Ci sono scrittori che testimoniano quanto a volte scrivere un racconto possa essere più impegnativo rispetto alla stesura di un romanzo. La stessa cosa può essere trasportata in campo cinematografico: scrivere o dirigere un cortometraggio non sempre è la scelta più facile. Chi sa scrivere un buon corto di conseguenza può lavorare senza troppa difficoltà ad un lungometraggio, ecco quindi qualche piccola regola da tenere sempre in mente.
Brevità
Si hanno a disposizione circa 40 minuti, ciò non vuol dire che bisogna usarli necessariamente tutti. Come in letteratura: tra due aggettivi è quasi sempre meglio sceglierne uno solo, esprimere il concetto in modo conciso e senza giri di parole. Questo nel cinema permette anche di risparmiare, dettaglio che non si deve trascurare.
Occhio al budget
Scrivere una sceneggiatura significa essere consapevoli che ad ogni battuta il budget necessario per le riprese aumenta. Prima di descrivere una scena in cui cavalli bianchi corrono liberi in un campo illuminato dalla luce lunare assicuratevi di essere in contatto con chi vi curerà gli effetti speciali, ma prima di tutto assicuratevi di sapere quanto vi costerà.
Pensa per immagini
Se stai scrivendo una sceneggiatura è molto probabile che solo gli addetti ai lavori leggeranno le tue parole, tutti gli altri ne vedranno il risultato sul grande (o piccolo) schermo. Aiutati quindi ragionando per immagini, anche disegnando se necessario.
Coinvolgi il lettore
Visto il poco tempo a disposizione è necessario coinvolgere immediatamente chi leggerà le dieci pagine della sceneggiatura. Fornisci informazioni chiare, delinea bene il carattere del protagonista e fai molta attenzione all’inizio e al finale, come in un lungometraggio sono due punti fondamentali del racconto.
Attenzione ai cliché
È molto facile cadere nella trappola del cliché e una formula per evitarli purtroppo non esiste. Cerca di avere uno stile riconoscibile e soprattutto guarda più cortometraggi possibili, è uno dei modi per capire meglio cosa imitare e cosa evitare.
Articolo di ERIKA FAVARO per farefilm.it