IlCorto.eu

♥ Tutto il Resto

Dice François Truffaut

Credo, signor Hitchcock, che il suo procedimento sia antiletterario, strettamente ed esclusivamente cinematografico e… che subisca l’attrazione del vuoto! La sala cinematografica è vuota, lei la vuole riempire, lo schermo è vuoto, lei vuole riempirlo. Non parte dal contenuto, ma dal contenitore. Per lei, un film è un recipiente che bisogna riempire di idee cinematografiche o, come lei dice spesso, “caricare di emozione”.

Van Gogh - The Immersive Experience a Napoli

A Napoli arriva la mostra multimediale dedicata a Van Gogh. Dal 2 gennaio al 30 aprile 2023 Van Gogh - The Immersive Experience permetterà di esplorare e approfondire le opere del grande pittore olandese.  La location della mostra è la Chiesa di San Potito. L'esperienza Van Gogh Immersive trasforma l'intero spazio museale della chiesa in un'esperienza multipla, in cui l'opera si confronta con il suo disegno.

Titolo: Van Gogh - The Immersive Experience a Napoli

Apertura: 02/01/2023

Conclusione: 30/04/2023

Organizzazione: Exhibition Hub, Fever

Luogo: Chiesa di San Potito, Napoli

Indirizzo: Via Salvatore Tommasi, 1 - Napoli (NA)

Orari di apertura
Lunedì a domenica: 10:00 - 20:00 (ultimo biglietto alle 19:00)
Mercoledì chuiso

Durata: circa 60 minuti

Prezzo: €10 adulti | €8 bambini

Sito web per approfondire: https://vangoghexpo.com/

Facebook: vangogh.experience

Giuseppe Cossentino­ in concorso con 3 cortometraggi al David di Donatello 2023

Giuseppe Cossentino­ dagli Oscar del web, passando per Venezia79 in concorso con 3 cortometraggi al David di Donatello 2023 

Lo avevamo lasciato dietro la macchina da presa, come regista di film, cortometraggi, radiosoap e webseries.
Ora Giuseppe Cossentino, campano doc, classe ’86, torna alla sua attività principale: quella di  sceneggiatore e autore  poliedrico, capace di muoversi tra i vari mondi dell’intrattenimento, con una certa disinvoltura.
Dall’esordio in rete come autore e regista della celebre radiosoap ” Passioni Senza fine” ai successi come i film  Napoli nel Cuore” ed ” Elastic Heart” 
passando per il mondo della comunicazione e giornalismo online, per tornare sempre al suo primo, grande, amore: la scrittura.

” L’Uomo Elastico”

Giuseppe Cossentino è tornato in pompa magna sugli scaffali di tutta Italia con la storia ” L’Uomo Elastico” con l’attore e personaggio tv Nunzio Bellino.
Una graphic novel disegnata da Tiziano Riverso ed edita da Edizioni Antea che è diventata un fenomeno editoriale con una seconda ristampa in soli sei mesi dalla prima uscita del volume.
La storia, sceneggiata da Cossentino ha la particolarità di essere vera, con soli alcuni tratti  di pura fantasia.  Un linguaggio fluido con la potenza espressiva del supereroe Nunzio Bellino ” Elastic Man” che difende il mondo dai soprusi, violenza, bullismo, razzismo e discriminazione.
Il fumetto presentato da Sud al Nord dell’Italia passando per  ” Il Salotto delle Celebrità” nella cornice della 79esima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia del quale Giuseppe Cossentino è stata una guest star  insieme a Bellino con tanto di Red Carpet sotto i riflettori dei media di tutto il mondo.

A lavoro su due cortometraggi 

E’ attualmente a lavoro su due cortometraggi sempre a  sfondo sociale,  sta  scrivendo una storia quotidiana per la rete ed è pronto a lanciare un progetto editoriale dopo il successo di Italyintheworld, dal titolo GCMagazine, Storie  di Attualità,  Cultura e Spettacolo, un contenitore informativo di qualità, culturale, artistico e di puro intrattenimento.
Un momento d’oro per lo scrittore, regista e personaggio pubblico in quanto tre suoi cortometraggi  ” Elastic Heart”, “Io Credevo in te” e “Non Uccidermi” sono in concorso per il David Di Donatello 2023.
Insomma, dopo aver vinto tanti Oscar del web a livello mondiale Cossentino non si ferma più e continua a far parlare di sè  e del suo lavoro ineccepibile e di qualità.
 
di Elisa.ca per https://www.sardegnareporter.it/

Mostra del Cinema di TARANTO: si punta ancora sul MEDITERRANEO

La prossima Mostra del Cinema di Taranto avrà ancora il gusto del Mediterraneo. Atmosfere di questo tipo sono ancora presenti, fino al prossimo 9 gennaio, nel Conservatorio Paisiello in Città vecchia: qui è possibile visitare la mostra fotografica «Volti Mediterranei» di Oronzo Scelzi, inaugurata proprio in occasione della prima serata della MCT.

A un mese dalla chiusura dell’edizione invernale, che ha registrato un ottimo riscontro in termini di promozione del territorio, si punta a quella estiva. E i progetti sono ambiziosi. A tal proposito il direttore artistico Mimmo Mongelli ha lanciato sul web e sui social della Mostra un videomessaggio di ringraziamento a tutti gli enti che hanno sostenuto la Mostra del Cinema di Taranto. A cominciare dal contributo del Comune di Taranto – piano di rigenerazione sociale per l'area di crisi di Taranto. Partner fondamentale, la cui collaborazione è stata totale, mettendo anche a disposizione sedi comunali come Palazzo Pantaleo e rilanciando l’iniziativa sui propri canali social.

«Stiamo preparando la prossima edizione che tornerà sul tema del Mediterraneo e vedrà tantissimi Paesi partecipanti, ospiti, una giuria molto particolare. Insomma, continueremo ad essere presenti sul territorio con i nostri temi, la nostra attività e il nostro impegno nei confronti della città di Taranto» commenta Mimmo Mongelli. «Un altro aspetto che abbiamo annunciato il 3 dicembre riguarda la raccolta di fondi per la costituzione di un comitato per un collegio di difesa internazionale per i perseguitati in Iran. Noi questo impegno l'abbiamo preso e lo stiamo portando avanti. Vi aspetto tutti alla prossima edizione della Mostra del Cinema di Taranto, ancora più numerosi, edizione che si terrà nell'agosto 2023».

