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Realizzare un cortometraggio non è facile, ma oggi è possibile senza grandi investimenti e con mezzi tutto sommato semplici.
Un cortometraggio è un film di durata ridotta, in genere non superiore ai trenta minuti, ma non è un piccolo film, o un film di seconda categoria. Di fatto, il cortometraggio costituisce un prodotto a sé dell' industria cinematografica, con struttura, sceneggiatura e tecniche di produzione proprie.
Sicuramente realizzare un cortometraggio costa assai meno che girare un film tradizionale, ma gli standard di qualità non possono essere inferiori a quelli di un lungometraggio.
Per tipologia e genere i cortometraggi non differiscono dai film tradizionali: narrativi, documentari, di animazione; comici, drammatici, horror, thriller, ecc.
Per tutti questi motivi i corto sono anche una buona scuola e un'ottima palestra per giovani registi e filmmakers.
Le principali caratteristiche di un corto di tipo narrativo sono:
• ridotto numero di personaggi;
• trama semplice, poco elaborata;
• assenza di intrecci secondari e approfondimenti psicologici;
• maggiore libertà nella modalità narrativa.
Il cortometraggio si è rivelato nel tempo un ottimo veicolo di diffusione di messaggi forti, istanze sociali, e come mezzo di espressioni artistiche alternative.
Per realizzare un cortometraggio possono essere sufficienti una buona idea, una sceneggiatura, una videocamera, un computer con un buon software di editing. Le fasi di realizzazione non cambiano rispetto a un lungometraggio. Se vuoi conoscerle, puoi leggere questo articolo.
Per lavorare completamente da soli questo può bastare, ma il vero cinema è altro. Anche nelle produzioni più piccole e realizzate tra amici ci sono ruoli che difficilmente possono essere ricoperti da un singolo.
Inoltre bisogna poter disporre di tutte le necessarie attrezzature tecniche.
Per questo ci siamo noi di 911foto. Noi abbiamo tutto quello che serve per realizzare il tuo cortometraggio: attrezzature, videocamere, software di editing. I nostri esperti filmmakers e tecnici audio e video ti aiuteranno a sviluppare e produrre il tuo corto senza sforare il budget.
Il nostro staff di operatori professionisti è attivo in tutto il territorio nazionale, fornendo servizi fotografici e video sia da terra sia con drone, con numerose possibilità di post-produzione immagini e montaggio video.
Contattaci! Chiama il numero verde 800 857 861.
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Il documentario Think Poetic (2022, Italia) arriva in sala a Roma mercoledì 29 marzo alle ore 21 presso il Cinema delle Provincie (Viale delle Provincie, 41). Il regista Luca Immesi sarà presente in sala per un incontro con il pubblico.
Il film ci accompagna in un viaggio provocatorio e surreale nel mondo underground della Street Art Romana, espressione culturale urbana ed azione artistica al limite della legalità, che porta frammenti di bellezza, anche e soprattutto, in zone degradate o abbandonate della città.
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Il festival Il Cinema Ritrovato dedicherà il suo omaggio a una delle attrici più amate di tutti i tempi, scomparsa il 26 settembre 1973. Promossa dalla Cineteca di Bologna, la 37ª edizione si svolgerà nel capoluogo emiliano dal 24 giugno al 2 luglio.
Tra i tanti omaggi in programma, quello ad Anna Magnani, attrice unica e, allo stesso tempo, modello di stile recitativo: un’icona italiana, capace di lanciarsi dapprima come attrice brillante, poi di imporsi all’attenzione internazionale con il personaggio di Pina in Roma città aperta e quella corsa che ancor oggi è una delle immagini più potenti del nostro immaginario. Capace di incarnare la maschera popolare romana, così come di interpretare ruoli diversissimi: Camilla nella Carrozza d’oro di Jean Renoir o la donna disperata della Voce umana di Jean Cocteau, trasposta sul grande schermo da Roberto Rossellini; e poi ancora Hollywood e il Premio Oscar alla miglior attrice protagonista (prima interprete non di lingua inglese a riceve la statuetta nella storia dell’Academy), arrivato nel 1956 con il personaggio di Serafina Delle Rose che Daniel Mann trasse da Tennesse William per il suo La rosa tatuata. L’eredità di Anna Magnani continua a ispirare le attrici italiane e di tutto il mondo.
