Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri esperti analisti di sceneggiature di diverse importanti case di produzione quali siano gli errori più comuni che i principianti commettono nelle sceneggiature. Ecco le loro risposte, con una breve analisidel problema.

  1. Il protagonista non ha un obiettivo abbastanza forte.

    Un errore comune per lo sceneggiatore principiante è creare un protagonista il cui obiettivo non è abbastanza forte o definito. Questo porta a una storia priva di tensione drammatica e direzione. Se il desiderio del personaggio è troppo debole, vago o facilmente raggiungibile, lo spettatore faticherà a immedesimarsi e a preoccuparsi per il suo percorso. Mancando una posta in gioco chiara e convincente, le azioni del protagonista appariranno arbitrarie e la narrazione risulterà piatta, senza un motore che spinga la trama in avanti e catturi l'interesse.

  2. Il dialogo è privo di sottotesto.

    Un errore comune del principiante in sceneggiatura è la mancanza di sottotesto nel dialogo. Questo significa che i personaggi dicono esattamente ciò che pensano o provano, rendendo le conversazioni piatte e poco realistiche. Il sottotesto, invece, è ciò che i personaggi non dicono esplicitamente, le loro vere intenzioni, paure o desideri che emergono attraverso le pause, il linguaggio del corpo o il tono. Un dialogo senza sottotesto priva la scena di profondità, suspense e interesse, poiché non c'è nulla da decifrare o da interpretare per lo spettatore, rendendo l'interazione prevedibile e priva di sfumature emotive.

  3. I personaggi non hanno un arco narrativo sufficiente.
    L'errore comune del principiante in sceneggiatura è non dotare i personaggi di un arco narrativo sufficiente. Questo significa che i protagonisti, dall'inizio alla fine della storia, non subiscono un'evoluzione significativa o un cambiamento interiore. Rimangono statici, affrontando sfide senza che queste li modifichino, imparino lezioni o superino difetti intrinseci. Di conseguenza, il pubblico fatica a connettersi con loro, la storia perde profondità e il viaggio emotivo risulta piatto, perché non c'è una crescita o una trasformazione che ne giustifichi la progressione.

  4. I dialoghi dei personaggi sembrano troppo simili.

    Un errore comune per il principiante in sceneggiatura è far sì che i dialoghi dei personaggi sembrino troppo simili, quasi intercambiabili. Questo accade quando l'autore non riesce a dare a ciascun personaggio una voce unica e distintiva. Ogni individuo, nella vita reale, ha un proprio vocabolario, ritmo di parola, inflessioni e modi di esprimersi influenzati dalla sua età, provenienza, educazione e personalità. Se i personaggi parlano tutti con la stessa cadenza o usano espressioni identiche, diventano piatti e poco credibili, rendendo difficile per lo spettatore distinguerli o empatizzare con le loro peculiarità. La mancanza di questa individualità dialogica impoverisce la narrazione e mina la verosimiglianza dei personaggi.

  5. La posta in gioco è troppo bassa.

    L'errore del principiante di sceneggiatura della "posta in gioco troppo bassa" si verifica quando le conseguenze per il protagonista, in caso di fallimento, non sono abbastanza gravi o significative. Se il pubblico percepisce che il fallimento non comporta rischi seri (perdite emotive, fisiche, relazionali o esistenziali), la tensione narrativa crolla. In pratica, allo spettatore non importa se il protagonista raggiunge o meno il suo obiettivo, perché il "costo" della sconfitta è irrisorio, rendendo l'intera storia priva di mordente e il viaggio del personaggio indifferente.

  6. Non c'è urgenza nell'obiettivo del protagonista.

    Un errore comune per il principiante di sceneggiatura è la mancanza di urgenza nell'obiettivo del protagonista. Se l'eroe non ha un motivo impellente per raggiungere il suo scopo, o se non ci sono conseguenze immediate e significative in caso di fallimento, lo spettatore fatica a sentirsi coinvolto. Senza un senso di "adesso o mai più", la trama perde slancio e tensione. L'assenza di urgenza rende il viaggio del protagonista meno avvincente, perché il pubblico non percepisce il rischio né l'importanza di ciò che è in gioco. Questo può portare a un racconto piatto, dove le azioni del protagonista sembrano arbitrarie anziché dettate da una vera necessità.