Lo scrittore Mario Vargas Llosa ha tenuto un seminario di tre giorni sulla scrittura, ospite della scuola Holden di Torino. Lo scrittore Enzo Fileno Carabba ha distillato, dai tre giorni di conversazioni, una sorta di glossario di parole-chiave. Ad ogni parola corrisponde un'idea, un paradosso, uno stimolo per la riflessione. Vedrete anche come l'approccio di Llosa sia assolutamente anti-americano, aperto all'irrazionale, contrario alle regole. Però, con una estrema chiarezza su quale sia il mondo da contrapporre alle "regole". Il fatto è che per saltare oltre le regole, ci vuole un immenso talento, ci vuole una immensa inventiva, personalità, cuore, voglia di lottare, capacità di soffrire, e - in ultima analisi - del genio.

Cantine
Sentiamo con spavento che descrive qualcosa che è dentro di noi, riconosciamo qualcosa che sta nelle cantine della nostra personalità e preme perennemente per uscire: Qualcosa che solo la letteratura può tenere a bada.

Chiarezza
Per scrivere chiaramente bisogna pensare chiaramente. E questo richiede un grande lavoro. Senza questo sforzo, andremmo incontro a un mondo di afasici.

Connessioni
Una narrazione funziona quando a poco a poco scopri connessioni misteriose, che non sapevi esistessero. O quando certi personaggi secondari crescono e quelli che credevi importanti impallidiscono. Bisogna sapere ubbidire ai demoni che evochiamo (se riusciamo a evocarli).

Crateri
Un cratere è tale se resta impresso nella mente del lettore.
Un cratere condensa una serie di eventi che si sono preparati in diverse pagine.

Desideri
La condizione umana è vagare in un abisso di desideri, è così che gli uomini sono andati avanti. Non è detto che uno sogni un mondo migliore, può benissimo sognarlo peggiore.

Demoni
Anche quando scrivo romanzi c'è la presenza della ragione, dell'idea, ma io faccio partecipare altri aspetti, i demoni che tutti abbiamo, i mostri, le passioni, i deliri.

Disadattamento/ferita/rifiuto
La lettura e la scrittura nascono da una forma di disadattamento, di ferita, di rifiuto del mondo com'è. Nascono quando il mondo non basta, e allora si sognano altre vite, altri giorni. Perché uno diventi scrittore occorre che questa inclinazione si trasformi in un atto di volontà che dura nel tempo.

Esperienza
Come le idee, non ha senso inseguire le esperienze.

Fracassata
Una storia che non annienta la distanza tra chi legge e quello che viene raccontato è una storia fracassata, fallita.

Imperfezione
Lo stile perfetto è incompatibile con il romanzo. Il romanzo esige l'imperfezione, perché riguarda le faccende umane, i rapporti tra gli uomini.

Insensatezza
Quando scrivo romanzi è la sensatezza ad essere di ostacolo, ed è l'insensatezza a darmi alimento e vita.

Ipnosi
Quando la tecnica uccide la storia è perché non fa il suo vero lavoro, che non è mostrarsi, è ipnotizzare. Bisogna far credere che tutto è importante, non ci devono essere parole che stanno lì solo per far vedere che sei bravo; come non devono esserci parole che stanno lì solo per informare di qualcosa. La Voce del narratore deve divorarti.

Lettura
Imparare a leggere è stato come varcare un confine, la linea che separa la nostra piccola vita da mille miracolose possibilità.
Comunque il primo miracolo è la lettura: grazie alla parola scritta, noi possiamo essere uno dei tre moschettieri, siamo Madame Bovary, siamo Achab, siamo Don Chisciotte.

Limiti
Il narratore deve avere caratteristiche determinate, deve collocarsi da qualche parte e deve quindi avere dei
limiti. Dai limiti sgorga il racconto.

Lingua
La letteratura nasce da una lotta all' ultimo sangue con la lingua. Bisogna non essere in sintonia con la normalità linguistica. Lo stile è la differenza.
Verso il linguaggio non bisogna avere un atteggiamento di sudditanza. Si tratta di addomesticare, domare la lingua perché obbedisca al mondo confuso che abbaimo in noi. L'autenticità è un problema tecnico.

Menzogna
Non riuscii a raccontare la verità, scoprii che la verità non era persuasiva. Scoprii la natura profondamente menzognera della narrazione. Io stesso non riuscivo a crederci, quando raccontavo quella storia accaduta davvero. Il buon romanzo è una menzogna imposta con abilità, una menzogna che si trasforma in verità.
Per quasi tutte le mie storie ho avuto bisogno di documentarmi per mentire meglio, per mentire con consapevolezza, non per raggiungere la verità storica.

