IL PREZZO DELL'ATTESA

1. int. casolare di campagna. giorno

Immagini in bianco e nero.

E' l'alba. Un vecchio contadino, di quasi settant'anni, ancora robusto, si alza dal letto e mette a riscaldare del latte su un fornello. Si chiama Antonio.

2. orto del casolare. est. giorno

Antonio sistema piantine di pomodori nell'orto. Con la zappa, scava un piccolo canale. L'acqua scorre nel canale. Con le mani robuste lega le piantine alle canne.

Si solleva, a contemplare il grande orto: peperoni, zucchine, fagiolini, alberi di limoni che accerchiano una fonte d'acqua limpida.

Antonio posa il filo e la forbice e si avvia con passo lento ma deciso verso la casa.

Sale le scale esterne ed entra in una porta, coronata da trecce di aglio e peperoni rossi ad essiccare.

3. casolare. int. giorno

In bagno, Antonio si accarezza il mento, per controllare la rasatura, strofina un asciugamano sul collo e sulle spalle. Si guarda allo specchio.

Indossa una camicia pulita e candida. Estrae una giacca dall'armadio.

4. casolare. est. giorno

Antonio, vestito sobriamente, con un'eleganza semplice, esce di casa.

Il sole è già sorto, mentre Antonio si avvia per strade di campagna, portando con sé una borsa lisa.

5. strade di campagna. est. giorno

Antonio percorre una strada di campagna.

Un lento motocarro lo supera e si ferma.

Il conducente dl motocarro saluta Antonio e lo fa salire.

6. paese. est. giorno

Antonio scende dal motocarro ed entra in paese.

E' ancora molto presto e il paese comincia appena a risvegliarsi.

Uno spazzino rivolge un saluto deferente ad Antonio; un fruttivendolo sistema le cassette del suo banco; Antonio fa un cenno di saluto a un'anziana donna.

Antonio si ferma a contemplare una vetrina di coltelli; con un gesto automatico controlla la tasca. Tocca il suo coltellino.

Antonio si ferma davanti alla saracinesca, ancora bassa, di un bar e attende.

Guarda l'orologio.

DISSOLVENZA

Il barista tira su la saracinesca.

7. bar. int. giorno

Seduto a un tavolino, dietro la vetrata che dà sulla piazza, Antonio riceve del pane Carasau, bagnato, e una birra Ichnusa. Estrae dalla borsa un fagotto, con una forma di pecorino; la incide con il coltellino e mette le fette di pecorino sul pane.

Oltre la vetrata, Antonio fissa la facciata barocca di un palazzo, un po' in rovina, con un massiccio portone.

Il barista gli lancia un'occhiata preoccupata.

Antonio continua a mangiare e a bere, lentamente.

Il portone è sempre lì, chiuso.

Antonio, ancora seduto, guarda il portone mentre si arrotola una sigaretta.

8. piazza di fronte al bar. est. giorno

Il portone si apre. Ne esce un anziano, magro, un po' ingobbito, con radi capelli bianchi, che si incammina per la piazza. Si chiama Enrico.

Antonio lo scruta, attento, si alza e si ferma sulla soglia del bar, ben visibile, con una mano nella tasca in cui tiene il coltello.

Enrico porta con sé un sacco dell'immondizia. Attraversa la piazza, notando Antonio. Enrico lo guarda, con atteggiamento altero, gli passa davanti, getta l'immondizia e si dirige verso l'edicola.

Antonio continua a seguirlo con lo sguardo, gli occhi socchiusi e le labbra serrate.

Enrico acquista "Il Sole 24 Ore" e ritorna lentamente verso il portone di casa.

Enrico apre il massiccio portone, si guarda alle spalle - lanciando un'ultima occhiata a Antonio - e sbatte il portone.

Antonio fissa la facciata del palazzo; poi lascia qualche soldo sul tavolo ed esce.

9. strade del paese. est. giorno

Antonio si dirige deciso verso il palazzo.

Svolta davati al portone e cammina per le stradine del paese.

Arriva davanti alla piccola filiale di una banca.

10. ingresso banca. int. giorno

Antonio entra nella "cabina" che rileva la presenza di oggetti di metallo.

Le porte della cabina si bloccano, con un segnale e un messaggio.

Messaggio

Si prega di lasciare gli oggetti metallici nelle apposite cassette…

Antonio mostra il suo coltellino attraverso il vetro.

La guardia giurata gli sorride, schiaccia un pulsante e lo lascia entrare.

