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FRANCESCO VONA esperienza filmMANIFESTO 0:

Com'è nata l'idea di "Esperienza"?

FRANCESCO VONA:

"Esperienza" nasce da un’idea che avevo da tempo: volevo realizzare un film che avesse un carattere introspettivo, fatto di silenzi ed atmosfere, ma soprattutto che fosse chiuso in sé stesso, nichilista, ermetico e criptico. Già il titolo Esperienza, un termine dai molteplici significati, ne anticipa il carattere introverso e silenzioso, difatti il ritmo del film è decisamente statico, quasi immobile, apatico, una sorta di stato comatoso della protagonista e di conseguenza dello spettatore. Lo trovo molto elegante come concetto da proporre nel cinema omologato di oggi, ma so che non è un film affatto facile da seguire.

MANIFESTO 0:

Scegliendo di realizzare un thriller/horror (se tale si può cercare di definire) senza sangue, che al posto della suspance usa contrariamente un ritmo politicamente avverso allo standard dei blockbuster statunitensi non ti ha fatto sorgere dubbi o preoccupazioni nel momento in cui il film avrebbe incontrato un pubblico abituato ad altro?

FRANCESCO VONA:

No, non ci ho mai pensato.

Il cinema è una forma d’arte e come tale ha il diritto e, da un certo punto di vista, anche il dovere, di proporre qualsiasi stato percettivo ed emotivo, anche quelli più ostici.

"Esperienza" si basa sulla catatonia, sulla paranoia e sull’alienazione; concetti difficili sia da assorbire sia da interpretare, ma che possono ancora essere presenti nel cinema odierno se vogliamo continuare a considerarlo una forma d’espressione.

Non avevo preoccupazioni. Sapevo che "Esperienza" non è un film facile da seguire, ne sono sempre stato cosciente. 

MANIFESTO 0:

Quali sono stati i caratteri determinanti nel processo di realizzazione dell'accuratissima realizzazione del tappeto sonoro? 

FRANCESCO VONA:

Insieme al compositore, Jacopo Bimbi, abbiamo lavorato a lungo per ottenere un tappeto sonoro minimalista, così come lo è tutto il film, che avesse una personalità propria. I suoni infatti, non hanno lo scopo tipico di accompagnare le immagini, ma sono parte integrante e attiva della storia. Una sorta di metalinguaggio sonoro.

Ne sono molto soddisfatto. La colonna sonora è talmente complessa che potrebbe addirittura essere un’opera a sé stante all’interno del film e i suoni realizzati da Jacopo mi piacciono moltissimo perché riescono a immergermi ogni volta in quell’atmosfera alienante che volevo proporre.

MANIFESTO 0:

In fase di produzione e distribuzione come ti sei comportato? Immagino che entrambe le strade non siano state facili, ma piene di difficoltà, specialmente per chi opera nell'indipendente..

FRANCESCO VONA:

Quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura di "Esperienza" sapevo che avrei incontrato grosse difficoltà a trovare un produttore, quindi ho optato per una sceneggiatura che si potesse produrre anche con un minimo sforzo economico.

Insieme a Gabrio Contino, il DOP, ho formato una troupe di giovani professionisti che hanno accettato di prendere parte al film.

Dopo aver finalmente trovato un’attrice, Loredana De Luca, che fosse in grado di dare forti emozioni con il solo aiuto della propria espressività, ci siamo rinchiusi tutti quanti al Carlton Hotel a Chianciano Terme, in chiusura invernale, ospitati da uno dei gestori più fantastici che abbia mai incontrato, e siamo rimasti lì dentro per cinque settimane. Sono stato fortunato: il meccanismo di produzione è stato inaspettatamente perfetto, e sul set ho lavorato con un’armonia e una coesione che raramente ho visto su un set di un lungometraggio. La fase di ricerca della distribuzione invece è stata piuttosto rapida. Sapevo che proiettarlo al cinema era fuori discussione, perché è un circuito troppo complesso ed esclusivo, inoltre richiede conoscenze che io non ho, quindi mi sono dedicato fin da subito all’home video. Alla CG Entertiment si sono mostrati subito interessati, forse anche grazie al premio come migliore opera prima vinto al Terra di Siena Film Festival, e dopo un periodo relativamente breve il film è stato distribuito.

MANIFESTO 0:

Cosa ne pensi del cinema italiano?

FRANCESCO VONA:

Al cinema italiano purtroppo manca il coraggio.

In generale facciamo bei film, ma abbiamo solo due tipologie di cinema: drammatico o commedia. Non c’è altro, non esiste nient’altro e con il tempo siamo diventati noiosi e ripetitivi: se vado a vedere un film drammatico so cosa aspettarmi e lo stesso vale per una commedia, a cominciare dai nomi degli attori. Ci servirebbe un po’ più di audacia, in modo da creare, come in tutti gli altri paesi europei, un’industria cinematografica che sia in grado di realizzare film di genere.


da https://emme0mzero.wixsite.com/manifesto0/esperienza