Liceo Classico / Linguistico G.Carducci di Bolzano

Progetto

EFFETTO NOTTE 

Breve presentazione della realizzazione del film “Cecità”

Il progetto di ideazione e di realizzazione di un film a soggetto si è svolto nell’arco di due anni scolastici ed stato interamente autofinanziato (se si esclude un piccolo finanziamento iniziale previsto dalla scuola). 

Vi sono state tre fasi fondamentali: l’avvicinamento al linguaggio e alle modalità espressive del cinema, anche attraverso esercitazioni pratiche all’uso della telecamera, la scrittura del soggetto e della sceneggiatura del film e la realizzazione concreta. 

Da un numero iniziale di circa 50 studenti che si sono mostrati interessati all’iniziativa è venuto mano a mano selezionandosi un gruppo di 35 studenti di diverse classi che hanno lavorato concretamente e stabilmente – senza alcun tipo di obbligo – una volta alla settimana per tutto l’anno scolastico con il coordinamento del prof. Tarter. L’intento da cui il lavoro è partito era costituito da una sfida, forse ambiziosa per un lavoro scolastico, ma proprio per questo stimolante: costruire un thriller psicologico, qualcosa di insolito che ci consentisse di riflettere sulle paure e sulle tensioni nei rapporti interpersonali. 

Per l’ideazione del soggetto, dopo aver selezionato ed esaminato diversi racconti, si è scelto di prendere spunto dal romanzo di J.Saramago: Cecità (ed. Einaudi). Si è trattato solo di uno spunto, poiché l’ideazione e la scrittura della sceneggiatura si sono poi sviluppate in modo completamente autonomo e originale. Del romanzo è stata presa in considerazione l’idea di partenza: l’improvvisa e immotivata cecità dei protagonisti e il loro confinamento, altrettanto immotivato, in un luogo separato dal resto del mondo. Ai ragazzi sembrava interessante la possibilità di progettare una vicenda dove le relazioni umane fossero messe alla prova in un situazione estrema e inaspettata. 

L’altro elemento su cui si è incentrata la discussione in fase di progettazione del film è stato il tema del capro espiatorio e la questione della responsabilità individuale e collettiva, nell’elaborazione che ne ha fatto R.Girard. In particolare vi è stata una riflessione sulle dinamiche che possono crearsi nella relazione tra il gruppo e un singolo, il quale, in una circostanza difficile, finisce spesso, in modo irrazionale e ingiusto, per fare da catalizzatore dell’aggressività e delle tensioni. In un passo de La violenza e il sacro (Adelphi), Girard afferma: “Istintivamente, si cerca un rimedio immediato e violento alla violenza insopportabile. Gli uomini vogliono convincersi che i loro mali dipendono da un unico responsabile di cui sarà facile sbarazzarsi”. Questa frase, che nel film compare prima dei titoli di chiusura, rappresenta una felice sintesi dei problemi che abbiamo cercato di affrontare.

Coadiuvati dall’attrice Flora Sarrubbo che ha collaborato al progetto, una parte dei ragazzi, interessati alla recitazione, ha lavorato all’affinamento delle tecniche attorali, misurandosi mano a mano con le parti della sceneggiatura che venivano realizzate in modo da fornire indicazioni utili per la costruzione dei dialoghi. Si è poi proceduto alla realizzazione concreta per la quale sono state utilizzate delle telecamere digitali. Il film è stato in gran parte ambientato nei sotterranei della ex-ricevitrice Resia dell’Azienda Elettrica di Bolzano. Alcuni mesi sono stati infine dedicati al montaggio dell’intero lavoro che consiste ora in un lungometraggio di 84 minuti. Al lavoro ha collaborato anche Giuseppe Schettino della scuola Zelig di Bolzano.

L’attività ha consentito di amalgamare studenti di diverse classi sia del classico che del linguistico, dando loro l’occasione di acquisire abilità collaborative e di sviluppare molteplici forme di creatività nel quadro della realizzazione di un progetto concreto di notevole complessità. Molti dei ragazzi appartengono alle classi del biennio e alla prima classe del triennio, e costituiscono quindi un gruppo stabile che potrà essere in futuro arricchito dal contributo di nuovi studenti. Uno degli obiettivi è infatti quello di giungere alla maturazione di una piena autonomia da parte degli studenti nella ideazione e nella gestione di progetti di questo tipo e, più in generale, nell’utilizzo – anche per finalità didattiche – degli strumenti audiovisivi.

 

CECITÀ – Sinossi del film

Alcuni ragazzi diventano ciechi, mentre sono riuniti nella biblioteca della loro scuola. Tra loro c’è una ragazza che già è cieca dall’infanzia. Degli uomini con tute bianche isolano la scuola annunciando un’improvvisa e grave emergenza sanitaria. Portano via i ragazzi da quel luogo, dopo averli narcotizzati e li abbandonano in un sotterraneo. Sconvolti e disorientati cercano di sopravvivere. Si rendono conto che qualcuno dall’esterno fa trovare loro del cibo, dentro sacchetti che vengono lasciati cadere attraverso una feritoia. 

La ragazza cieca trova nel sotterraneo qualcosa che le dà la certezza di essere già stata in questo luogo in un lontano passato; ricorda, e il ricordo le consente di recuperare la vista. La circostanza però, invece di rivelarsi fortunata, innesca un clima di diffidenza e sospetti verso di lei. I rapporti tra loro si deteriorano progressivamente… 

Ispirato liberamente all’omonimo romanzo di J.Saramago. Una vicenda dove le relazioni umane sono messe alla prova in un situazione estrema e inaspettata. Viene affrontato il tema del capro espiatorio e la questione della responsabilità individuale e collettiva.

  

cecità

 

– SCENEGGIATURA –


PROLOGO

P-Sq.1 (interno notte: bagno di un locale)

Gaia, una ragazza sui sedici anni, si sta truccando davanti allo specchio.

Il suo volto (Gaia si sta mettendo il mascara) nello specchio.

La pupilla.

P-Sq.2 (interno notte: sotterraneo)

Cunicolo buio e squallido. Muri sgretolati. Tubi, cavi elettrici. Una lampadina pende dal soffitto.

TITOLO

***

I SCENA

I-Sq.1 (esterno notte: ingresso di un locale)

Michele si avvicina all’ingresso del locale sorreggendo una birra.

Michele apre la porta del locale e si infila dentro.

I-Sq.2 (interno notte: scala interna del locale)

Musica ovattata.

Michele (Fronza) scende le scale e arriva in una sala dopo aver attraversato un atrio con qualcuno che chiacchiera guardandolo passare.

Entra in una sala attigua e gli si fa incontro Edoardo.

EDOARDOHeilà!

Edoardo con un movimento rapido afferra la birra che Michele teneva in mano.

MICHELE (stupefatto) → Ehi..Ehi!!! Dove vai con la mia birra ?!

Edoardo muovendosi si gira verso Camilla e Alessandra che ridono.

EDOARDOSe non ci fossi io qua sarebbe un mortuorio... Fuggiamo insieme noi tre!

CAMILLAMmmm... rabbrividiamo già dall’emozione!

ALESSANDRASi, con la tua bicicletta!

EDOARDOStronze..

Michele lo raggiunge.

MICHELERidammi la birra!

EDOARDO (divincolandosi) → E dai... falla finita, per una birra..

Edoardo cammina oltre,

Un pò più in là gruppi di ragazzi che si divertono. Alcuni gironzolano per il locale con una bottiglia o un bicchiere in mano. Tutti fanno un gran baccano. Su un palco in un angolo della sala ci sono degli strumenti appoggiati.

Edoardo si avvicina al gruppo di ragazzi che fanno crocchio seduti intorno a Luca che invece rimane in piedi. Esclamazioni del gruppo.

Luca va incontro a Edoardo e lo saluta.

LUCACiao.. mi hai portato una birra...grazie.

La afferra dalle mani di Edoardo.

EDOARDO (a braccia aperte) → Non vale !

LUCA (allontanadosi) → Vale tutto.

Michele (Testini) sta accordando la chitarra seduto su una sedia sopra la pedana in fondo al locale. Luca gli si avvicina.

LUCA (allungando verso Michele la bottiglia) → Ne vuoi?

Michele si accorge della presenza di Luca.

MICHELECiao... si grazie.

LUCA (si siede vicino a lui sulla pedana) → Ti stai rompendo.

MICHELENo.. è che non conosco quasi nessuno.

LUCACon chi sei venuto?

MICHELECon Edo.

LUCA (sorride) → L’ho fregata a lui la birra.

MICHELEMeno male... qui è sparito tutto in cinque minuti. (Si guarda intorno) è un bel posto però...

LUCA C’eri mai stato?

MICHELENo.

Michele intravede una ragazza, di spalle, con una maglietta chiara.

MICHELELa conosci quella?

LUCAChi?

MICHELEQuella con la maglietta chiara.

LUCACaterina?

MICHELELa vorrei conoscere.

LUCAAh.. lascia a perdere. È una tipa a scuola da noi.

MICHELE (alzandosi) → Voglio conoscerla.

LUCAè una che se la tira un sacco... c’è di meglio Michele..

MICHELEIo vado. (Si allontana)

Michele si dirige verso Caterina che sta parlando con un’amica. La raggiunge e le appoggia una mano sulla spalla.

MICHELECi siamo già visti?

Caterina si volta e fissa lo sguardo nel vuoto

CaterinaNon credo! (spiritosa)

Nero.

***

II SCENA

II-Sq.1 (interno pomeriggio: biblioteca scolastica)

Nella sala ci sono diversi studenti intenti a compiti differenti.

Valeria prende un libro da uno scaffale, poco più in là Alessio, Luca e Camilla sono intenti a lavorare al tavolo dei computer.

Ai tavoli un folto gruppo di ragazzi è chino sui libri. Alcuni chiacchierano tra di loro e si sente un costante brusio di sottofondo.

Caterina è seduta al fianco di Andrea, sta cercando la sua mano. Gli chiede dell’acqua e Andrea gliela passa.

Nel frattempo Bea ha dei problemi agli occhi e se li strofina chiedendo a Laura se ha qualcosa nell’occhio. Quest’ultima risponde negativamente, quindi ritorna alle sue occupazioni e Bea si alza e si dirige verso l’uscita della sala.

II-Sq.2 (interno pomeriggio: bagno scolastico)

Bea è davanti allo specchio. Si guarda allarmata negli occhi, quindi si sciacqua il volto.

II-Sq.3 (interno pomeriggio: biblioteca scolastica)

Bea è rientrata in biblioteca, in piedi davanti al tavolo si rivolge a Laura lamentandosi di non vedere bene. Ora tutti hanno abbandonato le proprie occupazioni e guardano incuriositi verso di lei per un attimo, quindi riprendono le loro faccende.

Bea, vedendo che il suo problema viene ignorato, alza la voce per raccogliere l’attenzione di tutti i presenti. Tutti si zittiscono e riprendono a fissarla, questa volta con sguardi sconcertati. Si alza un coro di voci confuse ed agitate:

...sarà la stanchezza... hai studiato troppo... Cosa vuole dire che non ci vedi più?!?

Bea è troppo agitata per ascoltarli e, mentre gli altri continuano a mormorare, chiede a Laura di accompagnarla fuori.

Le due ragazze si allontanano verso l’uscita della sala.

Valeria in piedi, tenendo un libro aperto tra le mani, le guarda uscire.

II-Sq.4 (esterno pomeriggio: cortile della scuola)

Alcuni ragazzi giocano a calcio. Il sole è tramontato da un pò. Schiamazzando raccolgono il pallone e cominciano ad andarsene uscendo dal cancello.

Passano davanti all’entrata della scuola.

All’interno, attraverso le vetrate dell’ingresso, si vedono Laura e Bea che parlano con un bidello.

II-Sq.5 (interno pomeriggio: biblioteca della scuola)

I ragazzi sono assorti nella lettura, alcuni chiacchierano piano.

Rientra Laura agitata che dice di voler accompagnare Bea all’ospedale perché l’amica sta troppo male. I ragazzi rimangono per un attimo allibiti

...Facci sapere come sta …

ma nel momento in cui Laura esce dalla sala commentano ironici sull’ipocondria della loro compagna. Dopo qualche battuta e diverse risate riprendono a studiare.

II-Sq.6 (esterno sera: area della scuola)

Cielo all’imbrunire. La strada. Automobili. Ingresso della scuola.

II-Sq.7 (interno sera: biblioteca, atrio e corridoi)

AlessioÈ tardi. Provo a vedere se si sa qualcosa.

Cerca di chiamare Laura e Bea al cellulare, nessuna delle due risponde, allora decide di andare a cercare qualcuno per chiedere.

Alessio scende le scale e percorre tutti i locali della scuola in cerca di qualcuno a cui chiedere informazioni. Entra in segreteria, in aula professori, percorre i corridoi e torna nell’atrio: tutti i locali sono vuoti. Si ode solo il rumore dei suoi passi nelle stanze vuote.

II-Sq.8 (interno sera: biblioteca)

Alessio ritorna nella biblioteca annunciando che la scuola è deserta.

AlessioOh, non c’è più nessuno...