11. sportello banca. int. GIORNO

Antonio tira fuori centomila lire e le consegna all'impiegato di banca che gli sorride e lo saluta. L'impiegato prende i soldi e comincia a digitare qualcosa al terminale.

Antonio attende. Rumore della stampante.

L'impiegato consegna un foglietto ad Antonio.

Impiegato

Ecco fatto… a posto!.

Antonio rimane fermo un momento a contemplare il foglio, poi parla, a bassa voce ma deciso.

Antonio

Voglio vede-re i miei sol-di.

Impiegato

Come?

Antonio

Voglio vede-re i miei sol-di.

L'impiegato rimane un istante perplesso.

Impiegato

Ah sì…certo.

L'impiegato batte dei tasti al terminale. Rumore della stampante.

L'impiegato prende il foglio dell'estratto conto dalla stampante e lo porge ad Antonio, che si abbassa per leggere meglio e rimane in silenzio per qualche secondo, perplesso.

Allora l'impiegato indica, con la penna, il totale della somma.

Impiegato

Sono trecentomila…

Antonio alza lo sguardo, corrugato.

L'impiegato lo guarda sorpreso per un istante, poi capisce.

Impiegato

Euro! Trecentomila Euro, una bella sommetta! Sono quasi…

Antonio

(irritato)

Lo so quan-ti sol-di ho…

Il contadino tira fuori la borsa e la posa deciso sul bancone.

Antonio

Voglio vedere i miei soldi.

L'impiegato è imbarazzato, ma capisce.

Impiegato

I… soldi…?

Antonio    annuisce, confermando la sua richiesta.

Impiegato

Sì… allora… un momento

L'impiegato si alza, si avvicina al direttore e gli parla all'orecchio.

Il direttore scuote la testa, guarda verso Antonio, fa cenno all'impiegato di lasciar fare a lui e si avvia verso lo sportello con un sorriso eccessivo.

Antonio, senza dargli il tempo di parlare, ripete con voce dura la sua richiesta.

Antonio

Ve-de-re i miei sol-di voglio!

Il volto di Antonio non ammette repliche.

Il direttore, bloccato, abbozza un sorriso di circostanza.

Antonio si siede su un divanetto verde e si mette ad attendere.

Il direttore alza il telefono, guardando Antonio seduto.

12. strade dell'interno. est. GIORNO

Il sole è alto sull'orizzonte; tarda mattinata. Un paesaggio montano, brullo, con muretti a secco, ulivi, piccoli vigneti, qualche contadino all'opera.

La curva di una strada deserta.

All'improvviso sfreccia un furgone portavalori, sollevando polvere.

13. banca. int. GIORNO

Antonio è ancora seduto sul divanetto, impassibile.

14. di fronte alla banca. est. GIORNO

Un uomo scende dal furgone portavalori con una grossa borsa in mano e si dirige verso l'entrata dove lo attende la guardia giurata.

Un suo collega, intabarrato in un giubbotto antiproiettile, si guarda intorno sospettoso.

15. banca. int. GIORNO

Il direttore, con un gesto eccessivamente plateale, indica un tavolo sul quale sono disposti, in ordine, mazzi di banconote.

Antonio, serio in viso, si accosta al tavolo. Come se raccogliesse legna per il fuoco, Antonio infila le banconote nella borsa.

Il cassiere e la guardia giurata gli sorridono.

Antonio chiude con un gesto secco la cerniera della borsa.

16. strade del paese. est.GIORNO

Antonio, uscito dalla banca, cammina per le strade del paese con la borsa in spalla.

17. portone sulla piazza. est. giorno

Antonio arriva fino al massiccio portone del palazzo barocco e suona al portone.

Attende.

Il portone si socchiude. Fa capolino il volto di una donna, anziana, con i capelli bianchi raccolti sulla nuca, lo sguardo preoccupato, gli occhi, grandi, che scrutano con sospetto. Si chiama Grazia ed è la moglie di Enrico.

Grazia

Che fai qui?

Antonio la guarda, i suoi occhi si allargano e sul suo volto si dipinge un sorriso, come in estasi.

DISSSOLVENZA.

18. flashback. portone. est. giorno

Ora le immagini sono a colori vivaci.

Sulla porta, socchiusa, c'è una ragazza giovane, bella, gli occhi grandi, aperti sul mondo, sorridente, i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle.

E' Grazia, da giovane, che scherza con Antonio.

Grazia da giovane

Antonio…

Grazia ride.

Grazia da giovane

.quando la smetterai…

Antonio le parla, trafelato e festante.

