SE COSI’ NON FOSSE


Come nasce l’idea e come viene trasformata in cortometraggio e relativo
Backstage
Iniziò tutto un febbraio, si andava a vedere la Baistrocchi, nella prima serata al
teatro Cantero di Chiavari (Ge) .
Mentre per le precedenti edizioni non arrivavo a 30 minuti di spettacolo prima di
abbandonarmi al sonno più profondo e sano, quell’anno mi divertii ad osservare
tutto; le “facce” della prima fila della platea, la gestualità che avevano nel
comunicare tra loro, i vestiti ed il modo di indossarli, ecc.
Rimasi colpito da diversi “personaggi”, la sensazione che mi giunse era quella
del “non importa cosa vengo a vedere o sentire, importante è che sia presente e
che i presenti vedano chi sono”
Il trucco delle signore era forte, spesso senza capacità di truccatrici queste
andavano ad evidenziare i loro difetti invece di nasconderli e creando quindi ad i
miei occhi, e non solo ad i miei, delle vere maschere, spesso ridicole, spesso
orribili.
I suoni che giungevano era solo il confuso brusio di tutto il teatro, all’improvviso
le luci calano ed il brusio si blocca improvviso. Pure io, che con il mento
appoggiato al velluto del palchetto mi gustavo queste genti, dovetti voltarmi
verso il palco.
Per un errore degli addetti alle luci, venne illuminata proprio una maschera,
sopra le quinte del palco, quella della tragedia, certo una frazione di secondo,
ma quanto basta a volte per rincoglionire un essere umano, ossia una frazione
di secondo, nel buio una luce.
Ed ecco sul palco il cicerone che presenta quello che sarebbe stata la serata, il
vestito era un Frack con tanto di tuba. Il volto era pronto, era truccato, ma con
un trucco adatto al costume che avrebbe indossato nella scena dello spettacolo
vero e proprio sul frack stonava, o meglio nella mia mente era in dissonanza
che non è proprio una stonatura.
Ritornarono le immagini sovrapposte di tutto ciò che i miei occhi avevano visto a
stile déjà vu.
Questo “viaggio” al naturale di sensazioni ed immagini mi lasciò una porta
aperta ed una voglia di comunicare ciò che avevo visto. Ma come? Come ?
Non ho il dono della scrittura e ciò si può evincere, dalle righe soprariportate.
Non ho una dialettica tale da raccontalo.
Ed allora?
Ed allora come dice Baricco “succedono cose che sono come domande,
passano mesi oppure anni, poi la vita risponde”
E così fu nel mio caso, furono anni, anni di esperienze di vita, anni di film, fino
ad arrivare a “c’era una volta in america”. E’ in quel film che comprendo quanto

una comunicazione visiva vada oltre dal testo che viene recitato, quanto i colori,
le atmosfere, possono rendere sensazioni a prescindere.
Forse comune a molti film ma fu proprio quello nel mio caso a suggerire,

PROVA CON LE IMMAGINI
Il soggetto è riassumibile in quanto segue:
Paralizzati e snaturati dalle nostre stesse menzogne.
Il terrore del proprio cadavere interiore.
Vivendo un’ intima vita immaginaria, ma emotivamente assenti nella
quotidianità.
Vivendo una segreta complicità nell'ammissione di un suicidio di massa,
dannandoci nella vana ricerca del fantasma della nostra realtà.
Distruggendo l'Io individuale, nell'arduo tentativo di cedere all'irruzione
immediata del piacere.

I primi passi
Il bisogno di realizzare ciò che era sogno, fece si che tramite conoscenze
contattassi un giovane regista (Lorenzo Vignolo) che mi spiegò quali erano i
passi necessari per la realizzazione di un corto indirizzandomi a sua volta ad un
produttore (Matteo Zingirian).
Grazie alla sua collaborazione riusci a reperire i tecnici, il materiale e parte degli
attori.
Mi occupai direttamente per accordarmi con la proprietà del teatro sulla fattibilità
d’avere il luogo in cui girare.
La disponibilità fu totale e iniziai a eseguire sopralluoghi per definire nel
dettaglio le inquadrature e comprendere dove poter girare le varie scene e quali
le inquadrature.
Una volta definiti tutti gli ambienti dove girare, come step successivo fu il
contatto con una persona (Tiziana Manfredi) che si sarebbe occupata della
scenografia a cui spiegai nel dettaglio quello che era l’idea e che atmosfera
volevo si ricreasse dando spazio alla sua creatività. Da qui si crearono bozze di
riferimento per la scenografia e costumi

