4 marzo 1943 nasceva Lucio DallaUn Cortometraggio è una storia. Ma anche alcune canzoni, cioè le parole di alcune canzoni sono storie, ovvero possono essere considerate cortometraggi cantati.  C'è un parallelo affascinante tra due forme d'arte apparentemente distinte: il cinema in formato breve e la canzone con un contenuto narrativo definito. Per analizzare appieno questa affermazione, è necessario esplorare le caratteristiche intrinseche di entrambi i mezzi espressivi ed i punti di contatto che hanno in comune.

Il Cortometraggio come Storia: Si definisce l'essenza del cortometraggio: esso è primariamente una narrazione. Sebbene la sua durata limitata imponga una sintesi e una focalizzazione su un nucleo narrativo specifico, un buon cortometraggio possiede gli elementi fondamentali di una storia: personaggi (anche se spesso con un arco narrativo più conciso), un conflitto (interno o esterno), uno sviluppo degli eventi (seppur rapido) e, idealmente, una risoluzione o un punto di svolta che lascia un segno nello spettatore. La forza del cortometraggio risiede nella sua capacità di evocare un intero universo narrativo in un tempo ristretto, spesso concentrandosi su un singolo momento significativo o su un'unica linea narrativa. Il linguaggio del cinema – immagini, suoni, montaggio – contribuisce potentemente a veicolare questa storia in modo viscerale ed emotivo.

Le Canzoni come Storie: Si introduce un'analogia, spostando l'attenzione sul potere narrativo di alcune canzoni. Non tutte le canzoni raccontano una storia in senso stretto; molte si concentrano solo su emozioni, stati d'animo od impressioni. Tuttavia, esiste un filone consistente di canzoni i cui testi sviluppano una vera e propria narrazione, con personaggi definiti (anche se a volte solo accennati), situazioni specifiche, un inizio, uno sviluppo e, in molti casi, una conclusione od un momento culminante. Queste "storie cantate" possono variare enormemente in termini di complessità, dalla semplice ballata che narra un evento specifico alla canzone più elaborata con personaggi sfaccettati e trame intrecciate.

Il Cortometraggio Cantato: Alcune canzoni possono essere considerate cortometraggi cantati? è la chiave per comprendere l'analogia proposta. Suggerisce che le canzoni con una forte componente narrativa condividono con il cortometraggio la capacità di raccontare una storia in un formato relativamente breve e conciso. In questo senso, il testo della canzone funge da "sceneggiatura" essenziale, evocando immagini e sequenze nella mente dell'ascoltatore attraverso la descrizione di eventi, dialoghi (anche se spesso impliciti) e l'evoluzione emotiva dei personaggi. La musica e la melodia, in questo contesto, possono essere paragonate alla colonna sonora e all'atmosfera visiva di un cortometraggio, intensificando le emozioni e sottolineando i momenti chiave della narrazione.

Analisi dell'Analogia: L'analogia tra cortometraggio e "canzone narrativa" è illuminante sotto diversi aspetti:

  • Brevità e Sintesi: Entrambe le forme d'arte richiedono una notevole capacità di sintesi. Un cortometraggio deve raccontare una storia efficace in un tempo limitato, così come una canzone narrativa deve condensare la sua storia in pochi minuti, spesso sfruttando strofe e ritornelli per far avanzare la narrazione od enfatizzare i temi centrali.
  • Focus e Intensità: Sia il cortometraggio che la canzone narrativa tendono a concentrarsi su un aspetto specifico o su un momento cruciale, creando un impatto emotivo intenso nello spettatore/ascoltatore.
  • Evocazione Immaginativa: Le parole di una canzone narrativa ben scritta hanno il potere di creare immagini vivide nella mente dell'ascoltatore, proprio come le inquadrature di un cortometraggio. L'immaginazione dell'audience gioca un ruolo cruciale nel completare il quadro narrativo.
  • Elementi Narrativi Essenziali: Nonostante la differenza di linguaggio espressivo, entrambi possono presentare personaggi (anche se stilizzati o impliciti), un conflitto (anche interiore), uno sviluppo (anche se rapido) e un potenziale punto di svolta o risoluzione.
  • Impatto Emotivo: Sia un cortometraggio ben riuscito che una canzone narrativa potente hanno la capacità di suscitare forti emozioni nel loro pubblico, che si tratti di gioia, tristezza, rabbia, speranza o riflessione.

Limiti dell'Analogia: È importante riconoscere anche i limiti di questa analogia. Il cortometraggio è un mezzo intrinsecamente visivo, che sfrutta la potenza delle immagini in movimento, del montaggio e della recitazione per raccontare la sua storia. La canzone narrativa si affida principalmente al linguaggio verbale e alla sua musicalità. Sebbene alcune canzoni possano essere accompagnate da videoclip che ne ampliano la dimensione visiva, la loro essenza narrativa risiede nel testo e nella sua interpretazione sonora. Inoltre, la struttura tipica di una canzone (strofa, ritornello, ponte) impone un ritmo narrativo diverso da quello di un cortometraggio, che può variare liberamente la sua struttura temporale e spaziale.