Antonio

guarda cosa ti ho portato…

Antonio slega un panno e mostra qualcosa, mentre le immagini svaniscono e Grazia ride, divertita e incredula.

DISSOLVENZA

19. portone sulla piazza. est. GIORNO

Le immagini ritornano in bianco e nero.

Antonio guarda Grazia, anziana, con un sorriso ineffabile sulle labbra.

Poi si ridesta e le parla con voce dolce e tremante.

Antonio

Grazia…

20. salotto. casa di grazia e enrico. int. giorno

Il salotto è nella penombra. Le persiane socchiuse lasciano filtrare lame di luce polverosa.    Intorno vediamo mobilio vecchio e pretenzioso; una credenza, un comò con specchiera, un grande tavolo con un centrino ricamato, vecchie e ampie poltrone di velluto, soprammobili di vetro e porcellana, una pendola a muro.

Le mani di Enrico, sul tavolo, incrociate.

Le mano destra di Grazia, sul tavolo, tocca nervosamente l'anello.

Si sente un fruscio, nel silenzio.

Antonio, in piedi, estrae con calma dalla borsa i mazzi di banconote e li allinea sul tavolo, in ordine.

Enrico lo guarda, sgomento; anche Grazia ha gli occhi che luccicano, sconcertata.

Antonio deposita l'ultimo mazzo e si ferma. Enrico solleva lo sguardo verso di lui.

Enrico

Perché?

Un uomo di circa quarant'anni, in tuta e ciabatte, il figlio di Grazia ed Enrico, passa alle loro spalle, con l'aria annoiata.

Nota con la coda dell'occhio le mazzette, fa qualche altro passo e poi si ferma, si gira e guarda meglio il tavolo.

E' esterrefatto. Si avvicina.

Figlio

Ma sono soldi?

Fissa i soldi, lo sguardo stravolto, poi allunga la mano per toccarli.

La mano di Antonio blocca il polso del figlio di Enrico.

Enrico guarda stupito Antonio, senza capire.

Antonio

A una condizione…

Tutti lo guardano, senza capire, aspettando una parola chiarificatrice.

Antonio fa cenno che il figlio si deve allontanare.

Enrico

(al figlio)

Vai di là, vai...

Il figlio si allontana, piano, con gli occhi fissi ai soldi.

Antonio volta lo sguardo verso Grazia: la fissa.

Antonio

Lei…   

(accennando a Grazia)

Enrico sorpreso, a bocca aperta, sconcertato, guarda Antonio.

Antonio

deve passare una notte con me.

Enrico si fa scuro in volto, pronto ad esplodere.

Enrico

Ma… che discorsi…

Ora c'è odio nello sguardo che si scambiano.

Antonio

O così… o nulla.

Si fissano in silenzio. Enrico batte un pugno sul tavolo, ma tiene a freno la rabbia.

Antonio riprende le banconote e le rimette nel sacco, lentamente.

21. strade di campagna. est. giorno

Antonio rientra verso il casolare con la borsa.

22. casolare. int. giorno

Antonio si toglie la camicia, posa la borsa in camera, si veste con abiti da lavoro.

23. casolare. est. giorno

Antonio riprende la sua attività abituale nell'orto.

24. salotto. casa di grazia e enrico. int. giorno

Grazia ed Enrico sono seduti attorno al tavolo del salotto, uno di fronte all'altro, lo sguardo basso, pensierosi. Il figlio è stravaccato in un'ampia poltrona.

Si sente il ticchettio della pendola a muro, nel silenzio cupo.

Enrico tamburella con le dita sul tavolo, nervosamente, poi solleva lo sguardo verso Grazia.

La pendola comincia a battere l'ora.

Grazia, sentendosi osservata, solleva lo sguardo, incrociando quello del marito.

Si fissano muti. I rintocchi della pendola si esauriscono.

25. casolare. est. sera

Antonio apre dei rubinetti che riempiono gli abbeveratoi degli animali, con un forcone sposta del fieno, sistema degli arnesi.

All'orizzonte, un'automobile solleva polvere.

Antonio solleva la schiena, osservandola mentre si avvicina.

L'automobile si ferma davanti al casolare. Dentro ci sono Grazia ed Enrico.

Grazia apre la portiera e scende. Ha in mano una borsetta da donna.

Enrico lancia uno sguardo ad Antonio, poi riparte.

Ora Grazia è lì, ferma, immobile, quasi vergognosa, a dieci metri dall'orto, e osserva. Antonio posa la zappa.

