Quali sono gli elementi di discrimine che fanno di un film horror un classico della paura e non un grottesco flop? Negli ultimi 25 anni, il genere horror è stato in grado di passare da strepitosi successi al botteghino diventati pietre miliari del cinema anche per la critica a prodotti di serie B assolutamente incapaci di spaventare qualcuno, anzi, passando nel grottesco e nel ridicolo. Quali sono gli elementi che fanno da discrimine fra un film horror di successo e un vero e proprio flop? Ne dà indicazioni un sito un po' schizato come Cracked, per cui non prendete per oro colato e come tassative le 5 note. Però, c'è senz'altro del vero.
1. No agli adolescenti e ai bambini
I miglior film horror hanno come protagonisti gli adulti. Per quanto si possa amare vedere fatti a pezzi degli insopportabili ragazzini (evidentemente, personaggi molto più semplici da sceneggiare) come nel caso di Scream, Urban Legend e So cosa hai fatto, i classici dell’horror restano Shining, Psycho, Il presagio, L’Esorcista: adulti travolti dal sovrannaturale o altre forze imponderabili, laddove i bambini anche se presenti hanno un ruolo limitato e subordinato a quello dei personaggi adulti.
2. Parla la scienza, la colonna sonora è tutto
The Blair Witch Project è stato un fenomeno culturale che ha spaventato una generazione, ma avete provato a guardarlo silenziando il volume? Sembra quasi divertente vedere dei ragazzini che esplorano dei boschi per circa 80 minuti. Alcuni biologi hanno dimostrato che i suoni sono in grado di risvegliare i nostri istinti e risposte primordiali.
3. L’esperienza conta poco
I migliori film horror non sono mai diretti da registi di genere. Qualche esempio? Le verità nascoste è di Robert Zemeckis, lo stesso di Forrest Gump e Cast Away; Il presagio è di Richard Donner, poi passato a Superman e a The Goonies; Stanley Kubrick è passato da Shining al Dottor Stranamore; Roman Polanski è lo stesso uomo sia di Rosemary's Baby - Nastro Rosso a New York sia di Carnage. E tanti altri ancora. Con le dovute eccezioni, naturalmente... Dario Argento?
4. Non c’è nulla da ridere
L’ironia deve essere messa da parte, può celare, anzi, difetti della sceneggiatura. Un film horror deve dare pochissime tregue allo spettatore.
5. La paura deve essere “vicina”
Il “demone”, il “male oscuro” deve essere tra noi, deve sfiorarci, deve essere anche nel nostro vicino di posto quando siamo in sala. Se la paura è tangibile, se si manifesta in qualcosa di verosimile, allora sarà molto più spaventosa.
Autore CLAUDIO MUNDO :: 27 Giugno 2015 per http://www.farefilm.it/