I ragazzi, ormai stanchi, decidono di uscire. A gruppi si alzano, prendono le loro cose e si preparano ad uscire. Durante i preparativi alcuni di loro si mettono d’accordo per incontrarsi la sera al bar.

AlessioE’ tardi, io vado. Ci si vede più tardi? Io verso le 9 sono al Fantasy.

Si alza, prende il suo zaino e si avvia all’uscita della biblioteca. Sta per aprire la porta quando all’improvviso sul suo volto si disegna un’espressione di spaventato stupore: un gruppo di uomini in tuta anti-contagio irrompono improvvisamente e rumorosamente nella biblioteca. Quando iniziano a parlare le loro voci appaiono distorte dalle maschere che indossano. Affermano che si tratta di una grave emergenza sanitaria. Sui volti dei ragazzi comincia a disegnarsi la paura, c’è molta concitazione. Gli uomini in tuta si dispongono di fronte ai ragazzi con fare autoritario imponendo loro la calma. Voci dei ragazzi che si accavallano tra loro chiedendo spiegazioni. Nel frattempo alcuni degli uomini cominciano a sigillare le finestre. Al termine gli uomini escono dalla sala sigillando la porta da fuori. In sottofondo si odono le grida spaventate dei ragazzi.

I ragazzi cominciano a battere sulla porta gridando per poter uscire. Dopo un primo momento di panico e grida incontrollate, i ragazzi si calmano. Luca vorrebbe provare a forzare la porta e si guarda intorno per vedere di trovare qualcosa di adatto allo scopo ma Alessio e alcuni altri lo convincono a mantenere la calma. Alcune ragazze rimaste in fondo alla sala cominciano a singhiozzare piano, mentre alcuni afferrano i cellulari e cercano di chiamare a casa. Ma all’improvviso affiorano in tutti loro i primi sintomi della cecità: alcuni cercano di afferrare i cellulari facendoli cadere dal tavolo, altri si portano le mani agli occhi gridando di non vedere più. All’improvviso è il buio. A questo punto tra i ragazzi si scatena il panico, si odono pianti e grida di aiuto, mentre alcuni cercano ancora di telefonare.

All’esterno della biblioteca la scuola è deserta. Nessuno accorre alle grida che si sentono in sottofondo.

II-Sq.9 (interno notte: corridoio della scuola)

Piedi degli uomini in tuta che avanzano.

All’interno alcuni ragazzi spingono ancora la porta nel tentativo di aprirla, nel frattempo si odono dei passi pesanti provenire da fuori. All’improvviso gli uomini in tuta irrompono nuovamente nella biblioteca sospingendo all’interno i ragazzi accalcati sulla porta. C’è un’alternanza di buio e immagini frammentate di ciò che sta accadendo: dettagli degli uomini, di strumenti medici nelle loro mani, mani che preparano siringhe. Poi solo il buio e le voci degli uomini. I ragazzi non si sentono più. Rumori di passi e lo sbattere delle portiere di un camioncino. Un motore viene avviato.

Buio. Rumori di corpi trascinati. Di sacchi, borse gettate. Nessuna voce. Porta pesante che si chiude.

Silenzio.

Grate da cui trapelava un pò di luce da un soffitto vengono sbarrate dall’esterno.

Ticchettio irregolare di orologio.

Gocce.

***

III SCENA

III-Sq.1 (interno: sotterraneo - ABBANDONATI)

La mano di Andrea è inerte sul pavimento, ma all’improvviso si rianima, lentamente, e inizia a muoversi contratta e a scatti, tastando la superficie del pavimento.

Profilo di Andrea. Ha freddo, mormora qualcosa di indistinto.

Inizia lentamente a muoversi e carponi raggiunge Luca, ancora svenuto per terra. Andrea lo scuote tentando di svegliarlo, ma senza successo. Quindi lo urta provando a scavalcarlo. In sottofondo solo il rumore dell’orologio e lo sgocciolio persistente dell’acqua da qualche parte. Andrea rimane in ginocchio, le mani appoggiate alle gambe; sfinito dalla stanchezza e dalla paura.

Andrea (piano, con un filo di voce, fatica a parlare) → ...svegliatevi...qualcuno...c’è qualcuno?

Si cominciano a intravedere i corpi degli altri ragazzi.

Andrea resta fermo in ginocchio.

Andrea (urla) → Cazzooo! Svegliatevi!

Si sente la voce di Anna.

Anna (piano) → Andrea... Andrea.. dove sei?

Anna si è messa a sedere sulle ginocchia e gira intorno a se stessa allungando la mano alla cieca nella speranza di trovare il corpo di qualche amico vicino a lei. Andrea, guidato dai suoi richiami, le si avvicina muovendosi ancora sulle ginocchia. Arrivato vicino ad Anna, che confortata dalla sua presenza rilassa l’espressione del volto, Andrea tenta di alzarsi in piedi ma inciampa e le cade quasi addosso, imprecando. Anna si spaventa per un istante poi, ripreso il controllo, allunga una mano su Andrea per accertarsi che si tratti proprio di lui. Andrea le afferra la mano, come a volerla tranquillizzare, quindi si sdraia al suo fianco sfinito dalla fatica e dalla tensione.

Andrea (sussurra) → Cosa succede… cosa ci stanno facendo?

AnnaDobbiamo restare calmi…

AndreaHo paura.

Si sentono dei lamenti: gli altri ragazzi si stanno svegliando. Qualcuno si mette subito a sedere, altri, incapaci di reagire, rimangono distesi nella posizione iniziale. Voci diverse, pianti.

Su una parete della prigione viene improvvisamente aperto uno spioncino. Appare un occhio che osserva all’interno.

III-Sq.2 (interno: sotterraneo – IL RISVEGLIO)

Andrea si solleva fino a sedersi.

AndreaHo freddo, dove siamo? Ci siete? Siete svegli?

Volto di Camilla. Sdraiata supina. Si passa la mano sulla faccia. Si gira in direzione della voce.

CamillaAndrea…Andrea dove sei?

AndreaParlate! Parlate tutti, maledizione! Rispondete, fatevi sentire!

AnnaNon urlare, mi fai saltare i nervi!

AlessandraRestiamo calmi…calmi…

CamillaÈ buio…

LucaNo.

CamillaÈ buio…porca puttana…è buio!

LucaNo. Non vediamo.

Pausa di silenzio.

Elisa si solleva da terra e si mette carponi tentando inutilmente di scrutare nel buio.

ELISA Qualcuno vede? Qualcuno vede? Rispondete!... (Grido sommesso…soffocato…batte la mano per terra…fino a piangere) ...qualcuno vede…vede…rispondete…perché non volete rispondermi…

Caterina si muove per riconoscere chi ha vicino. Tocca Anna sul viso. Anna si divincola.

GAIANon toccarmi! Non toccarmi!

CaterinaSono io…

GAIANon toccarmi…(primi inconsapevoli movimenti da non vedenti…tocca la faccia…) scusa…scusa…

Gaia se ne sta ranicchiata, isolata dagli altri

GaiaHo freddo…. dove siamo…dove siamo…(si alza, gira su stessa, non ha coraggio di andare avanti, né indietro, gira) ho freddo…mamma ho freddo…ciao mamma…ciao mamma…sei qui, mamma? Mamma sei qui…dammi la mano mamma…la mano, solo la mano…(qualcuno le prende la mano, lei la prende) lo so che sei qui…vero che usciamo? Andiamo a casa a casa…non dire niente, niente ti prego non parlare…niente... (piange…quasi in silenzio)

AlessioCosa facciamo?

AnnaNon ne ho la più pallida idea.

AlessioCosa si fa in questi casi?

AnnaSi aspetta.

AlessioCosa si aspetta?

AnnaChe ci venga in mente qualcosa da fare.

GAIASiamo morti? Siamo morti? Siamo morti?

CaterinaToccami…toccami cristo! Mi senti? La senti la mia pelle? La senti? Non siamo morti? E questo basta…

GAIAE questo basta…basta…fino a quando basta…fino a quando... (ancora stringendo la mano della “mamma”) Accompagnami a casa mamma…ho male alla testa…ho male alla testa…

III-Sq.3 (interno: sotterraneo - DISORIENTAMENTO)

Dopo che tutti i ragazzi si sono ripresi, formano un gruppo compatto al centro del locale. Comincia una discussione sul perché si trovino lì e su come poter uscire. In questo contesto Alessio e Luca cominciano a litigare tra loro addossandosi la colpa.

AlessioTe l’avevo detto che dovevamo restarcene a casa….ma tu hai insistito…

LucaVorresti dire che siamo in questa situazione di merda solo per colpa mia?

AlessioSi, io a scuola non ci volevo venire…per quella cavolo di ricerca siamo finiti in sto casino…

Gli altri stanno zitti non sapendo cosa dire, quando Alessandra, la più carismatico tra tutti, impone loro la calma..

alessandraNon dobbiamo perdere la testa…cazzo, deve essere successo qualcosa di terribile…magari un’epidemia…ma quelli hanno detto che sono misure straordinarie…non resteremo qui molto…

Alessio e Luca si zittiscono immediatamente. Ma alcuni di loro cedono al nervosismo e ricominciano a discutere.

GaiaCome fai a dirlo! Che ne sai se non sono tutti come noi…ciechi…come fanno a venirci a prendere? …

Dopo alcuni minuti in cui le varie voci si sovrappongono.

alessandraProviamo a ragionare se ci riusciamo... (pausa. Riflette) ...Ci hanno narcotizzato e poi ci hanno portato qua.

GaiaE questo non è certo un ospedale...

alessandraNon lo è infatti. Dall’odore che c’è si direbbe uno scantinato. Ma perché.... (fa un lungo sospiro e una pausa)... fffhhh...è assurdo.

AlessioCi hanno fottuto, te lo dico io.. una di quelle storie pazzesche che si sentono ogni tanto.. un epidemia, e non sanno cosa farci, non possono farci niente e ci hanno mollato qua. Bea era stata male.. e quando si sono accorti di quello che aveva hanno deciso che l’unica cosa che potevano fare era isolarci da qualche parte.

ELISA (con un lamento) → ...ma perché qua...?

alessandraSentite non è possibile... ci sono i nostri genitori. C’è un mondo fuori di qui... a qualcuno è rimasto un cellulare?

GaiaIo ce l’avevo nella borsa.

LucaIo ce l’ho!...

Lo estrae dalla tasca e prova con le dita a intuire la posizione dei numeri sulla tastiera, li compone e lo porta all’orecchio...

LucaNiente... non prende.

Annachiara è seduta un pò più in là. Anche lei ha un cellulare in mano.

ELISANemmeno il mio... da qua non si riesce..

GAIA (che ora sta abbracciata a Caterina) → Io ho paura... non verrà nessuno a prenderci...

Alessio (si alza e grida verso l’alto) → AIUTO!!!. NON C’è NESSUNO?? AIUUTOOOO!!!

alessandraPiantatela!! Non serve a niente....

AlessioAllora dacci tu una soluzione, se sei tanto bravo a restare calmo.

CaterinaNon mettiamoci a litigare per favore.

Silenzio.

alessandraVi bruciano ancora gli occhi?

(Varie voci) → No... no... a me un pò, ma...

alessandraSiamo ciechi... ed è successo a tutti più o meno nello stesso momento. Un virus, qualcosa nell’aria...

AlessioSecondo me è un esperimento...

LucaNon dire cazzate..

AlessioNon dico cazzate... una di quelle cose che devono tenere segrete.

LucaTu hai visto troppi film..

ELISA...beh, adesso non ne vedremo più...

alessandra (senza badare ai discorsi che si fanno) → Nessuno vede niente vero? Nemmeno ombre?

MICHELEPerò non abbiamo male, magari è qui che è completamente buio...

alessandraNo, ce ne accorgeremmo... e poi avresti visto la luce del cellulare.

AlessioSiamo ciechi, e nessuno di noi può fare un accidente.

Silenzio.

Caterina (dopo un attimo di esitazione) → Beh, io potrei....

AlessioPotresti cosa?

CaterinaSentite…io…per me questa è una situazione più o meno normale…io sono abituata a non vedere... posso muovermi senza grossi problemi.

Silenzio. A questo punto l’attenzione di tutti è rivolta verso di lei. In sottofondo continua ad udirsi il ticchettio dell’orologio alla parete.

ALESSANDRAè vero... allora proviamo a capire dove siamo.

MICHELEMa ci siamo tutti?

I ragazzi decidono di fare una conta per capire quanti e chi siano. Quindi si dispongono in cerchio cercandosi l’uno con l’altro per mettersi vicini. A turno ognuno di loro pronuncia il proprio nome. Fatto questo i ragazzi decidono all’unisono di fare un’esplorazione del luogo in cui si trovano. Tirano a sorte su chi dovrà esplorare l’ambiente guidati da Caterina: Elisa, Alessio, Luca.… i prescelti si alzano cercano ognuno le mani dell’altro e si incamminano, mentre gli altri rimangono seduti e si addossano l’uno all’altro in cerca di protezione.

III-Sq.4 (interno: sotterraneo – RITROVAMENTO DI VALERIA)

Caterina apre la fila degli esploratori che procedono tastoni lungo un muro. Procedono in silenzio. A fatica, con estrema cautela. Fanno pochi passi. Andando avanti Caterina inciampa in qualcosa. Tastando l’ingombro si accorge che si tratta di un corpo. Si ritrae spaventata e lo dice agli altri.

