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VISIONI SARDE in TURCHIA

Il terremoto non ha fermato la cultura e il turismo nella splendida Istanbul. L'antica capitale dell'impero ottomano, erede di Bisanzio e di Costantinopoli, è situata, peraltro a ben 1000 chilometri d'auto dall'epicentro dei devastanti terremoti che hanno colpito il sud-est della Turchia.

L'Istituto Italiano di Cultura di Istanbul ha, pertanto, confermato anche per quest'anno la disponibilità ad ospitare il meglio del cinema breve prodotto in Sardegna, espresso dalla rassegna Visioni Sarde.

I nostri film saranno proiettati giovedì 23 marzo presso la Sala Teatro dell'Istituto e diffusi online sabato 25.

corto cortometraggio short LA VENERE DI MILIS di Giorgia PuligaAnche questa di Istanbul è una straordinaria occasione per mostrare all’estero, attraverso la settima arte, le molte facce della cultura sarda: tradizione e modernità, paesaggi urbani e rurali, fantasia e realtà. Mille aspetti e contraddizioni trasformate dai registi in storie che ci aiutano a capire la Sardegna nella sua pluralità storica, geografica e culturale.

Sono queste le ragioni che hanno indotto Sardegna Film Commission a finanziare e sostenere Visioni Sarde, un progetto che si ripromette di diffondere nel mondo il patrimonio culturale sardo sfruttando la penetrante incidenza che il cinema opera nell’immaginario popolare.

I titoli in programma si caratterizzano per un ampio spettro tematico che ben interpreta le multiformi facce della cultura sarda. Eccoli in ordine di proiezione:

● “12 Aprile” di Antonello Deidda. Un ironico viaggio nel tempo che unisce il mitico giorno, in cui nel 1970 la squadra di calcio del Cagliari vinse lo scudetto e quello del 2020, in pieno lockdown, in una città deserta e inquietante;

● “Fradi miu” di Simone Contu. Un pastore deve vendicare la morte del fratello maggiore, ucciso molti anni prima sotto i suoi occhi di adolescente. Ma la vendetta non si addice alla sua indole pacifica, o almeno così sembra;

● “La Venere di Milis” di Giorgia Puliga. La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Toni agricoltore rassegnato, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano o quelle del presente sempre forze motrici del destino degli uomini.

● “Mammaranca” di Francesco Piras. Giovanni e Michele hanno undici e nove anni e vivono in un quartiere popolare della periferia di Cagliari. La vita dei due bambini sembra cambiare dopo l'arrivo improvviso di un gratta e vinci;

● “Santamaria” di Andrea Deidda. Negli anni d'oro della boxe un giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all'Olimpo del pugilato inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino;

● “Senza te- Without you” di Sergio Falchi. Un anziano che ha perso la moglie vive da solo il primo periodo della pandemia. A causa del Covid non può avere rapporti neppure con la nipote che gli porta da mangiare e vive nel ricordo dell'amore della sua vita;

● “Una splendida felicità” di Simeone Latini. Eleonora ha 16 anni ed è pietrificata da ciò che sta accadendo. Più il virus si diffonde, più la paura paralizza la sua vita di adolescente, con la famiglia e gli amici. Troverà la forza rifugiandosi nella poesia e in lei risuoneranno le parole di conforto e incoraggiamento della nonna.

I corti saranno proiettati ininterrottamente dalle 17 alle 21 in lingua originale con i sottotitoli in inglese. Gli ingressi e le uscite in sala saranno consentiti tra un film e l'altro.

 

Organizza la serata l'Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, Direttore Salvatore Schirmo.

Il tour nel mondo della rassegna Visioni Sarde è reso possibile dall'impegno e dalla professionalità della Cineteca di Bologna e Fondazione Sardegna Film Commission. La distribuzione in Italia e all'estero è assicurata dall'Associazione dei sardi di Torino "A. Gramsci" e dall'associazione bolognese "Visioni da Ichnussa".

di Bruno Mossa, presidente dell'Associazione di promozione cinematografica "Visioni da Ichnussa"

