INCONTRI AL BUIO AL BAR 3Si va a un appuntamento al buio per la curiosità dell'ignoto e l'emozione della scoperta. È un'opportunità per incontrare qualcuno al di fuori della propria cerchia sociale abituale, con la speranza di una connessione inaspettata e autentica. Molti lo vedono come un modo per rompere la routine, testare la propria capacità di adattamento in situazioni nuove, e magari, trovare l'amore o una nuova amicizia in un contesto privo di preconcetti.

Ecco altre bozze di sceneggiature sullo stesso tema.

Per la settima bozza ho scelto uno stile noir metropolitano con elementi di mistero, dialoghi taglienti e una tensione psicologica crescente. Il bar è lo scenario di un inganno che si svela lentamente tra whisky, fumo ed identità spezzate.

7° bozza col Titolo: "Ultimo Bicchiere al Bancone"

Logline:

Un investigatore disilluso accetta un appuntamento al buio in un bar per dimenticare una vecchia storia. Ma quando la donna che arriva sembra sapere troppo sul suo passato, capisce che l’incontro non è casuale… e nemmeno privo di pericoli.

Personaggi principali:

  • Rico Mariani: 47 anni, ex-poliziotto, ora investigatore privato, cinico, sguardo stanco, voce roca.
  • Eva: 35 anni circa, elegante, magnetica, misteriosa, porta guanti neri anche d’estate.
  • Barman (Luca): taciturno, occhi scavati, conosce Rico da sempre, parla solo se costretto.
  • Uomo col giornale: presenza inquietante sullo sfondo, sembra leggere ma ascolta tutto.

Storia:

Rico, un investigatore stanco della vita e dei suoi casi irrisolti, si presenta a un incontro al buio prenotato su un’app che non ricorda nemmeno di aver installato. Il luogo: un bar notturno dove la luce è sempre rossa e i bicchieri sembrano sporchi di sogni rotti. Quando arriva Eva, l’incontro prende subito una piega strana: lei non dice il proprio nome, ma racconta frammenti del passato di Rico che nessuno dovrebbe conoscere. Menziona una donna scomparsa, un’indagine chiusa troppo in fretta, un bar di Napoli nel '98. Rico è teso, cerca di capire se Eva è lì per sedurlo o incastrarlo. Le battute diventano un duello mentale. A ogni drink, il confine tra attrazione e minaccia si sfuma. Quando Rico si alza per andarsene, Eva sussurra una frase che lo ghiaccia: “Non è te che voglio… è la verità che hai sepolto.” E allora Rico capisce: questo appuntamento è una trappola. Ma forse… anche una possibilità di redenzione.

Scene principali con dialoghi (15 scene)

SCENA 1 – Bar. Notte. Rico entra, bar semivuoto, fumo e neon.

Barman:
 “Non ti si vede da mesi.”
Rico:
 “È meglio vedere me solo quando piove.”

SCENA 2 – Rico siede, beve lentamente.

Voce fuori campo:
 “Certe notti puzzano di resa.”

SCENA 3 – Entra Eva, cappotto lungo, sguardo fermo.

Eva:
 “Sei tu Rico?”
Rico (senza voltarsi):
 “Dipende chi lo cerca.”

SCENA 4 – Prime battute.

Eva:
 “Hai smesso di fumare nel 2005. Ma non di mentire.”
Rico (sorpreso):
 “Ottimo inizio per un’infermiera o una spia.”

SCENA 5 – Dialogo serrato.

Eva:
 “Ricordi il caso Boselli? La ragazza di 17 anni scomparsa?”
Rico (gelato):
 “Caso chiuso. Suicidio. Archivio.”
Eva:
 “Archiviato da chi?”

SCENA 6 – L’uomo col giornale si volta per un attimo.

Rico (sottovoce):
 “Sei qui da sola?”
Eva:
 “La verità è sempre sola.”

SCENA 7 – Rico si alza per andarsene.

Eva:
–“Sai di avere le mani pulite. Ma solo perché hai lasciato il coltello in mano ad altri.”

SCENA 8 – Flashback mentale. Un vicolo. Una ragazza che grida. Il rumore di una porta.

