"Vendette e Perdoni" esplora il conflitto tra il desiderio di rivalsa per un torto subito e la scelta liberatoria di concedere grazia. La vendetta cerca giustizia attraverso il dolore dell’altro, mentre il perdono cerca pace attraverso la propria guarigione. Spesso, entrambi nascono dallo stesso dolore, ma conducono a destini opposti. Questo tema mette in luce la complessità morale dell’essere umano, oscillante tra rabbia e compassione. Alla fine, non si tratta solo di ciò che si fa all’altro, ma di ciò che si diventa.
Ecco un articolo dettagliato con cinque idee originali per cortometraggi sul tema “Vendette e Perdoni”, pensate per essere intense, visive e cariche di emozione.
1. “L’Ultima Lettera”
Logline:
Un anziano ex carceriere riceve una lettera scritta da un detenuto che ha torturato trent’anni prima.
La lettera contiene un invito: incontrarsi in un luogo remoto per chiudere un conto mai saldato.
Ma il detenuto è morto da anni… e la lettera è stata spedita da sua figlia.
Personaggi principali:
- Aldo (70 anni): Ex secondino, burbero, vive solo in una casa di campagna. Ha un passato oscuro che ha cercato di seppellire.
- Sofia (28 anni): Figlia del detenuto morto. Determinata, intelligente, cresciuta con le storie di suo padre, ma non con rancore.
- Il fantasma di Marco (voce): Il detenuto defunto, la cui voce compare nei ricordi di Aldo.
Storia:
Aldo vive in una vecchia casa isolata tra i boschi. Una mattina trova una lettera sigillata con un timbro antico. La apre e riconosce subito la calligrafia di Marco, un prigioniero che aveva maltrattato durante gli anni di piombo. La lettera lo invita a recarsi al vecchio mulino abbandonato, dove “tutto finirà”. Sconvolto, Aldo decide di andare. Lì trova Sofia, che gli rivela di aver trovato la lettera tra le cose di suo padre. Non cerca vendetta, ma verità. Attraverso un dialogo serrato, Aldo è costretto a confrontarsi con le sue colpe. Sofia non lo accusa, ma gli chiede solo di ammettere la verità. Alla fine, Aldo scrive una lettera di scuse che Sofia consegnerà sulla tomba di suo padre.
Scena chiave – Dialogo al mulino:
Sofia: “Lei non sa chi sono io. Ma io so chi è lei. E so cosa ha fatto a mio padre.”
Aldo: “Allora perché non mi ha denunciato? Perché non mi ha ucciso?”
Sofia: “Perché mio padre, prima di morire, mi ha detto: ‘Se un giorno incontri quell’uomo, non odiarlo. Chiedigli perché lo ha fatto.’”
Aldo (sussurrando): “Perché avevo paura. E la paura fa fare cose orribili.”
Battuta finale:
Sofia (leggendo la lettera di Aldo sulla tomba): “Non merito il tuo perdono. Ma lo chiedo lo stesso.”
Tema: Il perdono come atto di coraggio, non di debolezza.
Genere: Drammatico psicologico, con elementi di mistero.
Finale alternativo: Aldo si rifiuta di scrivere la lettera. Sofia se ne va, ma lascia sul tavolo una foto di suo padre da giovane. Aldo la guarda per giorni, finché non brucia la casa e scompare nei boschi.
2. “Il Gioco del Perdono”
Logline:
Una ragazza con disturbo ossessivo-compulsivo inventa un gioco per “cancellare” il dolore della morte del fratello.
Ogni livello del gioco è una vendetta contro chi lo ha ucciso.
Ma l’ultimo livello richiede qualcosa che non si aspetta: perdonare se stessa.
Personaggi principali:
- Chiara (22 anni): Intelligente, fragile, vive con rituali ossessivi. Ha creato un videogioco per elaborare il lutto.
- Luca (defunto, ricordi): Suo fratello maggiore, morto in un incidente stradale causato da un pirata della strada.
- Marco (30 anni): Il pirata della strada, ora disabile e pentito, che vive in una casa di cura.