Altra grande donna del nostro cinema a cui Bologna renderà omaggio sarà la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico. Nel corso di una carriera iniziata ai tempi della nascita del Neorealismo e durata oltre 60 anni, Suso Cecchi d’Amico ha collaborato a più di 120 film (prevalentemente, ma non esclusivamente, italiani) diretti da esordienti o da registi affermati. Il suo scopo non è mai stato quello d’imporre le proprie idee, bensì di capire e assecondare i progetti e le poetiche degli autori con cui ha lavorato. D’altro canto, come ogni artista, aveva evidentemente una voce e una personalità sue proprie. Proporsi di rintracciarle all’interno di film assai diversi per tono, genere e linguaggio è lo scopo della rassegna che vedremo al Cinema Ritrovato, grazie a una selezione di opere significative scelte in una filmografia ricca ed eterogenea quale pochi altri scrittori di cinema possono vantare.
Tra le prime anticipazioni di questa 37ª edizione del Cinema Ritrovato che si presenta ancora una volta enorme e caleidoscopica, ricordiamo le sezioni dedicate al regista armeno naturalizzato statunitense Rouben Mamoulian (autore nel 1931 del Dottor Jekyll, prima trasposizione sonora del classico di Robert Louis Stevenson), al regista giapponese Teinosuke Kinugasa, alla direttrice della fotografia tedesca Elfi Mikesch.
Articolo di Cr. P. per cinecitta.com
Viviamo in un mondo in cui i nostri dati non sono più nostri. I potenziali guadagni dai contenuti che creiamo come creatori sono... beh, non sappiamo nemmeno perché le piattaforme di streaming video sono opache su questo. E non avere il controllo in genere significa essere pagati dopo che lo hanno fatto tutti gli altri ed essere impotenti a fare qualcosa al riguardo.
Sicurezza in modo da avere il controllo dei tuoi media
In Fabstir, abbiamo creato una piattaforma di streaming video in cui hai il controllo. Come lo facciamo? Viene utilizzata la crittografia, cioè la matematica, fintanto che mantieni la tua chiave privata per te, hai il controllo del contenuto, come e chi può monetarizzarlo. E puoi usare un portafoglio hardware per la tua chiave, così gli hacker non possono entrare.
Quando il tuo film o la tua musica vengono caricati su Fabstir, non solo sono protetti dalla tua chiave, ma vengono anche suddivisi in 30 parti più piccole, crittografate e distribuite su più nodi (computer) in tutto il mondo utilizzando la rete SIA. Sono necessarie solo 10 parti per ricostruire il file, quindi è integrato un alto livello di ridondanza.
Per un buon articolo sulle chiavi private e pubbliche e sul perché sono importanti, fare clic qui . Ciò che emerge da questo ulteriore livello di sicurezza è che ora hai il potere di possedere e controllare i tuoi dati e i tuoi contenuti.
Collaborazioni fidate con colleghi
Con questo arrivano così tanti casi d'uso. Ad esempio, Fabstir utilizza un modello di fiducia che è nuovamente sotto controllo chiave. Quindi, puoi dire che il regista con cui hai appena collaborato è una persona degna di fiducia e firmare il messaggio con la tua chiave privata. Chiunque altro si fidi del tuo giudizio sa che il messaggio è venuto da te e che hai garantito per quella persona di cui ora ci si può fidare. Questo è effettivamente il modo in cui le comunità collaborative vengono cresciute su Fabstir; elimina tutto il rumore, i truffatori e le persone con cui potrebbero non essere adatte a collaborare.
Ti ritroverai con persone in tutto il mondo con cui collaborare che ti vengono consigliate o che tu consigli ad altri. Hai il controllo del tuo gruppo di pari, lasciando entrare nella tua cerchia ristretta solo quelli che desideri.
Questa è la spina dorsale dei social media responsabili di Fabstir. Vogliamo che tu ti senta al sicuro e lavori con persone produttive e disponibili.
