Viale del tramonto di Billy WilderViale del tramonto” (Sunset Blvd., 1950), diretto da Billy Wilder, è considerato uno dei capolavori della storia del cinema, una pellicola che mescola il noir con la satira pungente sul sistema Hollywoodiano. Il film vede protagonisti William Holden (Joe Gillis), Gloria Swanson (Norma Desmond) ed Erich von Stroheim (Max von Mayerling). La storia, narrata in flashback dalla voce fuori campo di Joe, inizia con un cadavere in una piscina e ripercorre gli eventi che hanno portato a quella drammatica conclusione.

Al centro del racconto ci sono la decadenza e l’ossessione: Norma Desmond, un’ex diva del cinema muto, vive isolata in una grande villa su Sunset Boulevard, sognando un ritorno sulle scene e cullata dal fido maggiordomo Max. Joe, sceneggiatore squattrinato, si ritrova a convivere con lei, prima per interesse e poi per un intreccio di dipendenze psicologiche. I dialoghi di Billy Wilder, scritti in collaborazione con Charles Brackett e D.M. Marshman Jr., sono celebri per la loro ironia oscura, il sarcasmo tagliente e la malinconica consapevolezza di un’epoca che sta finendo.

Cosa imparare in generale dai dialoghi di Sunset Blvd.:

  1. Sarcasmo e cinismo: Joe Gillis è un narratore/spettatore disilluso che, con il suo umorismo amaro, svela gli ingranaggi dello star system.
  2. Sottotesto della tragedia: Le frasi di Norma sono intrise di un passato glorioso e di un’illusione che non regge più alla realtà; questo crea una tensione costante tra grandiosità e decadimento.
  3. Uso del meta-cinema: Il film parla di Hollywood mentre ne mostra il dietro le quinte; i dialoghi si prendono gioco del mito della fama.
  4. Caratterizzazione immediata: Ognuno parla come “vive”: Joe è uno scrittore scettico, Norma vive di teatralità e massime sentimentali, Max ha un tono devoto e tragico.
  5. Iconicità delle battute: Frasi come “I am big. It’s the pictures that got small! / Sono grande. Sono le foto che sono diventate piccole!” sono diventate immortali perché racchiudono in poche parole un’intera visione del mondo.

I momenti in cui il dialogo è determinante (e perché)

  1. L’incipit e la voce narrante di Joe Gillis
    • Contesto: Il film si apre sulla scena del cadavere in piscina; la voce di Joe comincia a raccontare in flashback come sia finito lì.
    • Perché è determinante: L’uso del voice-over di Joe stabilisce subito il tono cinico e disilluso. Ci fa capire che la storia è già segnata e che assisteremo alla ricostruzione di una tragedia. Il dialogo qui (monologo fuori campo) crea la cornice noir.

  2. L’incontro fortuito nella villa di Norma
    • Contesto: Joe, in fuga dai creditori, si rifugia in un garage abbandonato e scopre di essere entrato nella residenza di Norma Desmond, credendola disabitata.
    • Perché è determinante: Il primo scambio verbale tra i due evidenzia la differenza di mondi: Joe è scettico e spavaldo, Norma è teatrale e oscura. Lei gli chiede se lo manda “De Mille”, scambiandolo per un impresario, mentre lui capisce presto di aver davanti un’ex grande stella caduta in disgrazia.

  3. “I am big. It’s the pictures that got small!”
    • Contesto: Norma, offesa dal fatto che Joe le dica che lei era una star del passato, scatta con la frase iconica.
    • Perché è determinante: Riassume in una sola battuta tutta la tragica megalomania di Norma. Crede fermamente di essere ancora una diva e accusa l’industria cinematografica di essersi rimpicciolita. È uno dei passaggi più celebri e citati del film.

  4. La proposta di Norma: “Lavora al mio copione per ‘Salomè’.”
    • Contesto: Norma desidera scrivere un grande ritorno sullo schermo interpretando “Salomè”, e propone a Joe di rivedere e sistemare la sceneggiatura.
    • Perché è determinante: Questo accordo verbale segna l’inizio della dipendenza reciproca: Joe, al verde, accetta per denaro e opportunismo; Norma lo vede come lo strumento per il suo comeback. Il dialogo mette le basi del loro rapporto squilibrato.

  5. Il “funerale” per la scimmia
    • Contesto: Joe scopre che la salma in casa era in realtà la scimmietta da compagnia di Norma. Lei organizza un funerale in piena notte.
    • Perché è determinante: Nella breve conversazione sull’animale morto, vediamo la follia di Norma e il disagio crescente di Joe. Il dialogo, surreale e quasi macabro, mostra la solitudine di Norma e la sua necessità di sostituire il vuoto con qualsiasi forma di compagnia.

  6. Il controllo di Max e i segreti
    • Contesto: Max, maggiordomo e fedele servitore di Norma, rivela poco a poco la sua devozione estrema, e fa capire a Joe che deve attenersi alle regole di madame.
    • Perché è determinante: Ogni scambio tra Max e Joe è intriso di sottomissione e di un’aria lugubre. Max parla con toni bassi ma fermi, chiarendo che farà di tutto per “proteggere” Norma dalla realtà. Questo crea un alone di mistero e anticipa la verità sul passato di Max.

  7. Il dialogo su “Natale” e i regali di Norma
    • Contesto: Norma ricopre Joe di doni costosi (vestiti, sigarette, orologio), fingendo di festeggiare un Natale anticipato.
    • Perché è determinante: L’imbarazzo di Joe, che inizialmente rifiuta ma poi cede, svela come la sua volontà di indipendenza si frantuma sotto il peso del denaro e della lusinga. I dialoghi mostrano un’insidiosa dinamica di potere.