CaterinaQui c’è qualcuno... un corpo.

ELISA (spaventata) → Dio...Dio.... chi è?!

CaterinaAspettate... (a voce alta, in modo che sentano anche gli altri) ... non c’era nessun altro in biblioteca con noi?

(VOCI) → nO...no, mi sembra di no... Ci siamo chiamati tutti prima...

ALESSIOC’era qualcun’altro.. quella ragazza di quinta.. stava cercando dei libri, come si chiama?

ELISAValeria! È vero... so chi è..

Caterina e Giada si abbassano e con grande timore toccano il viso di Valeria.

ELISAOddio...non so, ma non può essere altro che lei.

CATERINARespira...

La scuotono piano, senza alcun risultato.

ALESSIOCi vorrebbe dell’acqua...

Silenzio.

CATERINAShhhh.... c’è dell’acqua, si sente gocciolare.

Si zittiscono per capire da dove provenga il rumore di acqua che gocciola.

CATERINAVado io, restate qua.

Caterina si avvia verso il punto e trova acqua che cola da una conduttura del soffitto. Ne raccoglie alcune gocce con le mani e la assaggia. Le sembra potabile.

Si rende conto che non può raccoglierla con le mani.

CATERINAHo trovato da dove viene la goccia... sembra buona, ma non so come portarla. Qualcuno ha un contenitore..un sacchetto... qualcosa?

(VOCI) → No... no..

Le viene un’idea. Infila una mano in tasca, estrae un pacchetto di fazzoletti di carta, lo svuota, e cerca di tenere aperto il sacchetto sotto la goccia. L’espediente funziona.

Ne raccoglie un pò e procedendo molto lentamente la porta da Valeria. Giada le bagna il viso e Valeria comincia lentamente a riprendersi.

VALERIA (intontita. Un lamento) → ...dove.... dove sono...

ELISAStai calma... sei Valeria?

VALERIASi... dove sono... chi sei tu?

ELISANon devi agitarti.. ti hanno narcotizzato. L’hanno fatto anche a noi.. io sono Gaia...probabilmente non vedrai nulla... nessuno di noi riesce più a vedere... come stai?

VALERIAMi gira la testa... cos’è successo?... non vedo nulla.

ELISANemmeno noi... eri in biblioteca, ricordi?

VALERIASi... si... mi ricordo. (Più decisa e spaventata) ...Ma dove siamo?

CATERINANon lo sappiamo.

Silenzio.

ELISACe la fai ad alzarti? (Aiutandola) Vieni, andiamo dagli altri.

III-Sq.5 (interno: sotterraneo – I LACCI)

La mano di Caterina scivola lungo una parete fino all’apertura di un cunicolo. Annaspa nell’aria percependo il vuoto. Torna sui suoi passi e si china verso gli altri.

CaterinaNon ce la faremo mai procedendo così a caso, ci sono dei cunicoli... più di uno.. cunicoli, corridoi, non capisco. È rischioso.

ALESSIO (ironico) → Ma non avevi detto che ti orientavi benissimo?

CATERINAPerché sei così stronzo... ho solo detto che sono abituata a muovermi nel buio.

ALESSANDRA (rivolgendosi a Caterina) → Cosa dici di fare?

CATERINACi vorrebbe una fune... qualcosa per tenerci mentre ci spostiamo.

LUCAE dove la troviamo una fune..

Durante la discussione odono un forte rumore. I ragazzi trasaliscono

MICHELE Cos’è stato?

Si sentono ancora dei tonfi sordi..

GAIAOddio cos’è?

Michele si solleva in piedi.

MICHELE (grida) → C’è qualcuno?!

Valeria si stringe vicino ad Anna.

VALERIA Non saranno bestie vero?

Rimangono tutti zitti per un attimo.

MICHELEDobbiamo andare a vedere...

ALESSIOSi, bella questa... andare a “vedere”

ALESSANDRAAlessio piantala.

CATERINAQuanti di noi hanno scarpe con i lacci?

LUCACosa centrano le scarpe adesso?

CATERINAPotremmo legarli assieme e costruirci una corda.

LUCAMa non sarà mai abbastanza lunga...

CATERINANon è detto... un solo laccio è lungo mezzo metro o forse di più. Se almeno otto di noi hanno i lacci fanno... dieci metri circa. Non è molto ma è già qualcosa.

LUCAUn metro... figurati.

CATERINAProva.

Luca si slaccia una scarpa e tendendo il laccio con le mani si rende conto che Caterina ha ragione.

LUCA (stupito) → è vero... c’è qualcuno che ha scarpe senza lacci?

Silenzio.

MICHELELi abbiamo tutti.

ALESSANDRABene. Allora sono dodici metri almeno. Facciamolo.

Ancora rumori forti in sottofondo.

I ragazzi si bloccano per un istante in ascolto. Silenzio.

Tolgono i lacci alle scarpe.

LUCANon facciamo casino... Ognuno allacci i suoi due e poi passateli a me, uno alla volta.

Non senza difficoltà riescono a costruire la fune improvvisata.

CATERINAAndiamo. Sto io davanti... bastano tre persone.

III-Sq.6 (interno: sotterraneo – IL CIBO)

Caterina, accompagnata da Andrea, cammina nei cunicoli. I due si avviano tenendo un capo della fune, mentre l’altra estremità viene saldamente tenuta da Luca.

Caterina e Andrea si inoltrano tastando il muro in uno dei cunicoli. Silenzio. I due faticano ad avanzare, inciampando in tubi e altri materiali rotti. All’improvviso inciampano in qualcosa. Caterina si abbassa per capire cosa sia, trova dei sacchi.

CATERINASono sacchi… sacchi di nylon. C’è qualcosa dentro?

ANDREARiesci a capire cos’è?

CATERINACosì no… provo ad aprirli.

Tastando un sacco Caterina si accorge che è chiuso con un laccio. Lo apre. Infila cautamente una mano.

CATERINASacchetti, scatolette… pane!! È cibo… è roba da mangiare sicuramente!

Luca e Andrea sorridono al pensiero che non sono stati del tutto abbandonati.

LUCAAllora c’è qualcuno…

Caterina tocca la parete accanto a cui stanno i sacchi e si alza tastandola con le mani. Trova un’apertura. Infila il braccio.

CATERINASono caduti da qua… c’è una specie di feritoia.

Si avvicina all’apertura col viso.

CATERINA (grida) → Ehi!! … c’è qualcuno?

Silenzio.

ANDREATorniamo indietro… se anche c’è qualcuno, non credo proprio che ci risponderà.

Afferrano i sacchi e procedono a ritroso. Al ritorno Luca inciampa in alcuni bastoni. Si china e li tocca con le mani.

LUCACi sono dei bastoni.

Caterina si gira verso di lui.

CATERINAPrendili, ci serviranno.

III-Sq.7 (interno: sotterraneo – EUFORIA)

Seduti in gruppo mangiano il cibo che hanno trovato nei sacchi. Sono elettrizzati, nervosi, euforici. Mangiano in silenzio in un primo momento. Bevono.

ANDREAAlmeno sappiamo che non ci vogliono lasciar morire...

ALESSANDRASi, ma è tutto ancora più incomprensibile. Perché qua... mi chiedo perché ci hanno lasciati in questo buco, senza una spiegazione... niente...come animali.

ANNALascia perdere... è inutile che ci scervelliamo.

LUCAQualcuno c’è comunque...

Valeria mangia del pane, un pò discosta... inizia a piangere, piano.

Gaia se ne accorge e le si avvicina. La tocca, la abbraccia.

ELISAChe c’è...

VALERIAè così assurdo...

ELISAEhi... ehi... andrà tutto bene vedrai... verranno a prenderci, non possono lasciarci qui, qualcuno ci sta cercando, di sicuro. Ci hanno portato del cibo... insomma non possono lasciarci qui. (Sta quasi per piangere anche lei).

Sentono la voce di Alessio.

ALESSIOBeh... il caffè io lo prendo dolce, grazie..

Alla battuta di Alessio il pianto di Valeria si trasforma in un riso sommesso, singhiozzato.

Stanno abbracciate ancora un attimo.

ELISA (sottovoce)→ Va meglio?

VALERIA (asciugandosi le lacrime) → Ok...ok...

Caterina è seduta assieme agli altri, con le spalle appoggiate alla parete. Ha appoggiato dietro di sé i bastoni che hanno trovato. Li afferra. Sono quattro asticelle.

CATERINAAbbiamo trovato dei bastoni. Ci saranno utili a muoverci nel buio. Sono solo quattro... non perdiamoli. Chi li prende li tenga sempre o li dia a qualcun’altro. Camminate movendoli davanti a voi verso il basso, facendoli oscillare un pò a destra e un pò a sinistra. Non teneteli puntati, potremmo farci male... Chi ne vuole uno?

Li distribuisce.

ANNADormiamo un pò, che dite?

ELISA  (mentre si riavvicina al gruppo con Valeria) → Si, ma restiamo vicini.

LUCAIo ho freddo, cazzo.

CATERINAStiamo vicini, ci scalderemo.

Si sistemano alla meno peggio e si addormentano, senza dire più nulla.

III-Sq.8 (interno: sotterraneo + flashback – IL PELOUCHE)

Nel silenzio, mentre tutti dormono, Caterina si agita: non riesce a dormire, la pervade un senso di angoscia indefinito. Si alza piano per non svegliare gli altri.

Decide di inoltrarsi in uno dei cunicoli.

Caterina avanza lentamente nel buio. Non avendo il bastone con sé procede carponi, tastando davanti a sé il pavimento con le mani.

Arriva ad un punto in cui il pavimento finisce. Caterina si sporge in avanti tendendo la mano per vedere se si tratti per caso di una scala, ma il braccio completamente teso verso il basso annaspa nel vuoto.

Cerca con le mani una pietra e la getta in quell’apertura per intuirne la profondità. Si tratta di un pozzo, ed è abbastanza profondo. Caterina decide allora di tornare indietro ma avanzando dalla parete opposta rispetto all’andata inciampa in qualcosa. Caterina si abbassa e raccoglie quello che ha tutta l’aria di essere un pupazzo ricoperto di polvere. Lo esamina con le mani. Rimane un attimo soprappensiero, quindi abbandona l’oggetto e sparisce nel buio.

Caterina si allontana di spalle.

Il pupazzo è a terra.

FLASHBACK – Su un lettino si vede lo stesso pupazzo in cui ha inciampato Caterina.

La mano di una bambina che prende il pupazzo per un braccio.

III-Sq.9 (interno: sotterraneo – BISOGNI)

Le luci del nuovo giorno filtrano dalle grate chiuse.

I ragazzi cominciano a svegliarsi uno ad uno. Dapprima, intontiti dal sonno, non si ricordano l’accaduto. Nel momento in cui si accorgono della realtà, sui loro volti si dipingono nuovamente espressioni di sconforto.

Ripresisi dal torpore si accorgono di avere freddo e di avere bisogno di un bagno.

(VOCI) → ... ho freddo ...speravo fosse un sogno... bisogna fare qualcosa, fa troppo freddo qui, è umido...

ELISAIo devo andare in bagno...

AlessioIn fondo a destra.

ELISADai... devo andarci davvero, tu no?

ALESSIOChe ne so... facciamola in un angolo.

CATERINAC’è un pozzo in fondo a un cunicolo. Abbastanza profondo. Si potrebbe usare.

ALESSANDRACome lo sai?

CATERINACi sono andata questa notte, mentre dormivate. Ci ho buttato un sasso e ci ha messo un pò ad arrivare sul fondo.

ELISAMi accompagni?

CATERINACerto.

(VOCI) → ... anch’io ...vengo anch’io.

Alcuni di loro si alzano e seguono Caterina.

Nel frattempo quelli rimasti fanno una cernita di ciò che rimane da mangiare e cominciano a fare colazione con gli avanzi.

Sullo sfondo l’orologio alla parete continua a far scorrere inesorabile il tempo.

III-Sq.10 (interno: sotterraneo – CAMILLA)

Camilla ha deciso di inoltrarsi da sola nei cunicoli con l’aiuto di un bastone. All’improvviso, avvolto nel buio, si accorge di un completo silenzio. Il bastone gli scivola dalle mani, si china, ma non riesce a ritrovarlo. Sente che il panico la sta sopraffacendo.

Gira su se stessa tastando le pareti e si accorge con sgomento di essersi persa. Si addossa alla parete per percepire le voci degli amici; silenzio, solo il costante sgocciolìo dell’acqua dalle condutture.

Comincia a gridare.

CAMILLACi siete?! ... Ehi, dove siete... mi sono perso....

Si zittisce per sentire se rispondono; ancora silenzio.

Grida ancora.

CAMILLAEhhhiii!...aiutatemi, non riesco a tornare indietro.. cazzoo...fatevi sentire!

Finalmente da lontano gli rispondono delle voci.

MICHELEDove sei finita Cami?

ANDREACi senti?

CAMILLASi...ok!

ANDREASegui la voce, piano...un passo alla volta.

CATERINAHai il bastone?

CAMILLANo! L’ho perso.

