Per capire meglio il mondo del cortometraggio abbiamo fatto qualche domanda a chi si occupa di cortometraggi da oltre 15 anni, Brunella Audello e Vittorio Dabbene, che hanno dato vita nel 1989 all'associazione culturale “Kino Kinino”, con la produzione di un cortometraggio intitolato “Il fascino indiscreto dei Lumiere”. Brunella e Vittorio fanno coppia anche nella vita oltre che nella passione per il cinema; all’interno della loro sede si possono ammirare riviste riguardanti gli anni d’oro del cinema e cimeli cinematografici che ripercorrono a ritroso la nascita delle “immagini in movimento” .

Come nasce un cortometraggio?
Da una piccola idea, una frase ascoltata, un qualcosa di letto o visto per strada, di solito si ha in mente l'inizio (quello che in gergo di sceneggiatura si chiama "Il conflitto") poi si pensa ad un finale interessante che dia un significato alla storia, infine la parte più difficile collegare l'inizio con il finale attraverso uno sviluppo logico e interessante (si spera).

Perchè fare cortometraggi?
Non li consideriamo come una sorta di esercitazione per poi passare al lungometraggio ma come opere a se stanti, il cortometraggio ha una sua logica e una sua struttura ben precisa, privilegia l'idea di partenza e la sua lunghezza limitata consente un ritmo diverso dal lungometraggio. E' indubbio che con risorse economiche limitate il "corto" riesce a sopperire maggiormente certe carenze. In un "lungo" la storia e la recitazione hanno quasi sempre delle cadute e queste in un film ad alto budget possono venire attutite da scelte tecniche (riprese particolare, effetti, location ambiziose) a basso budget questo non è possibile.

Due parole sul montaggio?
Non ci sono criteri precisi per il montaggio (si può scegliere il montaggio lineare, la storia fluisce dall'inizio alla fine non alterando tempi e spazi, si può scegliere il montaggio alternato o parallelo e la storia segue una o piu' vicende parallelamente fino a giungere ad una conclusione comune, si può procedere con flash back o altro ancora comunque è la storia che decide il montaggio, lo si decide già prima delle riprese, anche se a volte poi si può ancora cambiare idea (in tutto o in parte) durante il montaggio stesso. Un montaggio alternato mette in maggiore difficoltà lo spettatore, il quale in un primo tempo stenta ad entrare nella storia e necessita quindi di maggiore attenzione, il pericolo è che si esageri e non si equilibri bene il montaggio costringendo gli spettatori a rinunciare a seguire la storia.


da: http://www.quitalia.it/article.aspx?id=24853