La soluzione della piattaforma di streaming Fabstir
Fabstir è una piattaforma di streaming video e musicale di nuova generazione costruita su una serie di principi completamente diversi. Utilizza la più recente tecnologia Web3 per garantire:
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Decentralizzazione: un'architettura decentralizzata in cui i suoi utenti mantengono il controllo dei propri dati e contenuti tramite le loro chiavi private, piuttosto che i proprietari della piattaforma. Ciò promuove l'equità riducendo il potenziale di manipolazione e censura.
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Apertura e trasparenza: Fabstir utilizza la blockchain per fornire trasparenza e apertura. Questa trasparenza consente agli utenti di verificare e controllare i processi all'interno dell'ecosistema come pagamenti e transazioni.
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Inclusività e accessibilità: nessun costo per entrare, indipendentemente dalla posizione geografica, dallo stato sociale o dalle competenze tecniche. Nessun conto bancario richiesto. Tutto ciò che serve è una connessione internet.
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Privacy e sicurezza: Fabstir utilizza le tecnologie Web3 per consentire la privacy e la sicurezza dei propri utenti utilizzando la crittografia che offre agli utenti il controllo sui propri dati. Ciò favorisce l'equità proteggendo gli utenti da sorveglianza, violazioni dei dati e altre violazioni della privacy.
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Incentivi economici: Fabstir promuove nuovi modelli economici e incentivi basati su token per un'equa distribuzione di premi e valore. Con il suo modello di fiducia sicuro e le valute digitali (come Bitcoin, Ether e stablecoin ) a basso costo vicino alle transazioni istantanee, le collaborazioni sono facili da impostare e ciò promuove la partecipazione attiva e un sistema di ricompensa più equo.
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Governance e processo decisionale: Web3 supporta meccanismi di governance decentralizzati, come il voto on-chain e la proprietà della rete da parte degli utenti stessi. Garantire che gli incentivi siano raggiunti per l'intero piuttosto che per poche entità centralizzate. Promuovendo così l'equità attraverso il processo decisionale guidato dalla comunità.
Autore - CTO di Fabstir
Jules Lai (noto anche come Julian Bushell) ha fondato Non-Multiplex Cinema nel 2007, per riunire registi indipendenti. L'organizzazione è cresciuta fino a diventare una delle più grandi comunità cinematografiche senza scopo di lucro nel Regno Unito, offrendo supporto attraverso i suoi corsi di formazione, fondi cinematografici, seminari sul set dal vivo, eventi di networking ed eventi di proiezione. Jules ha quindi co-fondato Film Means Business per organizzare e ospitare molti eventi dell'industria cinematografica con relatori che vanno dai produttori vincitori e nominati all'Oscar a studi cinematografici, agenzie di finanziamento del governo, società finanziarie e assicurative, distributori, vendite ecc.
In qualità di Chief Technical Officer di Fabstir, Jules ha la missione di fornire ai partecipanti maggiore proprietà e controllo sui loro contenuti, maggiore trasparenza e democrazia e maggiori opportunità di monetizzazione attraverso economie digitali decentralizzate. È aperto a collaborazioni, DM (@Jules L#5370) su Discord.
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Fabstir è una piattaforma di streaming video di nuova generazione che utilizza la crittografia per dare ai creatori il controllo sui loro contenuti e su come vengono monetizzati. Promuoviamo il decentramento, l'apertura, l'inclusività, la riservatezza dei dati e gli incentivi economici, rendendola una piattaforma decisionale più equa e guidata dalla comunità.
