Voci straordinarie prestate ai divi del grande schermo
Un volume edito da èDicola rende merito a chi ha contributo a rendere indimenticabili le interpretazioni degli attori più famosi.
Sulle enciclopedie, anche quelle specializzate, i loro nomi si incontrano raramente. Un fatto che la dice lunga sul velo che copre la storia e l'attività dei doppiatori cinematografici, anonimi prestatori di voce, il più delle volte considerati alla stregua di attori dimezzati. Un velo che il libro di Gerardo Di Cola solleva, nel tentativo di tirar fuori dall'oblio uomini e donne che, sono parole sue, “hanno vissuto un'esperienza artistica unica e straordinaria nel più assoluto anonimato”. Professore di matematica e fisica all'istituto d'arte della natìa Pescara, appassionato frequentatore di sale cinematografiche fin dall'adolescenza (sul filo della nostalgia il suo ricordo della tanto frequentata sala di seconda e terza visione, il “pidocchietto” di Pescara, odoroso di profumo dozzinale per togliere la puzza di fumo), con il suo libro Di Cola prende decisamente posizione a favore del doppiaggio contro i puristi della versione originale sottotitolata (polemica la posizione nei confronti di alcuni critici e di registi “sessantottini”) e si inserisce in un movimento che nell'ultimo decennio ha restituito al doppiaggio la dignità artistica di altre forme espressive, attraverso festival (il più famoso di tutti si svolge a Finale Ligure), saggi, premi.
Per il giovane Gerardo, dunque, più che l'immagine potè la voce, da quando comincia a interiorizzare le voci dei doppiatori, calde e appassionate, fredde e distaccate, allegre e tristi, belle e brutte; doppiatori ai quali il film riservava solo un piccolo spazio in coda ai titoli...di coda: “dialoghi in italiano di”. Nella piena maturità, il nostro professore, che non ha mai abbandonato l'amore per il cinema e le sue voci, decide di “concretizzare” la sua passione. Dopo otto anni di ricerche, di testimonianze dal vivo (emozionante il racconto dell'incontro con il grande doppiatore Giuseppe Rinaldi e sua moglie Maria Pia Casilio, abruzzese anch'essa, interprete indimenticata di “Pane, amore e fantasia”), di frequentazioni di biblioteche, cineteche e mediateche, ecco il ponderoso volume con un titolo che dà il senso della ricerca. La prima parte, raccontata in molti punti con il tono del romanzo, ripercorre in varie fasi la storia del doppiaggio, collocandola all'interno della storia più generale del cinema.
Di Cola racconta anche le alterne vicende della industria del doppiaggio, con le cooperative sempre in bilico tra scissioni e fusioni. In questa parte scopriamo che la voce che in “Mata Hari” si posa sul volto di Greta Garbo per pronunciare la celebre frase “Dammi una sigaretta!” (secondo alcuni storici la prima battuta doppiata in italiano), appartiene a Francesca Braggiotti. In seguito sarà Tina Lattanzi la voce italiana della diva svedese. Naturalmente non di solo doppiaggio di attori stranieri si tratta, ma anche di quelli nostrani; è il caso di Claudia Cardinale, doppiata da Rita Savagnone, o di Franco Fabrizi e Antonio Cifarelli da Giuseppe Rinaldi, ma anche di Leopoldo Trieste ne “I vitelloni” (Adolfo Geri), di Lamberto Maggiorani, indimenticato interprete di “Ladri di biciclette”, doppiato in “Achtung banditi” da Mario Pisu, Sophia Loren da Adriana De Roberto ne “La domenica della buona gente”, e via elencando.
La seconda parte del libro traccia le biografie dei doppiatori storici italiani, dalla A di Amendola Ferruccio alla Z di Zambuto Mauro, passando per Fiorella Betti (la voce di Grace Kelly ne “La finestra sul cortile” di Hitchock), Rosetta Calavetta (da Biancaneve a Marylin Monroe), Emilio Cigoli, Gualtiero De Angelis (Cary Grant), Vittoria Febbi (tra le altre, Kim Novak e Marlene Dietrich), Giulio Panicali (la voce di Kirk Douglas in “Orizzonti di gloria”), Cesare Polacco, il già ricordato Peppino Rinaldi, Rita Savagnone, Giovanna Scotto (Ingrid Bergman in “Casablanca”, Humphrey Bogart era Bruno Persa), Lydia Simoneschi, Alberto Sordi, e tanti altri. Il libro è riccamente corredato di foto e divertenti fotomontaggi che danno finalmente un volto alle tante voci prestate al cinema.
Un volume edito da èDicola rende merito a chi ha contributo a rendere indimenticabili le interpretazioni degli attori più famosi.