SCENA 9 – Torna al tavolo.

Rico:
 “Quindi sei una giornalista? Una sorella? Una fantasma?”
Eva:
 “Tutto quello che serve per farti ricordare.”

SCENA 10 – La tensione cresce.

Eva:
 “La tua verità dorme sotto un rapporto truccato.”
Rico:
 “Io dormo solo con whisky e rimorsi.”

SCENA 11 – Silenzio teso.

Barman osserva. L’uomo col giornale si alza e se ne va. Forse era solo un ubriaco. O forse no.

SCENA 12 – Eva cambia tono.

Eva:
 “Se mi aiuti, posso riaprire il caso. Se ti opponi, diventi complice.”

SCENA 13 – Rico beve tutto d’un fiato.

Rico:
 “Se devo bruciarmi, almeno che sia con stile.”

SCENA 14 – Uscita.

Eva:
“Ti do tre giorni. Poi la storia uscirà lo stesso. Ma tu dentro ci farai la parte dello stronzo.”

SCENA 15 – Rico resta solo. Guarda il bicchiere vuoto.

Rico (voce fuori campo):
 “A volte il passato non bussa. Sfonda la porta. E pretende giustizia.”

Fine della storia:

Rico decide di aiutare Eva. Ma scopre che lei non è chi diceva di essere. La ragazza scomparsa… era proprio lei. E lui non se lo ricordava.

Temi trattati:

  • Colpa e rimozione
  • Verità sepolte
  • Identità muta
  • Redenzione

Genere:

Noir metropolitano psicologico

Finale Alternativo:

Eva lo incastra. Rico viene arrestato. Ma una settimana dopo, un altro uomo riceve la stessa lettera e lo stesso invito al bar. Il gioco ricomincia.

Colpi di scena possibili:

  • Eva è parte di un gruppo che “corregge” vecchie ingiustizie dimenticate.
  • Il bar è un luogo simbolico: accoglie solo chi ha qualcosa da confessare.
  • L’uomo col giornale è l’unico sopravvissuto di un vecchio caso insabbiato.

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Per la ottava bozza ti propongo una satira sociale pungente e ironica, ambientata in un bar di tendenza frequentato da persone in cerca di connessioni… purché “di tendenza”. Qui, l’incontro al buio mette a nudo l’ipocrisia delle maschere sociali e il culto dell’apparenza.

8° bozza col Titolo: "Matcha per Due (ma senza zucchero)"

Logline:

In un bar eco-minimalista, due influencer si incontrano al buio, credendo di parlare con persone comuni. Quando si riconoscono, inizia una partita di ipocrisie, filtri e verità taglienti su chi sono davvero… senza follower a guardarli.

Note:

Il matcha è una polvere di tè giapponese che si consuma insieme al liquido essendo ricco di antiossidanti che rallentano l'invecchiamento.

Personaggi principali:

  • Nina K.: 28 anni, influencer wellness, sempre sorridente online, ma dietro la facciata c'è una fragilità che cerca di non mostrare mai.
  • Tommy B.: 30 anni, content creator provocatore, noto per post sarcastici e vita da finto ribelle, in realtà in cerca di autenticità.
  • Barista (Ari): sarcastico, punk, detesta i social ma sa tutto di tutti, fa da osservatore e pungola con battute acide.
  • Voce fuori campo (algoritmo dell’app): a tratti introduce i personaggi in stile voiceover pubblicitario.

Storia:

Nina e Tommy si sono iscritti a “Blind Real”, un’app sperimentale che promette incontri reali per gente stanca del digitale. Per partecipare, è obbligatorio presentarsi senza trucco, senza filtri, con nome falso e telefono spento. Entrambi lo fanno… solo per creare contenuti da raccontare dopo. Quando si trovano faccia a faccia al bar “Vapore Etico”, si fingono sorpresi. Ma in realtà si sono già seguiti, spiati, giudicati. Iniziano un dialogo assurdo in cui fingono di non essere chi sono, salvo poi tradirsi nei gesti, nelle parole, nei tic digitali. Il barista Ari li osserva divertito. Quando finalmente si smascherano, parte un confronto feroce. Ma tra accuse e risate, emerge un’amara verità: entrambi si odiano per ciò che sono diventati, ma non riescono a smettere. Il finale resta sospeso tra cinismo e desiderio di disintossicarsi.