Il progetto prevede tre giorni molto intensi che coinvolgono i delegati, le classi, gli esperti del mondo del cinema che dialogano su 5 importanti aree di interesse: nuovi spazi per il cinema, per discutere delle sale, dei loro spazi e dei servizi che offrono; nuovi territori dove incontrare il cinema, per esplorare piattaforme e festival; nuove storie per il cinema, per esprimere i contenuti che il pubblico giovane vorrebbe ritrovare nel cinema “del futuro; nuove frontiere del cinema, per scoprire i territori espressivi al confine con il cinema e nuovi mestieri e percorsi, per ripensare l’orientamento professionale e l’insegnamento del cinema a scuola. Quest'anno l’iniziativa si arricchisce di eventi aperti anche al pubblico milanese: in particolare si segnalano due serate presso la Fabbrica del Vapore in compagnia del Cinemobile: giovedì 30 marzo alle ore 20.30 si terrà la proiezione de Il meglio del Terzo Segreto di Satira commentato live dal Terzo Segreto di Satira, che sarà presente alla serata; venerdì 31 marzo, invece, sempre alle ore 20.30 sarà la volta de Le avventure straordinarissime di Saturnino di Marcel Fabre, il film ideale per godersi lo spettacolo di fantasia scatenata che il cinema muto sa offrire. Per questo motivo la proiezione verrà effettuata, proprio come ai giorni eroici dei primi film, con un pirotecnico accompagnamento musicale e con il commento di un imbonitore che sottolineerà i momenti salienti degli incredibili viaggi di Saturnino. Infine, la giornata di sabato 01 aprile si concluderà con la proiezione, alle ore 19.00, del film The Whale di Darren Aronofsky, presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con protagonista assoluta la magistrale interpretazione di Brendan Fraser, che ha infatti vinto il Premio Oscar per il Miglior Attore Protagonista. Il film, sempre nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica de la Biennale Venezia, ha vinto anche il premio Miglior film Premio Collaterale CinemaSarà e sarà introdotto dalla giuria composta dai 5 studenti e studentesse che ne hanno decretato la vittoria. Sempre grazie al sostegno del Piano Nazionale Cinema e Immagini nella Scuola promosso da Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, Cineteca Milano ha organizzato, negli stessi giorni di CinemaSarà, in collaborazione con studenti e Istituti scolastici di diverse città italiane, tantissimi appuntamenti a Padova, a Santa Marinella (Roma), a Roma, a Torino, a Napoli e in altre città.
Info: fabbricadelvapore.org e scuole.cinetecamilano.it
Il linguaggio della Street Photography si è evoluto per rispondere ai canoni estetici e concettuali contemporanei.
In questo webinar, la fotografa Lucia Buricelli guiderà i partecipanti alla scoperta dei principali elementi chiave di questa nuova visione e offrirà spunti per raccontare attraverso un approccio personale e moderno.
Durante il webinar, l'autrice punterà a creare un’intersezione tra la fotografia documentaria e quella di strada, evidenziando come alcuni elementi stilistici specifici, come l'utilizzo del flash, l'uso del colore e l'inquadratura, possano offrire l’opportunità di creare immagini accattivanti per sviluppare uno stile personale.
Inoltre, l'autrice racconterà come rimanere il più possibile invisibili per non alterare l'autenticità di un momento o di una scena, ma anche come approcciare persone e situazioni per eventuali ritratti o progetti documentaristici più a lungo termine.
Aspetti tecnici e concettuali per sviluppare uno stile personale e contemporaneo.
Come interagire con sconosciuti ed esplorare gli aspetti etici della fotografia di strada.
Come combinare un approccio documentaristico con uno più street per creare uno storytelling coinvolgente.
Editing e sequenza del lavoro fotografico utilizzando strumenti come Lightroom.
Come combinare la luce flash e luce naturale insieme per creare effetti accattivanti e originali nelle fotografie di strada.
Le ispirazioni fotografiche attraverso alcuni dei più grandi nomi della fotografia di strada e documentaristica.
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Nel corso del 2022 il segmento della fotografia d’autore ha registrato la vendita più importante di sempre. La casa Christie’s nel corso dell’asta del 14 maggio 2022 che si è tenuta a New York ha battuto l’opera “Le violon d’Ingres”, 1924, di Man Ray che è stata aggiudicata a 12.412.500 dollari partendo da una stima di 5.000.000 – 7.000.000 dollari. Il successo di questa vendita riporta l’attenzione sul segmento della fotografia da collezione messo ultimamente in disparte dall’irruzione dei non fungible token (nft) associati soprattutto a arte digitale e collezionabili nel mercato in asta del 2021-2022. Ora si torna (finalmente) a parlare di fotografia artistica. Il 2023 appena avviato vede infatti un ricco calendario dedicato a questo medium.
Leggi tutto: Francesca Malgara (MIA Fair): l’arte della fotografia interpreta il mondo
Il cinema ha incrociato il tema della follia sin dai capolavori del muto, come Il gabinetto del dottor Caligari (R.Wiene, 1920), ambientato in un ospedale psichiatrico, per poi articolarlo via via in chiave anche comica, Helzapoppin’ (. H.C.Potter, 1941), oppure drammatica, Qualcuno volò sul nido del cuculo (M.Forman, 1975 ), o satirica, Morgan matto da legare (K.Reisz, 1966 ).
