A un giovane attore che gli chiese quale fosse secondo lui la cosa più importante nella recitazione, Spencer Tracy rispose: «Be’, recitare va bene, basta che non se ne accorgano». Aiutare gli attori a conoscere ciò di cui hanno bisogno praticamente quando sono di fronte a una macchina da presa o una telecamera è lo scopo di questo libro. Il suo autore, Tony Barr, fondatore del Film Actors Workshop a Los Angeles, ha formato molti attori e per oltre venticinque anni ha collaborato con ABC e CBS, lavorando a serie storiche come Magnum, P.I., Charlie’s Angels, Starsky & Hutch e Dallas. Scrive Barr nell’introduzione: «Sul palco, l’attore deve lavorare attraverso l’altro attore che ha di fronte, in modo da arrivare fino all’ultima fila di spettatori. Davanti alla macchina da presa, in primo piano, l’ultima fila del teatro è, in realtà, alle spalle dell’attore non inquadrato». In sostanza l’unica grossa differenza a livello tecnico è la distanza della comunicazione. Se sul palco il lavoro dell'attore attraversa uno spazio teatrale,irreale, davanti alla macchina da presa, «se la scena è tra due persone sedute a un tavolo, la comunicazione deve arrivare soltanto all’altro attore. Se sta all’altro capo di una stanza, deve arrivare lì; in una scena d’amore, il pubblico è praticamente a letto con gli attori. Davanti alla macchina da presa, dovete comunicare solo in uno spazio reale. Il cinema ha specifiche caratteristiche ed esigenze tecniche che influenzano il lavoro dell’attore, il quale deve conoscerle per tenerle presenti
Nella prima parte del libro Barr espone le basi della recitazione dato che i suoi fondamenti sono gli stessi indipendentemente dal fatto che si stia recitando davanti a una telecamere o per un pubblico, e attraverso molteplici esempi (e aneddoti su grandi attori come Morgan Freeman o Anthony Hopkins) spiega come costruire la propria capacità di attore con una disamina delle caratteristiche necessarie, condensate nella formula da lui ideata: « Recitare vuol dire rispondere a degli stimoli in circostanze immaginarie, con immaginazione e dinamismo in modo fedele allo stile del personaggio, del luogo e dell’epoca, così da comunicare idee ed emozioni a un pubblico».
In primo luogo,tra le cose importanti ci sono l’ascolto e la paziente costruzione del ruolo (e non del personaggio) in un continuo processo di stimolo e risposta, per arrivare, alla fine, a costruire il personaggio in tutta la sua pienezza. «È difficile, per gli attori, abbandonarsi all’ascolto con totale fiducia negli effetti del meccanismo». L’attore tende a preoccuparsi della prossima battuta o del suo prossimo movimento e di conseguenza tende a frenarsi nel farsi coinvolgere dagli altri attori. Per Barr questo è un modo di fare molto pericoloso. «La verità è che, se ascoltate davvero, siete già almeno all’80% del percorso verso la vostra migliore performance». Si scorrono pagine dense di suggerimenti e indicazioni: dall’analisi e comprensione del personaggio da interpretare («Non cercate di entrare dentro al personaggio; cercate il personaggio dentro di voi») a come concentrarsi, da come dare energia («l’energia è il risultato di quanto si è interessati a quello che succede. Se la scena, ovvero quello che sta succedendo nella vostra vita in scena, è abbastanza importante, ascolterete, assorbirete e risponderete con un’intensità sufficiente a creare energia») a come un attore deve saper dar vita alle emozioni.
Nella terza parte si affrontano infine il problema del ritmo, del dinamismo, del movimento, della selettività («… qualsiasi bravo attore, lo vedrete fare cose ricche di significato, inaspettate e progettate con attenzione per costruire il suo personaggio un mattone alla volta, attraverso scelte attente, molte delle quali saranno spontanee, ma spontanee in termini di ruolo»), del rapporto con il regista, quello con gli studios e molto altro ancora.Scritto in modo chiaro e scorrevole, questo libro è utile non solo agli attori per imparare a muoversi davanti alla cinepresa e riflettere sulle fondamenta del loro mestiere, ma anche per gli scrittori, per prendere coscienza di come va scritto un personaggio e di come questo sia profondamente interconnesso alle dinamiche drammaturgiche di tutta la sceneggiatura, in tutti i suoi aspetti: dal fisico ai movimenti, dai conflitti interiori a quelli esteriori, dai silenzi alle battute.
Sullo stesso argomento: di MIchael Caine Recitare davanti alla macchina da presa pp. 112 €. 13,00 prezzo online €. 11,05