Scene principali con dialoghi

SCENA 1 – Interno bar minimal. Luci fredde. Nessuna musica.

Voce fuori campo:
 “Benvenuti in Blind Real™. Il vostro ego resterà fuori. O almeno così speriamo.”

SCENA 2 – Nina arriva. Occhiali finti, zero trucco, si guarda nello specchio opaco.

Nina (tra sé):
 “Sembra il bagno di un ostello scandinavo con senso di colpa.”

SCENA 3 – Tommy entra, cappuccio calato, cammina come un attore fuori parte.

Ari (barista):
 “Cappuccino silenzioso o matcha verbale?”
Tommy:
 “Matcha. Amaro. Come l’anima di chi non ha engagement.”

SCENA 4 – Si incontrano. Si fissano.

Nina (incerta):
 “Ciao… tu sei…?”
Tommy (gioca):
 “Gianni. Ma oggi faccio finta di essere profondo.”

SCENA 5 – Si siedono, iniziano il gioco.

Nina:
 “Io invece oggi sono una persona normale. Studio lingue.”
Tommy:
 “Io invece ho una vera vita. Ho letto un libro. Forse due.”

SCENA 6 – Si punzecchiano.

Tommy:
 “Sai di avere la faccia di Nina K.?”
Nina:
 “Tu invece sembri Tommy B. quando si prende sul serio. Quasi mai.”

SCENA 7 – Momento surreale. Suona un jingle finto.

Voce fuori campo:
 “Siete connessi. Ma siete pronti a disconnettervi?”

SCENA 8 – Primo scambio autentico.

Nina:
 “La verità? Non so chi sono senza lo sguardo degli altri.”
Tommy:
 “Io invece so chi sono. E mi fa schifo.”

SCENA 9 – Ari interviene con sarcasmo.

Ari:
 “Vi siete appena guardati negli occhi per più di dieci secondi. Vi arriverà una notifica di disagio.”

SCENA 10 – Smascheramento.

Tommy:
 “Ho visto la tua storia ieri. #DisconnessioneCreativa da Ibiza.”
Nina:
 “E tu il video sulla “morte della spontaneità” sponsorizzato da una bibita.”

SCENA 11 – Si accusano a vicenda.

Nina:
 “Fai il ribelle coi soldi di YouTube.”
Tommy:
 “Tu vendi silenzio interiore a 59 euro il workshop.”

SCENA 12 – Silenzio teso. Poi una risata.

Tommy:
 “Siamo patetici.”
Nina:
 “Ma almeno sincronizzati.”

SCENA 13 – Bevendo il matcha in silenzio.

Ari:
 “Qui il Wi-Fi è spento. Ma le maschere restano cariche.”

SCENA 14 – Nina propone:

 “E se sparissimo davvero? Senza dirlo. Solo per noi.”
Tommy:
 “Sarebbe già un contenuto virale.”

SCENA 15 – Si guardano, ambigui.

Voce fuori campo:
 “L’incontro è terminato. La vostra umanità verrà archiviata.”

Fine della storia:

Nina e Tommy escono insieme. Non si seguono più sui social. Ma ogni giorno si cercano online, in incognito. Forse per vedere chi cede per primo.

Temi trattati:

  • Identità digitale vs reale
  • Cultura dell’apparenza
  • Dipendenza da approvazione
  • Mercificazione dell’emozione

Genere:

Satira sociale / Commedia cinica contemporanea

Finale Alternativo:

Una settimana dopo, Tommy pubblica un reel: “Come fingere di disconnettersi per sempre”. Nina lo guarda. Fa like. Poi cancella.

Colpi di scena possibili:

  • L’incontro è parte di un reality esperimento segreto su Twitch.
  • Ari è in realtà un sociologo che studia influencer tossici e prende appunti.
  • Il bar non esiste: è un set creato da un’AI per costringerli a confrontarsi con loro stessi.

