Nell'occhio l'angolo di campo è il massimo angolo entro il quale si può osservare l'ambiente esterno. Da un punto di vista più pratico è ovvio che il nostro occhio non può vedere tutto il mondo a 360 gradi ma può osservarne solo una porzione alla volta; questa porzione (misurata in gradi) è l'angolo di campo.
L'angolo di campo viene solitamente indicato con la lettera greca gamma minuscola. L'angolo di campo può variare a seconda se si tiene l'occhio fisso o se lo si muove ma dal punto di vista del fotografo l'angolo di campo dell'occhio può essere fissato a 45 gradi o comunque da un minimo di 40 ad un massimo di 55 gradi.
Uno strumento che osserva un panorama con un angolo di campo maggiore di quello del nostro occhio (o comunque che lo allarga; come una lente divergente) deve fare in modo che una porzione di spazio maggiore del normale sia contenuta in quella visibile dall'occhio e quindi rimpicciolisce le immagini per farle stare tutte nello spazio a disposizione; ne deriva che gli oggetti osservati risultano essere più piccoli del normale e quindi più lontani.
L'esatto contrario lo si ha con uno strumento che usa un angolo di campo minore dell'occhio umano; dove gli oggetti devono essere ingranditi per far sì che occupino tutto lo spazio disponibile e quindi risultano essere anche più vicini.
DIFFERENZA TRA GRANDANGOLO, NORMALE, TELEOBBIETTIVO
Gli obbiettivi si classificano in base al loro angolo di campo ma anche (in maniera più impropria) in base alla loro lunghezza focale. La focale è la distanza che c'è dall'obbiettivo alla pellicola quando l'obbiettivo è regolato per l'infinito.
Normalmente un obbiettivo è composto da molte lenti e quindi non si riesce a misurare la distanza focale e ci si deve fidare di quello che dichiara la ditta costruttrice. In questa parte del discorso si indicherà l'obbiettivo come composto da una sola lente.
In ogni caso gli obbiettivi possono essere classificati in tre tipi differenti: normale, grandangolo e teleobiettivo si ipotizza che gli obiettivi siano regolati per l'infinito e quindi la distanza dall'obbiettivo (la lente singola) alla pellicola (la linea nera verticale) indica la focale.