CATERINAAllora senti... vai avanti piano, verso la nostra voce. Io ti vengo incontro... tu continua a parlare... anzi, canta qualcosa! ...Ma cammina bassa, carponi.. è più sicuro.

CAMILLACosa canto?

CATERINAQuel che ti pare scema! L’importante è che continuiamo a sentirci.

Caterina avanza verso di lui, accompagnata da Alessio. Camilla canta e procede piano, in piedi, addossata alla parete.

CATERINATranquilla, arriviamo... se trovi una svolta fermati!

Camilla inciampa e cade. Annaspa per terra e afferra un cavo sottile. Tirando riesce a strapparlo dal muro e lo porta.

Caterina e Alessio sono ormai vicini.

CATERINASei lì?

CAMILLASi... sono caduta.

La raggiungono.

CATERINASiamo qui, siamo qui...

La toccano per vedere se è tutto ok.

ALESSIOTutto a posto?

CAMILLASi, ma che paura ragazzi...

CATERINAVieni... torniamo indietro.

CAMILLAHo trovato un cavo... sembra un filo elettrico. È lungo. Può esserci utile.

CATERINAGaia ha appena trovato alcuni zaini che avevamo a scuola. Devono averceli lasciati quando ci hanno portati qui.

CAMILLADavvero? Le nostre borse?

CATERINALuca dice che ha un lettore CD che riceve anche la radio. Magari riusciamo a sentire se dicono qualcosa...

CAMILLAÈ un posto assurdo questo... il cunicolo dove mi sono infilata chissà dove andava a finire..

CATERINAPreferisco non saperlo in questo momento.

CAMILLAMagari porta fuori...

CATERINALasciamo perdere... è troppo pericoloso in queste condizioni.

Fanno qualche passo in silenzio.

ALESSIOCerto che una canzone più stronza non potevi trovarla... l’ho sempre odiato X (NOME DEL CANTANTE).

III-Sq.11 (interno: sotterraneo + flashback – RICORDI)

Andrea sta cercando il suo zaino nel luogo dove li hanno ammucchiati.

Si trova ad avere tra le mani quello di Caterina, che riconosce per via di un particolare portachiavi attaccato allo zip della tasca frontale. È un piccolo leoncino di peluche con una maglietta sul quale c'è scritto il nome Andrea.

Lascia il portachiavi e apre la borsa.

Infila le mani dentro la tasca principale. Tocca gli occhiali da sole di Caterina.

Li tocca con le dita e poi ripone.

Trova un foulard. Avvicina il foulard al naso. Per un momento rimane completamente immobile. Poi lentamente accarezza il foulard e lo stringe a sé. Il foulard possiede ancora il profumo di Caterina.

FLASHBACK – Caterina abbraccia Andrea.

Rimette via anche il foulard.

Trova un libro braille. Lo apre. Lo tocca.

FLASHBACK – Caterina che guida le dita di Andrea sui rilievi della scrittura braille. Sorridono. Scherzano.

Rimette tutto nella borsa.

III-Sq.12 (interno: sotterraneo – MATERIALI UTILI)

Alcuni ragazzi stanno seduti senza dire nulla. Stanchezza. Rassegnazione.

All’improvviso si sentono le grida di altri, da un punto imprecisato del sotterraneo.

(VOCI) → Ehi!! ...c’è un sacco di roba qua!

Magda e Michele che frugano tra le cose trovate: cartoni, nylon, stracci, corde e cavi elettrici.

ELISACartoni, nylon...

MICHELEAnche rotoli di corda e... boh... sembrano cavi elettrici, bobine di cavi.

GLI ALTRI Ce la fate a portare tutto?

MICHELENo... uno venga a darci una mano.

ELISAC’è anche un bidoncino vuoto e una bacinella.

MICHELEPortiamo anche quelli.

Iniziano a raccogliere la roba.

III-Sq.13 (interno: sotterraneo – LA RADIO)

Dita di Luca che maneggiano un Lettore portatile CD/RADIO. Lo ascolta con le cuffiette. Michele e altri due stanno seduti vicino a lui.

ANNARiceve?

LUCASi, ma è confuso... solo musica e pubblicità. Poi non so... aspetta... (pausa) ...parlano del traffico.

MICHELESai che mi frega. Si riuscisse almeno a capire che ora è.

LUCANiente.. non so nemmeno che frequenza sia... (lunga pausa) ...Ecco, ecco!!

ANNADicono qualcosa?

LUCADev’essere un notiziario.

MICHELEFammi sentire!

LUCAAspetta! ... (si toglie una cuffietta e la porge a Michele che la prende e la porta all’orecchio)

GAIAAlza il volume al massimo, forse riusciamo a sentire dalle cuffiette.

LUCAUn attimo! ...stanno parlando di un incidente. Si, è un notiziario.

Luca alza il volume e nel silenzio la voce del cronista si distingue abbastanza bene. Notizie di politica, sport. Poi finisce e ripassano alla programmazione musicale.

MICHELENiente cazzo! Niente... possibile che non dicano niente?

GAIAMagari ne hanno parlato prima...

LUCA (togliendosi la sua cuffia) → Fanculo! ...sembra tutto normale, come se non fosse successo nulla.

GAIAFai provare a me.

LUCA (porgendo a         Gaia il lettore e le cuffie) → Guarda che ho solo queste batterie. Non tenerlo acceso troppo.

GAIAVabbeh, capirai... che si scarichino adesso o tra un pò sai cosa cambia..

LUCA (alzandosi e andandosene) → Fa come ti pare.

Anna sconfortata appoggia la testa al muro. Sta per piangere.

ANNA (con un lamento) → ...Ci hanno dimenticati qua?

Gaia le si avvicina.

ELISAEhi.. dai non fare così...

ANNA..Perché... cosa abbiamo fatto... non è giusto.

ELISA (la accarezza, la consola) → Dai... ne avranno parlato all’inizio della trasmissione, di sicuro... non piangere ti prego.

La abbraccia.

GAIA (che un pò più in là sta continuando ad ascoltare la radio) → Comunque se vi interessa saperlo sono le otto di sera.

ALESSANDRA (distante) → Di che giorno?

GAIACome di che giorno?... di oggi, è ovvio.

III-Sq.14 (interno: sotterraneo – GIORNATA)

La goccia che cade. Un pò di luce trapela dalla grata di ferro al soffitto che era stata chiusa. Alcuni ragazzi dormono sdraiati sui cartoni. Volti. L’orologio.

III-Sq.15 (interno: sotterraneo – LA RAGNATELA)

Discutono tutti insieme dell’opportunità di creare una rete di collegamento tra i cunicoli usando il cavo e i lacci. Hanno i cavi elettrici e le corde, li maneggiano.

ALESSANDRAA me sembra un sistema complicato.

CATERINALo è ... ma se riesce ci può dare un pò di autonomia nei movimenti.

Andrea sta annodando dei cavi tra loro.

ANDREANon ci inciamperemo dentro?

CATERINANo, se li sistemiamo lungo i muri. Quelli che ci servono per questa stanza dove siamo li mettiamo un pò alti legati alla colonna. Li facciamo partire tutti da questo bidone che usiamo come punto di riferimento... tirandone uno qualsiasi sentiremo il rumore del bidone. Da qui uno va alla colonna e poi dalla colonna uno al punto dove scende l’acqua e uno agli zaini. E sempre da qui, uno lo portiamo fino al pozzo e uno al punto dove ci fanno trovare il cibo.

ALESSANDRAMa come facciamo a riconoscerli?

GAIAPotremmo legarci qualcosa che faccia rumore, un ciondolo, delle chiavi.

ANNAIo ho un campanellino legato allo zaino.

CATERINASi può funzionare. Una qualsiasi cosa che scuotendo un pò la corda faccia rumore.

ALESSANDRACosì sappiamo dove porta... lo facciamo?

LUCA (tendendo una corda con le mani come ne esaminasse la tenuta) → Va bene... proviamoci.

Si mettono a lavorare. L’attività li mette di buon umore.

La ragnatela terminata.

Se ne stanno fermi, come se potessero contemplare quello che hanno fatto.

Proprio in quel momento si sente un tonfo e i soliti rumori delle grate che si chiudono.

LUCA... è arrivato il rancio. I bastardi si sono ricordati di buttare altro mangime nella gabbia.

ALESSANDRACi trattano come topi.

Alessio vicino al bidone tira un cavo e si sente il campanellino suonare.

ALESSIOOk... di qua si va al cesso!

III-Sq.16 (interno: sotterraneo – IL LIBRO BRAILLE)

I ragazzi sono seduti o sdraiati sui cartoni e sugli stracci che hanno trovato. Stanno finendo di mangiare.

ANNA (rivolgendosi a Caterina) → Ma tu sei cieca dalla nascita?

CATERINANo. Ci vedevo fino a quattro, cinque anni. Mi hanno detto che è successo improvvisamente, da un giorno all’altro. Una mattina mi sono svegliata e non ci vedevo più... (pausa) Almeno è quello che mi hanno detto i miei, perché io non ricordo nulla. Non hanno mai capito perché. Mi hanno fatto un sacco di  esami, di analisi, per diversi anni, ma niente.

ANNAÈ stato difficile?

CATERINACosa?

ANNAAccettarlo.

CATERINANon so dirti. È passato tanto tempo. Probabilmente si, ma... non so. Adesso mi sembra una cosa normale. È quasi come se fossi stata sempre così.

LUCAQuasi?

CATERINASi... beh, insomma... qualcosa mi ricordo. Ma sono frammenti, la faccia di mia madre... credo. Mi ricordo bene una cosa che pendeva sopra il mio letto... si, qualcosa della mia stanza la ricordo... era una specie di carillon, una cosa colorata, che tintinnava a toccarla.

LUCA (senza guardarla, giocando con il temperino con cui hanno tagliato le corde) → Ti è successo improvvisamente... come a noi.

CATERINAPiù o meno.

ANNAAllora non riusciremo a vedere mai più.

CATERINAChe centra... mica è la stessa cosa.

LUCAMagari si.

Silenzio. Il discorso viene lasciato cadere.

ALESSANDRA (un pò più in là, rivolgendosi a Valeria) → Stavi bevendo?

VALERIASi, ma è finita.

ALESSANDRAUfff... ho sete.

Si spinge carponi fino ai cavi e individua quello che porta alla bacinella dove raccolgono l’acqua che gocciola dalla tubatura. Si trascina fin lì e beve con le mani dalla bacinella.

GAIAQuanto tempo sarà passato?

VALERIADue o tre giorni... forse di più.

ANNANon possiamo fare niente... e magari ci stanno anche osservando. Ho voglia di lavarmi, mi sento che faccio schifo.

ALESSIOBeh... mica eri tanto meglio prima.

GAIA (innervosita) → Sai qual è la tragedia? Che non possiamo fare altro che star qui ad ascoltare le tue cazzate… (alza la voce) Non sappiamo nemmeno quanto tempo è passato, non sappiamo se è notte o giorno… è una tortura.

ALESSIOScherzavo...

Caterina prova a rompere la tensione che si è creata.

CATERINASentite... se volete potrei leggervi qualcosa. Almeno un po’ di tempo riusciremmo a passarlo senza impazzire.

ALESSIOChe vuoi dire?

CATERINAHo dei libri in braille nella mia borsa. Io posso leggere.

ALESSANDRA (bagnandosi la nuca con l’acqua della bacinella) → Ma sì, perché no… proviamo.

LUCABasta che non sia il manuale di latino.

CATERINANo, è un romanzo. (TITOLO)

Raggiunge carponi la sua borsa e prende il libro. Si siede e lo apre. Esita.

CATERINAMi vergogno un pò.

MICHELEOh, piantala... leggi. Vediamo com’è.

Caterina inizia a leggere.

Volti che ascoltano.

III-Sq.17 (interno: sotterraneo - esterno: campagna – SECONDO FLASHBACK)

Mentre la voce di Caterina che legge svanisce progressivamente, si vedono i ragazzi addormentati. Caterina che anche dorme su un fianco col libro aperto.

I muri. I tubi e i cavi della corrente. Un cunicolo.

Il pelouche abbandonato a terra.

Caterina si sveglia improvvisamente, voltando la testa verso il soffitto e sbarrando gli occhi. Si solleva.

Andrea la sente muoversi.

ANDREA (assonnato) → Dove vai?

CATERINA (sottovoce) → In bagno.

Andrea di gira dall’altra e continua a dormire.

Il pelouche e Caterina che si avvicina. Lo tocca. Lo prende in mano.

FLASHBACK – Una mano di bambina che tiene il pelouche. È in piedi, di spalle, all’aperto in un luogo vasto, fuori città. Sullo sfondo un capannone industriale.

Caterina abbraccia il pupazzo, come lo riconoscesse improvvisamente.

FLASHBACK – C’è un uomo seduto (fa o guarda qualcosa: un fiume, un paesaggio). La bambina vicino all’ingresso del capannone. Entra e richiude la porta. Non c’è nessuno. Rumore di lavoro industriale. La bambina raggiunge un punto del capannone dove c’è una botola.

Fuori, all’aperto l’uomo continua a guardare davanti a sé.

UOMOCaterina... vieni a vedere...  Caterina.

Si gira e nota che la bambina non c’è più. Si alza preoccupato.