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Per la nona bozza, ti porto in un horror psicologico ambientato in un bar isolato e fuori dal tempo, dove ogni scelta durante un incontro al buio ha conseguenze irreversibili. Una storia inquietante che gioca sulla percezione della realtà, la colpa e l’identità.

9° bozza col Titolo: "Luce Rossa Fissa"

Logline:

Durante un incontro al buio in un bar sperduto, una donna scopre che l’uomo seduto con lei conosce dettagli precisi di un incubo ricorrente che la perseguita da anni. Ma non è un sogno: è un ricordo che lei ha voluto dimenticare.

Personaggi principali:

  • Irene: 33 anni, restauratrice, solitaria, tormentata da sogni ripetitivi in cui non riesce a uscire da una stanza rossa con una sola lampada accesa.
  • Leon: 36 anni, uomo apparentemente gentile e razionale, ma con uno sguardo disturbato e una calma innaturale.
  • Barista cieca (Marla): parla a tratti, sembra conoscere i segreti dei clienti, guida le regole dell’incontro.
  • Voce fuori campo (registrazione loop): si ripete ogni ora, con tono disturbante: “Benvenuti. Scegliete chi essere. Solo una volta.”

Storia:

Irene accetta di partecipare a un blind date molto particolare, suggerito da una pubblicità comparsa misteriosamente sul suo telefono. L'invito è semplice: “Confronta il tuo buio con il suo.” L’appuntamento è in un bar semi-interrato fuori città, illuminato solo da lampade rosse statiche. La barista, una donna cieca, detta la regola: “Nessuna domanda personale. Solo ascolto e memoria.” Quando Irene si siede con Leon, l’atmosfera è stranamente calma. Ma Leon inizia a raccontarle un sogno: descrive esattamente la stanza rossa che Irene sogna da anni. La stessa porta senza maniglia. La stessa voce che sussurra numeri al contrario. La stessa sensazione di essere osservata. Irene nega. Ma più Leon racconta, più lei vacilla. Poi l’uomo mostra un ciondolo: lo stesso che Irene ha perso da bambina in una casa mai più rivista. Irene capisce di non essere lì per caso. Il bar non è un locale: è una soglia. Il luogo in cui chi ha rimosso un trauma viene messo faccia a faccia con la verità rimossa. La notte diventa sempre più disturbante. Leon non è reale. O forse sì. Irene dovrà decidere se affrontare l’orrore o restare per sempre intrappolata nell’illusione.

Scene principali con dialoghi

SCENA 1 – Esterno, strada deserta. Pioggia leggera. Irene scende da un taxi.

Irene (tra sé):
 “Chi manda un invito senza mittente? E perché l’ho accettato?”

SCENA 2 – Interno bar. Luci rosse fisse. Nessuna musica.

Voce registrata (fuori campo):
 “Benvenuti. Scegliete chi essere. Solo una volta.”

SCENA 3 – La barista, cieca, porge un bicchiere d’acqua.

Marla:
 “Questa notte si beve solo memoria. Senza ghiaccio.”

SCENA 4 – Leon si siede, sorridendo.

Leon:
 “Strano… tu sei esattamente come ti ho sognata.”
Irene:
 “Non ci siamo mai visti.”

SCENA 5 – Leon descrive la stanza rossa.

Leon:
 “Tre pareti, una lampada che non si spegne mai, e la porta senza maniglia.”
Irene (sbianca):
 “…Come fai a saperlo?”

SCENA 6 – Irene si irrigidisce.

Irene:
 “È solo una coincidenza. Forse ti sei informato su di me.”
Leon:
 “Io non ho mai lasciato quel posto. E nemmeno tu.”

SCENA 7 – Flashback visivo di Irene bambina in una stanza. Urla.

Voce fuori campo:
 “11… 10… 9… scegli chi dimenticare.”

SCENA 8 – Leon tira fuori un ciondolo.

Leon:
 “Lo hai perso nel 1997. Hai detto che non volevi più ricordare.”
Irene:
 “È impossibile. Quella casa è bruciata.”

