Prendi ispirazione da questi personaggi horror comuni e scrivi una sceneggiatura killer. L'horror è un genere senza tempo, con le sue radici nelle storie più antiche mai raccontate. Ma man mano che il cinema si è evoluto come industria, anche i film horror hanno capito cosa funziona e cosa no. Detto questo, alcune cose sono così intrinseche al genere che diventano tropi o archetipi. I più notevoli tra loro sono gli archetipi dei personaggi: le persone che fanno dell'horror un'arena narrativa così iconica. Che si tratti di bambini inquietanti, del gatto che non dovresti seguire o della persona che sopravvive a tutto, i personaggi fanno il film. Dai un'occhiata ad alcuni degli archetipi dei personaggi che rendono il genere horror così senza tempo e che rendono questi film così fantastici.
Quali sono gli elementi di discrimine che fanno di un film horror un classico della paura e non un grottesco flop? Negli ultimi 25 anni, il genere horror è stato in grado di passare da strepitosi successi al botteghino diventati pietre miliari del cinema anche per la critica a prodotti di serie B assolutamente incapaci di spaventare qualcuno, anzi, passando nel grottesco e nel ridicolo. Quali sono gli elementi che fanno da discrimine fra un film horror di successo e un vero e proprio flop? Ne dà indicazioni un sito un po' schizato come Cracked, per cui non prendete per oro colato e come tassative le 5 note. Però, c'è senz'altro del vero.
Ah, le vacanze. Hollywood ha trasformato la stagione nevosa in un paesaggio magico per varie storie come quei film per famiglie degli anni '90, commedie romantiche di Hallmark e alcune delle storie d'avventura più celebri di tutti i tempi. Detto questo, c'è un altro genere che riceve molta attenzione durante il periodo natalizio: l'horror. Mentre alcuni film sviluppano l'immagine genuina di un paese delle meraviglie invernale, altri usano il freddo pungente, la quiete ultraterrena della vigilia di Natale o persino creature leggendarie per alimentare storie terrificanti sullo schermo.
Fare un corto sperimentale significa forse fare prove di ripresa con la propria videocamera?
Fare un corto sperimentale significa fare delle sperimentazioni (sempre prove) in fase di montaggio?
Fare un corto sperimentale significa che se abbiamo delle immagini un pò "strane" (qualcuno le chiamerebbe inquadrate od esposte in modo errato) le possiamo catalogare come sperimentali? come pure se facciamo un piccolo documentario, od assembliamo delle immagini grafiche fatte col computer?....
Un documentario è un tipo di film o produzione audiovisiva che mira a rappresentare la realtà in modo oggettivo e informativo. A differenza della finzione cinematografica, in cui la trama e i personaggi sono creati dalla fantasia degli autori, i documentari cercano di catturare eventi, persone, luoghi, storie e fatti reali attraverso immagini, suoni e narrazione. I documentari possono coprire una vasta gamma di argomenti, da questioni sociali e politiche a storia, scienza, cultura, natura, viaggi e molto altro.
Visto che così com'è la cerimonia è un po' corta – ehm – ma anche perché ci sono mestieri che meriterebbero un po' di attenzione in più. Da quasi vent’anni gli Oscar premiano sempre le stesse 24 categorie. La più recente, infatti, è quella per il miglior film d’animazione, che esiste dal 2002. Nel 2018 l’Academy, l’associazione che assegna gli Oscar, provò a introdurre un nuovo premio per il “film più popolare“, ma l’idea piacque così poco che il premio non è mai stato assegnato.
La differenza tra un film comico e un film commedia è spesso una questione di sfumature e terminologia, ma generalmente questi due generi sono simili, ma possono variare nella loro intensità e nell'approccio alla comicità.
Come nascono i cartoni animati?
Il film di animazione è il risultato di un'illusione ottica, dovuta al un fenomeno fisico chiamato “persistenza visiva”. L'occhio umano, infatti, ha la capacità di trattenere sulla retina un'immagine per una frazione di secondo anche dopo che essa è sparita dal campo visivo. In quella stessa frazione di secondo, la prima immagine può essere sostituita da un'altra lievemente diversa, fornendo così al cervello l'illusione del movimento.