UOMO (grida) → Caterina! Caterinaaa!!

Nessuna risposta.

La bambina non può sentirlo. Sta scendendo una scala. Un vecchio portone. Il sotterraneo.

Occhi di Caterina.

FLASHBACK – Uomo che corre disperato su un sentiero. Continua a gridare il nome della bambina.

Bambina che piange rannicchiata nel buio. Stringe il suo pupazzo. Chiede aiuto. Si è persa.

Capannone al tramonto.

Caterina è accovacciata contro il muro. Ansima e si lamenta, come se stesse rivivendo la scena.

FLASHBACK – Porta che si apre. Luce abbagliante. La voce dell’uomo che chiama la bambina. Altre presenze in controluce. Lei se ne sta raccolta in un angolo. La si intravede appena. Si sente il suo singhiozzo. Il padre si accorge di lei. La prende in braccio felice, ma si accorge che la bambina non vede più. Il pupazzo le cade dalle mani.

Andrea dorme. Caterina è in piedi vicino a lui tenendo in una mano il pupazzo come lo teneva da piccola. Ha le lacrime agl’occhi. Si china verso Andrea lasciando il pupazzo sui cartoni. Scuote piano Andrea.

Andrea si gira e le tocca la faccia.

ANDREA (sollevandosi un pò verso di lei) → Caterina... che c’è?

CATERINA (mettendogli le braccia attorno al collo) → Abbracciami...

ANDREACosa c’è Cate... (la abbraccia) ... ehi, cosa ti succede.

CATERINA (piangendo) → Abbracciami.

III-Sq.18 (interno: sotterraneo – IL GIOCO DEI TITOLI)

Uno strano caldo. Umidità. L’aria è pesante.

Alessio cammina lungo una corda, si scontra con Luca seduto contro la parete di un cunicolo. Sta ascoltando della musica.

AlessioChi è?

Luca (togliendosi le cuffiette) Sono Luca.

Alessio (sedendosi vicino a lui) → Dov’eri finito... ti cercavo, volevo sentire un pò di musica. Hai il lettore?

LucaSi... ma le batterie sono quasi finite. Gli altri?

AlessioSi sono messi a dormire. Io non ce la facevo... prima era freddo... adesso non si resiste dal caldo. Fuori ci saranno 30 gradi... strano. Perché te ne sei andato appena abbiamo finito di mangiare?

LucaNon ce la faccio più a sentire i loro discorsi… su quando usciremo, se usciremo, se c’è qualcuno che si ricorda di noi... Mi sembra tutto talmente lontano, la casa, la scuola, gli amici… non ricordo quasi più le loro facce, e comunque non voglio pensarci. Pensa che stanotte ho sognato che dovevo essere interrogato di latino, e appena mi sono svegliato mi sono sentito sollevato per il fatto che fosse un sogno. Poi mi sono reso conto ancora una volta del buio e mi sono sentito un talmente stupido. Apri gli occhi dopo aver dormito e ti accorgi che c’è lo stesso buio, che la notte ce l’hai nella testa. Hanno più colore i sogni, cazzo! E’ tutto così assurdo… prima mi preoccupavo per cose come le interrogazioni, adesso invece ho solo paura che domani non ci sia abbastanza da mangiare... o che da uno di questi cunicoli arrivi qualcosa di schifoso e tu non puoi vederlo... Ho voglia di lavarmi. Ti sei accorto che puzziamo? Mi sembra di impazzire. Vorrei poter smettere di pensare a casa.

AlessioPer me è il contrario. Ho paura di dimenticare. Tutte le sere, prima di addormentarmi, cerco di ripensare a tutti gli oggetti che ci sono sulla mia scrivania, ai cd, ai libri. Poi all’orario di scuola, alle facce dei miei compagni. Ripeto tutto, un po’ alla volta. Mi aiuta a far passare il tempo. Faccio elenchi  sempre più lunghi, sempre più dettagliati. Oggi mi sono messo a ripetere le coniugazioni di latino, così, tanto per pensare a qualcosa. Non voglio pensare solo al cibo, al freddo… mi fa sentire, non so… come un animale.

LucaLe coniugazioni! (ride) Non sei tutto normale! Io vorrei poter semplicemente smettere di pensare… se almeno ci fosse qualcosa da fare.

Stanno in silenzio per un pò.

AlessioFacciamo un gioco?

LucaBasta che non siano le coniugazioni.

AlessioDiciamo film per ogni iniziale… Apocalips now, vai con la «B».

LucaMi sembra una stronzata… non saprei…

AlessioBlade runner, Chokolat… e siamo tre a zero

LUCAIl Cubo... ti ricordi Il Cubo?

ALESSIOSi. Ma non vale... con la «D». La «C» l’ho già detta io.

LUCA...no, dicevo solo che ogni tanto mi viene in mente quel film.

ALESSIOVero. Solo che non erano ciechi.

LUCAMa era come se lo fossero... (silenzio) ...finiva male.

ALESSIONon è vero, escono...

LUCANo... si ammazzano fra loro... e quando escono scoprono solo di essere in un contenitore più grande.

Lungo silenzio.

ALESSIOComunque siamo alla «D»...

LucaDaunbailò!

AlessioBravo… con la «E»…

Luca Eyes wild shut, Forest Gump..., Gattaca. Quattro a tre!

AlessioGattaca non l’ho mai visto, ma avevo pensato di affittarlo dicono che sia bello…

Silenzio.

LucaProbabilmente non lo vedrai mai, come nessun altro film. È proprio un gioco del cazzo.

Si allontana.

Alessio rimane seduto.

III-Sq.19 (interno: sotterraneo – LA PIOGGIA)

Le dita di Caterina che scorrono sul braille. Volto di Caterina. Vicino a lei Anna e Elisa stanno mangiando. Si sentono le loro voci. Scherzose.

ANNAGuarda che se li finisci tutti mi incazzo...

ELISANe ho mangiati solo due... li hanno fatti fuori tutti i ragazzi.

Elisa e Valeria con un sacchetto di biscotti.

ANNABalle... adesso controllo (le prende il sacchetto dalle mani e lo controlla) ... Sei una... era pieno quando te l’ho passato!

ELISAMa tu non avevi paura di ingrassare?

ANNA (atteggiandosi in una smorfia) → Mheahhh...

Mentre stanno parlando Caterina solleva la testa verso l’alto. Qualcosa attira la sua attenzione. Un rumore di acqua, diverso dal solito. Cerca di zittire le sue amiche.

CATERINASchhhh....

ELISAFiniscili pure.

AnnaGrazie... le briciole.

CATERINA (con un cenno della mano come se potessero vedere) → Ssschhh... ascoltate...

Silenzio. Rumore di pioggia. Sempre più intenso.

CATERINAPiove! È pioggia!

ELISAè vero. ...Pioggia...

Volti degli altri, stupiti.

ELISA (rivolgendosi agli altri ad alta voce mentre Caterina si alza dopo aver posato il libro) → ...ehi! Sta piovendo!

Si sente anche rumore di vento. La copertura delle grate al soffitto si stacca e una parte vola via. Entra la pioggia.

ANNAè pioggia... venite, venite!

Viso di Caterina sotto le gocce d’acqua. Se ne sta con le braccia aperte con un senso di meraviglia. Gli altri le si fanno attorno. Si urtano. Qualcuno si toglie la maglietta come per potersi finalmente lavare. Grida di euforia. Facce rivolte all’insù. Qualcuno con la bocca aperta sembra volersi dissetare. Qualcuno inscena una specie di danza.

Il viso di Caterina si contrae.

Lampi di luce. Come lame. Fessure strette. Opalescenti, sfocate e abbaglianti.

Caterina si porta le mani a coprirsi il volto e lo abbassa di scatto. Smanaccia al suo fianco e afferra il braccio di Valeria serrando le dita fino quasi a farle male. Valeria istintivamente si gira verso di lei con lo sguardo preoccupato, mentre gli altri si muovono sotto la pioggia.

III-Sq.20 (interno: sotterraneo – CATERINA VEDE)

Andrea e Caterina stanno mangiando seduti vicini nel loro angolo, seduti sui cartoni.

CATERINASei silenzioso...

Andrea fa un boccone malvolentieri e poi getta con stizza il cibo che tiene in mano.

ANDREANon ne posso più... sembriamo cavie. Stupide cavie a cui ci si ricorda di buttare un pò di mangime prima di uscire di casa...

CATERINASe almeno lo facessero a intervalli regolari potremmo provare a stare vicino all’apertura e chiamare quando si fanno vivi...

ANDREANon illuderti. Non ci risponderebbero. Se ne fottono. Non abbiamo speranza.

CATERINABeh.. i nostri genitori qualcosa...

ANDREA (gridando) → Fanculo anche loro!!

Valeria e Luca sentono gridare e volgono la testa nella loro direzione.

ANDREANon lo capisci vero? Non vuoi capirlo... Ah beh... certo, per te è normale...

CATERINA (alzando la testa verso di lui) → Cosa è normale??! Che non ci vedo da una vita? Beh... sei proprio stronzo sai? Guarda che anche per me questa è una galera.

ANDREAMa almeno tu non ti ricordi continuamente... (si ferma tacendo improvvisamente senza finire la frase)

CATERINAChe cosa...? Finisci la frase... Cosa non mi ricorderei? Perché non dici cosa stai pensando... (silenzio) Scusa se ho avuto la meravigliosa fortuna di essere cieca... (si alza in piedi) Scusa se non condivido la vostra fottuta paura del buio... Scusa se ho cercato di rendermi utile invece di piagnucolare continuamente...

Mentre Caterina parla Andrea annaspa con le mani, la raggiunge e si solleva verso di lei standole di fronte. Caterina ha le spalle al muro. Le voci si accavallano.

ANDREA (con risentimento) → ...Infatti... Sei sempre calma tu. Sai sempre cosa si deve e cosa non si deve fare. Sempre piena di consigli... e mi chiedo come fai.

CATERINA (sotto la voce di Andrea) → Mi sono sbagliata, credevo di potermi fidare, credevo che tu mi volessi bene...

Andrea (non la ascolta e continua a parlarle addosso) → Come fai a sopravvivere (la afferra alle spalle e alzando la voce comincia a scuoterla violentemente), come fai a mangiare, a leggere quel tuo cazzo di libro... Forse a te non te ne frega ma io non posso vivere così!

Mentre Andrea grida le ultime frasi, Caterina ha un sussulto. Il suo buio è squarciato da lampi di luce accecante che lasciano il posto a una scia sfuocata nella quale senza saperlo intravede il volto di Andrea. Poi nuovamente il buio.

Stanno di fronte in silenzio. Un attimo che sembra interminabile.

Gli altri si sono alzati e fissano nel vuoto nella loro direzione, ammutoliti, senza essere in grado di fare nulla.

CATERINA (calma, fredda) ­→ Lasciami...

ANDREA (rendendosi improvvisamente conto della violenza delle sue frasi) → Cate... io non volevo...

CATERINA (urla, secca) ­→ Lasciami!!!

Andrea fa ricadere le braccia lungo i fianchi. Caterina si allontana strisciando contro il muro. Andrea ha uno scatto d’ira. Prende a calci il cibo e le cose che stavano sui cartoni e poi si accascia raccogliendo le ginocchia e la testa tra le braccia imprecando e piangendo.

In quel momento si sentono dei forti colpi provenire da un punto del sotterraneo. Delle grida e delle imprecazioni.

LUCA (urla) → Bastardi !!  Tirateci fuori di qui ! Non siamo cani.. (colpi ripetuti contro una parete) Tirateci fuoooriii !!!

Anna riconosce la voce.

ANNA (ad Alessandra) → è Luca !

Alessandra, Valeria e Alessio si spostano nella direzione del rumore.

Luca sta colpendo la parete con una sbarra di metallo, come volesse abbatterla. Grida. Piange.

LUCAVigliacchi !  Cosa vi abbiamo fatto !?! ...Non fateci fare la fine dei topi. Aiutateciii !!

Alessio e Alessandra lo raggiungono e a fatica lo fermano.

ALESSANDRANon serve a niente Luca...

Alessio lo trattiene alle spalle. La sbarra gli cade dalle mani.

LUCA (senza troppa convinzione, con la voce rotta) → Lasciami... Li voglio ammazzare... Li voglio ammazzare.

ALESSANDRA (prendendogli la faccia tra le mani) → Calmati.. Calmati. Non serve a niente... Ci facciamo solo del male così... Stai calmo, ti prego.

LUCAVoglio uscire di qui...

ALESSIOTutti vogliamo uscire... ce la faremo. Vedrai che ce la faremo.

Caterina è sola. Sta appoggiata di spalle a una parete, respira con affanno, spaventata. Gira di scatto la testa.

Lampo di luce.

Intravede l’immagine annebbiata di un cunicolo.

Caterina si guarda le mani, le esamina, le tocca, poi appoggia una mano sul muro e lo esamina. Vede per la prima volta.

III-Sq.21 (interno: sotterraneo – L’OROLOGIO)

Grande stanchezza. Rassegnazione. Tutti stanno in silenzio.

I tubi. I cavi. La goccia. L’orologio alla parete.