SCENA 9 – La barista interrompe.

Marla:
 “A volte la verità si salva in fiamme fredde.”

SCENA 10 – Leon si avvicina.

Leon:
 “Sono qui per dirti che non eri pazza. E non eri sola.”

SCENA 11 – Irene comincia a ricordare.

Irene:
 “C’era un uomo… una figura… ogni volta mi svegliavo prima del grido.”

SCENA 12 – Tutto si deforma. Le luci tremano.

Leon (voce distorta):
 “Se resti, il sogno si chiude. Se fuggi, si ripete.”

SCENA 13 – Irene urla.

Irene:
 “Io non ho ucciso nessuno!”
Marla (serena):
 “Ma hai smesso di chiedere chi l’ha fatto.”

SCENA 14 – Irene abbraccia il ciondolo.

Voce registrata:
 “Fine esperienza. Avete scelto. Non si torna indietro.”

SCENA 15 – Irene si sveglia nel suo letto. Tutto è normale. Tranne una cosa: la lampada rossa è accesa. E non ha interruttore.

Fine della storia:

Irene scopre che il sogno era una memoria rimossa: fu testimone di un crimine infantile in famiglia. Il bar l’ha costretta a ricordare. Ora è libera, ma inizia a dubitare della realtà ogni volta che entra in un locale.

Temi trattati:

  • Trauma e rimozione
  • Senso di colpa
  • Inconscio e realtà
  • Identità disturbata

Genere:

Horror psicologico / Thriller mentale

Finale Alternativo:

Irene resta nel bar, non ha il coraggio di affrontare il ricordo. Leon svanisce. Marla spegne le luci. Da quel momento, Irene diventa la nuova barista cieca.

Colpi di scena possibili:

  • Leon è una proiezione della parte traumatizzata di Irene.
  • Il bar appare solo a chi ha rimosso un ricordo fondamentale.
  • Marla è la vera madre di Irene, morta nell’incendio, condannata a guidare le anime confuse.

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Ecco la decima bozza, pensata come una raffinata metamorfosi narrativa: si apre con un tono mistery romantico, quasi da pellicola francese anni '60, e si trasforma gradualmente in un delirio grottesco e surreale, mantenendo coerenza interna ma virando verso l’assurdo. La storia, costruita in 20 scene, è pensata per stupire e spiazzare.

10° bozza con il Titolo: "Il Tavolo Numero 9"

Logline:

In un bar dallo stile antico e fuori dal tempo, Clara e Julian si incontrano per caso grazie a un biglietto trovato in un libro. L’atmosfera è misteriosa e romantica… finché il bar inizia a trasformarsi, rivelando che nulla è ciò che sembra: né loro, né i camerieri, né il tempo.

Personaggi principali:

  • Clara: 31 anni, bibliotecaria, elegante, malinconica, ha l’abitudine di collezionare biglietti anonimi trovati nei libri usati.
  • Julian: 35 anni, scrittore fallito, ironico, con il dono di ricordare parole che non ha mai detto.
  • Maitre Boris: cameriere perfetto, troppo perfetto. A tratti meccanico.
  • Cliente muto con occhiali da sole: osserva sempre, non parla mai. Cambia posto ogni scena.
  • Il Pianista: invisibile. La musica si sente, ma non si vede mai nessuno suonare.

Storia (Riassunto):

Clara trova un biglietto scritto a mano in un vecchio romanzo: “Se vuoi sapere chi sei davvero, siediti al tavolo 9, ore 19. Bar La Meridienne.” Spinta dalla curiosità, arriva puntuale. Julian è già lì. Dice di aver trovato lo stesso biglietto, identico. Iniziano a parlare, ed emerge un senso di familiarità inquietante. Raccontano sogni simili, luoghi comuni mai condivisi. Il bar sembra accoglierli, amplificare l’intimità. Ma piano piano, qualcosa cambia: il tempo si spezza, le ordinazioni si ripetono in loop, le pareti si stringono. I camerieri iniziano a parlare all’unisono. Gli altri clienti si trasformano in repliche di loro stessi. Julian comincia a ricordare scene che non ha vissuto. Clara scopre di essere morta. O forse è Julian a essere immaginario. La realtà si deforma, e l’incontro che doveva rivelare la verità diventa un labirinto senza uscita.

