Titolo: HO BISOGNO DI TE 
(sceneggiatura per cortometraggio, durata 25 minuti circa)

Ambientazione: luogo di lavoro

Introduzione: Adele e Giulia sono colleghi di lavoro, Adele soffre di anoressia, Giulia invece ha una forma di bulimia, entrambe lavorano in un Centro elaborazione dati e il destino li porta a vivere un'avventura drammatica che supereranno grazie alla reciproca collaborazione. Ogni giorno entrambi affrontano le stesse questioni sociali e psicologiche nel loro approccio alla vita, ma le loro diverse caratteristiche fisiche saranno fondamentali per salvarsi dalla drammatica situazione che stanno vivendo, infatti, perché ciò accada, l'una avrà bisogno dell'altra.

Sceneggiatura

Scena 1:

(camera da letto, inquadratura zoom in avanti sulla sveglia, segna le ore 7,00, suona la sveglia. Giulia si siede sul letto, osserva il gatto che si è appena svegliato, si alza e si dirige verso il bagno).

In sottofondo alla scena, la voce di Giulia:

“Mi chiamo Giulia, ho 27 anni, vivo da sola con il mio gatto Romeo, sono bulimica da quando avevo 16 anni, frequento saltuariamente la palestra, per diversi anni mi sono sottoposta alle cure della dietista ma con scarsi risultati”.

(la scena si sposta in cucina, si prepara la colazione: latte, biscotti, merendine al cioccolato)

“Per ogni chilo perso ne ho ripresi almeno cinque, quando sono depressa riesco a sentirmi meglio solo mangiando. Ho un paio di amiche che frequento di rado”.

Scena 2:

(Si sente il suono di una sveglia, la scena si svolge in un altro appartamento, l'inquadratura riprende una camera da letto, la sveglia segna le ore 7,10. Adele si sveglia, si alza e lentamente si dirige verso il bagno, è visibilmente magra, entra in bagno e si ferma fissando lo specchio).

In sottofondo alle scene, la voce di Adele:

“Mi chiamo Adele, ho 25 anni, vivo da sola, soffro di anoressia da quando avevo 20 anni, in quel periodo il mio ragazzo mi ha lasciata e me ne sono fatta una colpa, non gli piacevo fisicamente, ero convinta di questo e per questo dovevo dimagrire perchè tornasse di nuovo da me”.

(la scena si sposta in cucina, si prepara solo un thè)

“Ogni mattina mi peso sulla bilancia e spero di avere perso qualche etto. Non ho amici, almeno non adesso”.

Scena 3:

Adele prende il bus, si siede sui sedili posteriori (l'inquadratura si sposta sulle prime file del bus, Giulia è seduta e guarda fuori dal finestrino).

(inquadratura in esterna, ripresa dall'alto del bus che transita su una via trafficata)

Scena 4:

Scena in esterna: pomeriggio invernale, inquadratura dall’alto di un centro direzionale con zoom in avanti puntando, nel particolare, la finestra di un ufficio. Testo in basso a sinistra: Milano, 26 novembre 1993.

Scena 5:

Ambientato in una grande sala di un centro elaborazioni dati. (Inquadratura zoom in avanti verso due scrivanie vicine) Seduta alle scrivania sta lavorando Adele, di fronte a lei, alla tastiera del terminale c'è Giulia, entrambe si conoscono e si salutano ma non si frequentano.

Entra il caporeparto e posando due fascicoli sopra le loro scrivanie ordina loro:

“questi dati dovranno essere inseriti entro stasera tutti!”

esce di scena.

Adele e Giulia, nonostante siano diffidenti l'una dell'altra, si guardano negli occhi, Giulia volge lo sguardo verso l'orologio appeso al muro (segna le ore 16,15) ed esclama: - “non ce la farò mai”

Entrambe, rassegnate, riprendono a battere velocemente sulle tastiere.

Scena 6:

Inquadratura dell'orologio a parete (segna le ore 21.08)

Giulia posa l'ultimo foglio e poggia le spalle sullo schienale della sedia, Adele stropiccia gli occhi con le dita.

Giulia: - “e sono 370 e tu?” Adele: - “345, sono cotta”

Si alzano dalle sedie, indossano i rispettivi cappotti, sciarpe e cappelini di lana, si avviano verso il corridoio, prendono l'ascensore.

Scena 7:

La scena si svolge dentro l'ascensore, Giulia ha preso lo specchietto dalla borsa e nota la stanchezza stampata sul viso mentre Adele appoggiata sulla parete dell'ascensore fissa il lampeggiare del neon.

Si sente un rumore sordo, subito dopo l'ascensore si blocca. Adele: - “porca paletta!”

Giulia (poggiando la nuca alla parete): - “non ci posso credere!” Adele preme ripetutamente tutti i pulsanti della tastiera.

Giulia: - “così peggiori la situazione, premi il tasto dell'allarme!”

Trascorrono i minuti, nessuno si fa vivo.

Adele terrorizzata grida a squarciagola: - “aiuto!” (pausa) - “siamo bloccate in ascensore!”

Sono trascorsi altri minuti in attesa di un segnale dall'esterno. Silenzio assoluto.

Giulia; - “che giorno è oggi?” Adele: - “venerdì, perchè?”