Il personaggio del “folle”, versione maggiormente “intellettuale” rispetto al puro e semplice matto, ha ingolosito autori e registi, fino a travasi celebri dal teatro al cinema, come per l’Enrico IV pirandelliano filmato da Marco Bellocchio, 1984, con Marcello Mastroianni protagonista.
Nel mese di marzo, inoltriamoci quindi nel labirinto della cine-follia, considerando anche che lo stesso fare il cinema, ossia affrontare tutti gli ostacoli che si frappongono per condurre a termine la lavorazione di un film, in sé, è una piccola grande follia.
Conduce: Viviana Rubini
Iscrizione sul sito: spazio50.org
Il terremoto non ha fermato la cultura e il turismo nella splendida Istanbul. L'antica capitale dell'impero ottomano, erede di Bisanzio e di Costantinopoli, è situata, peraltro a ben 1000 chilometri d'auto dall'epicentro dei devastanti terremoti che hanno colpito il sud-est della Turchia.
L'Istituto Italiano di Cultura di Istanbul ha, pertanto, confermato anche per quest'anno la disponibilità ad ospitare il meglio del cinema breve prodotto in Sardegna, espresso dalla rassegna Visioni Sarde.
I nostri film saranno proiettati giovedì 23 marzo presso la Sala Teatro dell'Istituto e diffusi online sabato 25.
Anche questa di Istanbul è una straordinaria occasione per mostrare all’estero, attraverso la settima arte, le molte facce della cultura sarda: tradizione e modernità, paesaggi urbani e rurali, fantasia e realtà. Mille aspetti e contraddizioni trasformate dai registi in storie che ci aiutano a capire la Sardegna nella sua pluralità storica, geografica e culturale.
Sono queste le ragioni che hanno indotto Sardegna Film Commission a finanziare e sostenere Visioni Sarde, un progetto che si ripromette di diffondere nel mondo il patrimonio culturale sardo sfruttando la penetrante incidenza che il cinema opera nell’immaginario popolare.
I titoli in programma si caratterizzano per un ampio spettro tematico che ben interpreta le multiformi facce della cultura sarda. Eccoli in ordine di proiezione:
● “12 Aprile” di Antonello Deidda. Un ironico viaggio nel tempo che unisce il mitico giorno, in cui nel 1970 la squadra di calcio del Cagliari vinse lo scudetto e quello del 2020, in pieno lockdown, in una città deserta e inquietante;
● “Fradi miu” di Simone Contu. Un pastore deve vendicare la morte del fratello maggiore, ucciso molti anni prima sotto i suoi occhi di adolescente. Ma la vendetta non si addice alla sua indole pacifica, o almeno così sembra;
● “La Venere di Milis” di Giorgia Puliga. La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Toni agricoltore rassegnato, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano o quelle del presente sempre forze motrici del destino degli uomini.
● “Mammaranca” di Francesco Piras. Giovanni e Michele hanno undici e nove anni e vivono in un quartiere popolare della periferia di Cagliari. La vita dei due bambini sembra cambiare dopo l'arrivo improvviso di un gratta e vinci;
● “Santamaria” di Andrea Deidda. Negli anni d'oro della boxe un giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all'Olimpo del pugilato inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino;
● “Senza te- Without you” di Sergio Falchi. Un anziano che ha perso la moglie vive da solo il primo periodo della pandemia. A causa del Covid non può avere rapporti neppure con la nipote che gli porta da mangiare e vive nel ricordo dell'amore della sua vita;
● “Una splendida felicità” di Simeone Latini. Eleonora ha 16 anni ed è pietrificata da ciò che sta accadendo. Più il virus si diffonde, più la paura paralizza la sua vita di adolescente, con la famiglia e gli amici. Troverà la forza rifugiandosi nella poesia e in lei risuoneranno le parole di conforto e incoraggiamento della nonna.
I corti saranno proiettati ininterrottamente dalle 17 alle 21 in lingua originale con i sottotitoli in inglese. Gli ingressi e le uscite in sala saranno consentiti tra un film e l'altro.