Sceneggiatura – 20 Scene

SCENA 1 – Interno biblioteca, giorno.
Clara sfoglia un libro e trova un biglietto misterioso.
Clara (sussurrando):
 "Tavolo 9. Ore 19. Bar La Meridienne… chi lo ha scritto?"

SCENA 2 – Esterno, sera. Bar elegante sotto un’insegna scolorita.
Poche luci calde. Atmosfera sospesa.

SCENA 3 – Interno. Clara entra. Viene subito condotta al tavolo 9 da Boris.
Boris:
 “Lo aspettavamo, mademoiselle.”

SCENA 4 – Julian è già seduto. Si guardano sorpresi.
Julian:
 “Anche tu… hai ricevuto il biglietto?”
Clara:
“Sì. In un libro. Ma... sembra scritto da me stessa.”

SCENA 5 – Ordine iniziale.
Clara:
 “Un tè Darjeeling.”
Julian:
 “Caffè nero. Senza destino.”
Boris (freddo):
 “Ottima scelta.”

SCENA 6 – Dialogo intenso. Si scoprono simili.
Clara:
 “Anche tu sogni sempre stazioni vuote?”
Julian:
 “Solo quelle con orologi senza lancette.”

SCENA 7 – La musica cambia, si fa stridente.
Pianoforte sfalsato. Nessun pianista visibile.

SCENA 8 – Il cliente muto si siede vicino.
Identico a Julian, ma più giovane.

SCENA 9 – Clara prova ad andare in bagno. Il corridoio si allunga all’infinito.

SCENA 10 – Al ritorno, il tavolo 9 si è duplicato. Ci sono due Julian.

SCENA 11 – Clara urla. Tutti i clienti si voltano lentamente. Insieme.
Clienti (in coro):
 “Tavolo nove. Tavolo nove. Tavolo nove.”

SCENA 12 – Il tè e il caffè si sono raffreddati e diventano solidi.

SCENA 13 – Boris si avvicina con due chiavi.
Boris:
 “Una apre. L’altra ripete. Non potete uscire entrambi.”

SCENA 14 – Julian si tocca il petto. Ha un foro. Carta scritta emerge.
Julian:
 “Non esisto più da tre anni. Tu mi hai scritto. Io sono tornato.”

SCENA 15 – Clara legge il suo diario. Le parole cambiano sotto i suoi occhi.
Clara (piangendo):
 “E se fossi io la storia che lui ha inventato?”

SCENA 16 – Il bar comincia a dissolversi. I tavoli diventano parole.

SCENA 17 – Tutti i personaggi sono ora Clara. Anche Boris. Anche Julian. Tutti lei.

SCENA 18 – Una porta luminosa si apre. Una sola Clara può attraversarla.

SCENA 19 – Clara la attraversa. Appare in biblioteca. Sta leggendo il libro del suo incontro.

SCENA 20 – Voce fuori campo.
Voce (di Julian):
 “L’amore è ciò che resta dopo che tutto il resto si è confuso.”

Fine della storia:

Clara esce dal bar, o dalla sua mente. Ma ogni giorno, al tavolo 9, qualcuno diverso riceve un biglietto. Il mistero continua, come una macchina narrativa in cerca di chi si è perso.

Temi trattati:

  • Identità e memoria
  • L’amore come invenzione e come trappola
  • La ripetizione dell’errore umano
  • Il tempo come struttura narrativa
  • Dissoluzione della realtà

Genere:

Mystery romantico → grottesco surreale

Finale Alternativo:

Julian resta nel bar. Clara svanisce. Boris appunta su un registro: “Tavolo 9 – caso irrisolto n° 1124”.

Colpi di scena possibili:

  • Clara è l’ultima cliente viva in un bar dei ricordi residui.
  • Julian è il personaggio che tutti scrivono, ma nessuno ama davvero.
  • Il bar non esiste. È un capitolo sospeso tra sogno e riscrittura.

 
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