Le immagini animate del cinema e della tv sono costituite dalla rapida successione di una serie di immagini fisse, cioé di fotografie (o disegni). La fotografia è una tecnologia nata nella prima metà del sec.XIX e che ha dato vita ad un vero e proprio linguaggio quando, alla fine dello stesso secolo, ha acquisito una totale mobilità. Ha assorbito molte delle prerogative del linguaggio pittorico ma, grazie alla sua innata capacità di rappresentare il reale, ha messo in crisi le modalità figurative della pittura, contribuendo in modo decisivo al suo rinnovamento. Le inquadrature che vediamo in un film, però, non sono semplicemente l'insieme di un numero straordinariamente alto di fotografie e dunque una replica “moltiplicata” del suo linguaggio: nell’opera cinetelevisiva il continuo movimento (della camera, dei personaggi, degli oggetti…) dà vita ad una impostazione compositiva completamente differente da quella dell’immagine fissa. Ad esempio, se all’interno di un’inquadratura viene mostrato un primo piano, e poi si sfuoca per scoprire la figura che si trova sullo sfondo, si crea una composizione mobile che non ha alcun tipo di parallelo con la fotografia fissa. Il fatto che il mondo della fotografia e quello della ripresa cinetelevisiva abbiano linguaggi diversi è testimoniato dal fatto che sono rarissimi i casi di professionisti che abbiano svolto entrambe le attività. Nelle opere cinetelevisive è un compito del regista definire l'inquadratura, e sono l’operatore e i suoi assistenti a tradurla in pratica, una serie di altre figure intervengono in altri aspetti decisivi per la resa figurativa. Inoltre, in ambito cinetelevisivo, negli ultimi venti anni concorrono al linguaggio fotografico degli interventi che vanno sotto la generica denominazione di "effetti speciali", e che modificano l'aspetto visivo di molte inquadrature in maniera a volte decisiva. Le caratteristiche di questo linguaggio sono affrontate nella sezione dedicata all'inquadratura.

Il linguaggio dell'illuminazione

I set e le location dei film, così come gli studi nei programmi televisivi, devono essere illuminati in modo tale da rendere sempre chiaro quel che accade, ma anche per creare un'atmosfera, sottolineare la presenza di un personaggio, ecc. Con questo linguaggio si gestisce non solo la quantità di luce, ma anche la sua distribuzione e il suo colore. Una persona, un oggetto o un ambiente può comunicare significati anche opposti al pubblico a seconda di come è investito dalla luce. L’arte di illuminare, cioé di collocare fonti di luce artificale sul soggetto, era una competenza di qualche corrente pittorica, poi si è allargata agli uomini di teatro, quindi è divenuta patrimonio di quei fotografi che lavorano negli interni. Oggi il linguaggio delle luci si è evoluto grandemente e professionalità in questo campo dicono la loro spesso in modo decisivo nell'illuminazione delle città, dei monumenti storici, o più semplicemente delle vetrine. La specificità della variante cinetelevisiva di questo linguaggio sta nel rendere chiara, suggestiva, espressiva o verosimile l'immagine, nascondendo però quasi sempre le fonti dell'illuminazione. In campo cinetelevisivo sono il direttore della fotografia e i tecnici che lui coordina che si occupano di questo ambito. Gli interventi in postproduzione, da una ventina d'anni a questa parte, modificano in modo consistente l'illuminazione delle opere cinetelevisive, a volte fuori dal controllo del direttore della fotografia. Le caratteristiche di questo linguaggio sono affrontate nella sezione dedicata all'illuminazione. 

Il linguaggio dell'ambientazione

Questo linguaggio è quello che consente, attraverso la costruzione di ambienti (scenografia) o la scelta di ambienti già esistenti (location) e la costruzione o scelta di oggetti, di far interagire i personaggi con la realtà vera o fittizia che li circonda. Il linguaggio dell'ambientazione è una variante di quelli più generali dell'architettura, dell'arredamento e del design. In qualche modo è imparentato con il linguaggio scenografico teatrale ma, a differenza di questo, nelle opere cinetelevisive il linguaggio dell'ambientazione è meno astratto, più complesso e spesso con una maggiore propensione alla verosimiglianza. I professionisti che lavorano in questo ambito costituiscono probabilmente il comparto più numeroso della realizzazione di un'opera cinetelevisiva: dallo scenografo al decoratore, dall'arredatore al location manager. Negli ultimi anni questo linguaggio si è fortemente intrecciato con quello dei videogiochi, nella cui realizzazione l’ambientazione gioca un ruolo decisivo. La costruzione di ambienti virtuali, d’altro canto, è sempre più presente nei film e nei programmi tv, dato che permette maggiore flessibilità e abbattimento dei costi. Le caratteristiche di questo linguaggio sono affrontate nella sezione dedicata alla messinscena.

Articolo di Michele Corsi per cinescuola.it