È ironico, divertente e leggero il nuovo film di Barbie! Non esattamente come ci aspettavamo ma comunque un film riuscito per i giorni nostri. Il nuovo film in stile “femminismo pop” tutto rosa e da poco uscito (finalmente) nelle sale italiane è opera della regista Greta Gerwig. Barbie ha subito creato un effetto hype, suscitando l’interesse del pubblico che, anche dopo anni, rimane legato alla bambola e che si è presentato in sala indossando abiti o accessori rosa, come le pagine Google Barbie related. I protagonisti non potevano che essere Barbie Stereotipo (interpretata dalla favolosa Margot Robbie) e la sua ombra: Ken “che aspetta solo di essere guardato da Barbie” (e che prende vita grazie allo spirito e all’esibizione di Ryan Gosling).
La storia: Barbie si sveglia come ogni mattina nella fantastica - Barbieland - dominata da Barbie di tutti i tipi: Barbie presidente, Barbie scrittrice, Barbie astronauta e tante altre. Qui la fantasia non si scontra mai con la realtà del mondo in carne ed ossa e la vita è semplice, perfetta e finta tanto che l’acqua della doccia, il latte e le scale… semplicemente non esistono. (Chi mai farebbe fare i gradini alla sua Barbie?!)
Però Barbie inizia ad avere pensieri negativi e i suoi piedi diventano piatti, così rivolge a Barbie Stramba (simbolo di tutte le Barbie alle quali i bambini si sono divertiti a fare di tutto, tagli di capelli improponibili, mutilazioni o trucchi e movimenti).
La soluzione per tornare alla perfezione iniziale è addentrarsi nel Mondo Reale per incontrare la bambina a cui appartiene e capire cosa non va. Ken la accompagna, e mentre Barbie pensa di aver trovato la sua proprietaria in una scuola superiore, Ken è in biblioteca a scovare libri sul patriarcato. Ken torna a Barbieland. Barbie invece, viene trattenuta da alcuni uomini che lavorano per l’azienda Mattel, produttrice di giocattoli, che la portano in fabbrica e cercano di farla tornare nella confezione. Barbie tenta di fuggire e incontra un’anziana signora. Viene poi salvata da quella che credeva fosse la sua bambina e dalla madre di questa e decide di mostrare loro il suo mondo. Arrivate a Barbieland però, i Ken - sempre in secondo piano ai margini della società governata da Barbie - hanno ora preso il sopravvento. Non rivelo nulla sul come si è svolto il resto, quella è la parte più divertente e ironica… e la scena finale vale tutto il film!
La scenografia è notevole e studiata in ogni dettaglio, come se fosse un gioco a grandezza naturale. I costumi riprendono i veri pezzi nelle confezioni originali di Barbie che ci sarebbe piaciuto da morire indossare. Il tutto è condito con coreografie e musiche (queste raccolte in un album musicale con voci di artisti tra i quali Nicki Minaj & Ice Spice, Dua Lipa, Ava Max, Charlie XCX e numerosi altri) come in un vero e proprio musical.
La sceneggiatura non molto ricca e profonda rimane sempre ad un livello piuttosto superficiale. Ad ogni personaggio è stato conferito un tono di voce e un linguaggio proprio e ben delineato, come il carattere.
Non c’è mai un dialogo troppo profondo ma si distingue il monologo della madre della ragazzina che spiega le controindicazioni dell’essere una donna nel mondo attuale: le cose che ci rendono madri, figlie, mogli, donne pur avendo agli occhi degli altri tutte le imperfezioni e le incoerenze del mondo. Solo se ci si riesce a definire come desideriamo, allora si può essere felici e pronti per nuovi obiettivi. È chi si pone domande o dubbi che in realtà vive.
Il film dimostra come Barbie sia molto di più di un pezzo di plastica, è un’idea che ha preso vita grazie alla storia di qualcuno. Chi riesce a vederla con lo sguardo della fantasia, allora può decidere di farla vivere dentro di sé, considerandola parte della propria storia.
Il sudore e la fatica che proviamo nel nostro percorso per raggiungere la nostra idea di “perfezione” ci servono per guadagnare i nostri obiettivi tenendo strette le nostre idee, anche quando ci sembra impossibile. Ai titoli di coda, aleggiava nella sala il messaggio: Trova la tua strada e seguila, come quando giocavi con la tua Barbie preferita. Sii lei.
Articolo di Giulia Russo