Una struttura narrativa disorganizzata in un cortometraggio si discosta dalla tradizionale linearità cronologica degli eventi. La storia può essere presentata attraverso salti temporali frequenti (flashback, flashforward), sequenze non consequenziali od un montaggio che privilegia associazioni tematiche o emotive piuttosto che una progressione logica degli avvenimenti. Ma un approccio simile, se non ben gestito, può frammentare la percezione del tempo e dello spazio narrativo, sfidando lo spettatore a ricostruire attivamente la cronologia degli eventi e le relazioni causa-effetto.
Leggi tutto: Un errore comune: Struttura narrativa disorganizzata nel cortometraggio
Un personaggio secondario diventa importante in un film quando influenza direttamente od indirettamente la trama principale o l'arco narrativo del protagonista, spesso fornendo un aiuto cruciale, un ostacolo significativo o un punto di vista alternativo. Può rivelare aspetti nascosti del protagonista attraverso le loro interazioni o agire come catalizzatore per il suo cambiamento. A volte, un personaggio secondario incarna un tema specifico del film o offre un contrasto con il protagonista, arricchendo la profondità della narrazione.
Leggi tutto: La debolezza dei personaggi secondari nei cortometraggi
Nella scrittura di un cortometraggio, ogni secondo conta. Non c'è spazio per deviazioni tematiche, moralismi accidentali o troppe sottotrame. Eppure, uno degli errori più comuni — e più distruttivi — è proprio l’inserimento di troppi temi in competizione tra loro. Questo fenomeno confonde lo spettatore, diluisce il messaggio principale e spegne l’impatto emotivo.
Il conflitto chiaro della storia narrata in un film od in un cortometraggio si riferisce alla forza trainante principale che mette in moto gli eventi e crea la tensione drammatica. È la lotta centrale, interna o esterna, che il protagonista deve affrontare e superare per raggiungere il suo obiettivo. Un conflitto chiaro e ben definito, comprensibile fin dalle prime fasi della narrazione, mantiene lo spettatore emotivamente partecipato nel destino del protagonista.
L’incipit di un cortometraggio è la prima stretta di mano tra la tua storia e lo spettatore: in pochi secondi deve catturare l’attenzione, inquadrare il tono, porre un primo dilemma. Un “incipit debole o troppo prolisso” rischia di allontanare chi guarda, vanificando l’impatto anche di una grande idea.
Leggi tutto: Un errore comune: Incipit debole o troppo prolisso
Un errore comune nella scrittura di una sceneggiatura è quello di creare dialoghi che risultano troppo espliciti, privi di sottotesto. In altre parole, i personaggi dicono esattamente ciò che pensano o sentono, senza lasciare spazio a interpretazioni o letture più profonde. Questa mancanza di sottotesto può rendere le conversazioni piatte, prevedibili e meno coinvolgenti per lo spettatore.
Leggi tutto: Un errore comune: Il dialogo è privo di sottotesto.
In una sceneggiatura, il protagonista è il fulcro della narrazione ed è il veicolo attraverso cui il pubblico vive il conflitto e la trasformazione della storia. Uno degli errori più comuni è rappresentato da un personaggio principale che non possiede un obiettivo abbastanza forte: una mancanza che indebolisce la motivazione narrativa e impedisce al pubblico di empatizzare con la sua evoluzione.
Leggi tutto: Un errore comune: Il protagonista non ha un obiettivo abbastanza forte.