La Mostra del Cinema di Taranto è all’interno dell’Apulia Cinefestival Network, la rete di festival cinematografici di Apulia Film Commission e Regione Puglia - Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, intervento finanziato con le risorse di bilancio autonomo della Fondazione. L’evento è inoltre realizzato con il contributo del Comune di Taranto – piano di rigenerazione sociale per l'area di crisi di Taranto.

Partner: Ministero della Cultura, Provincia di Taranto, Marina Militare, Università di Bari (dipartimento Jonico), Accademia delle Belle Arti di Bari, Forme di Terre, Jonian Dolphin Conservation, Istituto Musicale Giovanni Paisiello di Taranto, Rai Puglia, Rai Radio 3.

Sul nostro concorso di Cortometraggi

In molti ci chiedono a che punto siamo con la premiazione del nostro concorso. Abbiamo ricevuto molte opere e le stiamo ancora visionando. Non è semplice dare un giudizio di merito: tutte hanno qualcosa di buono, di intelligente, tutte hanno un'idea da esprimere. Forse la esprimono in maniera non perfetta, ma giudicare un filmato con solo una veloce visione non è semplice. Per questo ci siamo presi più tempo per le nostre valutazioni. Ogni corto inviato ha un proprio perchè di esistere: ed è questo che cerchiamo di comprendere e che ci piace di loro. Essere obiettivi non è semplice. Ma cercheremo di farlo come abbiamo sempre fatto.

Max Nardari con Daniela Poggi a Venezia per presentare Ritorno al presente

Max Nardari, Daniela Poggi, Attilio Fontana e Clizia Fornasier al Lido per presentare una dark comedy sull’incubo della dipendenza dai social
Dopo la prima internazionale al Reel Comedy Fest in USA ed europea al LIT Laughs Film Festival in UK, Ritorno al presente di Max Nardari approda con un doppio appuntamento al Lido di Venezia il 6 settembre prossimo: alle 10.00 presso la Sala della Regione Veneto (Hotel Excelsior) con il coordinamento di Jacopo Chessa (Direttore Veneto Film Commission) e alle 13.30 nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo, in Sala Tropicana (Hotel Excelsior) con la conduzione di Marta Zoe Poretti (Cinematografo). 
Ad entrambi gli appuntamenti saranno presenti, oltre al regista, i tre protagonisti, Daniela Poggi, Attilio Fontana e Clizia Fornasier, per raccontare questa commedia che parla di dipendenza dai social e del dramma dell’incomunicabilità di questi nostri giorni.
Il 7 Max Nardari, Attilio Fontana e Clizia Fornasier saranno nuovamente ospiti alla Sala della Regione Veneto alle 11.00 per la Presentazione del Premio Leone di Vetro a cui Ritorno al presente è candidato.
E, dopo Venezia, il film riparte per il suo tour dei festival: sarà infatti a Monaco al Monacorti Film Festival, al Vittorio Veneto Film Festival, al Social Film Festival ArTelesia di Benevento e al Festival dei Popoli e delle Religioni di Terni. La distribuzione è a cura di Emera Film.
Ritorno al presente è un lavoro acuto e denso di risvolti che, usando la multiforme arma della commedia e lo spessore dell’interpretazione di un cast d’eccezione, affronta lo spinoso tema dell'invasione dei social, dei rischi per la privacy, della perdita di umanità in un mondo interamente assorbito dai cristalli di uno smartphone. Una realtà, con tutti i suoi rischi, in cui innovazione e disumanizzazione vanno pericolosamente a braccetto nutrite ahimè da una propensione alla dipendenza che sta generando ogni giorno di più sintomi depressivi e compulsivi.
Con questo lavoro Max Nardari, nei tripli panni di autore, regista e produttore con la sua Reset Production, è tornato nella sua terra d’origine, per la precisione Vittorio Veneto, per girare questo lavoro che è stato realizzato con il Fondo Regionale Veneto “POR FESR - 3.3.2 2020” (2014-2021).
 
Vale la pena ricordare che Max Nardari e il coautore Fausto Petronzio hanno avuto sempre nei loro lavori cinematografici una particolare attenzione alle tematiche sociali quali l’omofobia, il razzismo (film Diversamente), la solidarietà femminile , il confronto interculturale, la disgregazione familiare (film La mia famiglia a soqquadro) e l’adozione (corto Uno di noi) affrontandole sempre con il linguaggio fresco ed immediato della commedia. I loro lavori hanno avuto sempre una grande visibilità, vincendo numerosi festival nazionali e internazionali e sono stati distribuiti da Rai Cinema per la visione e lo stile e il linguaggio cinematografico proposto, con riferimento in particolare alla innovatività. Il film La mia famiglia a soqquadro, tra l’altro, è stato trasmesso in anteprima tv su Rai 1 in prima serata lo scorso 7 settembre 2021 ottenendo quasi due milioni di ascolti. L’ultimo film di Max Nardari dal titolo  Diversamente, uscito a maggio 2021, invece lo potete vedere in esclusiva sulla piattaforma Chili.
Sinossi di Ritorno al presente
Palmira, una giovane attrice molto famosa negli anni ‘80, a seguito di un incidente entra in coma e al suo risveglio si ritrova catapultata nell'anno 2020. Durante una serata, organizzata dal suo agente Thomas per festeggiare il ritorno alla vita, Palmira si rende conto che in 30 anni sono cambiate tantissime cose. Thomas le spiega che l'invenzione dei cellulari e l'avvento dei social network hanno stravolto il modo di comunicare e le presenta Katiusha una giovane influencer che l'aiuterà a promuovere la sua immagine sul web. Palmira, non avendo altra scelta, si affida così nelle mani di Katiusha e inizia a scoprire il mondo dei social. Come vivrà Palmira in questa nuova realtà virtuale?