Storia:
Chiara ha sviluppato un videogioco in cui impersona un avatar che deve “punire” il colpevole della morte di suo fratello. Ogni livello è più crudele del precedente. Ma quando scopre che Marco è vivo e paralizzato, decide di affrontarlo di persona. Va a trovarlo nella casa di cura, pronta a fargli del male. Invece, lo trova fragile, solo, che piange ogni notte per ciò che ha fatto. Chiara capisce che la vera prigione non è quella di Marco, ma la sua. Il gioco finisce quando decide di cancellarlo dal suo computer.
Scena chiave – Dialogo nella casa di cura:
Chiara: “Lei sa chi sono?”
Marco: “Sì. Aspettavo che arrivasse. Ho pregato che non lo facesse.”
Chiara: “Perché non è morto? Perché non è in prigione?”
Marco: “Dio mi ha lasciato vivo per ricordarmelo ogni giorno. È peggio della morte.”
Battuta finale:
Chiara (mentre cancella il gioco): “Non era lui il mostro. Ero io.”
Tema: La vendetta come prigione interiore; il perdono come liberazione.
Genere: Drammatico con elementi di realismo magico (il gioco prende vita nella sua mente).
Finale alternativo: Chiara non riesce a perdonare. Il gioco si trasforma in un’allucinazione che la consuma, e viene ricoverata.
3. “Il Silenzio di Anna” -- N. B.: Questa base è in fase di realizzzione !!
Logline:
Anna, una donna muta da quando ha visto morire il marito, scopre che l’assassino è tornato in città.
Inizia a seguirlo, ma non per ucciderlo: vuole che lui parli per lei.
Perché solo la sua voce può restituirle la sua.
Personaggi principali:
- Anna (40 anni): Ex insegnante di teatro, muta da 5 anni. Comunica con bigliettini e sguardi intensi.
- Riccardo (45 anni): Ex attore, ora barbone, che ha ucciso il marito di Anna durante una rissa.
- Il marito di Anna (flashback): Morto mentre difendeva Riccardo da un’aggressione.
Storia:
Anna vede Riccardo per strada, sporco e dimenticato dal mondo. Invece di denunciarlo, inizia a seguirlo. Gli lascia biglietti con domande: “Perché l’hai fatto?”, “Ti penti?”, “Parla per me.” Riccardo, inizialmente spaventato, comincia a rispondere. Un giorno, Anna lo porta sul palco del vecchio teatro abbandonato dove insegnava. Lo costringe a recitare il monologo che suo marito stava preparando. Mentre Riccardo parla, Anna emette un suono. Poi un altro. Alla fine, dice una parola: “Grazie.”
Scena chiave – Sul palco:
Anna (scrive su un cartello): “Recita le sue parole. Solo così tornerò a parlare.”
Riccardo (piangendo): “Non sono degno di dire il suo nome.”
Anna (fa un passo avanti, emette un suono gutturale): “…Grazie.”
Battuta finale:
Anna (voce rotta): “Ora posso perdonarti. Ma non dimenticherò mai.”
Tema: Il perdono come atto creativo, non distruttivo.
Genere: Drammatico poetico, quasi teatrale.
Finale alternativo: Riccardo si rifiuta di parlare. Anna lo lascia andare, ma non recupera mai la voce. Il teatro viene demolito.
4. “Il Cimitero dei Ricordi”
Logline:
In un futuro distopico, i ricordi possono essere cancellati con un farmaco.
Un uomo decide di cancellare il ricordo di sua moglie, uccisa dal suo migliore amico.
Ma il farmaco non funziona… perché il suo cervello rifiuta di dimenticare il perdono che non ha dato.
Personaggi principali:
- Dario (35 anni): Programmatore, vive in una società dove il dolore è considerato un difetto.
- Elena (defunta): Sua moglie, idealista, credeva nel perdono.
- Leo (35 anni): Ex migliore amico di Dario, ora in esilio volontario.
Storia:
Dario si sottopone al trattamento “Mnemos”, che cancella i ricordi traumatici. Ma ogni notte sogna Elena. Il dottore gli dice che il suo cervello “resiste” perché non ha chiuso il cerchio emotivo. Dario scopre che Leo vive in una baraccopoli fuori città. Va a trovarlo. Leo è malato, morente. Gli chiede perdono. Dario non risponde. Torna a casa, ma questa volta sogna Elena che gli dice: “Perdonalo. Non per lui. Per te.” La notte dopo, Dario torna da Leo e gli tiene la mano mentre muore. Il giorno dopo, i sogni scompaiono.