RIFLESSIONE: Nonostante le differenze nel linguaggio espressivo, possiamo cogliere un'importante verità: alcune canzoni possiedono una forza narrativa tale da poter essere considerate, in un certo senso, "cortometraggi cantati". Entrambe le forme d'arte dimostrano come una storia, anche breve e concisa, possa avere un impatto significativo sul pubblico, evocando emozioni, stimolando l'immaginazione e lasciando un segno duraturo. Quindi possiamo considerare la narrazione in una prospettiva più ampia, riconoscendo la sua presenza e la sua efficacia in diverse forme artistiche.

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Ecco un’analisi approfondita che mostra come il testo della canzone presentata al Festival di Sanremo nel 1971 intitolata “4 marzo 1943” di Lucio Dalla funzioni, con una struttura e molta atmosfera, è molto più di un brano musicale: è un racconto poetico e struggente che, per costruzione e contenuto, si avvicina sorprendentemente alla forma di un cortometraggio: è esattamente come un piccolo cortometraggio cantato.

Per poterla studiare ed apprezzare dobbiamo prima ascoltarla:

* Il racconto in musica come un Cortometraggio

Attraverso una narrazione lirica, la canzone dipinge una storia completa, ricca di personaggi, ambientazioni e temi profondi. La canzone si apre e si chiude come un film breve: ha un prologo, un arco narrativo con svolta drammatica, un climax emotivo e un epilogo riflessivo. Non esistono dialoghi, ma una voce narrante – il “figlio” – che, come una voce fuori campo, ci guida tra flashback e momenti di vita.

Struttura narrativa con accenni di Visualizzazione filmica

Prologo (Voice‑over iniziale)
Un testo in apertura introduce subito i personaggi: la giovane madre sedicenne e un misterioso soldato “venuto dal mare”. È come un timpano sonoro su nero, dove la voce comincia a raccontare ciò che vedremo.

Atto I – L’incontro e la nascita

  • Scena 1: Il prato in primavera
    Inquadratura ampia su un prato assolato. Una ragazza di sedici anni (la madre) danza tra i fiori, col suo abito leggero. La musica calda annuncia l’arrivo di un soldato in divisa, di spalle.
    Filmico: carrellata dolce che avvicina la camera a loro; dissolvenza sul primo piano della ragazza che sorride.
  • Scena 2: L’amore fugace
    Soggettiva del soldato che la prende per mano, ed il cielo azzurro che riempie lo schermo. Un bacio rubato, poi il soldato se ne va.
    Filmico: primo piano sul loro contatto, poi taglio netto sul soldato che marcia via.

Atto II – La solitudine e la scelta

  • Scena 3: La stanza sul porto
    Interno-notte, luce fioca di una lampada. La madre seduta sul pavimento, un lenzuolo bagnato di lacrime tra le braccia. Tra le mani un piccolo fagotto (il neonato).
    Filmico: piano sequenza che gira intorno a lei, evidenziando l’ansia sul volto.
  • Scena 4: La notizia della guerra
    Una radio gracchia voci di dispaccio. L’eco della morte del soldato risuona in dissolvenze. Il pianto del bambino sovrasta ogni cosa.
    Filmico: stacco su dettagli (mani che stringono il lenzuolo, lacrime che cadono), poi campo lungo sulla città portuale al crepuscolo.

Climax – L’accettazione

  • Scena 5: Primo piano della madre
    Sguardo deciso, la ragazza culla il figlio. Una ripresa ravvicinata mostra il sorriso amaro: “Lo crescerò da sola”.
    Filmico: close‑up con profondità di campo ridotta, che isola il suo volto dallo sfondo sfocato.

Atto III – Il figlio adulto

  • Scena 6: Il porto oggi
    Ripresa moderna, luce del mattino. Un uomo guarda l’orizzonte. È il narratore, quel bambino ormai uomo.
    Filmico: long shot sul protagonista che cammina tra le banchine, la camera lo segue in dolly.
  • Scena 7: Voce fuori campo / Epilogo
    Il protagonista sorride amaro: “Il tuo nome è stato un regalo…” Mentre la musica cala, lui aggiunge il suo nome: “Gesù Bambino”.
    Filmico: dissolvenza a nero con sovrapposizione del titolo di coda.

Personaggi in scena - Protagonisti

  • La Madre (16 anni): una ragazza impetuosa, fragile e coraggiosa, che affronta la maternità da sola dopo una breve relazione con un soldato straniero.
    Costumista: vestito leggero color crema, capelli sciolti.
  • Il Padre/Soldato: figura di passaggio, un soldato "che veniva dal mare", simbolo dell'amore fugace e della tragedia della guerra.
    Costumista: giacca verde militare, stivali.
  • Il Figlio/Narratore: narratore della storia, che riflette sulla propria origine e identità: giovane uomo di oggi. È la coscienza della storia.