“Non esiste”, il cortometraggio messinese per combattere il negazionismo del Covid19

nonesiste corto cortometraggio ilcortoMESSINA. Domenica 19 marzo alle ore 20:00 presso il cinema Iris di Messina, si terrà la proiezione del cortometraggio “Non esiste”, nuova produzione del giovane attore e regista messinese Giovanni Giuffrè. “Non esiste” rappresenta il proseguo di un percorso iniziato con l’opera prima “Tempo di vita”, anch’esso cortometraggio a tematica sociale, in concorso alla 68°esima edizione dei David di Donatello. L’opera prima ad un anno dalla sua uscita vanta numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, tra cui il premio come miglior sceneggiatura, diverse menzioni d’onore e nomination finali e la distribuzione da parte della piattaforma Rai Cinema. «”Non esiste” -si legge in una nota- è un cortometraggio che nasce per sensibilizzare e combattere il fenomeno del negazionismo nei confronti del COVID-19 ed omaggiare tutte le sue vittime. Il tutto è ambientato agli inizi della pandemia, momenti che hanno segnato particolarmente la nostra società e che hanno lasciato cicatrici indelebili. Il protagonista Antonio, un adolescente ribelle, nel corso della storia sarà costretto a rivedere i suoi ideali figli di una grande negligenza e superficialità.»

Nel cast l’attrice Giada Rumè vincitrice del titolo “Miss Sicilia 2021”, l’attore Vincenzo Benedetto, l’attrice teatrale Alessandra Noto, Giovanni Giuffrè nei panni di protagonista ed in ruoli secondari le giovani attrici Alessia Di Fiore, Irene Centorrino, ed Aurora Fratantonio.

 

Alcune scene del progetto sono state girate nel drink bar “Fico Bar con Gusto” e negli studi di Radio Zenith Messina, grazie alla gentile concessione della direttrice Artistica e presidente Teresa Impollonia. Sarà una serata all’insegna dell’amore verso il cinema, promette Giovanni, con ospiti di spessore oltre che un evento ricco di sorprese ed emozioni. Lo stesso ancora una volta ha tenuto a mettere in primo piano la città di Messina, con l’obiettivo di valorizzare il territorio e ridare una chiara identità cinematografica al territorio. L’acquisto dei biglietti è già possibile presso il botteghino del cinema.

Cast Tecnico:

Regia – Giovanni Giuffrè
Aiuto-Regia – Alessia Di Fiore
Soggetto – Giovanni Giuffrè
Filmmaker – Kristian Cingari & Graziella Cassalia
Tecnico Audio – Marco Cingari
Make Up & Hair Stylis-t Giuseppe Rando
Assistente Backstage – Mariachiara Scopelliti

da letteraemme.it

Edward Hopper e Tintin: parodia non furto, ma ispirazione

È possibile che la parodia artistica di un celebre personaggio dei fumetti susciti una richiesta di risarcimento da parte del titolare dei diritti di utilizzazione economica dell’opera? Sì. È scontato che tale richiesta venga accolta? No. Posto che queste opere hanno carattere creativo e autonomo, l’utilizzo parodistico di un’opera non richiede il consenso del suo autore. E in generale, il percorso a ritroso nelle fonti di ispirazione è un viaggio che non finisce mai.

Prologo: davvero Tintin è stato "rubato"?

Xavier Marabout, artista bretone, ha realizzato una serie di opere nelle quali ha utilizzato Tintin, noto personaggio di fumetti per bambini inventato dal genio creativo dell’autore belga Hergé, al secolo Georges Prosper Remi (1907-1983) collocandolo all’interno di paesaggi o situazioni pedissequamente tratti da opere dell’artista americano Edward Hopper (1882-1967), celebre per i suoi dipinti caratterizzati da un austero realismo e rappresentativi della solitudine in cui versano i soggetti ritratti. Come risulta dal sito web di Marabout (www.art-marabout.com), le opere in questione (23 originali, con una tiratura di venti riproduzioni per ciascuna opera) indicano chiaramente di essere tributarie nei confronti di Hergé e di Hopper. 

Mentre la estate di Edward Hopper, titolare dei diritti d’autore del Maestro del realismo americano non sembra aver preso (almeno fino ad ora) alcuna posizione in merito alle opere di Marabout, Fanny Vlaminck Rodwell, vedova di Hergé, e la società belga Moulinsart SA (oggi ridenominata Tintin imaginatio) creata dopo la morte di Hergé e titolare dei diritti di utilizzazione economica della sua opera, hanno citato Marabout davanti al Tribunale di Rennes lamentando l’utilizzo indebito dell’opera di Hergé e sostenendo che i quadri di Marabout fossero una contraffazione, oltre a costituire un comportamento di concorrenza sleale, in ragione del loro carattere parassitario rispetto all’utilizzo economico del personaggio di Tintin. Marabout ha obiettato che la propria opera avesse carattere creativo autonomo e distinto rispetto a quella di Hergé, opponendo anche l’eccezione parodistica, che non richiede il consenso dell’autore per la riproduzione di un’opera, qualora l’autore della riproduzione trasmetta un messaggio creativo distinto da quello dell’autore della prima opera. Il tribunale di Rennes ha respinto le domande della vedova e di Moulinsart, condannando quest’ultima anche a risarcire il danno causato a Marabout per avere denigrato le sue opere.