Studio Alfa – Ufficio Stampa e Promozione

Rifiuti nella Capitale, il "cortometraggio" di Ozpetek sui social: "Ecco Roma 2022"

La "grande bellezza" come "il terzo mondo". Da Alessandro Gassman a Ferzan Ozpetek, a Claudia Gerini, la protesta dei vip sui social. Cassonetti ricoperti da sacchetti della spazzatura circondati da mobili vecchi, frigoferi arrugginiti, scatoloni di cartone. È quello che riprende il famoso regista italo-turco  Ferzan Ozpetek  in Via Ostiense, un video di quindici secondi diffuso su tutti i suoi profili social. Ozpetek nel quartiere romano risiede da sempre e l'ha scelto anche come location della sua celebre pellicola "Le Fate Ignoranti". "Roma 2022", è questo il titolo che sceglie di dare al suo mini "cortometraggio" per denunciare il degrado in cui versa la Capitale. Il regista non aggiunge altri commenti, lascia parlare le immagini.  

Ozpetek si unisce così agli altri personaggi del mondo dello spettacolo che nei giorni scorsi hanno inondato di foto i social, con tanto di commenti sdegnati. La città eterna, in una simile crisi strutturale, "rischia di diventare una giungla urbana", ha detto il monsignor Benoni Ambarus , vescovo ausiliare della Capitale. L’attore  Alessandro Gassmann, che da romano, sempre si batte per il decoro dell'urbe, ha scoperto un monopattino sepolto tra i rifiuti sparsi sulla strada: "Certo che però, porca zozza, Roma, Europa, Centro storico...", ha commentato. L'attrice Claudia Gerini, invece, aveva pubblicato su Instagram una specie di "video - tour" tra l'immondizia addirittura al Pantheon  e a piazza della Minerva. Accanto ai monumenti c'erano carte, cartacce, bottiglie vuote, cartoni di pizza. "La città è sporca non solo per le persone incivili ma perché nessuno la pulisce", aveva dichiarato, denunciando sul web il degrado della Capitale d'Italia. La presidente del I Municipio-centro storico, Lorenza Bonaccorsi ha ricevuto sul suo smartphone, da dipendenti dell’Ama,  la Società che gestisce  la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani, le foto di enormi sacchi di plastica nera pieni di avanzi di cibo, tutti abbandonati per strada dai tanti ristoratori del centro.

da https://www.tgcom24.mediaset.it/

Il nuovo cinema sardo in Argentina, a La Plata

LOCANDINAAppuntamento con il nuovo cinema sardo in Argentina, a La Plata. Visioni Sarde continua così il suo viaggio a più tappe da Bologna a Istanbul, da Vercelli a Tel Aviv, da Roma a Argirocastro, da Bodio a Maracay, da Fiorano Modenese ad Amburgo, da Atene a Oslo, da Erlangen fino a La Plata. La rassegna realizzata dalla Cineteca di Bologna con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission rimane in tal modo fedele alla sua missione iniziale: raccontare la Sardegna in tutto il mondo attraverso il cinema. Da anni, del resto, questo festival si pone come una delle manifestazioni più focalizzate alla scoperta e al lancio di giovani autori sardi, a cui offre la preziosa opportunità di raggiungere una platea più ampia in un contesto internazionale.

Il Circolo dei sardi di La Plata, Argentina, nella consapevolezza che anche il cinema costituisca un’importante occasione di dialogo tra le culture dei due popoli ha subito inserito Visioni Sarde nella programmazione delle sue attività per il 2022.

L'Associazione "Antonio Segni" presieduta dalla giovane dottoressa Maria Victoria Llantada Signorini è, peraltro, in Argentina una realtà efficiente e molto attiva da ben 34 anni. La Regione Autonoma della Sardegna gli ha ufficialmente riconosciuto un ruolo di rappresentanza che l'impegna a essere un punto di riferimento per tutti i sardi che vivono a La Plata. Questa missione ha assunto contorni rilevanti nel tempo non solo per l'attenzione rivolta ai corregionali ma anche per le numerose iniziative rivolte alle problematiche della società in cui opera. In linea con l'obiettivo di diffondere la cultura sarda, durante tutto l’anno organizza incontri culturali, dibattiti e conferenze riguardanti molteplici temi: la letteratura, l’archeologia, il turismo, la geografia, la salute e la cucina.

Ogni anno il Circolo pubblica la rivista “La Voce Sarda” affrontando questioni gastronomiche, turistiche e culturali. Tra le tante iniziative si distinguono gli annuali corsi di italiano, la stipula con il circolo Sardo di Biella di un "gemellaggio tra nuraghes" e la mostra genealogica "L'Album della nostalgia" che si ripete al Circolo dal 1992 per raccontare la storia degli antenati sardi attraverso i documenti fotografici forniti dagli stessi soci. L'"Antonio Segni" è stato, infine, dichiarato "La Prima Casa Sardegna", per aver costruito, primo Circolo Sardo nel Mondo, un nuraghe presso "Piazza Isola di Sardegna" nel "Parque Alberti" di La Plata.

L'appuntamento con il cinema sardo è stato fissato per sabato 21 maggio, ore 16:00. Con l'applicazione Google meet potranno partecipare alla visione, oltre ai soci del circolo, anche rappresentanti, soci e alunni del corso di lingua italiana del Circolo Sardo “Domus Sardinia” di Neuquén e Patagonia Argentina. 

Con l'organizzazione della dinamica Presidente Maria Victoria Llantada Signorini saranno proiettati gli otto cortometraggi costituenti la rassegna. Tutti sono contrassegnati da un elevato livello tecnico e narrativo.

Eccoli:

- "Margherita" di Alice Murgia. Margherita ha 16 anni e passa l’estate dalla nonna in Sardegna. Da tempo ha una cotta per il bagnino. Finalmente ricambiata, si renderà conto che il sesso non è come si aspettava;

- "Il volo di Aquilino" di Davide Melis. Il vecchio scrittore Aquilino Cannas dalla sua terrazza guarda il Golfo di Cagliari. Parla con un fenicottero e gli racconta com'era bella Cagliari;
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"L’uomo del mercato" di Paola Cireddu. Mario, ogni giorno, a piedi raccoglie a piedi le cassette del Mercato Ortofrutticolo per rivenderle a pochi centesimi. Durante questa sua "Via Crucis" quotidiana, sogna ad occhi aperti un'apixedda usata;

- "Il Pasquino" di Alessandra Atzori e Milena Tipaldo (MIRA). Un incredibile viaggio in stop motion e animazione digitale tra le pagine della celebre rivista satirica italiana;

- "Marina, Marina!" In un solo giorno, dalla mattina alla sera, nasce e matura il primo difficile amore tra due giovani compagni di classe, tra litigi e serenate.