Organizza la serata l'Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, Direttore Salvatore Schirmo.
Il tour nel mondo della rassegna Visioni Sarde è reso possibile dall'impegno e dalla professionalità della Cineteca di Bologna e Fondazione Sardegna Film Commission. La distribuzione in Italia e all'estero è assicurata dall'Associazione dei sardi di Torino "A. Gramsci" e dall'associazione bolognese "Visioni da Ichnussa".
di Bruno Mossa, presidente dell'Associazione di promozione cinematografica "Visioni da Ichnussa"
MESSINA. Domenica 19 marzo alle ore 20:00 presso il cinema Iris di Messina, si terrà la proiezione del cortometraggio “Non esiste”, nuova produzione del giovane attore e regista messinese Giovanni Giuffrè. “Non esiste” rappresenta il proseguo di un percorso iniziato con l’opera prima “Tempo di vita”, anch’esso cortometraggio a tematica sociale, in concorso alla 68°esima edizione dei David di Donatello. L’opera prima ad un anno dalla sua uscita vanta numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, tra cui il premio come miglior sceneggiatura, diverse menzioni d’onore e nomination finali e la distribuzione da parte della piattaforma Rai Cinema. «”Non esiste” -si legge in una nota- è un cortometraggio che nasce per sensibilizzare e combattere il fenomeno del negazionismo nei confronti del COVID-19 ed omaggiare tutte le sue vittime. Il tutto è ambientato agli inizi della pandemia, momenti che hanno segnato particolarmente la nostra società e che hanno lasciato cicatrici indelebili. Il protagonista Antonio, un adolescente ribelle, nel corso della storia sarà costretto a rivedere i suoi ideali figli di una grande negligenza e superficialità.»
Nel cast l’attrice Giada Rumè vincitrice del titolo “Miss Sicilia 2021”, l’attore Vincenzo Benedetto, l’attrice teatrale Alessandra Noto, Giovanni Giuffrè nei panni di protagonista ed in ruoli secondari le giovani attrici Alessia Di Fiore, Irene Centorrino, ed Aurora Fratantonio.
Alcune scene del progetto sono state girate nel drink bar “Fico Bar con Gusto” e negli studi di Radio Zenith Messina, grazie alla gentile concessione della direttrice Artistica e presidente Teresa Impollonia. Sarà una serata all’insegna dell’amore verso il cinema, promette Giovanni, con ospiti di spessore oltre che un evento ricco di sorprese ed emozioni. Lo stesso ancora una volta ha tenuto a mettere in primo piano la città di Messina, con l’obiettivo di valorizzare il territorio e ridare una chiara identità cinematografica al territorio. L’acquisto dei biglietti è già possibile presso il botteghino del cinema.
Cast Tecnico:
Regia – Giovanni Giuffrè
Aiuto-Regia – Alessia Di Fiore
Soggetto – Giovanni Giuffrè
Filmmaker – Kristian Cingari & Graziella Cassalia
Tecnico Audio – Marco Cingari
Make Up & Hair Stylis-t Giuseppe Rando
Assistente Backstage – Mariachiara Scopelliti
da letteraemme.it
È possibile che la parodia artistica di un celebre personaggio dei fumetti susciti una richiesta di risarcimento da parte del titolare dei diritti di utilizzazione economica dell’opera? Sì. È scontato che tale richiesta venga accolta? No. Posto che queste opere hanno carattere creativo e autonomo, l’utilizzo parodistico di un’opera non richiede il consenso del suo autore. E in generale, il percorso a ritroso nelle fonti di ispirazione è un viaggio che non finisce mai.
Prologo: davvero Tintin è stato "rubato"?
Xavier Marabout, artista bretone, ha realizzato una serie di opere nelle quali ha utilizzato Tintin, noto personaggio di fumetti per bambini inventato dal genio creativo dell’autore belga Hergé, al secolo Georges Prosper Remi (1907-1983) collocandolo all’interno di paesaggi o situazioni pedissequamente tratti da opere dell’artista americano Edward Hopper (1882-1967), celebre per i suoi dipinti caratterizzati da un austero realismo e rappresentativi della solitudine in cui versano i soggetti ritratti. Come risulta dal sito web di Marabout (www.art-marabout.com), le opere in questione (23 originali, con una tiratura di venti riproduzioni per ciascuna opera) indicano chiaramente di essere tributarie nei confronti di Hergé e di Hopper.