Giuseppe Calabi

È pacifico che Marabout abbia riprodotto senza autorizzazione dell’avente diritto (Moulinsart SA) vari personaggi della serie “Le avventure di Tintin”, in primo luogo il protagonista, il cui carattere e stile grafico di realizzazione (ligne claire), caratterizzati da un segno sottile, pulito ed elegante, lo rendono originale attribuendo al suo autore ed ai suoi aventi causa un diritto esclusivo di riproduzione e ogni altro diritto di utilizzazione economica. Marabout ha invocato l’eccezione parodistica argomentando che le opere contestate consentano l’immediata identificazione dell’opera parodiata: innanzitutto, la scelta del supporto (una tavola acrilica) diverso da quello utilizzato per i fumetti. Inoltre, il contesto in cui Tintin è collocato, direttamente ispirato ad opere di Edward Hopper, che è quanto più distante dall’universo in cui è normalmente rappresentato Tintin. 

Ad esempio, la raffigurazione di Tintin accanto a donne (assenti nell’universo creato da Hergé) spesso con atteggiamenti provocatori, sensuali o seduttivi ed all’interno di ambienti ispirati ad opere di Hopper, non solo non può indurre in errore il pubblico sulla riconducibilità dell’opera ad Hergé, ma è anche idonea a indurre un sorriso soprattutto per l’accostamento della leggerezza di Tintin all’austerità dei personaggi hopperiani. Pertanto, il Tribunale ha pienamente accolto l’eccezione parodistica, che presuppone che vi sia una presa di distanza sufficiente rispetto all’opera parodiata, ritenendo anche che l’opera di Hergé non abbia mai assunto un carattere dominante nella reinterpretazione di Marabout. Ad esempio, nel quadro Hotel Osborne, Chembre 379 (2017), Marabout ha rappresentato Tintin a torso nudo su un letto insieme al cane Milou, mentre legge una lettera, ispirandosi al celebre dipinto di Hopper Hotel Room (1931), ma sostituendo l’immagine della donna seduta sul letto, senza cappello, vestito e scarpe mentre con aria affaticata verifica l’orario dei treni del giorno dopo. 

Il tribunale non ha ritenuto che la raffigurazione a torso nudo di Tintin fosse lesiva dell’immagine del personaggio, spingendosi fino ad indicare che lo stesso Hopper si fosse ispirato a Degas e sia stato “copiato” da Hitchcock e concludendo che l’ispirazione artistica tiene sempre conto di opere precedenti, mediante riproduzioni o imitazioni che non possono essere vietate in linea di principio, sempre che siano chiare e non creino un rischio di confusione. Il Tribunale ha infine valutato se Marabout abbia causato un danno agli aventi diritto dell’opera di Hergé, appropriandosi di un vantaggio economico ad essi spettante, ma ha escluso tale danno, ponendo a confronto il modesto vantaggio economico ottenuto da Marabout con i 23 dipinti e la tiratura di 20 esemplari ciascuno venduti ad un prezzo contenuto, con quello dei titolari dei diritti d’autore dell’opera di Hergé che hanno potuto beneficiare di 230 milioni di vendite di album. Ma soprattutto, gli acquirenti dei dipinti e delle riproduzioni di Marabout appartengono ad una platea diversa da coloro che leggono fumetti o acquistano prodotti di merchandising legati al carattere di Tintin. 