Volto di Luca. Sta in ascolto. Fa rotolare la sbarra soprapensiero. Si gira nella direzione da cui sembra provenire il ticchettio dell’orologio.

Si trascina fino là con la sbarra.

Muove la sbarra contro il muro fino a quando individua l’orologio a parete.

Cerca di colpirlo, ma lo manca. La sbarra sbatte sulla parete.

Di nuovo. Un colpo secco che manda in frantumi il quadrante.

Qualcuno si volta. Ma nessuno dice nulla.

LUCA (lasciando cadere a terra la sbarra) → Non ne potevo più...

III-Sq.22 ( esterni e interni misti – IL SOGNO DI ANNA)

Ticchettio di orologio. Anna sta contro un albero. Sta facendo una conta col il volto appoggiato alle braccia. Si sente la sua voce contare. Si gira. Guarda attorno a sé. Non c’è nessuno. Paesaggio naturale. Prati. Alberi. Lungo silenzio.

Vede se stessa, lontanissima, sul crinale di una collina, in controluce.

Immagini veloci, in accelerazione, lungo un sentiero pietroso fino a dei ruderi.

Figura seduta su un sasso. Un telo bianco copre la testa. Le mani composte sulle ginocchia. Le mani di Caterina.

Viso di Anna. Bocca che parla senza che esca suono. Il suono esce ritardato, storpiato.

ANNACate...

CATERINA (sotto il telo) → Non puoi vedermi... se io non ti vedo tu non puoi vedermi. Vieni qua sotto anche tu...

Anna solleva il velo piano.

Viso di Anna spaventata.

Il ticchettio dell’orologio è sempre più forte.

Sotto il telo non c’è il volto di Caterina, solo i suoi capelli. Come avesse la testa capovolta in modo innaturale.

Mano che striscia sul muro del sotterraneo lasciando una scia di sangue.

Anna in classe. Guarda fisso in una direzione.

Il professore la chiama.

PROFESSOREAnna... Anna! Dove stai guardando Anna?

Corridoi vuoti. Buio. Solo la scia della porta di una classe aperta.

La voce che chiama Anna, cupa, storpiata.

VOCEAnna... Anna...

Anna di spalle in fondo al corridoio.

Tonfi sordi che le si avvicinano alle spalle.

Volto di Anna che si solarizza mentre la voce la chiama.

Rumore forte di porta metallica che si chiude.

Buio.

III-Sq.23 ( interno: sotterraneo – MUSICA)

Volto di Anna che si risveglia di soprassalto.

Mani di Luca che percuotono un bidoncino metallico al ritmo di una musica che sta ascoltando col lettore CD.

Anna si ritrae contro il muro cercando di coprirsi alla meno peggio con un nylon.

Andrea vicino a Luca.

ANDREAStai ascoltando qualcosa?

LUCASi... gli X

ANDREAFammi sentire.

Luca gli passa una cuffietta e continua a picchiare sulla latta.

Anche Andrea segue il ritmo con le mani. Prima picchiettando sulle gambe e poi con più forza sui cartoni.

Alessandra, seduta altrove comincia a battere le mani, ascoltando il ritmo. Qualcun’altro percuote un’assicella per terra.

CAMILLAAlza al massimo... fai sentire anche a noi, dai..

Luca e Andrea si tolgono le cuffiette e il volume del lettore viene spinto al massimo. La musica si percepisce, distorta ma nitida.

Alcuni li raggiungono e formano come un cerchio.

Iniziano tutti a percuotere le cose che hanno vicino. Qualcuno si alza e inscena una specie di danza creando ritmo con gli oggetti più disparati.

Caterina in disparte guarda la scena. Impassibile.

Il ritmo si fa furioso, travolgente.

Caterina si tiene la testa tra le mani.

Ad un certo punto la musica si arresta di colpo. Tutti restano immobili, ammutoliti, ansimanti.

La polvere sollevata dal movimento aleggia nella luce che filtra dalle grate.

III-Sq.24 ( interno: sotterraneo – SOSPETTI)

Caterina si muove con cautela inoltrandosi nei cunicoli. Esamina il punto da dove proviene il cibo. Si spinge oltre fino alla galleria più lunga, quella dove Camilla si era smarrita.

Tutti dormono. Michele e Camilla sono sdraiati vicini, all’ingresso di uno dei cunicoli. Parlano sottovoce.

MICHELEQuando dormiamo se ne va sempre in giro...

CAMILLAChi?

MICHELECaterina... sono sicuro. Andrea mi ha detto che spesso si sveglia e non la trova. Anche adesso. Ho sentito dei passi poco fa che si allontanavano...

CAMILLA Come fai a essere sicuro che sia proprio lei?

MICHELESchsss... parla piano... E chi altri può essere se no? Secondo me ci vede.

CAMILLA Non dire cazzate.

MICHELESenti, si comporta in modo strano... come se lei non avesse bisogno di nessuno. E si muove in modo troppo sicuro secondo me. Sa sempre dove sono le cose. Ti dico che ci vede.

CAMILLASe è così perché non ce lo dice?

MICHELEBeh.. è un bel vantaggio, non credi?

CAMILLACapirai.. in questa topaia.

MICHELEGuarda che non siamo in castigo... e non sappiamo se ne usciremo vivi. Secondo te chi ce la può fare? È sempre lei che distribuisce il cibo, l’acqua... Tra l’altro ultimamente scarseggia, non so se te ne sei accorta. Secondo me ne tiene un pò da parte. Se le cose si dovessero mettere male...

CAMILLACosa vuoi dire?

In quel momento Caterina sta tornando. Sente le voci e avanza silenziosa fino all’angolo dietro il quale stanno Michele e Camilla. Si ferma ad ascoltarli.

Caterina che ascolta.

MICHELENon so... dico solo che è privilegiata, e la cosa mi fa incazzare. Non mi fido. Se ci vede e non ce l’ha detto avrà un buon motivo... non mi piace per niente.

CAMILLAMa scusa, perché dovrebbe fare qualcosa alle nostre spalle...

MICHELENon dico questo, ma non mi convince che sia sempre così disponibile... non so, non la sopporto. È sempre stata lei ad avere bisogno di noi, e guarda che con la scusa che era cieca anche a scuola l’hanno sempre trattata coi guanti, anche troppo. Lo pensavano tutti, solo che nessuno aveva il coraggio di dirlo. E adesso secondo me ci gode proprio a vedere che tutti dipendono da lei. Boh, non lo so... tu sei sua amica, forse la conosci meglio, ma a me non ha mai convinto con quella sua aria da santarellina sfortunata.

CAMILLAAmica... insomma, ci parlo.

MICHELEL’hai sempre aiutata a scuola.

CAMILLASi vabbeh, ma che vuol dire?

MICHELEDico solo che poi non si è fatta scrupoli a fregarti il ragazzo.

CAMILLAAndrea non era il mio ragazzo.

MICHELESarà... però ti piaceva. È arrivata lei con la sua aria da mistero e Andrea ha cambiato indirizzo. Non dirmi che non ci sei rimasta male. E non potevi nemmeno incazzarti, perché lei era cieca, poverina.

Silenzio.

Michele e Camilla che parlano.

MICHELEInsomma... secondo me c’ha sempre marciato. E poi non sappiamo nulla della sua malattia; è una malattia no? Dice che non è stata sempre così... se fosse lei ad averci contagiati?

CAMILLAMa dai...

MICHELEComunque è una strana coincidenza... è arrivata quest’anno e noi siamo quelli che frequentava di più.

CAMILLAVabbeh, e i suoi genitori allora?

MICHELEChe ne so... però mi sembra strano.

Caterina si allontana cercando di non farsi sentire.

CAMILLANon ho per niente sonno... ho fame

Mentre Camilla parla, Michele percepisce un rumore.

MICHELE (fa tacere Camilla toccandola con la mano) → Schss.... c’è qualcuno...  (ad alta voce) Chi c’è?

Caterina è carponi. Si immobilizza.

Una voce assonnata chiede di fare silenzio.

ELISALa piantate di parlare... non riesco a dormire.

CAMILLA (ad alta voce) → Hai tutto il tempo che vuoi per dormire... non facciamo altro che dormire!

ELISAAllora... finitela!

Caterina approfitta di questo piccolo scambio per tornare ai suoi cartoni, dove Andrea sta dormendo.

Gli si sdraia a fianco. Andrea gli dà le spalle. Cerca di svegliarlo.

Caterina (sottovoce) → Andrea...

Andrea mugugna assonnato.

CaterinaAndrea... devo dirti una cosa.

Andrea (senza girarsi) → Che vuoi... lasciami dormire.

Caterina guarda verso i due che parlavano. Sa che non possono vedere ma si accorge che sono voltati nella sua direzione.

ANDREACosa c’è?

CATERINA (rimettendosi giù) → Niente... scusa. Niente...

III-Sq.25 ( interno: sotterraneo – DISTRIBUZIONE DEL CIBO)

Qualcuno sta mangiando.

ANNACi rifilano solo roba secca... non ne posso più. Darei non so cosa per qualcosa di caldo...

ELISASono sempre le stesse cose, quasi non riconosco più i sapori. Quanto andrà avanti ancora?

VALERIALascia perdere... speriamo che continuino a farlo.

Caterina sta distribuendo il cibo prendendolo dai sacchetti gettati nel sotterraneo.

Passa qualcosa a Michele e poi procede oltre.

MICHELEEhi... Tutto qua?

CATERINANon era un granché questa volta.

MICHELENon è possibile, a me ne avete dato di meno! Solo Crackers  e formaggio, cazzo!

ALESSANDRA  Come tutti...

MICHELE → Vorrei proprio vedere cosa avete voi... (si sposta e cerca di afferrare quello che tiene in mano Elisa) Fammi sentire!

Elisa si difende il cibo e lo allontana. Si spingono.

ELISALasciami stare... ne ho quanto te!

MICHELEFammi vedere!

ELISA (divincolandosi) → Piantala! Mangiati le tue schifezze e piantala!

ALESSANDRALa finisci Michele?!

CATERINAGuarda che le porzioni sono identiche.

MICHELESecondo me questa stronza ne dà di più a chi le pare a lei.

CATERINAQuesta stronza chi?

MICHELETu, proprio tu! (gesticolando e rivolgendosi agli altri) Perché deve essere sempre lei a distribuire il cibo?

CATERINADato che sono una stronza la prossima volta li vai a prendere tu i sacchetti... (con ironia) anzi, meglio di no, che poi finisce che ti perdi, come l’ultima volta.

Qualcuno ride.

LUCATe lo dico io perché lo fa sempre lei...

Silenzio.

LUCAPerché ci vede.

CATERINANon ti sopporto... Ce l’hai con me? È da un pò che fai battute, questa potevi risparmiartela.

LUCANon sto scherzando.

Caterina tace un attimo e poi sbatte la roba per terra accorgendosi che nessuno replica.

CATERINAVabbeh, sentite... prendetevi da mangiare. Quello che posso fare io lo potete fare anche voi.

Si siede e prende il suo cibo.

Gaia le sta seduta vicino e allunga una mano verso di lei.

GAIANon prendertela, Luca fa sempre così...

CATERINA (allontanandole il braccio) → Lasciami stare.

GAIA (rivolgendosi a Luca) → Perché devi trattarla così, Luca?

LUCAHo solo detto quello che pensano anche altri... e poi non è il caso di fare tante scene.

CATERINA (stizzita) → Chi lo pensa?

ANDREASmettila Luca...

LUCASono stufo di quell’aria da sorella maggiore che ha sempre. È esattamente quello che gli hai urlato tu ieri, non te lo ricordi?

ANDREASono fatti miei...

VALERIAFacciamola finita...

ALESSANDRASi, facciamola finita... stiamo litigando per tutto ultimamente. Siamo tutti nella stessa situazione. Non ammazziamoci tra di noi per favore.

ANNA (lasciando cadere davanti a sé il cibo) → Io non ho più fame... se qualcuno ne vuole...

Finiscono di mangiare.

III-Sq.26 ( interno: sotterraneo – IL LIBRO DISTRUTTO)

Caterina rovista con le mani nella propria borsa. La svuota con gesti sempre più rabbiosi. Cerca il libro che leggeva agli altri, ma non lo trova. Inginocchiata per terra si guarda attorno. Gli altri sono un pò distanti. Molti non fanno nulla. Qualcuno mangia. Qualcuno sistema i nylon e i cartoni. Uno maneggia il lettore CD come cercasse di farlo funzionare.

Nota il libro in un angolo. Lo va a raccogliere. È aperto, sporco, le pagine sono strappate, sgualcite, come se qualcuno avesse tentato di distruggerlo.

CATERINA (avvilita, sorpresa. Tra sé e sé) → Chi è stato....

Raggiunge gli altri tenendo il libro in mano.

CATERINA (ad alta voce) → Chi è stato?!!

Gli altri che stavano chiacchierando si zittiscono.

ELISAChi è stato a fare cosa?

CATERINAChi ha distrutto il mio libro?!

LUCAChe ne sappiamo del tuo libro... figurati..

CATERINA (gridando) → Chi è stato?!!!

Silenzio.

Caterina li guarda uno ad uno.

CATERINA (a bassa voce, come un lamento rabbioso, trattenuto) → Bastardi... siete proprio vigliacchi... che cosa vi ho fatto io?

