Il segreto del successo del film "Smetto quando voglio" (con la regia di Sydney Sibilia, che ne è stato anche soggettista e sceneggiatore, ed Edoardo Leo interprete principale) sono le idee nuove e la recitazione di ottimo livello. Noi conosciamo da tempo (perchè hanno inviato i loro corti al nostro concorso annualedue personaggi del calibro di:  Sydney Sibilia un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, ha scritto e diretto vari cortometraggi come: L'ombra della chiave inglese (1998), Marzo (2004), Cachaça (2005), Iris Blu (2005), Noemi (2007), Oggi gira così (2010) e Io sì, tu no (2017); mentre Edoardo Leo è un attore, sceneggiatore e regista italiano, dopo aver partecipato come attore a due cortometraggi (7, 5 gradi alcolici, 2001; Tutto brilla, 2004) nel 2011 ne ha  girato lui stesso uno dal titolo: L'acqua e la pazienza

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smetto quando voglio trilogia filmSmetto quando voglio”. Questa volta il motto della banda dei ricercatori più famosi d’Italia, portati sullo schermo da Sydney Sibilia, sembra concretizzarsi anche per il suo regista. Ad annunciarlo è lo stesso Sibilia che ospite di Officina Pasolini insieme a Edoardo Leo, per la proiezione del primo capitolo della famosa saga, dichiara: “Sto scrivendo il mio nuovo film. Non posso dire molto perché sono ancora in una fase delicata, ma non sarà quello che tutti si aspettano. Non avrà niente a che fare con i miei film precedenti e soprattutto non si tratta della solita commedia”. Nonostante la curiosità Sibilia non si sbilancia e la proiezione di Smetto quando voglio diventa l’occasione per ripercorrere insieme al pubblico la storia di una delle trilogie cinematografiche di maggior successo di questi ultimi anni.

Smetto quando voglio“I tre film non sono stati pensati come una trilogia - dice Sibilia – Io ero alla mia prima esperienza e di certo non pensavo di farne tre in un colpo solo. Anzi, dopo il successo di Smetto quando voglio, l’idea di fare un sequel mi angosciava parecchio, avevo paura di sbagliare; mi sembrava un atteggiamento da ‘prendi i soldi e scappa’, così, sperando che mi dicessero no, ho alzato il tiro è ho detto: facciamo il due e il tre insieme. Mi hanno detto sì…”.
“Che Sydney fosse bravo l’ho capito immediatamente. – sottolinea Edoardo Leo – La sceneggiatura mi è piaciuta subito, il problema è che in quel periodo stavo girando il mio secondo film da regista e avevo una serie di impegni che non potevo rimandare, così ho detto a Sydney che avrebbe fatto prima a prendere qualcun altro. Lui però non si è dato per vinto e mi ha aspettato. A quel punto mi sono ritrovato coinvolto nel film più di quanto immaginassi, anche perché ne Smetto quando voglio trilogiaho sentito tutta la responsabilità, ed è nata un’amicizia molto profonda”.
E di Leo Sibilia dice: “L’ho voluto a tutti i costi perché secondo me era perfetto per il ruolo che poi ha interpretato. Ho pensato che potevo anche rischiare di rimandare il film per aspettarlo e non mi sono sbagliato. Poi sono arrivati tutti gli altri, attori bravissimi che ho reclutato con un metodo rivoluzionario per questi tempi, ovvero facendo dei provini e prendendo i più bravi! Sono molto orgoglioso di questo cast perché ha lavorato bene, con grande impegno, facendo gruppo e soprattutto divertendosi”.
E che il divertimento sia stato uno degli ingredienti fondamentali per la riuscita del film e della trilogia lo si capisce anche dai racconti di ‘backstage’: “Il set che forse mi ha divertito di più è stato quello di Smetto quando voglio ad Smetto quando voglio Eurhonorem – racconta Leo – ci conoscevamo tutti meglio ed è successo di tutto. Una volta abbiamo anche rischiato che chiamassero la polizia perché io e Stefano Fresi durante le riprese di una scena ci siamo persi all’Eur con un sidecar degli anni Trenta e due elmetti da nazisti! Un’altra volta invece io e Luigi Lo Cascio giriamo la scena di una scazzottata su un treno, proprio accanto a una strada ad alta densità di traffico… Uno shock per gli automobilisti: guidavano con la faccia completamente voltata verso di noi, ma senza capire esattamente cosa stesse succedendo, le macchine da presa infatti stavano dall’altra parte del treno e non si vedevano. Qualche giorno dopo un tizio mi ha scritto una mail chiedendomi se stavo bene e in quale rissa fossi stato coinvolto!”.