Mentre la estate di Edward Hopper, titolare dei diritti d’autore del Maestro del realismo americano non sembra aver preso (almeno fino ad ora) alcuna posizione in merito alle opere di Marabout, Fanny Vlaminck Rodwell, vedova di Hergé, e la società belga Moulinsart SA (oggi ridenominata Tintin imaginatio) creata dopo la morte di Hergé e titolare dei diritti di utilizzazione economica della sua opera, hanno citato Marabout davanti al Tribunale di Rennes lamentando l’utilizzo indebito dell’opera di Hergé e sostenendo che i quadri di Marabout fossero una contraffazione, oltre a costituire un comportamento di concorrenza sleale, in ragione del loro carattere parassitario rispetto all’utilizzo economico del personaggio di Tintin. Marabout ha obiettato che la propria opera avesse carattere creativo autonomo e distinto rispetto a quella di Hergé, opponendo anche l’eccezione parodistica, che non richiede il consenso dell’autore per la riproduzione di un’opera, qualora l’autore della riproduzione trasmetta un messaggio creativo distinto da quello dell’autore della prima opera. Il tribunale di Rennes ha respinto le domande della vedova e di Moulinsart, condannando quest’ultima anche a risarcire il danno causato a Marabout per avere denigrato le sue opere.
Giuseppe Calabi
È pacifico che Marabout abbia riprodotto senza autorizzazione dell’avente diritto (Moulinsart SA) vari personaggi della serie “Le avventure di Tintin”, in primo luogo il protagonista, il cui carattere e stile grafico di realizzazione (ligne claire), caratterizzati da un segno sottile, pulito ed elegante, lo rendono originale attribuendo al suo autore ed ai suoi aventi causa un diritto esclusivo di riproduzione e ogni altro diritto di utilizzazione economica. Marabout ha invocato l’eccezione parodistica argomentando che le opere contestate consentano l’immediata identificazione dell’opera parodiata: innanzitutto, la scelta del supporto (una tavola acrilica) diverso da quello utilizzato per i fumetti. Inoltre, il contesto in cui Tintin è collocato, direttamente ispirato ad opere di Edward Hopper, che è quanto più distante dall’universo in cui è normalmente rappresentato Tintin.
Ad esempio, la raffigurazione di Tintin accanto a donne (assenti nell’universo creato da Hergé) spesso con atteggiamenti provocatori, sensuali o seduttivi ed all’interno di ambienti ispirati ad opere di Hopper, non solo non può indurre in errore il pubblico sulla riconducibilità dell’opera ad Hergé, ma è anche idonea a indurre un sorriso soprattutto per l’accostamento della leggerezza di Tintin all’austerità dei personaggi hopperiani. Pertanto, il Tribunale ha pienamente accolto l’eccezione parodistica, che presuppone che vi sia una presa di distanza sufficiente rispetto all’opera parodiata, ritenendo anche che l’opera di Hergé non abbia mai assunto un carattere dominante nella reinterpretazione di Marabout. Ad esempio, nel quadro Hotel Osborne, Chembre 379 (2017), Marabout ha rappresentato Tintin a torso nudo su un letto insieme al cane Milou, mentre legge una lettera, ispirandosi al celebre dipinto di Hopper Hotel Room (1931), ma sostituendo l’immagine della donna seduta sul letto, senza cappello, vestito e scarpe mentre con aria affaticata verifica l’orario dei treni del giorno dopo.
