uso diverso dei diaframmi 02Un uso sapiente del diaframma influenza profondamente l'esperienza dello spettatore. Diaframmi aperti (f-stop bassi) creano una profondità di campo ridotta, isolando il soggetto e sfocando lo sfondo, guidando l'attenzione e creando un senso di intimità o drammaticità. Diaframmi chiusi (f-stop alti) aumentano la profondità di campo, mantenendo nitidi sia il soggetto che lo sfondo, fornendo contesto e un senso di immersione nell'ambiente. Il passaggio fluido tra diverse profondità di campo può sottolineare momenti chiave, isolare emozioni o rivelare gradualmente informazioni, modulando il coinvolgimento emotivo e la comprensione narrativa dello spettatore.

In questo articolo esploriamo l’utilizzo delle aperture di diaframma (f/stop) in cinematografia. L’uso consapevole del diaframma non serve solo a “esporre bene”, ma è una scelta espressiva che comunica significato visivo e psicologico, in relazione al tipo di obiettivo, alla scena, all’inquadratura e al genere cinematografico.

Cos'è il diaframma? Un mezzo tecnico con un impatto emotivo

Il diaframma (apertura dell’obiettivo) regola quanta luce entra nell’obiettivo. È espresso in f/stop: f/1.4, f/2.8, f/4, f/8, ecc. Più basso è il numero, più ampia è l’apertura → più luce → profondità di campo ridotta → più sfocato lo sfondo.
Ma in cinema, la scelta dell'apertura è profondamente legata al linguaggio visivo.

uso diverso dei diaframmi 01

1. COME CAMBIA L’IMMAGINE CON IL DIAFRAMMA

f/stop Effetto visivo  Implicazione narrativa
f/1.2–f/1.8  Sfondo molto sfocato, isolamento del soggetto   Intimità, sogno, solitudine, focus emotivo
f/2.8–f/4  Bokeh morbido, soggetto ben definito   Equilibrio tra soggetto e contesto
f/5.6–f/8  Profondità realistica, sfondi leggibili   Neutralità, dialoghi, commedia
f/11–f/22  Tutto a fuoco, dettagli ovunque   Distacco, freddezza, oggettività, caos visivo


2. DIAFRAMMA E FOCALE: COMBINAZIONI STRATEGICHE

A. Grandangolo (14mm – 35mm)

  • Ampio diaframma (f/2.0 o meno): difficile isolare il soggetto; sconsigliato, ma può dare un “look surreale” con forte vignettatura.
  • Chiuso (f/5.6–f/11): tutto nitido, ideale per piano sequenza o action immersiva.

 Uso tipico: “Children of Men” (carrellate lunghe in ambienti pieni).

B. Medio (40mm – 70mm)

  • f/2.0–f/2.8: ottimo per primi piani, ritratti con sfondo leggibile ma non invasivo.
  • f/4–f/5.6: ottimo per scene a due o dinamiche complesse.

 Uso tipico: “Marriage Story” – dialoghi realistici, profondità intermedia.

C. Teleobiettivo (85mm – 200mm)

  • f/1.4–f/2.8: effetto isolante potentissimo → stacco netto tra soggetto e mondo.
  • f/4–f/8: per ritratti ambientati o riprese statiche da lontano.

 Uso tipico: “The Master” – ritratti profondi e intensi su f/2.0 con 85mm.

3. DIAFRAMMI E GENERI CINEMATOGRAFICI

A. Dramma / Melodramma

  • f/1.4–f/2.8 su ottiche medio-tele
  • Isolamento del volto, messa a fuoco critica → intimità, emozione
  • Fondo sfocato per lasciare spazio alla soggettività

 Esempio: “Her” – fotografia dolce e selettiva.

B. Commedia

  • f/4–f/8 su ottiche normali o grandangolo
  • Tutti gli attori devono rimanere a fuoco
  • Spesso camera a mano → profondità di campo funzionale

 Esempio: “The Office” (USA) – look pseudo-documentaristico chiaro.

C. Thriller / Horror

  • f/1.8–f/4 → sfocatura per creare ambiguità o tensione
  • Fuoco selettivo per isolare l'informazione chiave
  • Effetto claustrofobico con sfondo indistinto

 Esempio: “Get Out” – occhi a fuoco, sfondo opaco e minaccioso.

D. Fantascienza

  • Scelte flessibili: bokeh spinto per alienazione, f/8 per mondi iper-nitidi
  • Lenti anamorfiche spesso usate → f/2.8 su 40mm anamorfico crea un’estetica epica

 Esempio: “Blade Runner 2049” – ambienti nitidi, soggetti immersi nella luce.

E. Documentario / Realismo

  • f/4–f/8, grandangolo o normale
  • Bisogna vedere tutto e tutti, evitare shallow focus che potrebbe confondere

 Esempio: “The Act of Killing” – tutto visibile, anche l’orrore.

F. Sperimentale / Surreale

  • f/1.2 o f/16, anche sullo stesso obiettivo
  • Giocare con piani sfocati, transizioni ottiche, perdita di nitidezza come linguaggio

 Esempio: corti di Stan Brakhage – sfocatura come disintegrazione della realtà.

4. SCELTE ARTISTICHE – CASE STUDIES

A. “Barry Lyndon” (Kubrick)

  • Lenti f/0.7 Zeiss → girato a candele naturali
  • Profondità minima, look pittorico e barocco
  • Estremo bokeh come segno di classe e distacco

B. “Roma” (Cuarón)

  • f/8 costante, camera statica, tutto sempre a fuoco
  • Effetto testimonianza, immersione oggettiva
  • Importanza del contesto quanto del soggetto

C. “The Lighthouse” (Eggers)

  • f/5.6–f/11 su pellicola 35mm b/n, tutto nitido e contrastato
  • Profondità di campo schiacciante → senso di oppressione

5. TABELLA RIEPILOGATIVA (f/stop consigliati per inquadratura e genere)

Inquadratura Grandangolo Normale  Teleobiettivo  Genere Tipico
Campo Lungo  f/5.6 – f/11  f/8 – f/11   f/11+   Avventura, storici
Totale  f/4 – f/8  f/4 – f/5.6   f/5.6 – f/8   Commedia, documentario
Piano Americano  f/4 – f/5.6  f/2.8 – f/4   f/4 – f/5.6   Azione, noir
Mezzo Busto  f/2.8 – f/4  f/2 – f/2.8   f/2 – f/4   Drama, thriller
Primo Piano  f/2.8 – f/4  f/2 – f/2.8   f/1.4 – f/2.8   Melodramma, poetico
Dettaglio/Macro -  f/2.8 – f/4   f/4 – f/8 macro   Pubblicità, horror


CONSIGLI TECNICI E PRATICI

  1. Controlla il focus pulling: a f/1.4, un minimo movimento può far perdere il fuoco – usa un monitor di precisione e assistente al fuoco.
  2. Filtro ND è obbligatorio per girare utilizzando diaframmi aperti in pieno giorno.
  3. Evita f/16 o più su sensori piccoli → rischio di diffrazione, ovvero perdita di nitidezza.
  4. Attenzione al respiro dell’ottica (focus breathing): alcuni obiettivi variano l’angolo di campo quando si cambia fuoco a diaframmi aperti.

IL DIAFRAMMA È UN’ARMA NARRATIVA

Non basta esporre bene: l’apertura del diaframma è una scelta registica.
Isolare un volto o rendere tutto leggibile? Mostrare il caos o l’intimità? Il giusto f/stop, sulla giusta ottica, nella giusta scena può cambiare la percezione dello spettatore e aumentare quindi il potere della narrazione.