Il cortometraggio vuole raccontare il rapporto madre–figlia, partendo dallo sguardo intimo e personale del regista. Lo scopo è far sì che tutto ciò diventi un qualcosa di nuovo, non un sostituto, ma un’integrazione, un’elaborazione, attraverso una modificazione del proprio mondo interno. Il film ruota attorno al rapporto madre figlia. Da una prima impressione un rapporto idilliaco che si rivela nel corso dello svolgimento un amore soffocante. Il cortometraggio vuole essere una riflessione sull’ambivalente condizione di essere madre,i contraddittori sentimenti legati alla maternità. L'infelicità e la depressione della madre rivelano una personalità debole ma allo stesso tempo possessiva. Il rifiuto della separazione da parte della madre spingerà la figlia alla scoperta della propria identità.  

Il cortometraggio sarà rappresentato in chiave fiabesca e vuole raccontare il rapporto madre figlia delle due protagoniste: Annalisa e la Madre. Annalisa è isolata, fisicamente e psicologicamente. All’alba del suo diciottesimo compleanno non è mai uscita dalle mura domestiche, raffigurata come una torre industriale che si eleva solitaria in un campo verde caratterizzato dalla sola presenza di un acero rosso, e non ha mai conosciuto nessun'altra persona al di fuori di sua madre. Il rapporto tra le due si presenta all’inizio del cortometraggio come un rapporto idilliaco, a tratti magico. Ma la promessa fatta dalla madre ad Annalisa ossia che compiuti i diciotto anni sarà in grado uscire di casa crea una prima frattura: da una parte troviamo la fanciulla ridente entusiasta e dall’altra inizia a svelarsi nella madre una personalità debole ma allo stesso tempo possessiva. Nel crescendo degli eventi, concentrati nell'arco di due giorni, vi saranno un susseguirsi di elementi magici e di brutali realtà. Il rifiuto della separazione da parte della madre spingerà la figlia alla scoperta della propria identità, ridefinendo sé stessa a partire proprio da quelle memorie implicite che minano il suo valore.

CONSIDERAZIONI

La società tende a distinguere la madre “giusta” che cura, accudisce, protegge, dalla madre “sbagliata”, assente, anaffettiva, negligente. Ma quando una madre interagisce con la figlia come se fosse un prolungamento di sé stessa, quando interviene in ogni sua scelta con la presunzione di sapere quello che è giusto o sbagliato, quando non riesce a lasciarle anche un minimo spazio di libertà, allora si sta parlando di rapporto invalidante tra madre e figlia. Nella simbiosi dove i due soggetti non hanno una loro individualità, si perdono i confini, diventano così confusi l’uno nell’altro. La figlia viene spogliata della sua specifica identità proprio da colei che dovrebbe aiutarla a costruirla e dall’altra parte il ruolo materno prende nettamente il sopravvento sull'essere donna. L’ idea è che non si può opporre resistenza a un amore così, neanche se sbagliato. L’unica estrema soluzione è l’abbandono del rapporto con la madre dal quale la figlia deve allontanarsi per conquistarsi uno spazio fisico e psichico proprio, libero da una pesante eredità femminile di dipendenza trasmessa di madre in figlia. 

DOVE E QUANDO

Le riprese avranno luogo durante l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno 2023, a Rocca di Roffeno, un paesino dell’appennino bolognese.

Dal sito produzionidalbasso.com