felicità giocare anni 50 e 60
Non esisteva neanche un minuto di noia.
D’estate si tornava a casa solo per mangiare e quando gli adulti ti chiamavano a gran voce dalle finestre. Le scale con il cuore in gola perché si era sempre in ritardo, le ginocchia sbucciate tenute nascoste perché era vietatissimo farsi male, il profumo buono del piatto fumante a tavola che mangiavi senza fare troppe storie pure quando non ti piaceva granché e poi ancora giochi e corse a perdifiato per le strade e nel vecchio cortile di casa. Con gli amici di sempre ma anche quelli dei palazzi accanto. Non era importante conoscersi, sapere il nome. Bastava stare insieme, non occorreva altro. Il resto si inventava.
“Se ti fai male ti do il resto” era il monito più frequente delle mamme ma c’erano pure un paio di classici indimenticabili tipo “io ti ho fatto, io ti distruggo” e “vieni qui che non ti faccio niente” scandito a denti stretti e con piglio da generale tedesco.
Una estate al mare, la mamma di una mia amichetta, le urlò dalla riva “se affoghi, ti ammazzo”; indubbiamente medaglia d’oro! Quanto ridemmo…
Mi incanta di tenerezza questo ricordo.
E questa foto, così palpitante di vita e di colori.
(Serenella C.)