Sulle enciclopedie, anche quelle specializzate, i loro nomi si incontrano raramente. Un fatto che la dice lunga sul velo che copre la storia e l'attività dei doppiatori cinematografici, anonimi prestatori di voce, il più delle volte considerati alla stregua di attori dimezzati. Un velo che il libro di Gerardo Di Cola solleva, nel tentativo di tirar fuori dall'oblio uomini e donne che, sono parole sue, “hanno vissuto un'esperienza artistica unica e straordinaria nel più assoluto anonimato”. Professore di matematica e fisica all'istituto d'arte della natìa Pescara, appassionato frequentatore di sale cinematografiche fin dall'adolescenza (sul filo della nostalgia il suo ricordo della tanto frequentata sala di seconda e terza visione, il “pidocchietto” di Pescara, odoroso di profumo dozzinale per togliere la puzza di fumo), con il suo libro Di Cola prende decisamente posizione a favore del doppiaggio contro i puristi della versione originale sottotitolata (polemica la posizione nei confronti di alcuni critici e di registi “sessantottini”) e si inserisce in un movimento che nell'ultimo decennio ha restituito al doppiaggio la dignità artistica di altre forme espressive, attraverso festival (il più famoso di tutti si svolge a Finale Ligure), saggi, premi.
Per il giovane Gerardo, dunque, più che l'immagine potè la voce, da quando comincia a interiorizzare le voci dei doppiatori, calde e appassionate, fredde e distaccate, allegre e tristi, belle e brutte; doppiatori ai quali il film riservava solo un piccolo spazio in coda ai titoli...di coda: “dialoghi in italiano di”. Nella piena maturità, il nostro professore, che non ha mai abbandonato l'amore per il cinema e le sue voci, decide di “concretizzare” la sua passione. Dopo otto anni di ricerche, di testimonianze dal vivo (emozionante il racconto dell'incontro con il grande doppiatore Giuseppe Rinaldi e sua moglie Maria Pia Casilio, abruzzese anch'essa, interprete indimenticata di “Pane, amore e fantasia”), di frequentazioni di biblioteche, cineteche e mediateche, ecco il ponderoso volume con un titolo che dà il senso della ricerca. La prima parte, raccontata in molti punti con il tono del romanzo, ripercorre in varie fasi la storia del doppiaggio, collocandola all'interno della storia più generale del cinema.
Di Cola racconta anche le alterne vicende della industria del doppiaggio, con le cooperative sempre in bilico tra scissioni e fusioni. In questa parte scopriamo che la voce che in “Mata Hari” si posa sul volto di Greta Garbo per pronunciare la celebre frase “Dammi una sigaretta!” (secondo alcuni storici la prima battuta doppiata in italiano), appartiene a Francesca Braggiotti. In seguito sarà Tina Lattanzi la voce italiana della diva svedese. Naturalmente non di solo doppiaggio di attori stranieri si tratta, ma anche di quelli nostrani; è il caso di Claudia Cardinale, doppiata da Rita Savagnone, o di Franco Fabrizi e Antonio Cifarelli da Giuseppe Rinaldi, ma anche di Leopoldo Trieste ne “I vitelloni” (Adolfo Geri), di Lamberto Maggiorani, indimenticato interprete di “Ladri di biciclette”, doppiato in “Achtung banditi” da Mario Pisu, Sophia Loren da Adriana De Roberto ne “La domenica della buona gente”, e via elencando.
La seconda parte del libro traccia le biografie dei doppiatori storici italiani, dalla A di Amendola Ferruccio alla Z di Zambuto Mauro, passando per Fiorella Betti (la voce di Grace Kelly ne “La finestra sul cortile” di Hitchock), Rosetta Calavetta (da Biancaneve a Marylin Monroe), Emilio Cigoli, Gualtiero De Angelis (Cary Grant), Vittoria Febbi (tra le altre, Kim Novak e Marlene Dietrich), Giulio Panicali (la voce di Kirk Douglas in “Orizzonti di gloria”), Cesare Polacco, il già ricordato Peppino Rinaldi, Rita Savagnone, Giovanna Scotto (Ingrid Bergman in “Casablanca”, Humphrey Bogart era Bruno Persa), Lydia Simoneschi, Alberto Sordi, e tanti altri. Il libro è riccamente corredato di foto e divertenti fotomontaggi che danno finalmente un volto alle tante voci prestate al cinema.
Gerardo Di Cola
Prefazione di Claudio G. Fava
Introduzione di Alberto Castellano
Le voci del tempo perduto
èDicola Editrice, 2004, www.edicolaeditrice.COM
pag. 529; euro 40
dal Sole 24ore www.ilsole24ore.com - di Pino Fondati
Voci straordinarie prestate ai divi del grande schermo
Un volume edito da èDicola rende merito a chi ha contributo a rendere indimenticabili le interpretazioni degli attori più famosi.