ALESSANDRA (come cercasse di calmarla) → Guarda che... nessuno ha fatto nulla.

CATERINAAh no? ... è... distrutto. Non credo sia stato un fantasma a strapparlo..

ALESSIO (sottovoce) → Che palle...

LUCACome fai a saperlo che è distrutto?

CATERINACome faccio a saperlo?! Ce l’ho in mano!

ANNAL’avremo pestato per sbaglio...

CATERINA (tra i denti, con un senso di  rabbia e di dolore) → Anche tu Anna...?

ALESSANDRAOh dai... se qualcuno ha fatto questo scherzo del cazzo lo dica.

Luca si alza e si avvicina a Caterina.

LUCATu ci vedi, vero?

MICHELEE piantala di rompere con ‘sto libro.

Caterina tace per un momento fissando Luca, poi gli scaglia il libro addosso.

CATERINAAndate a fanculo tutti!

LUCA (mentre Caterina si allontana) → Perché non ci dici che vedi?

III-Sq.27 ( interno: sotterraneo – VALERIA)

Valeria e Caterina sono sdraiate vicino.

VALERIAè vero quello che dice Luca?

Caterina tace.

VALERIAè importante... Guarda che puoi dirlo. Lascia perdere le cazzate che spara Luca, ma è vero che ci vedi?

Caterina sta con le braccia incrociate sotto la testa fissando il soffitto. Le scende una lacrima.

CATERINANon è colpa mia... io non c’entro nulla.

VALERIAMa nessuno lo pensa...

CATERINANon è vero che nessuno lo pensa... ho sentito quello che dicono sai?

VALERIADai, non esagerare... Luca...

CATERINANon è solo Luca. Michele pensa che sia stata io a contagiarvi.

VALERIAChe stronzo...

Lungo silenzio.

CATERINAOmbre... vedo delle ombre.

VALERIA (sollevandosi verso di lei con stupore) → Davvero? Ci vedi allora?!!

CATERINASolo ombre... e.. non so è... è tutto... confuso. Non capisco quello che vedo. Ho paura...

VALERIAMa è importante... perché non l’hai detto?

CATERINAMi spaventa... Mi spaventano gli altri. Credo che mi odierebbero per questo.

VALERIAMa non è vero...

CATERINANo. È vero... li hai sentiti anche tu.

VALERIASe ci vedi puoi aiutarci a uscire da questo buco... dove siamo? Hai visto dove siamo?

CATERINANon bene... è un sotterraneo. Ci buttano il cibo attraverso una specie di camino.

VALERIA (euforica) → Dobbiamo dirlo agli altri!

CATERINA (sollevandosi spaventata, mettendo a Valeria una mano sulla bocca) → No!

Caterina ritira la mano e guarda il volto stupito di Valeria che da questo gesto ha intuito che lei vede davvero. Valeria tace.

CATERINA (piano, sottovoce) → No... ti prego.

III-Sq.28 ( interno: sotterraneo – LITIGI E ACCUSE)

Andrea finisce a rapide sorsate una bottiglia d’acqua. Elisa gli è accanto.

ELISAFai bere anche me.

Gli prende la bottiglia dalle mani. Andrea resiste un attimo e poi gliela cede.

Elisa prova a bere, ma la bottiglia è vuota.

ELISAL’hai finita tutta cazzo!  (scaglia la bottiglia contro il muro) ...Non potevi lasciarne un pò? (lo strattona)

Andrea si divincola e la spinge contro la parete.

ANDREAEra già finita, ne ho bevuto solo un sorso.

Elisa gli restituisce la spinta sempre più infuriata.

ELISANon è vero! Ti sentivo bere... sei uno stronzo! Non pensi mai agli altri.. Lo sapevi perfettamente che è l’ultima e fino a domani non ce n’è altra!

ANDREAMa piantala! Vai a berti quella del secchio!

ELISABevitela tu! Fa schifo...

Anna intanto un pò più distante è seduta e sta strappando un pezzo di cartone.

ANNA (mormorando tra sé e sé) → ...Smettetela...

ANDREA (spingendo nuovamente con forza Elisa e facendola cadere) → Non me ne frega niente, smettila di rompere le palle e levati di mezzo!

ELISA (da terra) → Vuoi menarmi?! Dai fallo! Sei un pezzo di merda...

Andrea le va vicino e si china su di lei, furioso.

ANDREASentimi un pò carina... ognuno per sé, capito? Non sono fatti tuoi quanta acqua bevo. La prossima volta ti svegli. E adesso la pianti di frignare, perché mi sono rotto!!

ANNA (facendo rabbiosamente a brandelli il cartone) → Smettetela!! Smettetelaaa!!!

Interviene Caterina e afferra Andrea a una spalla costringendolo a girarsi.

CATERINACome ho fatto a sbagliarmi così su di te?!

ANDREA (indietreggiando) → Allora è vero quello che dice Luca...

Alessandra e alcuni altri si girano nella loro direzione.

CATERINAè vero, e allora? Ci vedo, non so perché... Da schifo, ma ci vedo.

ANDREAE vieni a fare a me la morale su come mi comporto? Perché non ci hai detto nulla?

CATERINAPerché mi fate paura, stiamo impazzendo qua sotto... non ti rendi conto di come stiamo diventando?

Gli altri le sono intorno, costringendola a stare spalle alla parate. Luca si fa avanti.

LUCANo.. come stiamo diventando? Diccelo tu.

ELISAPerché non ce l’hai detto Caterina?

ANNACome facciamo a fidarci di te... Noi siamo ciechi e tu invece vedi noi e tutto quello che facciamo.

MICHELEVuoi cavartela tu e lasciarci nella merda? L’ho sempre pensato sai che eri fasulla... magari ci vedevi anche prima. Tutte balle... erano tutte balle...

CATERINAMa voi siete pazzi...

ALESSANDRADai piantiamola... non diciamo cazzate!

LUCANon sono cazzate, lo diceva lei che era una cecità isterica... e io non voglio starci qua sotto con un’isterica! Lei ci vede e io no.. e non mi piace per niente questa cosa!

VALERIAMa non è colpa di nessuno... potrebbe esserci di aiuto invece il fatto che lei ci veda.

MICHELECapirai, è stata di grande aiuto fino adesso...

CATERINAIo non vi ho mai fatto nulla. Perché ce l’avete con me?

GAIASmettiamola, la stiamo spaventando.

LUCAChe si spaventi, per quello che m’importa... mi basta che stia lontana da me.

ALESSANDRALa devi smettere Luca, ci stai mandando in paranoia.

ALESSIOE invece Luca ha ragione secondo me

ELISAPerché tu ci vedi e noi no? Perché?

CATERINA (ormai con la voce rotta dalla disperazione) → Non lo so perché... è questo posto, mi ricorda qualcosa..

VALERIA (che si è rialzata e sta ora in mezzo agli altri) → Cosa ti ricorda questo posto?

CATERINANon lo so... è come se ci fossi già stata.

LUCASentite, io non resto qua ad ascoltare tutte queste cazzate... ci sta prendendo per il culo. Che si fotta! (si allontana).

GAIACome sarebbe che sei già stata qui? Che posto è questo? Diccelo!

CATERINANon lo so... non lo so! Mi sembra solo di esserci già stata, non so perché.. da piccola, ci sono finita, non so come... mi sono persa. Mi sono venute in mente delle cose e ho ricominciato a vedere...

ALESSIOMa smettila...

ALESSIONon è che siamo qua per qualche esperimento che stanno facendo su di te magari?

ALESSANDRAOh Alessio, finiscila...

ALESSIOE che ne so io.. Chi erano quelli che ci sono venuti a prendere? Lo so che sembra assurdo, ma non è meno assurdo tutto quello che ci sta capitando!

VALERIAMa cosa vuoi che c’entri lei...

GAIAIo ho paura... mi state facendo paura..

In quel momento Anna si solleva dai cartoni che aveva strappato e si avvicina con la faccia stravolta.

ANNA (mormora) → ... È colpa tua.... è colpa tua... (ad alta voce puntando il dito) ...è colpa tua!

Gli altri si zittiscono spaventati.

Silenzio. Caterina fissa gli occhi sbarrati di Anna.

CATERINA (con una voce debole, ferma e rassegnata) → Io non c’entro niente.

III-Sq.29 ( interno: sotterraneo – LA TRACCIA)

Caterina vaga tra i corridoi e inizia a pensare a come la stanno trattando gli altri.

Presa dalla tristezza si siede, appoggia la mano per terra, la tira su, la guarda, si accorge che è tutta nera di sporco.

Si alza. Appoggia la faccia e le braccia aperte alla parete come volesse ascoltare attraverso il cemento.

Con la voce flebile, rotta dall’angoscia, intona una canzoncina che le cantavano da piccola e lascia l’impronta della sua mano sul muro…

III-Sq.30 ( interno: sotterraneo – ISOLAMENTO)

I ragazzi stanno raccolti. Michele e Andrea tornano da un cunicolo con dei sacchetti e si siedono vicino agli altri.

Anna sta tracciando con le mani dei segni immaginari sulla parete.

Aprono i sacchetti e cominciano a tirar fuori il cibo.

VALERIADov’è Caterina?

ALESSIOSi sarà rintanata da qualche parte.

VALERIA (alzandosi con in mano del cibo e una bottiglia di acqua) → Caterina! Dove sei? Vuoi qualcosa? Dell’acqua?

LUCALasciala perdere. Lei ci vede. Che venga a prendersela se vuole.

Caterina è sdraiata, rannicchiata in un angolo.

III-Sq.31 ( esterno: aperta campagna – VISIONE)

Caterina bambina. Cammina tenendo per mano suo padre. Alza lo sguardo verso di lui.

CATERINAPapà? Quando torniamo a casa?

PADREPresto Caterina... presto.

III-Sq.32 ( interno: sotterraneo – L’UCCISIONE)

Delle mani risvegliano Caterina scuotendola. Lei si gira su se stessa e vede che gli altri l’hanno raggiunta.

Alessandra le sta inginocchiata vicino.

CATERINA (mettendosi a sedere e ritraendosi) → Cosa volete?

ALESSANDRADevi aiutarci.

CATERINAAiutarvi a fare cosa?

GAIAA uscire di qua.

Silenzio.

CATERINAMa cosa state dicendo?

ALESSANDRATu ci vedi. (silenzio) ... c’è quel cunicolo, quello dove si era perso Michele. È l’unico che non sappiamo dove finisce. Dovresti andare a vedere. Magari c’è una possibilità.

Caterina tace per un pò. Guarda le facce di chi le sta attorno.

CATERINAIo non vado da nessuna parte. Non ci vedo bene... non capisco nemmeno quello che mi sembra di vedere. Mi fa paura.

ALESSANDRASei l’unica che può farlo Cate..

CATERINA (alzandosi) → No. Lasciatemi perdere.

Si sposta rispetto a loro ma la raggiungono e la bloccano all’ingresso di un cunicolo. Luca la afferra e la costringe a girarsi verso di loro.

LUCASmettila di fare la preziosa!

ELISACosa ti costa Caterina?

CATERINACosa mi costa?! (si ferma a fissare Luca che la tiene per un braccio) Prima mi accusate di tutto e adesso venite a chiedermi se vi do una mano? Andateci voi! (rivolgendosi ora direttamente a Luca, vicinissima alla sua faccia) Vacci tu. Tu che non hai bisogno di nessuno. Vai tu in fondo a quella galleria! Ma se non trovi la via del ritorno non metterti poi a piagnucolare come aveva fatto Michele.

LUCA (strattonandola mentre Caterina cerca di divincolarsi) → Tu adesso vai a vedere e la smetti di rompere le palle ok?

ALESSANDRA (cercando di mitigare il tono aggressivo di Luca) → Magari c’è un’uscita, una possibilità...

Elisa le si para di fronte facendosi largo tra Luca e Alessandra.

ELISAPerché non ci vai, che cosa ti costa?! Solo perché ce l’hai con Luca...

CATERINAProprio tu! ... ma non ti accorgi? Luca sta convincendo tutti che io ne approfitto... e anche Andrea, ti stava per menare, te lo ricordi?!

ELISAIo non so se è vero che tu centri qualcosa con questa situazione, ma se facciamo la fine dei topi sarà anche colpa tua!

CATERINA (gridando) ­­→ Io non vado da nessuna parte!!

Caterina si sottrae alla presa di Luca, fa per scappare, ma Alessio che è dietro di lei la blocca e la risospinge verso Luca.

Valeria (sta dietro gli altri) → Lasciatela stare! Siete fuori di testa!

Michele blocca Valeria e la spinge indietro.

MICHELENon metterti in mezzo tu!

Andrea se ne sta in disparte, disperato. Rannicchiato per terra con la testa tra le mani, come non volesse sentire quello che sta succedendo. Valeria si rivolge a lui gridando.

VALERIATu non fai niente??!!

Luca afferra nuovamente Caterina, la tira per i capelli e la stringe alla parete.

LUCASenti, ho sempre pensato che sei fasulla con la tua aria da vittima... Ma tu adesso fai quello che ti diciamo... altrimenti non riceverai più nemmeno l’acqua!