Sharon Hecker 

L'ispirazione vive in un continuum di tempo e spazio. Come ha concluso il giudice in questo caso, gli artisti hanno sempre tratto ispirazione gli uni dagli altri e dall'arte passata, e le opere degli artisti continuano a servire da ispirazione per l’arte che viene dopo di loro. Le opere in discussione non sono repliche esatte, ma piuttosto trasformazioni di opere d'arte precedenti. Per questo motivo non possono essere considerate un plagio. Nel caso di Hopper, molti non sanno che iniziò la sua carriera come illustratore, come il creatore di Tintin. Hopper era introverso e viene descritto come stimolato da un mondo interiore personale e immaginario. Ma studi successivi dimostrano che Hopper, noto per aver catturato il paradosso di uno spirito di ottimismo e alienazione nell'America pre e postbellica, si ispirava apertamente all'arte francese del XIX secolo. Infatti, il suo viaggio a Parigi e l'incontro con opere di Degas, come L'Absinthe (1875-1876, Musée d'Orsay, Parigi), e Manet, come La Prune (1877, National Gallery di Washington D.C.) sono evidenti nell'iconico Automat (1927, Des Moines Art Center). Come i suoi predecessori, che ritraggono una donna ben vestita seduta a bere da sola in un bar, Automat mostra una donna che fissa il suo drink (nel caso di Hopper una tazza di caffè), in un ambiente freddo e inquietante. Hopper si lascia commuovere e allo stesso tempo trasforma il caffè parigino del XIX secolo di Degas o Manet in una tavola calda americana incontaminata e spopolata. 

Nonostante le diverse ambientazioni, epoche e culture, queste opere catturano sentimenti di alienazione sociale e solitudine, attraverso figure che non si sentono a proprio agio nel loro mondo. Qualcuno di questi artisti potrebbe affermare di avere il monopolio su questo tema? Avrebbero sentito il bisogno di chiedere il permesso prima di dipingere un omaggio al loro contemporaneo o predecessore? Oltre alle fonti visive riconoscibili, gli artisti possono attingere a stimoli meno tangibili. Ad esempio, Hopper si è ispirato a fonti verbali, come la poesia simbolista francese della fine del XIX secolo. E il suo dipinto Railroad Sunset (1929, Whitney Museum), che si pensa sia legato al fascino di Hopper per i treni, potrebbe anche essere una rivisitazione di una poesia di Baudelaire letta all'epoca, intitolata Harmonie du soir, che descrive il cielo come un "altare, triste e magnifico" e il sole come "annegato nel sangue cagliato", che ricorda il cielo rosso sangue del dipinto. Immaginiamo che Hopper abbia violato i diritti d'autore di Baudelaire? Come ha notato il giudice in questo caso, l'opera stessa di Hopper ha fornito ispirazione ad altri nel mondo del cinema: Hitchcock si è ispirato a lui per film come La finestra sul cortile e si pensa che House by the Railroad di Hopper abbia dato a Hitchcock l'idea per la casa dei Bates in Psycho. Altri, come Michelangelo Antonioni, David Lynch in Velluto blu e Mulholland Drive, i fratelli Coen in L'uomo che non c'era e Robert Altman, hanno beneficiato dei dipinti di Hopper. Wim Wenders ha dichiarato il suo amore per le opere di Hopper per Paris, Texas e ha realizzato un film su Hopper per una mostra alla Fondation Beyeler. Potremmo concludere chiedendoci: quanto sarebbe più povera la nostra cultura senza la capacità di trasformare le fonti di ispirazione?

 

di Sharon Hecker, Giuseppe Calabi per we-wealth.com

Nucleare, il centrodestra insiste sull’energia atomica “sicura e pulita” e sugli impianti “di ultima generazione”. CHE NON ESISTONO.