- "Di notte c'erano le stelle" di Naked Panda. Nonno Bruno e suo nipote Lorenzo vivono in un futuro distopico in cui la terra è inquinata e colpita da una perdurante siccità;

- "L’ultima habanera" di Carlo Costantino Licheri. Nella sede di una radio cagliaritana all'interno di un rifugio antiarereo le vicende sentimentali di Ciccio e Bruna creano scompiglio durante la trasmissione dell'annuncio della fine della guerra..

- "Un piano perfetto" di Roberto Achenza. Due amici squattrinati e senza speranze, pur di dare una scossa alla loro vita, si improvvisano ladri e tentano una rapina in un bar. Ma nulla va come dovrebbe.

La rassegna itinerante "Visioni Sarde nel mondo" è stata concepita, promossa e organizzata dalla Cineteca di Bologna con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Ischia Film Festival, anteprime e candidati all'Oscar

Sono otto le opere che si contenderanno il premio per il miglior lungometraggio della 20a edizione dell’Ischia Film Festival (www.ischiafilmfestival.it), in programma al Castello Aragonese di Ischia dal 25 giugno al 2 luglio 2022, con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MIC, della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania.

«In linea con la mission del Festival, i film selezionati raccontano storie visceralmente legate ai luoghi dove sono stati ambientati. Inoltre per celebrare il ventennale del Festival tutte le sezioni competitive saranno costituite da anteprime per la regione Campania, molte delle quali sono poi anteprime nazionali o mondiali», ha spiegato il direttore artistico Michelangelo Messina. Gli 8 lungometraggi selezionati provengono da Belgio, Croazia, Iran, Italia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca e Turchia.

È ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, il melodramma internazionale tratto dall’omonima opera di Hemingway, “Across the river and into the trees”, di Paula Ortiz, con Liev Schrieber (anche coproduttore), Matilda De Angelis e Laura Morante. Un colonnello americano di stanza in Veneto, traumatizzato e ammalato, si reca a Venezia per il weekend. Incontra la giovane contessa Contarini, che sta per sposare il rampollo di una ricca famiglia su insistenza della madre che vuole risolvere i problemi finanziari del casato. Tra il colonnello e la contessina è attrazione immediata, ma il destino di entrambi è già segnato.

Arriva dalla Turchia “Anatolian leopard"(anteprima italiana), di Emre Kayış. Lo zoo di Ankara sta per chiudere e trasformarsi in un parco a tema. Il direttore è contrario e sfrutta la presenza di un raro leopardo dell'Anatolia per invocare lo stop alla riconversione. Metafora della resistenza alla modernità e alla volgarità, alla speculazione e all'affarismo.

“A Blue Flower” (anteprima italiana), di Zrinko Ogresta, racconta 48 ore nella vita di una donna divorziata, Mirjana, alle prese con una madre ingombrante e una figlia ribelle, un ex marito che torna a farsi vivo dopo anni e un amante che è anche il suo boss. Due giorni per tracciare un bilancio della propria esistenza, tra errori, rimpianti, incomprensioni. Sullo sfondo Zagabria, colta nei suoi aspetti più moderni e reali, non turistici.

Un uomo che si guadagna da vivere registrando e rivendendo suoni della natura, è il protagonista del film iraniano “Hoopoe” (anteprima internazionale), di Mehdi Ghazanfari. Una donna gli offre un bacio in cambio di cibo e altri beni di prima necessità. La trama è solo un pretesto in un esercizio formale che esprime il talento visionario del regista. Una metafora dell'esistenza, di un percorso destinato, come i suoni cancellati alla fine del "viaggio", a dissolversi con il sopraggiungere della morte.

Candidato agli Oscar per il Portogallo, “The last bath” (anteprima campana), di David Bonneville ha come protagonista una giovane suora, Josephina. In procinto di prendere i voti perenni, è richiamata alla vita laica dalla morte del padre e dalla necessità di adottare il nipote adolescente per evitare che vada in orfanotrofio. Nella casa rurale sulle colline della regione di Porto, il legame tra zia e nipote si tinge di implicazioni erotiche e incestuose.

Atmosfere metafisiche nel film ceco “Minuta věčnosti” (anteprima Italiana), di Rudolf Havlík. Un apprezzato cardiochirurgo deve eseguire l'intervento più difficile della sua vita: operare la figlia ventunenne per rimuovere una malformazione congenita al cuore. Dalla sala operatoria si passa al paesaggio mozzafiato e selvaggio di un’isola nordica, dove padre e figlia stanno compiendo un viaggio per riappacificarsi. Ma il viaggio è reale? E come è andata realmente l'operazione?

Il ritmo pacato di “Oltre le rive” (anteprima campana), di Riccardo De Cal, riflette il lento incedere del Piave. Lungo le rive del fiume si mescolano la memoria del passato, con la tragedia del Vajont, la bellezza selvaggia della natura e i sexy shop del presente. Luoghi, personaggi e storie di un angolo di Nord-Est lontano dai riflettori.

“The Yellow Queen - a road movie” (anteprima campana), di Lucio Arisci, è un documentario on the road su un tedesco senza patente che vende autobus dismessi in Africa. Un viaggio dalla Germania al Mali, attraversando le contraddizioni del Sahara occidentale, il rischio di rapimenti, l'estremismo islamico, le usanze locali, l'autenticità di un continente.

 

LUNGOMETRAGGI (film selezionati)

Across the river and into the trees (Regno Unito, 2021) di Paula Ortiz
Anatolian leopard (Turchia, 2021) di Emre Kayış

A Blue Flower (Croazia, 2021) di Zrinko Ogresta

Hoopoe (Iran, 2021) di Mehdi Ghazanfari

The last bath (Portogallo, 2020) di David Bonneville

Minuta věčnosti (Repubblica Ceca, 2021) di Rudolf Havlík

Oltre le rive (Italia, 2021) di Riccardo De Cal

The Yellow Queen - a road movie (Belgio, 2021) di Lucio Arisci

‍UFFICIO STAMPA

Alessandro Savoia - Pasquale Raicaldo

Visioni Sarde sarà a Oslo in Norvegia

fotografia di scenaNaked panda DI NOTTE CERANO LE STELLE Ph fabio marras 1Visioni Sarde sarà a Oslo il 19 maggio. Continua così il suo percorso con fitti appuntamenti presso gli Istituti Italiani di Cultura e i Comitati della Società Dante Alighieri all'estero.