Grazia si avvicina. Si guarda intorno; l'orto coltivato, gli animali domestici.

Un cane le si avvicina e la annusa.

Grazia e Antonio si guardano negli occhi.

Le immagini diventano nuovamente a colori, per un istante.

26. cucina casolare. int. sera

Antonio e Grazia cenano insieme, in silenzio, nella cucina.

27. camera da letto. int. sera

Antonio sistema il letto.

La borsa con i soldi è su un comò, appoggiata.

Lei si guarda intorno, poggia la borsa e ne estrae una vestaglia.

Antonio comincia a sbottonarsi la camicia.

Grazia, imbarazzata, si volta, per cercare qualcosa, nervosamente, nella sua borsetta.

Antonio si ferma. Alle spalle di lei, le si avvicina, la prende per i fianchi e la fa girare. Avvicina la bocca al suo volto, sfiora le sue guance con il naso, come annusando, e la bacia.

Lei è riottosa. Sono anni che non bacia così; sono anni che non riceve l'assalto di un uomo; e in più sono due vecchi.

Resiste schiva al bacio, poi risponde, appassionatamente.

DISSOLVENZA

28. cucina del casolare. int. notte

La cucina è illuminata dalla luce della luna che penetra da una finestra. Non si sente nessun rumore. La MdP effettua una panoramica, soffermandosi sugli utensili attaccati al muro, sui mobili semplici, la tavola, le sedie; sul pavimento fresco e antico.

In un angolo, un gatto lappa il latte da un piattino. Si sente un fruscio.

Il gatto si gira e si tende, pronto a scattare.

29. casolare. est. GIORNO

Il mattino dopo. Il sole è ben alto in cielo.

Nessuno è all'opera nell'orto.

Le finestre della casa sono chiuse. Tutto sembra stanco e immobile.

La finestra della camera da letto viene aperta da Grazia, in vestaglia.

30. orto del casolare. est. GIORNO

Grazia gira nell'orto, notando una pianta di pomodori che non si sostiene bene. Interviene per rimetterla a posto.

Il gatto le si avvicina e si strofina contro la sua gamba. Grazia passa una mano sulla testa del gatto, ad accarezzarlo.

Si gira e vede, sulle scale, Antonio, in canottiera, che la osserva.

Lei porta una mano alla fronte, per proteggersi dal sole, e ricambia lo sguardo.

31. casolare. int. GIORNO

Antonio e Grazia, dentro casa, davanti alla porta chiusa.

Grazia si sistema i capelli e prende la sua borsetta da donna.

Antonio, con un gesto serio, le passa la borsa dei soldi.

Si sente il suono di un clacson.

Grazia solleva lo sguardo verso Antonio. Si fissano intensamente.

Grazia avvicina la mano alla guancia di Antonio; la mano si ferma a pochi centimetri, accarezzandolo a distanza.

Antonio preme la maniglia della porta.

Grazia guarda la porta, socchiusa da un refolo di vento.

32. casolare. est. GIORNO

Enrico è seduto nella sua automobile con il finestrino abbassato e il motore acceso.

Dal suo punto di vista vediamo la porta del casolare, socchiusa. Si intravedono Grazia e Antonio, fermi in piedi sulla soglia.

Enrico li osserva e suona il clacson. La porta rimane socchiusa. Enrico si sta per spazientire. Suona nuovamente il clacson e torna a fissare la porta che, dopo qualche secondo, si apre del tutto.

Ne esce Grazia, con la borsa dei soldi in mano.

Muove alcuni passi, poi si volta a guardare Antonio, fermo sulla soglia.

Riprende a camminare nella direzione del marito.

Il marito che le fa cenno di salire rapidamente.

Grazia lascia cadere la borsa per terra, davanti allo sportello del marito, e ritorna indietro verso Antonio, che si è fermato sull'uscio del casolare.

Il motore dell'automobile si spegne.

Grazia afferra la mano di Antonio.

Enrico li osserva, a lungo, poi lancia un'occhiata alla borsa dei soldi.

Antonio dolcemente passa un braccio intorno alla vita di Grazia.

Enrico torna a scrutarli, stupito.

Antonio e Grazia, allacciati.

Sentiamo il rumore dell'automobile che viene accesa e riparte.

Della polvere si diffonde nell'aria. La nuvola di polvere si dirada e mostra la borsa con i soldi, ancora lì, fra la strada e l'orto.

Antonio e Grazia si girano e rientrano in casa, mentre le immagini ritornano a colori.

 

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