*Mentre Meloni, Salvini, Berlusconi, Letta, Calenda e Renzi parlano di centrali nucleari e inceneritori, ricordo a tutti che rifiuti nucleari liquidi si trovano a Saluggia (Piemonte), sono stati stoccati nei serbatoi a partire dal 1970.Per metterli in sicurezza andavano solidificati e la prima scadenza entro cui farlo era il 1982: sono ancora lì, allo stato liquido.
Una GRAVISSIMA MINACCIA
(*Giuseppe Stelluti)
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NUCLEARE 4 GENERAZIONE NON ESISTENucleare, il centrodestra insiste sull’energia atomica “sicura e pulita” e sugli impianti “di ultima generazione”. Che non esistono.
L'ultimo punto del capitolo dedicato all'energia del programma del centrodestra sta particolarmente a cuore a Matteo Salvini, che più volte si è speso in pubblico per un ritorno all'atomo, nonostante i due referendum con cui l'elettorato si è espresso in senso contrario. Il "nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito", però, ancora non esiste: “Al momento non c’è soluzione al problema delle scorie, i costi sono altissimi, la sicurezza è un’illusione”, spiegano gli esperti
di F. Q. | 12 AGOSTO 2022
“Ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro“. L’ultimo punto del capitolo dedicato all’energia del programma del centrodestra sta particolarmente a cuore a Matteo Salvini, che più volte si è speso in pubblico per un ritorno all’atomo, nonostante i due referendum con cui l’elettorato si è espresso in senso contrario (e all’ultimo, nel 2011, la Lega aveva lasciato libertà di scelta). “La prima nuova centrale nucleare italiana? Fatela a Milano, nel mio quartiere, a Baggio”, ha detto il Capitano per dimostrare di fare sul serio, magnificando il “nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito”. Che però, come ha spiegato al fatto.it l’ingegnere nucleare Angelo Tartaglia, professore emerito al Politecnico di Torino, ha una caratteristica principale: non esiste.
“Al momento non c’è soluzione al problema delle scorie, i costi sono altissimi, la sicurezza è un’illusione”, spiegava l’accademico commentando la decisione della Commissione Ue di includere la produzione di energia nucleare nella tassonomia verde, l’elenco delle attività economiche “sostenibili” verso cui incoraggiare gli investimenti. Una scelta che Tartaglia definiva “un suicidio“, spiegando che i “mini-reattori” sparsi sul territorio e immaginati dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ancora non esistono in natura: “La quarta generazione di nucleare non c’è. Abbiamo un’emergenza climatica che ci chiede di dimezzare le emissioni di Co2 entro dieci anni. Non so come il nucleare possa rappresentare uno strumento utile, se richiede decenni per sviluppare le nuove tipologie”, avvertiva. Sottolineando che “l’energia nucleare non emette Co2, ma non si può definire “pulita“, perché ha impatti negativi sull’ambiente circostante”, e che “non esistono macchine sicure o che non si guastano mai”.
A sdoganare il “nuovo” nucleare è stato anche il premier uscente Mario Draghi, che in un intervento in Parlamento lo scorso 7 marzo ha sponsorizzato la tecnologia della “fusione a confinamento magnetico“, l’alternativa alla fissione, “l’unica via possibile per realizzare reattori in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile”, sviluppata dal consorzio Eurofusion (co-finanziato dall’Ue) che “prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28”. Eppure proprio il direttore del programma Eurofusion, Tony Donné, ha affermato che “alla fusione nucleare mancano dieci anni da sempre” spiegando come, realisticamente, i tempi saranno molto più lunghi. Il progetto più serio e avanzato, a cui partecipano 35 paesi, è il reattore Iter nel Sud della Francia. che – se tutto andrà bene – si allaccerà alla rete nel 2035, quando riuscirà a fornire energia pari a quella di una piccola centrale a carbone.
 

"VISIONI SARDE" in giro per il mondo. Prossima tappa DUBLINO

Frame tratto da LA VENERE DI MILIS di Giorgia PuligaLunedì13 marzo la rassegna itinerante "Visioni Sarde" sarà a Dublino. I cortometraggi in giro per il mondo questa volta si fermano presso la sala cinematografica UCD Cinema, all'interno del campus universitario dell'University College Dublin.

Le sette pellicole proposte offrono panoramiche sul cinema breve prodotto nell'isola che, pur con differenti declinazioni stilistiche e temi diversi, sono in grado di suscitare un grande interesse universale.

Le opere saranno presentate nella versione originale con sottotitoli in inglese. Due sono in lingua sarda.

Organizza l'evento Marco Gioacchini, Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Dublino. La Fondazione Sardegna Film Commission sarà rappresentata da Gemma Lynch.

La serata si apre con il corto "12 Aprile" di Antonello Deidda che offre due versioni diametralmente opposte della città di Cagliari, in un affascinante viaggio ai confini della realtà. Una, datata 1970, vede la città in festa e unita dal senso di appartenenza sportiva e comunitaria per la conquista dello scudetto e l’altra, del 2020, con Cagliari completamente vuota, desolata, dove prevale la distanza di sicurezza e la paura del virus.

Simone Contu con "Fradi miu" consegna al pubblico una storia ambientata nel mondo agro-pastorale del centro Sardegna con una morale esemplare: il delitto di sangue non serve a ripristinare l’onore leso né a riequilibrare un ordine incrinato. Esso danneggia e pregiudica gravemente la vita degli uomini, trasformando il presunto giustiziere nel male stesso che intende combattere. Antonio è un pastore che vive in montagna con il suo gregge di capre. L'apparente tranquillità dei suoi giorni viene sconvolta quando ha finalmente la possibilità di vendicare il fratello, ucciso tanti anni prima davanti ai suoi occhi.

