Particolari del film: LA SCALINATA

L'idea di realizzare un film sulla metafora della vita è nata circa quattro anni fa.      
E' rimasta nel cassetto fino a quando ho incontrato una persona che mi ha aiutato a redigere la sceneggiatura, soprattutto i dialoghi. Volevo che si usassero solo luoghi comuni e modi di dire. Le persone comuni, parlano così: non hanno fantasia, usano dei discorsi preconfezionati, che altri hanno già pronunciato nelle medesime circostanze.
Per trovare la location ho girato quasi un anno. Ho fotografato decine di scalinate. Quando sono andato a Colli del Tronto, un paesino dell'entroterra marchigiano, arrivato nella piazza, sono rimasto folgorato dalla scalinata della chiesa. Una bella scalinata, amata anche dal pittore Tullio Pericoli, che l'ha fatta oggetto di tanti suoi quadri. La scalinata era ampia e mi permetteva di girare tutte le scene, soprattutto  quella del funerale.
Poi è stato faticoso trovare un operatore che avesse la telecamera HD e la steadycam, volevo girare in alta definizione (il futuro). La persona che ho trovato si era occupata solo di servizi matrimoniali. Per il montaggio ho dovuto faticare per non fargli inserire gli effetti speciali che era abituato ad usare.

Ho iniziato a creare il cast. Anche questo molto faticoso. Dovevo trovare un attore bravo ma non professionista, che avrebbe dovuto interpretare cinque ruoli, tra cui quello del vecchio settantenne, ed essere credibile e non volevo prendere amici per ricoprire ruoli importanti, come consiglia il sito Il Corto.it. Anche la protagonista doveva interpretare tre ruoli, di cui una settantenne. Poi un bimbo di cinque/sei anni. Per fortuna ho scoperto le doti artistiche di mio figlio (buon sangue non mente, e sono ricaduto nei luoghi comuni). Tre bambine di quattro/cinque anni che sapessero ballare. Un particolare, il bambino nella culla è nato un mese dopo le riprese.
Tante comparse per il funerale, il matrimonio, il bar per un totale di 50 persone, troppe per un piccolo film!.
Infine, ma non per ultimo, il truccatore speciale, che sapesse invecchiare senza creare una maschera di carnevale. Per questo sono stato fortunato perché un mio amico d'infanzia, che lavora a Roma da tanti anni e si occupa di trucchi speciali per Sergio Stivaletti e Dario Argento, è venuto in mio soccorso.
La colonna sonora l'ha realizzata un maestro di musica e compositore che ho conosciuto tanti anni fa e sapevo che era ”particolare” come la musica che volevo per il mio film.
Il giorno delle riprese ero emozionato. Era la mia prima esperienza di regista, c'era tanta gente ed io dovevo coordinare tutti. Avevo fatto il programma delle riprese, che allego, dal quale risulta la complessità delle stesse.
Il protagonista doveva interpretare diversi ruoli e, quindi, una volta doveva girare con la barba vera, più credibile di una posticcia, poi senza. La scena finale, nella quale il protagonista interpreta due ruoli contemporaneamente, è stata girata, in due momenti. Prima la scena di sinistra, dove il protagonista scende con la barba, poi quella di destra, dove il protagonista interpreta l' alter-ego che sale le scale. In 30 minuti l'attore si è tagliato la barba, ha cambiato l' abito, è stato pettinato diversamente per interpretare il suo alter-ego. Tutto questo si è svolto con la telecamera fissa su cavalletto, posizionata sulla piazza con l'inquadratura di tutta la scalinata, invece per i primi piani è stata usata la steadycam. Nel montaggio le due scene sono state abbinate ed è  venuta fuori una bella sensazione.  Fortunatamente il tempo ci ha graziato.

Anche la scena del bambino con la nonna è stata girata in due momenti diversi. La protagonista, che interpreta l'anziana settantenne, che è stata invecchia in 5 ore di trucco, al momento del dialogo con il nipotino non era pronta. Il bambino ha girato da solo con una controfigura che gli appoggiava la mano sulla spalla e non conosceva le battute della nonna attrice. Quindi, povero bambino (mio figlio) alla sua prima esperienza doveva dire le sue battute rivolto verso il nulla e senza guardare né me né la telecamera....un risultato inaspettato. Due ore dopo, la vecchia ha girato da sola il dialogo con il bimbo. Un altro particolare molto importante è che tutto il film è girato in esterna, quindi, dovevamo stare attenti alla luce del sole e soprattutto a non far creare le ombre alla telecamera ed all'asta del microfono, perché l'audio era in presa diretta. Nella scena dei tavolini del bar per contrastare il sole, che si alzava di continuo, abbiamo montato delle potenti luci.
Il montaggio è durato 80 ore, tutte passate davanti al computer sul programma di montaggio Premiere Pro 2. L'immagine sul monitor era molto stretta e di tante piccole problematiche me ne accorgevo solo quando lo rivedevo in TV. Questo ha comportato un lavoro doppio, perché dovevo sempre ritoccare le piccole imperfezioni. La produzione di tutto il corto è costata circa 10.000 euro.

Devo ringraziare vivamente il sito Il Corto.it che mi ha aiutato nella realizzazione del mio progetto. Io non conoscevo i termini tecnici, i movimenti della telecamera, le inquadrature, il fatto di evitare lo zoom, l'importanza dello storyboard. Quest'ultimo ho provato a realizzarlo ma essendo negato nel fumetto e non avendo trovato nessuno che me lo disegnava ho inventato i “Movimenti di Macchina” che poi sarebbe l'appendice della sceneggiatura. Ho scritto tutti i tipi di inquadrature e i movimenti della telecamera che volevo realizzare e l'ho consegnato all'operatore. Inoltre, ho letto tutti i consigli per realizzare il corto. Ad esempio la scena del bar, dove era previsto l'arrivo dei clienti, che si sedevano e consumavano, era molto lunga. Una volta letto il consiglio di accorciare le scene e renderle veloci e significative, mi è venuta l' idea della dissolvenza, che ha funzionato!
Questo ed altro è servito ad arricchire la mia prima esperienza, pertanto, voglio ringraziare vivamente tutti voi del sito Il Corto e chiederVi di continuare così.

 

 

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