"Secretary" di Steven Shaimberg

Un'affascinante ragazza dal sorriso compiaciuto e sornione, vestita da perfetta segretaria in gonna al ginocchio, camicetta castigata e tacco alto, si aggira per l'ufficio svolgendo le sue mansioni quotidiane: prepara un caffè per il suo capo, sistema delle pratiche. Cammina per l'ufficio con le braccia a mò di croce tenute in quella posizione da una specie di gogna che le cinge collo e polsi in una posizione innaturale.
Rapido rewind di qualche mese e ritroviamo la stessa ragazza bruttina, sciatta e spenta appena uscita da una clinica per disturbi psicologici. Soffre, ma non vuol darlo a vedere e l'unico sollievo lo prova nel tagiuzzarsi le cosce con le forbicine da cucito.
Sua madre pensa che un lavoro potrebbe distrarla, ma non sa che quel lavoro sarà per lei la salvezza, la luce. La consapevolezza che c'è un modo per non nascondersi, per portare la propria voglia di sottomissione verso gli apici del piacere, intrecciandola con un vero amore.
Da vedere assolutamente... geniale e giustamente esplicito.

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