"Mammarranca” di Francesco Piras racconta, invece, una storia ambientata in un sobborgo di Cagliari ma che potrebbe benissimo calarsi in qualsiasi periferia del mondo. Giovanni e Michele di undici e nove anni vivono a Sant’Elia, un anello di palazzoni ai margini della città lambito da un canale, dalla torbide acque, chiamato Mammarranca. La vita dei due bambini sembra improvvisamente poter cambiare quando il biglietto di un gioco a premi finisce in modo rocambolesco nelle loro mani.

"Santamaria" di Andrea Deidda è la commovente vicenda umana di Raimondo Gaviano, che da Seui si sposta a Cagliari per studiare, lavorare e sognare una vita da pugile. Negli anni d’oro della boxe il giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all’Olimpo del pugilato che inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino.

Sergio Falchi con "Senza te" affronta con delicatezza il tema della solitudine e dell'amore in tempi di Covid. Un uomo molto vecchio, interpretato dal commovente Giampaolo Loddo, vive da solo seguendo una precisa ritualità che lo porta, tra le altre cose, a disporsi per i pasti come se l'amata moglie fosse ancora con lui. L'uomo è assistito da una nipote indaffarata e distratta che non sopporta tutto questo; un giorno realtà e sogno si incontreranno sotto gli occhi della nipote che, commossa, comprenderà e infine, riserverà all'uomo una indimenticabile sorpresa.

"La Venere di Milis" di Giorgia Puliga Milis è una commedia giallo-rosa che prende le mosse dal ritrovamento di una "Venere sarda". La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Tonio, agricoltore rassegnato interpretato da Angelo Orlando, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano e quelle del presente, sempre forze motrici del destino degli uomini.

Protagonista del film "Una splendida felicità" di Simeone Latini è una giovanissima studentessa schiacciata dalle tante brutte notizie propagate dai media in tempo di pandemia. Eleonora ha sedici anni ed è terrorizzata da ciò che la circonda: non riesce ad uscire dalla propria camera. Troverà infine forza e nuovo coraggio nella poesia e nelle chiamate su skype con la nonna.

La rassegna itinerante Visioni Sarde nel mondo è co-organizzata dalla Cineteca di Bologna e dalla Fondazione Sardegna Film Commission. La distribuzione in Italia e all'estero è assicurata dal circolo "A. Gramsci" di Torino e dall'associazione bolognese "Visioni da Ichnussa".

Marion Michael Morrison, in arte John Wayne

John WayneDopo il successo dell'anno scorso, il TFF ripropone la rassegna Mezzogiorno di fuoco dedicata al western americano con un omaggio a John Wayne, il più grande attore western di tutti i tempi, nel 60° anniversario dell'uscita del suo film Donovan's Reef (I tre della croce del sud), il film che meglio di tutti riassume il perfetto sodalizio tra Wayne e John Ford, il suo regista di riferimento.
In collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale sarà proposta una retrospettiva dedicata a Sergio Citti, di cui quest'anno ricorre il novantesimo anno dalla nascita. Consulente, collaboratore e amico di Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti ha proposto un cinema fortemente connotato nella compresenza tra popolarità e ricerca, un cinema in cui l'impegno non è mai disgiunto dalla semplicità e leggerezza del racconto.

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Marion Michael Morrison, in arte John Wayne. Soprannominato Duke, Duca. Anzi, Little Duke, da quando era ancora un ragazzo. Duke Morrison era il nome che compariva sui titoli di coda delle sue prime prove attoriali. Per l’American Film Institute è al tredicesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema di tutti i tempi.

Sex symbol, cowboy, aviatore, marinaio, combattente della Seconda guerra mondiale. Di ruoli John Wayne ne ha interpretati tanti, fin dai tempi del cinema muto degli anni ’20 quando la Film Fox Corporation gli dava 75 dollari a comparsata. Ma il suo successo si chiama western ed il suo pigmalione Raoul Walsh che, nel 1930, gli affidò la parte del protagonista del western Il grande sentiero, decidendo anche che il suo nome d’arte, da quel momento in poi, sarebbe stato John Wayne, in onore del generale "Mad Anthony" Wayne, combattente della guerra d’indipendenza americana.

Ma fu sotto la direzione dell’amico John Ford che l’attore interpretò i suoi ruoli più celebri, a partire da Ringo Kid di Ombre Rosse nel 1939. Con il regista irlandese Duke girò ben 20 pellicole in un lasso di tempo di 35 anni e diventò uno dei divi più amati di Hollywood.

