCO (48 anni) entra, posa la borsa. Appoggia una tortina sulla sua scrivania.
UN COLLEGA gli passa accanto. Non lo guarda.
Marco sorride comunque.
Da una bustina toglie una candelina che accende.
UN SECONDO COLLEGA gli passa accanto. Non lo guarda.
Toglie la candela dalla tortina. La spegne con le dita.
Poi la butta nel cestino.
UN TERZO COLLEGA gli passa accanto. Non lo guarda.
Si vede la sua targhetta sulla porta: “Marco Bellini”.
Nessuno lo saluta.
Nessuno lo vede.
Il brainstorming non finisce mai
Questo processo — dal sentimento alla struttura, dall’immagine al dettaglio — è il cuore del lavoro iniziale dello sceneggiatore.
Non è magia. È disciplina creativa.
Ed il bello quale è?
Che puoi farlo da solo, con carta e penna.
Puoi farlo in gruppo, con amici che lanciano idee, le più vaghe, le più assurde.
Puoi farlo in strada mentre cammini, registrando appunti vocali.
L’importante è non fermarsi alla prima idea, ma scavare finché non trovi il cuore pulsante della tua storia.
* Esercizio per te:
- Scrivi su un foglio: “Voglio parlare di ______.”
- Fatti 5 domande assurde su quel tema.
- Trasforma ogni risposta in un’immagine visiva.
- Dalle un nome, un’età, un desiderio. Falla vivere.
- Chiediti: “Cosa succede se tutto va storto?”
In 60 minuti, potresti avere la base del tuo prossimo cortometraggio.
E ricorda: Non devi avere tutte le risposte. Devi solo avere il coraggio di farti la prima domanda. Ed andare avanti.
E ricordati che hai pure tutto un sito gratuito a tua disposizione per conoscere ed imparare a scrivere ed a realizzare il tuo Cortometraggio.