Partenza inquadratura corto
Partenza prima scena

Mentre si gira il primo piano sequenza

Nel mentre si gira la prima scena le comparse sono al trucco nei due
camerini
Laura Ogliastro (truccatrice) all’opera
Il risultato del trucco ossia la “maschera” su un figurante
Cinzia (aiuto truccatrice) all’opera
Preparazione scena palco a sinistra Tiziana Manfredi (scenografa)
Disposizione dei figuranti per scena pubblico
Ultimi accordi prima del primo dei 6 ciak di questo piano sequenza
Marco De Iturbe e Simonetta Casali
che interpretano il ruolo della coppia in teatro
Controllo luce prima di girare

Ciak
Il movimento di camera 2° piano sequenza
La fine del piano sequenza della scena del pubblico
Spiegazione del movimento di camera sull’uscita dal viso dell’attore
Mentre si gira il secondo piano sequenza si sta terminando la
preparazione della scena del palco
Alcuni particolari della scenografia del palco
Spiegazione inquadrature obitorio all’attore
Pochi istanti prima di girare il piano sequenza dell’obitorio.
Paolo Bellan (direttore alla fotografia) al controllo luce obitorio
Mentre si gira l’obitorio Paolo Bellan da istruzioni su che tipo di luci
desidera per la scena del palco

Palco pronto per girare
Prima del trucco Gianni Bergamo (in costume), attore nel ruolo del Don
Giovanni scalda la voce in compagnia di Franco Leo
Dettagli sul camerino


Fusi l’uomo macchina
Matteo Zingirian produttore esecutivo
Tiziana Manfredi (a sinistra) scenografa
Valentina Rioda aiuto scenografa e realizzatrice storyboard
A sinistra Massimiliano Carretta attore nel ruolo di Leporello
A destra Alberto Napolitano cantante, la sigla finale è un suo brano
Enrico Guidoni regia, sceneggiatura, montaggio
Il vero produttore mio padre Guidoni Eugenio

Titoli di testa


Se così non fosse
Con
Franco Leo
Gianni Bergamo
Scenografia
Tiziana Manfredi
Musiche
Wolfgang Amadeus Mozart
Paolo Conte
Fotografia
Paolo Bellan
Produttore esecutivo
Matteo Zingirian
Regia e Montaggio
Enrico Guidoni
Titoli di coda


Se così non fosse
di Enrico Guidoni
Con
Franco Leo Spettatore anziano
Gianni Bergamo Don Giovanni
Massimiliano Caretta Leporello
Jacopo Chioatto Il Commendatore
Marco De Iturbe Spettatore irriverente
Simonetta Casale Spettatrice sorridente
Produzione esecutiva
Matteo Zingirian
Fotografia
Paolo Bellan

Scenografia
Tiziana Manfredi
Aiuto scenografa & Storyboard
Valentina Rioda
Assistente Operatore
Stefano Fusi
Steadycam & Real Crane
Luca Dell’Oro
Macchinisti
Alessandro Meroni
Giacomo Berichilli


Scheda Tecnica

Macchina da presa ARRI SRII 16mm con ottiche Zeiss dal 5,9mm al 50mm
Pellicola 16mm Kodak 7218 (500 ASA – Tungsteno)
Luci
- Proiettori ad incandescenza 1000/2000/5000W
- Lampade cinesi binche per luce diffusa
Attrezzatura
Steadycam – Real Crane (simile Jimmy Jib)
Telecinima su Spirit con consolle Da Vinci 8:8:8
Montaggio su AVID Xpress
Diritti discografici/edizione
Per i seguenti brani contenuti nel cortometraggio sono stati richiesti ed assolti i
diritti di edizione e discografici ad uso esclusivo per CONCORSI, FESTIVAL
E RASSEGNE
“Fritz” (Paolo Conte) – Album “Una faccia in prestito”
Diritti edizione: Sugarmusic S.p.A. – L’alternativa Edizioni Musicali s.r.l
Diritti discografici: Platinum S.r.l. per gentile concessione di Warner

Music Italia srl
“Cos’è” (Alberto Napolitano)
Non sono stati riechiesti i diritti per il brano di W.A. Mozart in quanto il
brano è “melodja edizioni” registrazione russa, registazione del 1983.