Nonostante, nella sua lunga carriera, abbia interpretato più di 170 film, vinse un unico Oscar nel 1970, quasi a fine carriera, con la pellicola di Henry Hathaway Il Grinta. Poche anche le sue prove registiche: La battaglia di Alamo (1960) e Berretti Verdi (1968).

L’11 giugno in tutto il mondo si commemora la sua scomparsa, avvenuta nel 1979. La sua tomba, nel cimitero di Corona del Mar in California, continua ad essere méta di pellegrinaggi da parte dei suoi numerosi fan di tutte le età.

da raicultura.it

Esposizione dell'artista Elena Semina

Elena Semina è una interessante pittrice russa, nata a Kazan, con cittadinanza italiana, che sta rapidamente facendosi conoscere a livello internazionale per la originalità e la freschezza delle sue opere.   
Il suo percorso artistico è forgiato e si nutre dei suoi studi e delle sue esperienze professionali: laureata in regia teatrale e con alle spalle un lungo ed importante percorso nel settore pubblicitario, per circa 15 anni si è occupata della realizzazione di programmi televisivi e spot per aziende leader di settore nel corso di eventi internazionali.   
Elena SeminaMa cosa “semina” di così coinvolgente e artisticamente valido questa artista?   
Sin dal primo sguardo alle sue opere (soprattutto quelle realizzate con la tecnica marker) si può tranquillamente affermare che Elena semina trasmette allegria e voglia di vivere.   
L’uso dei colori è estremamente acceso, in particolare il suo caratteristico verde è pieno di energia solare “clorofilliana”.   
La realtà al limite di finzioni incredibili, l’assenza di segnali percepibili di stress, ansia o depressione nei messaggi che trasmette, la voglia di esplorare il mondo nelle sue manifestazioni più inaspettate, tutto questo si riflette nella sua arte pittorica.   Dietro ciascuna opera c’è un attento studio e una storia, avvincente, ricca di suggestioni: l’artista e la sceneggiatrice viaggiano su binari che si incontrano e intersecano continuamente e lo storytelling diventa parte integrante del processo artistico.   La modalità di espressione attraverso l’arte pittorica ne è una diretta conseguenza.   
AmsterdamCosi, per esempio, in una collezione dedicata al mondo delle spezie, l’artista ha immaginato e realizzato un percorso tra fatti storici, miti e leggende.   
L’idea è nata a Vicenza di fronte al palazzo rinascimentale conosciuto nel mondo come la casa di Pigafetta.   La storia del famoso geografo e scrittore Antonio Pigafetta che insieme con Ferdinando Magellano ha circumnavigato il mondo per raggiungere le isole delle spezie ha fornito lo spunto per creare una serie di disegni a esse dedicate.   
Il risultato: 22 splendide opere con la tecnica marker e carboncino sono esposte in una originale mostra personale “Battaglia per le spezie” nel museo del presente a Rende (Cosenza) dal 16 febbraio sino all’ 11 marzo 2023.   Ogni disegno è un estratto di importanti fatti storici famosi, ma talvolta anche di storie incredibili e affascinanti ma poco conosciute, di miti e leggende.   
Osservare le opere è come sfogliare un bel romanzo storico d’avventura con illustrazioni luminose ed emozionanti.   Le immagini catturano l’attenzione del visitatore come ipnotizzandolo e trattenendolo a lungo di fronte a ciascuna opera, e le espressioni facciali di volta in volta cangianti, meravigliate, estasiate, corrucciate, denotano la immedesimazione nelle storie tratteggiate mirabilmente, anche perché la concentrazione di eventi, fatti e personaggi in un disegno dimensione 50x70cm è molto alta.   
Ogni opera di Elena Semina racconta una storia o un frammento di essa,  e come dice l’artista stessa “ogni mia opera si può trasformare in un film”.   
E non importa di chi o di cosa tratti questa storia, se la storia non c’è, o si intuisce solo nebulosamente, lei le da comunque vita facendole assumere contorni nitidi.   
Per esempio, in due opere dell’artista il protagonista è uno specchio: nel dipinto olio su tela “salotto lampone con lo specchio” del 2021 il riflesso di quest’ultimo contrasta duramente con l’interno, l’aggressivo colore lampone delle pareti cerca di sopprimere anche il riflesso dello specchio, nel quale si può intravedere un campo infinito con un orizzonte nebbioso.   In primo piano anche una sedia vuota: chissà, forse la persona che un tempo vi si è seduta ha lasciato per sempre la casa alla ricerca di un’altra vita.   
Nella seconda opera “transizione” olio su tela, 70x50cm, del 2022, uno specchio funge da elemento, momento, gate.   Ciascuno spettatore può decidere quali realtà e mondi collegano questa transizione.   La innata curiosità dell’artista per il mondo dell’archeologia e dei miti, per il fascino e il mistero che circonda le grandi scoperte e il ritrovamento di leggendari tesori, le hanno fornito lo spunto per dare vita ad altre due opere dedicate alla scoperta della città di Troia, a opera del famoso archeologo Heinrich Schliemann, che ha riportato alla luce la antica città e un tesoro di monili e oggetti preziosi che essa custodiva, conosciuto come “il tesoro di Priamo”.   
In una celebre foto la moglie di Schliemann indossa alcuni stupendi gioielli facenti parte del tesoro che, dopo molte traversie, si trova attualmente presso il museo di Puskin a Mosca, museo che espone tra l’altro il cosiddetto “Grande Diadema”.   Questo affascinante tema viene riproposto da Elena Semina nella sua opera “Le donne di Schliemann”, olio su tela , 70x50cm del 2021; nel mentre nella opera “10 vite di Troia”, olio su tela, 70x50cm del 2021, si fa riferimento alla scoperta progressiva di ben dieci diversi strati della città.   
L’artista ha visualizzato dieci colori attribuendoli di volta in volta a ciascuno strato e alla vita che vi si svolgeva in ogni epoca.   In entrambe le opere l’artista rappresenta la bellezza intrinseca di tutte le donne nel mondo e in ogni tempo.   La sua continua incessante ricerca di temi suggestivi, la sua capacità di creare storie e immagini che rimangono impresse nella mente e nel cuore di chi le può ammirare, e di chi sceglie di possedere le sue opere, fa si che l’artista sia destinata a un importante percorso ancora in gran parte da decifrare, perché come lei stessa afferma gli stereotipi non le appartengono, la voglia di esplorare tecniche, stili e tematiche la contraddistinguono, e noi tutti ci auguriamo possa continuare a portare gioia, spensieratezza, capacità di stupire, voglia di approfondire e scoprire il suo mondo.   Elena Semina, nome e cognome italiano per una artista russa di grande cuore, notevole spessore artistico e visione del mondo cosmopolita: continua a ”seminare”, continua a sperimentare, vogliamo sentire parlare ancora molto di te.