La rassegna voluta dalla Cineteca di Bologna con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commissione della Regione Autonoma della Sardegna si è ormai affermata come una vetrina rilevante per i film "brevi" di matrice sarda nonché come una formidabile rampa di lancio per i giovani autori che si stanno ritagliando un ruolo sempre più importante e autonomo nel panorama internazionale.

Il programma stilato dall'Istituto Italiano di Cultura di Oslo per la serata dedicata al giovane cinema sardo prevede la proiezione di pellicole di respiro autenticamente internazionale che affrontano temi come la tutela dell'ambiente, la giustizia, i diritti umani, le aspettative e i problemi adolescenziali, la multietnicità, la disoccupazione e il lavoro.

Tutti i cortometraggi sono in lingua originale con sottotitoli in inglese.

Ecco i cinque titoli scelti.

"Di notte c’erano le stelle" di Naked Panda.

Nonno Bruno e suo nipote Lorenzo vivono in un futuro distopico in cui la terra è inquinata e colpita da una perdurante siccità.

"L’uomo del mercato" di Paola Cireddu.

Mario, ogni giorno, raccoglie a piedi le cassette del mercato ortofrutticolo per rivenderle a pochi centesimi. Durante questa sua "Via crucis" quotidiana, sogna ad occhi aperti un'apixedda usata.

"Margherita" di Alice Murgia.

Margherita ha sedici anni e da tempo ha una cotta per il bagnino. Finalmente ricambiata, si renderà conto che il sesso non è come si aspettava.

"Marina, Marina!" di Sergio Scavio.

In un solo giorno, dalla mattina alla notte, nasce e matura il primo difficile amore tra due giovani compagni di classe, tra litigi e serenate.

"Un piano perfetto" di Roberto Achenza.

Due amici squattrinati e senza speranze, pur di dare una scossa alla loro vita, s'improvvisano ladri e tentano una rapina in un bar. Ma nulla va come dovrebbe.

di Bruno Mossa

fotografia di scena DI NOTTE CERANO LE STELLE Ph Fabio Marras

Tra Sciascia e Kubrick

Dall'8 all'11 luglio la quarta edizione del Milazzo Film Festival. In Piazza Duomo spazio al rapporto tra Sciascia e il cinema, il ricordo di Kubrick a 10 anni dalla scomparsa, il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino

Solo pochi giorni alla quarta edizione del Milazzo Film Festival (8-11 luglio), che nella ormai consueta cornice di Piazza Duomo, anima l'estate milazzese ottenendo sempre più un maggiore peso.

In un anno di crisi il MFF 2009, dimostra le capacità delle edizioni passate di coniugare profilo culturale con necessità nazional popolari, mantenedo tutte le precedenti collaborazioni (Filmoteca Siciliana e Goethe Institut di Palermo) seguendo una politica di basso budget , premiata da una sempre più viva partecipazione di curiosi e appassionati.

Questa quarta edizione affronta tematiche importanti, che spaziano dall'ovvia presenza del cinema, con il tributo a Stanley Kubrick a 10 anni dalla scomparsa, all'importanza del ricordo di un letterato siciliano che tanto ha dato alla settima arte, Leonardo Sciascia. Tra ciò continua l'impegno di Salvatore Presti nel promuovere incontri su tematiche legate alla mafia, che vedono come protagonisti in questa edizione i Testimoni di giustizia. Oltre al consueto concorso di cortometraggi, a proposito il direttore artistico su ciò sostiene che “questa quarta edizione ha senza dubbio una ottima selezione di corti in concorso”, nell'offrire uno sguardo che vada oltre i confini naturali della Sicilia, non si poteva evitare di non dedicare spazio al ventennale della caduta del Muro di Berlino.

Il Festival sarà inaugurato il 7 luglio presso il ristorante Il covo del pirata, dove alla presenza del sindaco di Milazzo, Lorenzo Italiano, e dell'assessore alla cultura della Provincia Regionale di Messina, Mario D'Agostino, sarà presentato il programma e verrà dato spazio a letture di Sciascia e alla mostra fotografica Sicilia – Capo Horn e ritorno a cura di Milena Romeo. Dall'8 al 10 luglio alle 18 alla Caffè libreria Puck, la giornata inizierà con la sezione fuori concorso Caffè Corto, per essere seguita dagli incontri su Kubrick, la caduta del Muro, Leonardo Sciascia e i Testimoni di giustizia.

Numerosi gli ospiti che animeranno queste giornate. Kubrick sarà ricordato attraverso la testimonianza verbale di Emilio D'Alessandro, collaboratore fidato di tutta una vita; Emidio Greco (Premio lo sguardo di Ulisse, accompagnato dagli attori Massimo D'Apporto e Ennio Fantastichini), regista di Una storia semplice tratto dall'omonimo romanzo breve di Sciascia, parlerà del suo rapporto con i testi dello scrittore siciliano; lo scrittore e sceneggiatore Thomas Brussig sarà testimone del suo ricordo sulla caduta del Muro; in fine l'Onorevole Angela Napoli, il Senatore Giuseppe Lumia e Nadia Furnari (associazione Rita Atria), parleranno di Testimoni di giustizia.

Questo è solo un piccolo assaggio del programma (sul sito della manifestazione http://www.milazzofilmfestival.it/ tutte le informazioni sul programma), ora non rimane che andarci.

Gabriele Angelo Perrone

(pubblicato il 5 luglio 2009) da http://www.laspecula.com

 

Sulle Film Commission

Il fenomeno delle Film Commission
Le Film Commission italiane hanno compiuto dieci anni e rappresentano un prezioso punto di riferimento su quasi tutto il territorio nazionale per il mondo della produzione cinematografica, televisiva, pubblicitaria e documentaristica, nazionale ed internazionale. Sono ben 15 le Film Commission regionali, cui si aggiungono anche le altre realtà locali di Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto, che si sono date appuntamento nei giorni scorsi a Roma per il primo Film Commission Day: un'occasione per un confronto e un primo bilancio dell'attività fin qui svolta.
Nel solo triennio 2006-2008, le Film Commission hanno sostenuto quasi 2800 produzioni (di cui 447 film per il cinema, 9 soap e 282 fiction per la Tv, 1190 documentari), per un totale di 16.850 giornate di preparazione e riprese.
Sempre più spesso le Film Commission sostengono anche economicamente le produzioni. Le Film Commission hanno contribuito anche alla creazione di nuove opportunità professionali, rivolte soprattutto ai giovani. "Grazie alla conoscenza del territorio e alla collaborazione degli Enti locali - ha dichiarato Andrea Rocco, presidente dell'Associazione Italiana Film Commissions - le FC italiane si segnalano oggi come referenti essenziali per la logistica e l'organizzazione delle produzioni".