  8. La telefonata a De Mille (e la reazione di Norma)
    • Contesto: Norma è convinta che il celebre regista Cecil B. DeMille la voglia davvero rivedere per girare il suo film “Salomè”. In realtà, la Paramount è interessata solo alla sua macchina d’epoca.
    • Perché è determinante: I dialoghi in cui Norma crede di essere ricercata e Joe scopre la verità, mettono in luce la fragilità di Norma e il suo aggrapparsi alle illusioni. Si generano incomprensioni che spingono verso l’inevitabile disastro.

  9. Il dialogo tra Joe e Betty (il nuovo progetto di sceneggiatura)
    • Contesto: Joe, uscendo di nascosto la sera, inizia a collaborare con Betty Schaefer a una sceneggiatura.
    • Perché è determinante: Le loro conversazioni mostrano un Joe più autentico e disinvolto, che riscopre la passione per la scrittura. In contrasto, si percepisce come Joe sia lacerato tra l’opportunismo (restare con Norma) e la possibilità di una vita “normale” con Betty.

  10. La scoperta di Betty che Joe vive a casa di Norma
  • Contesto: Betty, all’oscuro del legame tra Joe e Norma, lo chiama a villa Desmond per confidargli i suoi sentimenti.
  • Perché è determinante: Il dialogo svela a Betty la verità squallida: Joe è un “gigolò” mantenuto da Norma. Lui la tratta freddamente, spingendola a rinunciare a lui. Queste battute segnano il momento in cui Joe decide di troncare la doppia vita.
  1. La confessione di Max: “Fui io il primo marito di Norma, e ora…”
  • Contesto: In un crescendo drammatico, Max rivela a Joe che in passato era stato regista e marito di Norma, e ora si è ridotto a maggiordomo per proteggerla.
  • Perché è determinante: È un colpo di scena. Il dialogo spiega la vera portata della tragedia di Norma e l’ossessione di Max. Dimostra l’enorme sacrificio dietro il “teatro” continuo per salvare Norma dalle sue crisi.
  1. La lite finale tra Joe e Norma
  • Contesto: Joe fa le valigie, deciso ad abbandonare la villa. Norma, in preda alla disperazione, lo supplica di restare o minaccia il suicidio.
  • Perché è determinante: È l’apice emotivo del film. Joe, nei dialoghi, rinfaccia a Norma la sua illusione e la sua manipolazione. Lei, delirante, si aggrappa alle ultime speranze. Queste frasi contengono tutta la tensione accumulata.
  1. “You see, this is my life! It always will be! / Vedi, questa è la mia vita! Lo sarà sempre!”
  • Contesto: Joe si rende conto di come Norma viva in un eterno film muto personale, slegato dalla realtà.
  • Perché è determinante: Questo passaggio verbale mostra la scissione psichica di Norma: la sua vita non può esistere fuori dai riflettori. Per lei, non c’è futuro senza la fama. Inquadra la sua condizione di vittima della propria leggenda.
  1. Lo sparo fatale
  • Contesto: Norma spara a Joe mentre lui sta andando via, e lo fa cadere nella piscina (scena mostrata già all’inizio).
  • Perché è determinante: Sebbene la violenza sia un’azione, l’atto è preceduto dagli ultimi battibecchi in cui Joe taglia ogni ponte. La tragedia è compiuta nel silenzio successivo allo sparo, ma l’eco delle loro parole rimane.
  1. La discesa finale di Norma: “All right, Mr. DeMille, I’m ready for my close-up. / Va bene, signor DeMille, sono pronto per il mio primo piano.”
  • Contesto: Nella sequenza conclusiva, la polizia e i giornalisti invadono la villa, Norma è convinta che siano sul set di un film e si avvicina alla telecamera in uno stato allucinatorio.
  • Perché è determinante: L’ultima battuta di Norma è uno dei finali più celebri: conferma il suo totale distacco dalla realtà. Parlando come se fosse davanti al regista DeMille, lei sigilla la storia con la frase più iconica del film, incarnando la tragica grandezza del personaggio.

In Viale del tramonto, i dialoghi coniugano cinismo, melodramma e humour nero per scolpire la storia di un mondo (il cinema muto e le sue star) che non esiste più. Studiare queste 15 scene fondamentali e i relativi scambi verbali insegna come:

  1. Costruire la tensione: Le conversazioni tra Norma e Joe, inizialmente ambigue, diventano via via più tossiche, in un crescendo inarrestabile.
  2. Mostrare la psicologia attraverso i toni: Le frasi teatrali di Norma, la pacatezza ossessiva di Max, il sarcasmo difensivo di Joe: ogni sfumatura aiuta a capire i personaggi.
  3. Alternare dramma e ironia: Wilder usa battute mordaci per svelare aspetti grotteschi di Hollywood (come la scena del funerale per la scimmia).
  4. Creare battute entrate nella storia: “I am big. It’s the pictures that got small!”, “I’m ready for my close-up”, dimostrano come una sola frase ben scritta possa diventare emblematica di un’epoca e di un personaggio.

Il risultato è un film in cui la parola e l’azione sono fuse in un equilibrio perfetto, capace di trasmettere la malinconia e la crudeltà di un sistema che esalta e poi distrugge i suoi miti, lasciando i protagonisti intrappolati in un dramma senza uscita. I dialoghi di Sunset Blvd. restano un esempio insuperato di scrittura cinematografica tagliente e struggente.