Sulle enciclopedie, anche quelle specializzate, i loro nomi si incontrano raramente. Un fatto che la dice lunga sul velo che copre la storia e l'attività dei doppiatori cinematografici, anonimi prestatori di voce, il più delle volte considerati alla stregua di attori dimezzati. Un velo che il libro di Gerardo Di Cola solleva, nel tentativo di tirar fuori dall'oblio uomini e donne che, sono parole sue, “hanno vissuto un'esperienza artistica unica e straordinaria nel più assoluto anonimato”. Professore di matematica e fisica all'istituto d'arte della natìa Pescara, appassionato frequentatore di sale cinematografiche fin dall'adolescenza (sul filo della nostalgia il suo ricordo della tanto frequentata sala di seconda e terza visione, il “pidocchietto” di Pescara, odoroso di profumo dozzinale per togliere la puzza di fumo), con il suo libro Di Cola prende decisamente posizione a favore del doppiaggio contro i puristi della versione originale sottotitolata (polemica la posizione nei confronti di alcuni critici e di registi “sessantottini”) e si inserisce in un movimento che nell'ultimo decennio ha restituito al doppiaggio la dignità artistica di altre forme espressive, attraverso festival (il più famoso di tutti si svolge a Finale Ligure), saggi, premi.
Per il giovane Gerardo, dunque, più che l'immagine potè la voce, da quando comincia a interiorizzare le voci dei doppiatori, calde e appassionate, fredde e distaccate, allegre e tristi, belle e brutte; doppiatori ai quali il film riservava solo un piccolo spazio in coda ai titoli...di coda: “dialoghi in italiano di”. Nella piena maturità, il nostro professore, che non ha mai abbandonato l'amore per il cinema e le sue voci, decide di “concretizzare” la sua passione. Dopo otto anni di ricerche, di testimonianze dal vivo (emozionante il racconto dell'incontro con il grande doppiatore Giuseppe Rinaldi e sua moglie Maria Pia Casilio, abruzzese anch'essa, interprete indimenticata di “Pane, amore e fantasia”), di frequentazioni di biblioteche, cineteche e mediateche, ecco il ponderoso volume con un titolo che dà il senso della ricerca. La prima parte, raccontata in molti punti con il tono del romanzo, ripercorre in varie fasi la storia del doppiaggio, collocandola all'interno della storia più generale del cinema.
Di Cola racconta anche le alterne vicende della industria del doppiaggio, con le cooperative sempre in bilico tra scissioni e fusioni. In questa parte scopriamo che la voce che in “Mata Hari” si posa sul volto di Greta Garbo per pronunciare la celebre frase “Dammi una sigaretta!” (secondo alcuni storici la prima battuta doppiata in italiano), appartiene a Francesca Braggiotti. In seguito sarà Tina Lattanzi la voce italiana della diva svedese. Naturalmente non di solo doppiaggio di attori stranieri si tratta, ma anche di quelli nostrani; è il caso di Claudia Cardinale, doppiata da Rita Savagnone, o di Franco Fabrizi e Antonio Cifarelli da Giuseppe Rinaldi, ma anche di Leopoldo Trieste ne “I vitelloni” (Adolfo Geri), di Lamberto Maggiorani, indimenticato interprete di “Ladri di biciclette”, doppiato in “Achtung banditi” da Mario Pisu, Sophia Loren da Adriana De Roberto ne “La domenica della buona gente”, e via elencando.
La seconda parte del libro traccia le biografie dei doppiatori storici italiani, dalla A di Amendola Ferruccio alla Z di Zambuto Mauro, passando per Fiorella Betti (la voce di Grace Kelly ne “La finestra sul cortile” di Hitchock), Rosetta Calavetta (da Biancaneve a Marylin Monroe), Emilio Cigoli, Gualtiero De Angelis (Cary Grant), Vittoria Febbi (tra le altre, Kim Novak e Marlene Dietrich), Giulio Panicali (la voce di Kirk Douglas in “Orizzonti di gloria”), Cesare Polacco, il già ricordato Peppino Rinaldi, Rita Savagnone, Giovanna Scotto (Ingrid Bergman in “Casablanca”, Humphrey Bogart era Bruno Persa), Lydia Simoneschi, Alberto Sordi, e tanti altri. Il libro è riccamente corredato di foto e divertenti fotomontaggi che danno finalmente un volto alle tante voci prestate al cinema.
Un volume edito da èDicola rende merito a chi ha contributo a rendere indimenticabili le interpretazioni degli attori più famosi.