Addio KODACHROME

FOTOGRAFIA, KODAK ANNUNCIA FINE PELLICOLA KODACHROME...
(Ansa) - Il gruppo fotografico americano Kodak ha annunciato oggi la fine della commercializzazione della Kodachrome. La pellicola fotografica era in commercio fin dal 1935.
'Negli ultimi anni le vendite si sono ridotte in modo significativo, oggi i fotografi prediligono la fotografia digitale' ha spiegato in un comunicato il gruppo, che ha sede a Rochester, nello Stato di New York.
Oggi nell'ambito del gruppo le vendite della Kodachrome rappresentano meno dell'1% del fatturato. Con la fine della prima pellicola fotografica a colori si chiude di fatto un'epoca della fotografia.

Chi si ricorda delle pellicole KODACHROME?  Click to Tweet

CORTO CIAK 2022 Scheda di Iscrizione

Ritorna Harry Potter con le illustrazioni Minalima

Ritorna Harry Potter illustrazioni MinalimaRitorna finalmente disponibile la ricercatissima edizione papercut del primo volume della saga del maghetto di Hogwarts, Harry Potter e la pietra filosofale, con le meravigliose illustrazioni del duo Minalima.
Questa edizione di Harry Potter e la Pietra Filosofale è il modo perfetto per accompagnare una nuova generazione di lettori nel loro viaggio a Hogwarts; allo stesso tempo però è senz'altro una nuova edizione da aggiungere agli scaffali dei fan storici.
La serie di Harry Potter continua a ispirare i lettori di tutte le età e il merito va alle tematiche della saga: i valori dell'amicizia, dell'immaginazione e il trionfo finale del bene sul male.
All'interno del volume troveremo pagine decorate e speciali pagine pieghevoli che ricreano i paesaggi più famosi della saga come Diagon Alley e la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

20 anni di fotogiornalismo in Bulgaria

fotogiornalismo in Bulgaria1 maggio 2022 ore 16:30, presso la Galleria Bulgaria di Via di Monte Brianzo, 60 (vicino a Piazza di Spagna, ingresso gratuito, fino al 5 maggio): in collaborazione con l'Associazione Bulgara dei Fotografi Professionisti  e con BG Press Photo, l'Istituto Bulgaro di Cultura a Roma inaugura 20 anni di fotogiornalismo in Bulgaria, una mostra fotografica pensata per ricordare 20 anni del primo Concorso di fotogiornalismo in Bulgaria. La mostra esporrà il meglio dei fotoreporter bulgari degli ultimi due decenni. L'esposizione coincide con il Congresso internazionale dell’Associazione fotografica europea.
Dal 2002, infatti, si tiene la mostra nazionale e il concorso fotografico BG Press Photo, organizzati dall'omonima fondazione. Questo è l'unico concorso bulgaro interamente per fotogiornalismo, decisamente il più longevo in Bulgaria. Il suo ispiratore e fondatore è il grande fotoreporter Tsvetan Tomchev.
Alla mostra partecipano fotografi freelance, collaboratori di grandi quotidiani, pubblicazioni elettroniche e fotografi delle agenzie di stampa del paese. L'esposizione è un'impronta visiva della vita politica, sociale e culturale della Bulgaria. Un concorso di respiro internazionale che ha visto, nel corso degli anni, la giuria del concorso composta da fotografi e giornalisti bulgari, oltre a rappresentanti di concorsi di giornalismo partner della Repubblica Ceca, Ungheria, Serbia, Russia, Romania, inclusi fotoreporter di fama mondiale come il recentemente scomparso vincitore del Premio Pulitzer Edward Keating.

 
Studio Alfa – Ufficio Stampa e Promozione

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Serie televisive o serie TV.

Si tratta di filmati che sono programmati periodicamente con scadenze ben stabilite, e propongono uno o più personaggi protagonisti di storie che sono di volta in volta diverse, formando così una serie televisiva. Inizialmente erano chiamati telefilm, ovvero piccoli film per la TV della durata dai 30 al massimo 60 minuti.

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Sul coronavirus appello ai circoli del cinema nel mondo

coronavirusCari Amici e Colleghi, noi sappiamo che molte delle nostre attività sono state già sospese. Considerando la situazione determinatasi dalla propagazione del Coronavirus (COVID-19) nel mondo, a nome del Comitato Esecutivo IFFS vorrei inviarvi alcune considerazioni.
1. In questi tempi di pandemia, ogni pensiero e preoccupazione devono essere rivolti a prendersi cura di sé stessi e dei propri cari. Oltre che seguire le direttive o le indicazioni delle autorità, in particolare di quelle scientifiche sanitarie, noi abbiamo un obbligo in più verso la nostra comunità, verso i membri dei nostri circoli del cinema.
2. Non c’è convergenza sul piano politico, ma a livello scientifico tutto ci dice che la migliore prevenzione è la riduzione dei contatti sociali se non l’autoisolamento, quando possibile. Il Comitato Esecutivo considera ora importante avvisare tutti i colleghi della necessità di annullare tutte le attività culturali cinematografiche, non appena siano accertati casi Covid-19 nella propria regione.
3. A tutti coloro che stanno affrontando nel momento presente queste difficoltà, vogliamo esprimere tutta la nostra convinta e totale solidarietà.
4. Per quel che riguarda gli impegni del Comitato Esecutivo, esso ha iniziato a lavorare su alcuni progetti che, conclusa questa fase, potranno essere presentati e discussi con tutti i membri. Quattro sono i temi fondamentali che sono stati affrontati: la circolazione dei film, il cinema e l’educazione, il cinema per bambini e ragazzi e le giurie ai nostri Festival del cinema. Noi continueremo a lavorare aperti a tutte le collaborazioni e idee che desiderate condividere, prima o dopo che si presentino le proposte su cui stiamo lavorando.
5. Noi ci auguriamo che si possa tutti insieme superare questa difficile prova che riguarda il mondo intero, con ottimismo ed energia per continuare il nostro fondamentale lavoro per difendere i diritti del pubblico e della cultura cinematografica.