CATERINA (con la testa tirata da un lato, vicinissima al volto di Luca. Fredda, fissandolo con odio) → Io non prendo ordini da te.

Caterina colpisce Luca per liberarsi dalla presa. Luca non la molla, la sua presa si fa più violenta.

CATERINALasciami!!

Si spingono. Si colpiscono. Caterina smanaccia nel vuoto per colpirlo in volto, lo raggiunge, gli stringe la faccia con le dita serrate per allontanarlo da sé. Luca le afferra il braccio, la fa girare su se stessa e la spinge violentemente facendole perdere l’equilibrio. Caterina cadendo sbatte la testa contro un supporto di metallo fissato alla parete e resta a terra immobile.

Valeria si fa largo e inciampa quasi nel corpo di Caterina. Si china. Si accorge che si tratta di lei.

VALERIACaterina... Caterina!

Le tocca la faccia, la gola. Si avvicina con il viso alla sua bocca e si accorge che non respira. Allora la scuote con forza.

VALERIACaterina!!!

Gli altri le si fanno intorno. Luca si allontana.

Sente che la testa è bagnata. Si porta le mani al naso e alla bocca accorgendosi che si tratta di sangue.

Si gira verso gli altri in un silenzio innaturale.

VALERIA → ...vi rendete conto cosa avete fatto? ... è... è morta.

GAIACome è morta?!

ELISAOh...Dio.... non è possibile.

Qualcuno grida terrorizzato e fugge via inciampando e andando a sbattere qua e là.

ALESSANDRACos’è successo?

VALERIAAlessio... Luca... Luca!!

LUCA (da dietro gli altri) → Io non ho fatto niente.

VALERIACosa le avete fatto?!!

ALESSIONon abbiamo fatto niente. Non vediamo niente... stavamo parlando.

VALERIANon dite cazzate! Stavate urlando!

ALESSIOSi, ma non le abbiamo fatto niente... dev’essere inciampata.

VALERIA (come in un lamento sconsolato) → Io non so chi sia stato, ma qualcuno l’ha spinta e ha sbattuto la testa contro qualcosa... (tocca il viso di Caterina, la accarezza) ...Caterina... Cate...

III-Sq.33 ( interno – esterno – IL VOLO)

Immagini sempre più veloci. In allontanamento, come una fuga.

Il gruppo raccolto attorno a Caterina.

Un cunicolo. Un portone. Scale. Capannone. Prato. Fiume.

Un uccello spicca il volo.

Cielo azzurro.

III-Sq.34 ( interno: sotterraneo – L’ACCORDO)

I ragazzi stanno sparpagliati. Seduti a terra sui cartoni. Appoggiati ai muri. Sdraiati. Alcuni sono vicini, abbracciati. Nessuno parla dell'accaduto.

Trascinano silenziosi il corpo di Caterina nella parte del sotterraneo destinata ai rifiuti. Si fermano, stanno fermi vicino al suo corpo. Qualcuno si siede per terra, qualcuno rimane in piedi.

Si raccolgono per mangiare; il pasto avviene in silenzio, nessuno ha il coraggio di introdurre l’argomento. Andrea se ne sta in disparte. Pensa, seduto, appoggiato al muro.

ELISA Vi rendete conto?

Lungo silenzio.

andrea Noi non abbiamo fatto nulla... non l’abbiamo fatto apposta Caterina è scivolata su un tubo e ha battuto la testa!

VALERIANon ti sopporto! Cosa facevi tu mentre Luca e Alessio la menavano!

LUCANon l’abbiamo nemmeno toccata! Era isterica... è scivolata cazzo!

VALERIAStai zitto... è meglio che stai zitto.

Lungo silenzio.

valeria è inutile fare finta di niente.

elisa Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità.

valeria L'abbiamo uccisa noi.

ELISA Non so come abbiamo potuto! ... era nostra amica.

valeriaè facile dirlo adesso...

ANNAPerché?

Silenzio.

VALERIACosa succede... se usciamo? Cosa succederà quando ci chiederanno di Caterina?

Andrea se ne sta ancora in disparte, quasi estraneo alla discussione

Anna Credi ancora che usciremo di qui?

MICHELEDobbiamo pensare a qualcosa, non ci possono tenere mica qui per sempre!

AnnaPerché no? Ormai si saranno dimenticati di noi.

MICHELE (confuso, disperato, frasi frammentate) → Non è giusto… se non ci avessero buttati qui… se ci avessero portati in ospedale… perché proprio a noi? Non è colpa nostra, nessuno di noi voleva che andasse a finire così. E’ tutta colpa loro, di quelli che ci hanno chiusi qui, sono loro che hanno l’hanno uccisa. Ci lasceranno qui per sempre, non usciremo mai… Caterina è stata solo la prima.

ValeriaNon ne posso più di questi discorsi! Non lo so se usciremo, se rimarremo qui… il problema adesso è un altro. Vi rendete conto che l’avete ammazzata?

AndreaL’”avete” ammazzata?? ...Basta, cazzo! E’ così importante stabilire di chi sia la colpa? Nessuno voleva farlo... o l’abbiamo fatto tutti, se preferisci. Siamo completamente ciechi e siamo tutti nello stesso buco di merda. E si va fuori di testa a stare qua.... Caterina è morta... ma... non voglio passare da questa a un’altra prigione… per colpa di un incidente.

MICHELE Incidente?

LUCASì. Caterina è inciampata... e ha battuto la testa. Chiuso.

Valeria Non è stato un incidente… non siamo innocenti.

ANDREASe è giusto che siamo stati rinchiusi da innocenti, è giusto anche essere liberi da colpevoli.

elisaCome fai ad essere così insensibile, tu che eri anche il suo ragazzo?

Silenzio.

Valeria batte su una latta con l'anello a ritmo crescente.

CAMILLAPiantala!

Si sentono dei tonfi sordi.

lucaCi stanno portando da mangiare.

alessioNon se ne dimenticano mai.

Silenzio.

anna (freddamente) → Conosci la storia di Hansel e Gretel?

Silenzio.

GaiaMamma...ci hanno voluto rinchiudere qui... perché non ci hanno lasciato in ospedale, mamma? ...non siamo stati noi, l'hanno uccisa loro... l'hanno uccisa loro e uccideranno anche noi... Caterina è stata solo la prima... la prima tra di noi... e la seconda chi è? cazzo chi è? siamo degli animali, mamma... io voglio vivere non sopravvivere... non sopravvivere!

Annachiara cerca con un abbraccio di calmarla.

Lungo silenzio.

anna (fredda) → Caterina ha creato problemi. nessuno deve crearne altri. questo basta.

Annachiara si volta verso di lei.

anna (fredda) → Non potevamo fare altro (sorride). Non parliamone più, va bene?

ELISA Mi fai paura.

III-Sq.35 ( interno: sotterraneo          RASSEGNAZIONE)

Attesa. Silenzio. Rassegnazione.

Qualcuno rovista tra la sua roba. Qualcuno si bagna la faccia e il collo stando inginocchiato davanti al catino dove raccolgono l’acqua. Qualcuno è semplicemente fermo, seduto.

Gaia sta sdraiata con le ginocchia raccolte e il capo appoggiato alle gambe di Elisa che le accarezza i capelli.

Valeria tiene in mano il libro strappato di Caterina. Scorre con le dita sui rilievi del braille.

III-Sq.36 ( interno: sotterraneo          RECUPERANO LA VISTA)

Immagine sfuocata delle linee di luce che filtrano dalle grate.

Elisa ha gli occhi aperti. È sdraiata. Lo sguardo è fisso all’insù.

Serra le palpebre e si stropiccia gli occhi.

Di nuovo l’immagine, sfuocata.

Si tocca il viso con stupore, si solleva su un fianco e guarda verso gli altri. Vede molto confusamente. In modo quasi indistinto. Riconosce vagamente delle sagome.

Stanno tutti dormendo.

Striscia verso di loro e si avvicina ad Alessandra. La scuote leggermente. Si avvicina molto al suo viso. La riconosce.

ELISA Ale... Ale.... ci vedo.

Alessandra si risveglia, apre gli occhi, lo sguardo nel vuoto.

ALESSANDRAChe c’è... (fa una smorfia di dolore) ...ho la testa che mi scoppia...

ELISA ­­→ Ci vedo Ale!

ALESSANDRACosa?

E in quel momento anche Alessandra si accorge di vedere. Riconosce vagamente il viso di Elisa.

ALESSANDRA (con un’espressione di stupore) → Anch’io... Oddio, ci vedo.

ELISA Ti fanno male gli occhi?

ALESSANDRAMi bruciano... ma è la testa che... Ci vedo... Cristo.. (si è alzata a sedere e si guarda le mani, tocca il viso di Elisa) ... male, ma qualcosa riesco a vedere.

Inizia a scuotere la testa, come assalita da uno sconforto improvviso.

ALESSANDRA...Dio... Dio..... Dio...

ELISA (allunga una mano verso di lei preoccupata) → Ale..

Alessandra (scosta da sé la mano di Elisa, continua a scuotere la testa) → Ti rendi conto?.... Ho paura di vedere... era una questione di giorni e... (piange) ...Cristo... vedere è.... è come aver ucciso... è come non potersi nascondere più...

Elisa capisce. Le prende la mano e la stringe forte. Restano in silenzio. Alessandra piange sommessamente.

ELISA Vado a svegliare gli altri.

III-Sq.37 ( interno: sotterraneo – LA LIBERAZIONE)

La scena è desolata. I ragazzi stanno abbandonati come corpi. Sfiniti. Laceri.

Cibo e oggetti sparpagliati dappertutto.

Volti che respirano appena.

Un rumore impercettibile di sirena, che non viene nemmeno notato.

Rumori forti, voci. Frastuono di porte che vengono aperte.

Una luce abbaglia i volti dei ragazzi che serrano gli occhi. Riescono soltanto a fare dei deboli movimenti di reazione, niente di più. Non hanno la forza di alzarsi.

In controluce si scorgono sagome indistinte. Persone che avanzano verso di loro.

***

IV scena

IV-Sq.1 (interno-giorno: CASA DI ALESSANDRA)

Alessandra sta pranzando con i suoi genitori. Fa alcuni bocconi e poi si ferma, come non ce la facesse a continuare.

LA MADRE (con un senso di pena nella voce) → Mangia... devi mangiare qualcosa.

Alessandra li guarda. Appoggia la forchetta sul tavolo.

ALESSANDRANon ci riesco.

Si alza ed esce.

IV-Sq.2 (esterno-giorno: STRADA)

Elisa aspetta seduta su una panchina.

Si volta e nota Bea e Flavia che si avvicinano.

Si alza e va loro incontro. Si abbracciano, si guardano senza dire nulla.

Si allontanano assieme.

IV-Sq.3 (esterno-giorno: STANZA DI ANNACHIARA)

Camilla e Elisa sono in stanza.

Camilla ascolta musica sul letto. Si volta verso Elisa che non la guarda.

Elisa svuota uno zaino, seduta a terra. Estrae alcuni libri, dei quaderni e poi il pelouche sgualcito di Caterina. Lo tiene in mano fissandolo.

Camilla la guarda, poi gira lo sguardo davanti a sé, senza dire nulla.

IV-Sq.4 (esterno-giorno: COLLINE)

Anna, Michele, Gaia passeggiano su dei prati in una zona collinare. Parlano.

Passano vicino a un sentiero lastricato che si inerpica attraverso una boscaglia.

ANNAMi aspettate?

GAIAOk, noi ci sistemiamo qui.

Anna sale il sentiero. Si ferma davanti a delle rovine. Una pietra.

Il posto del suo sogno.

Anna guarda la pietra e poi si guarda attorno.

IV-Sq.5 (esterno-giorno: INGRESSO SCUOLA)

Alessio arriva in prossimità della scuola. Si ferma dall’altra parte della strada.

Guarda i ragazzi che affollano l’ingresso.

Attraversa la strada per unirsi a loro.

IV-Sq.6 (interno -giorno: STANZA DI ANDREA)

Andrea è seduto davanti alla finestra della sua stanza. Guarda fuori, con lo sguardo perso.

Sua madre da dietro gli si avvicina. Gli appoggia le mani sulle spalle.

LA MADREVieni di là?

Andrea non dice nulla. Continua a guardare dalla finestra.

La madre si allontana dietro di lui.

Andrea fissa una finestra di una casa vicina.

IV-Sq.7 (interno - sera: STANZA DI VALERIA)

Valeria sfoglia i brandelli del libro braille di Caterina.

IV-Sq.8 (interno - giorno: STANZA DI CATERINA)

Stanza vuota di Caterina. Le sue cose.

IV-Sq.9 (esterno - giorno: STRADA)

Luca cammina. Si ferma a un incrocio. È assorto nei suoi pensieri.

Fa un passo per attraversare prima che il semaforo diventi verde.

Un’automobile sta per investirlo, ma viene bloccato all’ultimo momento dal bastone di un cieco che gli sta accanto.

Si volta a guardare l’uomo che gli ha salvato la vita.

Volto del cieco.

Lampada del semaforo che diventa verde. Si sente il segnale acustico per ciechi.

IV-Sq.10 (interno -sotterraneo: EPILOGO)

Il sotterraneo.

La traccia della mano di Caterina sul muro.

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