Percorso

L’attività finalizzata alla realizzazione del cortometraggio, è stata condotta con la metodologia blended (in presenza ed on line) pertanto anche attraverso l’uso di un’aula virtuale creata dal sottoscritto per l’elearning.
Ecco la descrizione dell’esperienza con l’individuazione delle fasi:

La ladra 

Storia di un cortometraggio 

È stata un’avventura, una meravigliosa avventura, che ha coinvolto tutti i ragazzi della mia classe. Raramente mi era capitato di condurre attività scolastiche con questo potere coinvolgente. Siamo stati tutti dolcemente trascinati nel fantastico mondo del linguaggio cinematografico, siamo entrati nel “lucernario dell’infinito” e ne siamo rimasti da subito attanagliati.

Questo Progetto, che abbiamo battezzato “Officinema”, ha coinvolto me, docente di lettere, la mia classe (una terza media di 27 alunni piuttosto “vivaci), alcuni docenti e un bidello (che hanno dato la loro disponibilità come attori).

Presentazione del Progetto “Officinema”

Erano i primi giorni di ottobre quando presentai il Progetto che volevo realizzare ai miei alunni. Comunicai loro l’intenzione di affrontare lo studio del linguaggio filmico, ma in una maniera diversa dal solito: dissi che avremmo realizzato un cortometraggio. Rimasero meravigliati, non se lo aspettavano perché si immaginavano la più tradizionale visione di film con commento e dibattito. La proposta apparve nuova, elettrizzante e molto motivante.


Erano i primi giorni di ottobre …

Problematizzazione

I ragazzi incominciarono a farmi domande di tutti i tipi.

Quale storia avremmo narrato? Quali mezzi tecnici avevamo? Come avremmo fatto per le scene in esterni? Come avremmo fatto per coinvolgere tutti? Chi avrebbe scritto la sceneggiatura? Ma … cos’era una sceneggiatura? Cos’era il soggetto? Come risolvere i problemi connessi all’uso delle luci? E la questione della colonna sonora?


un po’ di imbarazzo iniziale

Attenzione al processo e al codice

 Mamma Mia!! Passato il momento di entusiasmo iniziale, la questione apparve subito di grande complessità.

 Beh, cercai di non scoraggiare i ragazzi. Francamente molti dubbi li avevo anche io, ma ovviamente più che enfatizzare il prodotto sottolineai l’importanza del processo: non dovevamo vincere l’Oscar, ma dovevamo, più semplicemente, imparare insieme come “funzionava” il linguaggio filmico collocandoci “dall’altra parte”, dalla parte della codifica, dalla parte di chi, con il cinema, deve comunicare una storia e delle emozioni.

 
non dovevamo vincere l’Oscar

“Nastro rosa”

Decisi di non partire subito da noi, ma dagli altri, cioè da quelle scuole che già avevano vissuto l’esperienza della produzione di un film scolastico.  In particolare volli indirizzare l’attenzione dei ragazzi verso “Nastro rosa” un film realizzato dall'Istituto Tecnico Commerciale “M. Foderà" di Agrigento, ispirato alla figura e alla storia vera di Rita Atria, una ragazza che lottò contro il potere mafioso.

Seguirono questo film con molta attenzione, ne rimasero colpiti e si emozionarono.

La prima visione

 

 

 

 

 

 La prima visione de’ “Nastro rosa” …

Lo abbiamo visto due volte. La prima volta non interruppi mai la visione: gustammo il film, la sua narrazione, il suo messaggio.

La discussione e il caos

La seconda volta, dopo alcuni giorni, bloccai continuamente la visione del film per far notare ai ragazzi le inquadrature, la recitazione, i titoli ecc.  Consegnai anche loro una pagina della sceneggiatura di una scena iniziale e discutemmo riflettendo intensamente sulle difficoltà e sulla tecnica che permetteva alle parole di un testo di diventare immagini in movimento.

Feci notare la specificità del tempo filmico, come la narrazione si svolgesse attraverso una successione di inquadrature, equiparabili alla punteggiatura del testo verbale; sottolineai l’importanza del silenzio, della musica, delle pause, delle “battute” ben calibrate, insomma, feci emergere tutta una serie di questioni da gustare, ma nello stesso tempo le proposi sotto forma problematica.

il Dibattito

 

 

  La seconda visione … ed il dibattito

Come se non bastasse, misi in evidenza anche la questione non indifferente dell’incisione su DVD, del bollino SEAE.

la Copertina DVD 

 

 

 

La copertina del DVD

Sottolineai l’importanza della cura grafica dell’etichetta, della copertina della custodia, della sinossi e di tutto ciò che andava scritto sul retro e all’interno del confezionamento finale. Ciò implicava anche dei lavori in itinere come per esempio la realizzazione di foto di scena, che avremmo potuto utilizzare per vari scopi.

Come fare?

Si parlò di tutto, in una maniera un po’ caotica e disorganizzata, ma era nelle mie intenzioni far nascere in loro la necessità di darci un ordine, una scaletta di cose da fare …

I materiali per le riprese

Nell’incontro successivo qualcuno pose la questione della nostra dotazione tecnica. Come avremmo potuto fare un film senza strumenti adeguati? Elencammo tutto ciò di cui potevamo disporre: una videocamera digitale, la mia. Tutto qui!

Ci rimboccammo le maniche e, anche se la scuola subito dopo acquistò una nuova videocamera, tutto il resto lo fornimmo noi o portandocelo da casa o dal nostro fondo cassa …

Insomma riuscimmo a partire con :

3 videocamere digitali MiniDV

2 cavalletti

2 batterie di riserva

5 cassettine MiniDV

2 lampade (da 500 e da 1000 Watt)

1 prolunga per dare corrente alle lampade

1 microfono direzionale

Alessandra cameramen 2  Alessandra cameramen n. 2 

1 prolunga per microfono

2 pannelli bianchi di polistirolo

1 carrello per la camera car (in prestito dai bidelli, quello in cui inseriscono il sacco grande dell’immondizia)

1 ciabatta

4 cartoncini bristol 70 x 100

Del compensato e una cerniera per il ciac

Pennarelli vari e materiale di cancelleria

da http://www.irsap-agrigentum.it/ 

2024 albero su mare v1 1200