Giulia; - “siamo fottute, è venerdì, (guarda l'orologio) sono le 21,20 sono andati tutti via”

Adele: - “vuoi dire che staremo chiuse qui fino a lunedì?”

Giulia; - “si, senza mangiare, senza acqua, l'aria finirà moriremo!”

Adele: - “certo. pensi più al fatto che non potrai mangiare e sopravvivere senza per

due giorni”

Giulia; - “parli tu!, per come sei messa non arriverai a domani” Adele: - “ci sarà un modo per uscire, porca paletta!”

Giulia; - “zitta, fammi pensare!”

Giulia si avvicina alle porte scorrevoli, tira fuori dalla borsa un fermacapelli di metallo lo inserisce nella fessura che divide le due porte, riesce spostarle di pochi centimetri giusto lo spazio per inserire le dita delle mani:

Adele: - “credi di farcela?”

Giulia; - “sono anni che frequento la palestra, non sono dimagrita ma almeno ho potenziato i muscoli ”

Adele: - “dacci dentro allora!”

Giulia tira un lungo fiato e mette tutta la forza che può sulle braccia lanciando un grido di rabbia.

Si sente un rumore metallico, le porte si aprono ma davanti a Giulia adesso c'è un muro di cemento, delusa poggia la fronte sul muro.

Adele si tappa la bocca con la mano per non imprecare, alza lo sguardo e vede in alto la porta esterna dell'ascensore del piano superiore, battendo la mano sulla spalla di Giulia richiama la sua attenzione, entrambe notano che la porta è chiusa ma capiscono che è l'unica possibilità per tirarsi fuori da lì.

Giulia; - “vedi quella leva in basso con una piccola ruota? Proviamo a spostarla” Adele: - “e come facciamo ad arrivare lassù?”

Giulia; - “sali sulle mie spalle”

Giulia fa poca fatica a sollevare Adele, è talmente gracile che ha quasi ha paura di fargli del male, Adele si posiziona seduta sulle spalle di Giulia.

Adele: - “ci sono, adesso?”

Giulia; - “muovi prima in alto e poi in basso quella leva e apri quella porta!”

Le porte esterne del piano superiore si muovono lentamente, Adele a fatica riesce ad aprirle.

Tra la cabina dell'ascensore e il muro di cemento adesso si intravedono le luci del soffitto, lo spazio che si è aperto non è tanto, è alto circa 25 cm.

Giulia; - “allora? Dimmi cosa vedi”

Adele: - “vedo un corridoio, a destra c'è un ufficio”

Giulia; - “adesso metti i piedi sulle mie spalle, sollevati ed esci dalla fessura” Adele: - “è stretto, non ce la posso fare!”

Giulia; - “si che ce la fai, entra di lato con la testa e poi tira fuori le braccia”

Giulia prende con le mani i piedi di Adele, che erano sulle sue spalle, li solleva in alto e spinge fuori Adele fino al bacino, aiutandosi con la mani aggrappate al pavimento, Adele si trascina fuori, si gira e sporge la testa verso l'interno della cabina.

Adele: - “ce l'abbiamo fatta, porca paletta!”

Giulia; - “entra nel primo ufficio che trovi, cerca un telefono e chiama i vigili del fuoco”

Adele entra nell'ufficio, prende il telefono più vicino:

Adele: - “pronto? Per favore venite subito al centro direzionale, siamo rimaste bloccate in ascensore, io sono riuscita ad uscire ma la mia collega è ancora chiusa in ascensore, vi prego liberatela!”

Adele ritorna da Giulia e la rassicura che presto arriveranno i soccorsi.

Scena 8:

I vigili del fuoco sono arrivati, con loro ci sono i tecnici addetti al servizio di manutenzione degli ascensori, due dei vigili raggiungono Adele all'ottavo piano, la squadra di soccorso con una manovra di emergenza riportano l'ascensore al piano, aprono le porte e trovano Giulia, sudata e stremata, seduta per terra. I vigili l'aiutano ad alzarsi e l'accompagnano fuori dall'ascensore. Giulia si guarda intorno e tira un sospiro di sollievo.

Adele si avvicina a Giulia e si stringono in un lungo abbraccio.

Giulia; - “siamo state grandi” Adele: - “si!”

Scena 9:

Adele e Giulia escono dal centro direzionale e si fermano davanti l'ingresso, nel frattempo escono dall'edificio i vigili del fuoco e li salutano con una pacca sulle spalle:

Giulia; - “senza di te non ce l'avrei mai fatta” Adele: - “io senza di te non sarei sopravvissuta”

Giulia; - “non so tu ma io ho una fame da lupi, che ne dici di farci un doppio cheeseburger

Adele: - “cosa? Ma è pieno di grassi, mi viene da vomitare solo al pensiero!” Giulia fissa Adele e accenna un sorriso.

Giulia; - “se mangi con me, ti prometto che da domani ricomincerò la dieta” Adele: - “ok, ci proverò”

Giulia; - “allora siamo d'accordo”.

Scena 10:

E' una fredda sera d'inverno, Adele e Giulia si incamminano l'una accanto all'altra (l'inquadratura le riprende di spalle mentre si allontanano – titoli di coda in sovrapposizione mantenendo l'inquadratura, alla fine dei titoli, lenta dissolvenza in nero).

FINE

Autore:  Emanuele La Placa  mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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