Sulle enciclopedie, anche quelle specializzate, i loro nomi si incontrano raramente. Un fatto che la dice lunga sul velo che copre la storia e l'attività dei doppiatori cinematografici, anonimi prestatori di voce, il più delle volte considerati alla stregua di attori dimezzati. Un velo che il libro di Gerardo Di Cola solleva, nel tentativo di tirar fuori dall'oblio uomini e donne che, sono parole sue, “hanno vissuto un'esperienza artistica unica e straordinaria nel più assoluto anonimato”. Professore di matematica e fisica all'istituto d'arte della natìa Pescara, appassionato frequentatore di sale cinematografiche fin dall'adolescenza (sul filo della nostalgia il suo ricordo della tanto frequentata sala di seconda e terza visione, il “pidocchietto” di Pescara, odoroso di profumo dozzinale per togliere la puzza di fumo), con il suo libro Di Cola prende decisamente posizione a favore del doppiaggio contro i puristi della versione originale sottotitolata (polemica la posizione nei confronti di alcuni critici e di registi “sessantottini”) e si inserisce in un movimento che nell'ultimo decennio ha restituito al doppiaggio la dignità artistica di altre forme espressive, attraverso festival (il più famoso di tutti si svolge a Finale Ligure), saggi, premi.
Per il giovane Gerardo, dunque, più che l'immagine potè la voce, da quando comincia a interiorizzare le voci dei doppiatori, calde e appassionate, fredde e distaccate, allegre e tristi, belle e brutte; doppiatori ai quali il film riservava solo un piccolo spazio in coda ai titoli...di coda: “dialoghi in italiano di”. Nella piena maturità, il nostro professore, che non ha mai abbandonato l'amore per il cinema e le sue voci, decide di “concretizzare” la sua passione. Dopo otto anni di ricerche, di testimonianze dal vivo (emozionante il racconto dell'incontro con il grande doppiatore Giuseppe Rinaldi e sua moglie Maria Pia Casilio, abruzzese anch'essa, interprete indimenticata di “Pane, amore e fantasia”), di frequentazioni di biblioteche, cineteche e mediateche, ecco il ponderoso volume con un titolo che dà il senso della ricerca. La prima parte, raccontata in molti punti con il tono del romanzo, ripercorre in varie fasi la storia del doppiaggio, collocandola all'interno della storia più generale del cinema.
Di Cola racconta anche le alterne vicende della industria del doppiaggio, con le cooperative sempre in bilico tra scissioni e fusioni. In questa parte scopriamo che la voce che in “Mata Hari” si posa sul volto di Greta Garbo per pronunciare la celebre frase “Dammi una sigaretta!” (secondo alcuni storici la prima battuta doppiata in italiano), appartiene a Francesca Braggiotti. In seguito sarà Tina Lattanzi la voce italiana della diva svedese. Naturalmente non di solo doppiaggio di attori stranieri si tratta, ma anche di quelli nostrani; è il caso di Claudia Cardinale, doppiata da Rita Savagnone, o di Franco Fabrizi e Antonio Cifarelli da Giuseppe Rinaldi, ma anche di Leopoldo Trieste ne “I vitelloni” (Adolfo Geri), di Lamberto Maggiorani, indimenticato interprete di “Ladri di biciclette”, doppiato in “Achtung banditi” da Mario Pisu, Sophia Loren da Adriana De Roberto ne “La domenica della buona gente”, e via elencando.
La seconda parte del libro traccia le biografie dei doppiatori storici italiani, dalla A di Amendola Ferruccio alla Z di Zambuto Mauro, passando per Fiorella Betti (la voce di Grace Kelly ne “La finestra sul cortile” di Hitchock), Rosetta Calavetta (da Biancaneve a Marylin Monroe), Emilio Cigoli, Gualtiero De Angelis (Cary Grant), Vittoria Febbi (tra le altre, Kim Novak e Marlene Dietrich), Giulio Panicali (la voce di Kirk Douglas in “Orizzonti di gloria”), Cesare Polacco, il già ricordato Peppino Rinaldi, Rita Savagnone, Giovanna Scotto (Ingrid Bergman in “Casablanca”, Humphrey Bogart era Bruno Persa), Lydia Simoneschi, Alberto Sordi, e tanti altri. Il libro è riccamente corredato di foto e divertenti fotomontaggi che danno finalmente un volto alle tante voci prestate al cinema.
Gerardo Di Cola
Prefazione di Claudio G. Fava
Introduzione di Alberto Castellano
Le voci del tempo perduto
èDicola Editrice, 2004, www.edicolaeditrice.COM
pag. 529; euro 40