Il Presidente del Comitato Esecutivo
João Paulo Macedo
IFFS - International Federation of Film Societies
17 marzo 2020

da Diari di Cineclub n. 82 – Aprile 2020

Il cinema e la teoria della relatività

Albert EinsteinL’oggetto cinematografico è distinto da tutti gli altri oggetti in quanto contrassegnato da una modalità peculiare di manifestazione della propria tetradimensionalità (natura spazio-temporale stante alla base dell’esistenza di ogni essere, evento e cosa del reale fisico che, senza la propria matrice quadridimensionale, non potrebbe esistere) che comprende e supera le proprietà ontologiche basilari di tutto il resto dell’esistente non dotato di qualità cronosemantiche (ossia di capacità di rielaborazione del tempo (vissuto e generale), di concezione della realtà e del Sé (della propria identità) data dal possesso di una mente (presente in tutte le creature senzienti)): essendo l’oggetto cinematografico di carattere sia concreto (si prende visione di un film attraverso il suo riversamento su un determinato supporto fisico di memoria di massa registrabile senza cui l’oggetto non potrebbe venire ad essere ed essere quindi visualizzato, in passato la pellicola di celluloide e in tempi più recenti nastri magnetici di videocassette e dischi) sia astratto (pur essendo vero che quanto si vede è dato dal susseguirsi dei fotogrammi impressi sul supporto, non si può materialmente attingere con gli altri sensi (solo la vista e l’udito (l’audiovisivo) possono farlo, in correlazione con le facoltà mentali di percezione e comprensione) alla natura fisica del contenuto del supporto (si ha sempre a che fare unicamente col supporto, non con quanto è registrato al suo interno) perché, altrimenti, sarebbe concepibile toccare, odorare e assaporare lo spazio-tempo nella sua dimensionalità fisica (il che è impossibile, dato che lo spazio-tempo è la struttura metrica di fondamento della realtà che si può apprendere e costituire cognitivamente solo nelle sue esteriorizzazioni fenomeniche di marca quali-quantitativa che determinano tutto ciò che è possibile conoscere con tutti i sensi (la realtà nella sua concretezza già nota))), ne consegue che la tetradimensionalità propria del cinema è esplicita (ossia è quanto più si avvicina al catturare l’essenzialità e il significato del flusso temporale, sorgente fisica e metafisica (perché invisibile e impenetrabile) al contempo del reale) ed esibisce i segni del suo decorso nello spazio-tempo sia col confronto (fatto in tempi futuri) con le sue parti temporali passate (sebbene il contenuto del tempo impresso, in sé, non scompaia mai perché immortalato per sempre nella necessaria controparte fisica di registrazione, conservazione e riproduzione, il supporto fisico va incontro ad un ineluttabile processo di deterioramento col passare del tempo che compromette il tempo registrato) sia senza tale confronto (a prescindere dal logoramento del supporto fisico di registrazione, il tempo (lo spazio-tempo) immortalato, Albert Einstein 2nella sua irrelata purezza (al netto della fisicità del supporto necessario), mostra da sé il divenire temporale comprensivo del cambiamento (invecchiamento) anno dopo anno, giorno dopo giorno, secondo dopo secondo, attimo dopo attimo del contenuto di quanto registrato (in relazione alla natura dell’opera filmica creata, se di immaginazione (storie della realtà in cui si manipola il fattore tempo tramite il montaggio che connette passato, presente e futuro in modi classici e alternativi e storie fantastiche in cui si sovvertono le leggi della fisica e della normalità del quotidiano con scenari e personaggi viventi nel regime dell’immaginario) o di impronta documentaristica (la realtà fisico-storica ripresa per come si presenta senza alcun intervento sul contenuto della registrazione spazio-temporale))), laddove qualsiasi altro oggetto ha solo natura concreta (che restringe la sua tetradimensionalità caratteristica nei limiti della tridimensionalità avente una sua specifica durata nel tempo e non espandentesi nella sua strutturazione interna alla dimensione temporale (come avviene nel caso del cinema, dell’oggetto cinematografico, perché gli altri oggetti sono (o sono composti di) elementi avutisi come esiti di processi spazio-temporalmente definiti (conclusi) nel passato (secondo la relazione causa-effetto dominata nella sua quintessenza temporale dalla velocità della luce, come dimostrato dalla relatività speciale einsteiniana) e non possono presentare una purezza di astrazione che mostri da sé il flusso temporale (nel loro caso, il decorso temporale è segnalato unicamente dal deterioramento evidenziato dal confronto in tempi futuri col passato dell’oggetto, non c’è registrazione di tempo perché il tempo è già incluso nella composizione dell’oggetto come materiale fenomenico di concrezione, non come contenuto transeunte di astrazione che viene trattenuto))). La temporalità del cinema è doppia. Da un lato vi è l’aspetto della durata. L’opera filmica occupa un certo spazio sul supporto che la contiene e tale volume è rappresentato dal tempo di prolungamento della registrazione che occupa un determinato spazio sulla memoria di massa registrabile del supporto, che permette di capire come sia la temporalità del passato ad avere importanza capitale giacché è possibile astrarre e visionare il flusso temporale dell’esistenza (lo spazio-tempo) soltanto trattenendolo in ogni suo singolo istante (che, altrimenti, verrebbero perduti per sempre) in inscindibile continuità con gli istanti precedenti e che verranno attraverso una memoria di massa (la memoria, quindi, il senso del tempo preservato (e rielaborato nelle creature senzienti) è la chiave di accesso al mistero dello spazio-tempo per la sua interpretazione fisico-ontologica da ricercarsi nei fondamenti e meccanismi che comportano il perché del suo fluire e della sua continuità che concede tale flusso). Il tempo del cinema risente degli stessi effetti relativistici previsti nella relatività speciale poiché i tempi rappresentati possono dilatarsi per lasciar spazio al tempo dell’interiorità (pensieri, ricordi, sensazioni, sentimenti, emozioni che viaggiano a velocità molto elevate nei circuiti nervosi cerebrali) di modo che lo spazio fisico si contrae riducendosi allo spazio della coscienza soggettiva e un moto interiore della mente che, nello spazio-tempo esterno, avrebbe durata effimera nello spazio-tempo interno