Ambientazione

  • Il prato: luogo dell'incontro amoroso tra la madre e il soldato, simbolo di innocenza e passione.​
  • La stanza sul porto: spazio della solitudine e della maternità, dove la giovane madre affronta le difficoltà della vita quotidiana.​
  • Il porto: ambiente in cui il figlio cresce e vive, tra la gente semplice e le sfide della vita adulta.​

Struttura narrativa

La canzone segue una struttura narrativa chiara, simile a quella di un cortometraggio:​

  • Esposizione: presentazione dei personaggi e dell'ambientazione.​
  • Conflitto: la morte del soldato e la gravidanza della giovane madre.​
  • Climax: la decisione della madre di tenere il bambino e crescerlo da sola.​
  • Risoluzione: il figlio adulto riflette sulla propria identità e sul significato del nome che porta.

Indicazioni filmiche

Per trasporre questa canzone in un cortometraggio, si potrebbe adottare uno stile visivo poetico e realistico, con una fotografia che enfatizzi i contrasti tra la giovinezza della madre e la durezza della vita portuale. I colori potrebbero essere tenui, con una palette che richiami i toni del mare e della terra.​

Le scene chiave includerebbero:​

  • L'incontro tra la madre e il soldato nel prato.​
  • La solitudine della madre nella stanza sul porto.
  • La crescita del bambino e la sua vita adulta nel porto.​

La narrazione, come nella canzone, potrebbe essere affidata alla voce fuori campo del figlio adulto, che racconta la storia con tono malinconico e riflessivo.​

Temi e motivazioni

  • Amore fugace vs. responsabilità: l’incontro, la breve relazione tra la madre ed il soldato, con la conseguente perdita, rappresentano l'intensità e la fugacità dell'amore che cambia una vita.
  • Maternità precoce, solitudine e sacrificio: la giovane madre affronta la maternità con coraggio, sacrificando la propria giovinezza per il bene del figlio.
  • Memoria ed identità: il figlio riflette sulla sua origine, sul nome che porta con sé, nome datogli dalla madre, simbolo della sua origine e della memoria di lei.

Analoghe scelte di messa in scena

  • Voice‑over per condensare tempo e introspezione.
  • Flashback nitidi per ricostruire il passato (primo atto).
  • Dettagli simbolici (il prato, la radio, il mare) che fungono da “props” ricorrenti.
  • Transizioni musicali come dissolvenze drammatiche (ritornelli usati per passare da un’epoca all’altra).
  • Gioco di luci: luce solare per la spensieratezza del primo incontro; luce fredda e artificiale per la solitudine notturna; luce naturale del giorno per l’epilogo.

gesubambino ovvero 4 marzo 1943 di lucio dalla e paola pallottino OK

Conclusione

4 marzo 1943” è, in effetti, un cortometraggio musicale: è un esempio perfetto di come una canzone possa contenere una storia completa ripartita in scene, dotata di personaggi, ambientazioni e temi profondi, con conflitto, svolta e risoluzione. Analizzando il testo e la sua struttura narrativa, possiamo apprezzare la maestria con cui Lucio Dalla e Paola Pallottino (che insieme a lui ha scritto il testo) hanno saputo raccontare una vicenda toccante ed universale, che continua ad emozionare e ispirare anche dopo molti anni. La canzone 4 marzo 1943 è un piccolo grande film, dove la durata ridotta (pochi minuti di canzone) non inficia la potenza narrativa.

Come sceneggiatore, riconoscere queste analogie aiuta a trasformare testi lirici in sceneggiature visive: ogni strofa diventa un blocco di scena, ogni ritornello un momento di svolta emotiva. E così impariamo che le canzoni possono raccontare storie tanto potenti quanto i cortometraggi, con la forza dell’immaginazione ed il fascino delle immagini evocate dalle parole accompagnate dalla musica.

Qui riportiamo solo per studio il testo della canzone “4 marzo 1943"

Dice che era un bell'uomoe veniva, veniva dal mareparlava un'altra lingua però sapeva amaree quel giorno lui prese mia madre sopra un bel pratol'ora più dolce prima d'essere ammazzato

Così lei restò sola nella stanza,la stanza sul portocon l'unico vestito, ogni giorno più cortoe benchè non sapesse il nomee neppure il paesem'aspettò come un dono d'amorefin dal primo mese

Compiva sedici anniquel giorno la mia mammale strofe di tavernale cantò la ninna nannae stringendomi al petto che sapeva,sapeva di mare, giocava a far la donnacon il bimbo da fasciare

E forse fu per gioco o forse per amoreche mi volle chiamare come Nostro Signoredella sua breve vita il ricordo,il ricordo più grosso, è tutto in questo nomeche io mi porto addosso

E ancora adesso che gioco a cartee bevo vino,per la gente del portomi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a cartee bevo vino,per la gente del portomi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a cartee bevo vino,per la gente del portomi chiamo Gesù Bambino

Fonte: https://www.musixmatch.com

Compositori: Lucio Dalla / Paola Pallottino

Testo di 4/3/1943 © Universal Music Publishing Ricordi Srl.