Scena chiave – Ultimo incontro:
Leo: “Non ti chiedo di dimenticare. Ti chiedo solo di non odiarmi più.”
Dario: “Non posso perdonarti.”
Leo: “Allora lascia che muoia sapendo che ci hai provato.”
Battuta finale:
Dario (sveglio, senza sogni): “Non l’ho perdonato. Ma non mi serve più dimenticare.”
Tema: Il perdono come necessità neurologica ed emotiva.
Genere: Sci-fi drammatico, con atmosfera fredda e distaccata.
Finale alternativo: Dario uccide Leo. Ma i sogni diventano incubi peggiori. Si sottopone a un secondo trattamento e perde tutti i ricordi, anche quelli belli.
5. “Il Giardino delle Rose Bianche”
Logline:
Una donna coltiva un giardino di rose bianche in memoria del figlio morto.
Ogni rosa è dedicata a una persona che ha perdonato.
Ma l’ultima rosa è per l’assassino… e non riesce a farla fiorire.
Personaggi principali:
- Lucia (60 anni): Ex botanica, vive in una villa isolata. Parla con le piante.
- Matteo (defunto): Suo figlio, ucciso in un furto finito male.
- Ivan (25 anni): Il ragazzo che ha sparato a Matteo, appena uscito di prigione.
Storia:
Lucia ha perdonato tutti: il sistema, i poliziotti, persino se stessa. Ma non Ivan. Un giorno, Ivan bussa alla sua porta. Vuole chiederle scusa. Lei lo caccia. Ma lui torna ogni giorno, zappando il terreno, innaffiando le rose, senza parlare. Dopo settimane, Lucia lo lascia entrare. Gli mostra il giardino. “Questa rosa non fiorisce,” dice. Ivan pianta un seme con le sue mani. “Aspetterò,” dice. Mesì dopo, la rosa sboccia. Lucia la taglia e la mette sulla tomba di suo figlio.
Scena chiave – Dialogo nel giardino:
Lucia: “Perché sei qui? Non ti basta avermi tolto tutto?”
Ivan: “Mi ha tolto anche la mia vita. Ora voglio restituire qualcosa.”
Lucia: “Le rose bianche non crescono con le lacrime. Crescono con il silenzio.”
Battuta finale:
Lucia (guardando la rosa fiorita): “Il perdono non è un fiore. È la terra che lo fa nascere.”
Tema: Il perdono come processo lento, naturale, quasi botanico.
Genere: Drammatico contemplativo, con forte simbolismo visivo.
Finale alternativo: La rosa non fiorisce mai. Ivan se ne va. Lucia brucia il giardino.
* Consigli per la realizzazione
- Usa il silenzio: In storie così intense, ciò che non si dice è spesso più potente di ciò che si dice.
- Simbolismo visivo: Oggetti come lettere, rose, tastiere, palchi possono diventare metafore potenti.
- Cast non convenzionale: Cerca attori con sguardi intensi, non solo con grandi doti verbali.
- Colonna sonora minimale: Preferisci suoni ambientali (vento, acqua, passi) a musiche invasive.
- Location simboliche: Mulini, teatri abbandonati, giardini, case di cura… luoghi che raccontano già una storia.
Queste idee sono pensate per cortometraggi di 10-15 minuti, con budget contenuto ma grande impatto emotivo. Possono essere girate con pochi attori, location semplici e una fotografia curata.
* ATTENZIONE: Le idee presentate in questo articolo sono solo spunti iniziali di idee da sviluppare ulteriormente. Vi invitiamo a selezionarne una e a personalizzarla, arricchendola con dettagli, personaggi secondari e sviluppando o modificando l'idea base. Qualora decideste di ampliare una di queste bozze in una sceneggiatura completa e di realizzarla, vi preghiamo di comunicarcelo. Saremo lieti di promuovere la vostra opera sul nostro sito.