ha una durata molto più estesa (il tempo del cinema dà il tempo di scandagliare l’interiorità rivelando, nella loro profondità, i segni distintivi della propria vita che un soggetto reca nella sua mente (e da cui discende la sua personalità) e che egli vive con un’intensità ed ampiezza qualitativa di durata incommensurabile rispetto all’unità di misura prettamente quantitativa dello spazio-tempo esterno che non rende conto della significatività degli istanti trattenuti nella propria memoria). Nell’oggetto cinematografico gli spazi e i tempi possono essere correlati in infiniti modi diversi (spazi e tempi reali, spazi e tempi irreali (immaginari), spazi reali e tempi immaginari, spazi immaginari e tempi reali, spazi e tempi reali e spazi e tempi immaginari) e, anche quando volutamente scollegati da un apparente nesso logico di senso e/o significato, nel momento in cui si presentano alla mente dello spettatore danno spontaneamente vita ad associazioni di pensiero tese a restituire un significato compiuto a quanto si sta vedendo (la mente comprende e può comprendere la realtà solo conoscendola e conoscere la realtà significa darle un significato sulla base del vissuto e dell’esperito, l’atto stesso di scollegare i nessi logici è in sé pregno di significato e significatività che si trasmette all’opera filmica, nulla avviene (e può avvenire) senza significato e gli scollegamenti altro non sono che collegamenti (sentieri) interrotti da ricostruire) sicché, come avviene nella relatività generale einsteiniana, anche nello spazio-tempo del cinema si postula che sia possibile effettuare trasformazioni di coordinate cronotopiche (operazioni che mantengono inalterata la forma delle leggi di natura nei casi fisici relativistici e trattengono l’implicita continuità di senso di fondo nelle sezioni delle opere filmiche) da un dominio tetradimensionale (frammento, scena o sequenza di scene) ad un altro (nella fisica relativistica ciò avviene in virtù della gravità (curvatura spazio-temporale), nel cinema grazie alla continuità onnipresente (originata dallo spazio-tempo universale da cui scaturiscono la realtà fisica e la fantasia) fra spazi e tempi vicini, lontani, reali e immaginari restituita dalla mente il cui motore e unico principio dinamico è il tempo (temporalità dell’interno e Albert Einstein 3dell’esterno). Dall’altro lato (a completare la duplicità della temporalità del cinema) vi è l’aspetto del contenuto (strettamente connesso alla durata). Il cinema crea un suo spazio-tempo caratteristico che pone le leggi e le meccaniche della realtà naturale sullo stesso piano delle parallele leggi e dinamiche del pensiero (che, pur essendo regolate necessariamente dalle prime, possiedono proprietà particolari non comprese nelle leggi fisiche) che (ancor meglio della fisica) si approssimano alla visione e alla comprensione del significato del tempo permettendo di comprendere come il rapporto conoscitivo con esso possa essere soddisfatto esclusivamente con l’impiego di mezzi intermediari (supporti di memoria di massa registrabili) per cui il tempo (la tetradimensionalità, più in generale) sarà sempre conoscibile come audiovisivo, ma mai in altra forma. È una quinta dimensione (quella della conoscenza del tempo attraverso l’analisi dell’oggetto cinematografico) puramente estetologica (che si riferisce pertanto all’autodispiegamento dialettico della conformazione logica della mente che inventa modi e strumenti per rappresentarsi e capire nelle sue fondamenta sempre più accuratamente la realtà) che svela il tempo (almeno nei limiti della conoscibilità fenomenica cui si applica costantemente e continuamente la mente) come pura Visione (o, per meglio dire, Audiovisione) di registrazione di tempi passati trattenuti visti nel fluire delle loro parti temporali. La memoria degli esseri senzienti (di cui quella artefatta dei supporti è un’emulazione che registra oggettivamente il tempo e aiuta l’uomo nel trattenere e perfezionare la memoria e i ricordi riattualizzando mentalmente il tempo che è stato così da riconcepire la propria esistenza e scoprire aspetti tralasciati o dimenticati che possono modificare il significato e il corso della propria vita alla luce della visione di ciò che (si) era e di come (si) era) fa comprendere che la radice tetradimensionale (quindi temporale) del tutto è rilevabile nel decorrere dei tempi (dati dai cambiamenti manifestantisi al livello delle proprietà ontologiche (rivelantisi temporali) di esseri, oggetti e fatti e ogni forma di esistenza fisica) susseguentisi (il flusso temporale si può cogliere solo se c’è un minimo di tempo passato). Il presente è un ponte temporale istantaneo fra passato e futuro che diviene immediatamente passato simultaneamente al presentificarsi del futuro e costituisce dunque l’elemento di continuità che permette il divenire temporale (dal passato al futuro, che diviene presente istantaneo e passato non appena si presentifica un altro (istante) futuro e così all’infinito). Il futuro, il presente (tutto) è destinato a diventare passato, nel passato si coglie il flusso e la continuità dello spazio-tempo (questa è la lezione principale impartita dalla memoria). La memoria umana è una continua e infinita danza fra vita (presente e futuro (presente che sarà sulla base del passato presente)) e morte (il passato storico e le parti temporali passate), dentro e fuori, natura e spirito, fisica e metafisica, sogno e realtà. La memoria del cinema possiede la potenza concretiva ed astrattiva dei ricordi che permette all’uomo di prendere visione oggettiva (e non più solo soggettiva, nella propria mente) dello spazio-tempo. Nello spazio-tempo si matura (si diventa adulti, si invecchia, si muore), ma non si cresce (si rimane sempre quelli che si è stati in passato (le proprie parti temporali)). Si rimane sempre il bambino di cinque anni che si è (sempre) stati (così come l’adolescente di dodici anni, il ragazzo di quindici anni, il giovanotto di trent’anni, l’adulto di quarant’anni) e che, a seconda della proprie esperienze di vita, si può trattenere o dimenticare nel tempo e che, in ogni caso, segnerà sempre la propria identità. In un orologio è compreso l’universo intero. Il cinema mostra il Tempo (lo Spazio-Tempo, nella sua concretezza/astrattezza e meta-fisicità) puro.

Giovanni Mazzallo

da Diari_di_Cineclub/edizione/diaricineclub_080.pdf

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