Smetto quando voglio dai cortometraggiQuello tra Sibilia e Leo è un confronto che però non passa attraverso il solo rapporto tra regista e attore, perché Edoardo Leo ormai da parecchi anni si dedica anche al lavoro dietro alla macchina da presa: “Io e Sydney abbiamo due culture cinematografiche completamente differenti e questo ci rende molto diversi anche come registi. Io sono più legato al cinema italiano, alla tradizione della grande commedia all’italiana, mentre Sydney, anche per una questione generazionale è più legato al cinema americano degli anni Ottanta-Novanta. In questa diversità però vedo un grande possibilità di crescita, come in tutte le situazioni che ti obbligano ad andare oltre il tuo punto di vista”.

Articolo di officinapasolini.it

Perché il film ha avuto tanto successo?

Smetto quando voglio MasterclassEsiste un pregiudizio di cui è vittima da decenni il cinema italiano: quello secondo cui il cinema nostrano non è in grado di fare film leggeri o di genere, che preservino però una certa qualità. Il primo punto a favore di Smetto quando voglio, dunque, è proprio quello di aver dimostrato il contrario. Con questo film Sydney Sibilia dirige una commedia originale e divertente, che non somiglia a niente e che riesce anche a inserirsi con la precisione di un chirurgo in un contesto - quello accademico - dove la precarietà è davvero all'ordine del giorno. Il regista in questo senso è riuscito a miscelare bene l'intento della commedia con uno sguardo affilato all'attualità. Lo dimostra anche il fatto che l'idea per il soggetto del film sia arrivato proprio da un pezzo giornalistico dal titolo Quei netturbini con la laurea da 110 e lode pubblicato su Leggo. Quel pezzo, che parlava di due laureati di Roma, con titoli sulle spalle e un lavoro come spazzino, è stato il motore che ha acceso la fantasia del regista, portandolo a realizzare il film che si è tramutato nel primo capitolo di una trilogia.

Un altro elemento che ha contribuito al successo del film, al di là della bravura evidente di tutto il cast, è anche la consapevolezza di quello che sarebbe stato il pubblico di riferimento. Sebbene Smetto quando voglio sia un genere di film che può piacere più o meno a tutti, è indubbio che il suo pubblico di riferimento è soprattutto una fascia di spettatori che si aggira intorno ai trent'anni e che, quindi, può facilmente riconoscersi nelle disgrazie burocratiche e smetto quando voglio masterclass Poster Quote Presslavorative del protagonista. Per questo Sydney Sibilia ha scelto di creare un universo diegetico molto pop, colorato, dove il ritmo non cede mai il passo, proprio per tenere vivo l'interesse del pubblico di riferimento. A questo si aggiunge anche una grande padronanza tecnica, che permette un maggior coinvolgimento per lo spettatore, che può immergersi totalmente nella storia, senza farsi distrarre dalla presenza di un regista che invece rimane perfettamente invisibile. Ma, soprattutto, a decretare il successo del film è stata l'onestà con cui il regista e sceneggiatore ha trattato la sua "materia grezza". Senza manierismi, senza arroganti velleità intellettuali, Sydney Sibilia ha diretto un film scritto, diretto e pensato per intrattenere il pubblico, per concedergli un'ora e mezza di serenità fatta con qualità. Ed è lo stesso Sibilia a spiegare la sua ambizione nel fare un film come Smetto quando voglio, quando nell'intervista a Coming Soon ha detto: "Spesso ti chiedi: 'ma chi me lo fa fare?' Cioè guadagnavo molto di più se facevo il commercialista. Poi a un certo punto senti la gente che ride e là me lo ricordo chi me lo fa fare. Proprio la risata della gente è l'obiettivo. Quindi è un film che fa ridere e visto che abbiamo profondo rispetto per la risata abbiamo cercato di far ridere in una maniera abbastanza intelligente."

Dall'Articolo di  per ilgiornale.it