Il tribunale non ha ritenuto che la raffigurazione a torso nudo di Tintin fosse lesiva dell’immagine del personaggio, spingendosi fino ad indicare che lo stesso Hopper si fosse ispirato a Degas e sia stato “copiato” da Hitchcock e concludendo che l’ispirazione artistica tiene sempre conto di opere precedenti, mediante riproduzioni o imitazioni che non possono essere vietate in linea di principio, sempre che siano chiare e non creino un rischio di confusione. Il Tribunale ha infine valutato se Marabout abbia causato un danno agli aventi diritto dell’opera di Hergé, appropriandosi di un vantaggio economico ad essi spettante, ma ha escluso tale danno, ponendo a confronto il modesto vantaggio economico ottenuto da Marabout con i 23 dipinti e la tiratura di 20 esemplari ciascuno venduti ad un prezzo contenuto, con quello dei titolari dei diritti d’autore dell’opera di Hergé che hanno potuto beneficiare di 230 milioni di vendite di album. Ma soprattutto, gli acquirenti dei dipinti e delle riproduzioni di Marabout appartengono ad una platea diversa da coloro che leggono fumetti o acquistano prodotti di merchandising legati al carattere di Tintin.
Sharon Hecker
L'ispirazione vive in un continuum di tempo e spazio. Come ha concluso il giudice in questo caso, gli artisti hanno sempre tratto ispirazione gli uni dagli altri e dall'arte passata, e le opere degli artisti continuano a servire da ispirazione per l’arte che viene dopo di loro. Le opere in discussione non sono repliche esatte, ma piuttosto trasformazioni di opere d'arte precedenti. Per questo motivo non possono essere considerate un plagio. Nel caso di Hopper, molti non sanno che iniziò la sua carriera come illustratore, come il creatore di Tintin. Hopper era introverso e viene descritto come stimolato da un mondo interiore personale e immaginario. Ma studi successivi dimostrano che Hopper, noto per aver catturato il paradosso di uno spirito di ottimismo e alienazione nell'America pre e postbellica, si ispirava apertamente all'arte francese del XIX secolo. Infatti, il suo viaggio a Parigi e l'incontro con opere di Degas, come L'Absinthe (1875-1876, Musée d'Orsay, Parigi), e Manet, come La Prune (1877, National Gallery di Washington D.C.) sono evidenti nell'iconico Automat (1927, Des Moines Art Center). Come i suoi predecessori, che ritraggono una donna ben vestita seduta a bere da sola in un bar, Automat mostra una donna che fissa il suo drink (nel caso di Hopper una tazza di caffè), in un ambiente freddo e inquietante. Hopper si lascia commuovere e allo stesso tempo trasforma il caffè parigino del XIX secolo di Degas o Manet in una tavola calda americana incontaminata e spopolata.
Nonostante le diverse ambientazioni, epoche e culture, queste opere catturano sentimenti di alienazione sociale e solitudine, attraverso figure che non si sentono a proprio agio nel loro mondo. Qualcuno di questi artisti potrebbe affermare di avere il monopolio su questo tema? Avrebbero sentito il bisogno di chiedere il permesso prima di dipingere un omaggio al loro contemporaneo o predecessore? Oltre alle fonti visive riconoscibili, gli artisti possono attingere a stimoli meno tangibili. Ad esempio, Hopper si è ispirato a fonti verbali, come la poesia simbolista francese della fine del XIX secolo. E il suo dipinto Railroad Sunset (1929, Whitney Museum), che si pensa sia legato al fascino di Hopper per i treni, potrebbe anche essere una rivisitazione di una poesia di Baudelaire letta all'epoca, intitolata Harmonie du soir, che descrive il cielo come un "altare, triste e magnifico" e il sole come "annegato nel sangue cagliato", che ricorda il cielo rosso sangue del dipinto. Immaginiamo che Hopper abbia violato i diritti d'autore di Baudelaire? Come ha notato il giudice in questo caso, l'opera stessa di Hopper ha fornito ispirazione ad altri nel mondo del cinema: Hitchcock si è ispirato a lui per film come La finestra sul cortile e si pensa che House by the Railroad di Hopper abbia dato a Hitchcock l'idea per la casa dei Bates in Psycho. Altri, come Michelangelo Antonioni, David Lynch in Velluto blu e Mulholland Drive, i fratelli Coen in L'uomo che non c'era e Robert Altman, hanno beneficiato dei dipinti di Hopper. Wim Wenders ha dichiarato il suo amore per le opere di Hopper per Paris, Texas e ha realizzato un film su Hopper per una mostra alla Fondation Beyeler. Potremmo concludere chiedendoci: quanto sarebbe più povera la nostra cultura senza la capacità di trasformare le fonti di ispirazione?
di Sharon Hecker, Giuseppe Calabi per we-wealth.com