(Per inciso, è la stessa tecnica usata per il cinema... infatti prima dell'invenzione dei fratelli Lumiere, esistevano apparecchi che, sfruttando appunto tale tecnica, davano l'illusione del movimento...)
Il genere fantascientifico, noto anche come "science fiction" o "sci-fi" in inglese, è un genere letterario e cinematografico che si caratterizza per la narrazione di storie ambientate in mondi immaginari, in cui elementi scientifici o tecnologici avanzati, spesso al di là della nostra conoscenza attuale, svolgono un ruolo significativo nella trama.
Origini e nascita: La nascita ufficiale del genere fantascientifico può essere fatta risalire al XIX secolo, sebbene esempi di narrazioni che incorporano elementi fantascientifici si possano trovare in opere precedenti. Alcuni dei primi scritti di fantascienza comprendono le opere di autori come Mary Shelley, con il suo romanzo "Frankenstein" (1818), che tratta di un essere animato scientificamente; e Jules Verne, noto per romanzi come "Ventimila leghe sotto i mari" (1870) e "Dalla Terra alla Luna" (1865), che esplorano viaggi spaziali e avventure tecniche.
Tuttavia, il termine "science fiction" appare per la prima volta nel 1926, quando Hugo Gernsback, un editore di riviste specializzate nella pubblicazione di racconti fantascientifici, introdusse la rivista "Amazing Stories". Questa rivista ebbe un impatto significativo nella diffusione e nella definizione del genere, contribuendo a stabilire molte delle convenzioni e tematiche comuni associate alla fantascienza.
Sviluppo del genere: Durante il XX secolo, il genere fantascientifico si è evoluto notevolmente e ha abbracciato una vasta gamma di temi e sottogeneri. Negli anni '30 e '40, l'età d'oro della fantascienza, si svilupparono temi come i viaggi interstellari, gli incontri con razze aliene, i mondi futuristici e le tecnologie avanzate. Questo periodo vide l'emergere di autori come Isaac Asimov, Arthur C. Clarke e Robert A. Heinlein, che hanno lasciato un'impronta duratura nel genere.
Negli anni '50 e '60, la fantascienza diventò più riflessiva e spesso speculativa sulle implicazioni sociali, politiche e filosofiche delle tecnologie e delle scoperte scientifiche. Opere come "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury e "1984" di George Orwell affrontavano temi legati alla società e alla politica.
Negli anni '70 e '80, la fantascienza si arricchì ulteriormente con la nascita del "cyberpunk", un sottogenere focalizzato sulla tecnologia, l'informatica e l'integrazione tra esseri umani e macchine. Opere come "Neuromancer" di William Gibson contribuirono a definire questo sottogenere.
Il primo film fantascientifico della storia può essere il “Viaggio nella Luna” (titolo originale Le voyage dans la Lune) di Georges Méliès del 1902.
Altra pellicola famosa del genere è Metropolis di Fritz Lang, l’antesignano del cinema fantascientifico a livello primordiale. Datato 1927, questo film offre una panoramica futuristica sulla lotta di classe.
I riferimenti cinematografici più recenti ed illustri non possono che accostarsi a figure leggendarie del panorama fantascientifico come Steven Spielberg e George Lucas.
Oggi, la fantascienza continua a prosperare come genere popolare in letteratura, cinema, televisione e altri media. Esplora ancora una vasta gamma di temi, inclusi viaggi spaziali, intelligenza artificiale, futuro distopico, esplorazione aliena, viaggi nel tempo e molto altro. Oggi, è uno dei generi più amati e influenti, in grado di stimolare la nostra immaginazione e sfidare il nostro modo di vedere il mondo e il futuro.
Ogni genere cinematografico ha la sua peculiarità cercando di trasmettere determinati messaggi e contenuti. Il genere fantascientifico non si distacca da questo tipo di realtà. Anche se è un genere di per sé tendente all’allontanamento dalla realtà, qualcosa più vicino ad un sogno, cerca di estremizzare i concetti, le concezioni e i punti di vista della realtà in cui viviamo. A volte anticipando cambiamenti nella società, che poi si verificano puntualmente, almeno in parte.