Narratore
Il personaggio più importante è il narratore: anche lui è un essere inventato. Inizia a vivere con la prima parola della storia e muore con l'ultima. L'autore è un'altra cosa. Se non altro, di solito continua a vivere anche dopo che l'ultima parola è stata scritta.
Se il narratore racconta cose che in realtà non può vedere, se è nel presente e salta nel futuro, allora è difficile credergli, perché cade la coerenza e casca l'asino.
Ci possono essere molti piani attraverso cui è narrata la storia. Solo che, quando cambia il tempo o lo sguardo, cambia anche il narratore. E' un essere mutevole e astuto. Può cambiare mille volte, ma non si fa mai sorprendere in una posizione impossibile.

Narrazione orale
Non bisogna mai dimenticare questa radice fin dagli albori della vita comunitaria. Nel romanzo Il Narratore ambulante si parla di un narratore ambulante della sperduta e dispersa tribù machiguenga.
Racconta miscugli di storie, aneddoti, pettegolezzi, messaggi. Ma soprattutto questo: ricorda a tutti che fanno parte di una comunità. Ricorda loro che oltre quel monte, al di là della voragine, ci sono altri uomini come loro, con una tradizione comune, tenuta insieme dalle parole.

Orecchio
Trovare la parola giusta è una questione di orecchio. Bisogna rileggere le proprie cosa ad alta voce. Non è detto che si cerchi la frase perfetta. Ma bisogna cercare la frase funzionale. Ogni frase deve fondersi con la successiva in un unico flusso sonoro, nulla deve stridere. Ci si arriva ascoltando la propria voce.

Paratìe
Bisogna scrivere con tutti i propri istinti, con le cose che non si sa di avere o addirittura non si vorrebbe sapere di avere dentro. A volte vedi uno scrittore che ami, ti accorgi che è un ometto insignificante. Ma il fatto è che dentro quell'ometto lì, quando scrive, si aprono le paratìe. E perché questo avvenga, perché dentro di te si aprano le paratìe. E perché questo avvenga, perché dentro di te si aprano le paratìe, devi usare tutti i materiali che davvero ti servono, senza preoccuparsi della loro provenienza.

Paura
Non ci sono materiali buoni e materiali cattivi in assoluto, dipende solo da te. Devi nutrirti di qualsiasi cosa, anche delle tue paure.

Rischio
Scrivere richiede un investimento titanico, mostruoso: E' un rischio totale. La cosa più pericolosa è credere di avere talento. E' pericoloso anche riuscire a scrivere con eccessiva facilità. I grandi libri nascono da un grande sforzo
Non bisogna fermarsi. Scrivere è una lotta simbolica contro la morte. E' un rischio totale e un fiume lucente. E' salvare immagini, persone, pezzi di mondo.

Riso
Autori come Rabelais, Sterne o Vonnegut creano un sistema, un ordine che sembra racchiudere il mondo. La risata e la digressione sono parte di questo ordine. I romanzi riusciti ci danno qualcosa in più: un ordine, un'organizzazione. Usciamo da un buon romanzo con una sicurezza che il mondo non ci dà

Schemi
All'inizio faccio degli schemi, traccio delle traiettorie. Ma poi non obbedisco a questi schemi. Sarebbe la morte. Gli schemi sono trampolini. Dalla storia e dai personaggi ci si aspetta delle sorprese, è questa la parte più emozionante.

Sfera
Una storia deve avere qualità sferica, deve suscitare una sensazione di autosufficienza, di totalità. E questo dipende da un punto soprattutto: cosa dice e cosa tace il narratore? Non può dire tutto, e non è neppure detto che capisca tutto. Ci sono grandi capolavori in cui chi racconta è al di sotto degli eventi, non li comprende.

Silenzio
Quando scrivo un romanzo è il silenzio che domina per me, una specie di separazione da tutto e quello che devo fare in questo silenzio è trovare il modo di dare credibilità a tutto, dare alla storia un potere di persuasione.

Smarrimento
Si parla di romanzi in cui si intrecciano molte voci. Spesso si passa bruscamente da una situazione all'altra, da un tempo all'altro, senza avvertimenti, senza segnali. All'inizio questo genera smarrimento. Ma poi, dato che il tutto è regolato da una grande coerenza, si entra in un sistema dove tutto appare miracolosamente chiaro.

Sovversione
La letteratura ha una radice sovversiva, sempre, anche se l'autore lo ignora. Questo lo capì l'Inquisizione spagnola: per trecento anni furono proibiti i romanzi in tutte le colonie spagnole. Gli inquisitori dicevano che per gli indigeni i romanzi erano pericolosi, generavano inquietudine.

Struttura/sistema
Bisogna allora cercare e trovare un sistema funzionale quando ci si accinge a narrare una storia. Io, quando trovo quello che si addice alla specifica storia che ho in mente, mi rilasso, so qual è l'ordine da dare al caos. La struttura è allora proprio l'ordine che si pone di fronte al caos, nei personaggi, tra linee di forza.

Vocazione
Non cerco particolari esperienze per poi scriverne; e soprattutto non so perché certe esperienze fermentano potentemente e altre no. Questa è la zona più misteriosa della vocazione, c'è una regione segreta della personalità in cui si compiono queste scelte. Forse scendendo in quella regione potremmo scoprire veramente chi siamo.