da puoidirloqui.com

Per il nostro compleanno un libro, un nuovo sito e ancora altro

"Ci si può trovare tra il canto di una mondina e il coro di cento raccoglitrici, tra un solista e un’orchestra, tra un samba di una nota sola e una sinfonia, tra un vicolo e un’autostrada, tra un’onda e uno tsunami, tra un palco e un retropalco. Basta sognare a ripetizione. 

Ma ci si può trovare anche tra risate e fatica durante le discese ardite e le risalite, quelle fatte per davvero, nel corso di interminabili transumanze in bicicletta.

Oppure tra musica e storie di un mondo intossicato, mentre si pedala in cento da fermi e si genera musica nitida, energia buona.

Oppure tra i canti di lavoro nei luoghi di lavoro. O tra i canti di lotta mentre si lotta. 

Oppure immersi in racconti di viaggio mentre si è in viaggio: parole e note sul treno, sul tram, sul pullman, sul camioncino, nei borghi, nelle periferie, durante i trekking, tra i pendolari.

Oppure tra i colori e i sapori mentre ci si scambia favole antiche.

Oppure si può fare arte mentre si generano situazioni.

In quel mentre ci sono i Têtes de Bois. La band mai di moda che ha compiuto 30 anni."

Sarà presto in libreria ma è sin da ora preordinabile con uno sconto sul sito dell'editore www.squilibri.it.

La prima presentazione sarà a Roma nell'ambito del Festival "Libri Come. Festa del libro e della lettura".

Venerdì 24 Marzo 2023 alle 21,00 Auditorium Parco della Musica, Teatro Studio Borgna.

Ci saranno musica (live) e immagini...

Canon annuncia la sua partecipazione alla Fiera Didacta Italia

Canon annuncia la sua partecipazione alla Fiera Didacta Italia, il principale evento fieristico dedicato all'innovazione nel mondo della scuola, che si svolgerà dall'8 al 10 marzo presso la Fortezza da Basso di Firenze. La sesta edizione dell'evento offrirà importanti opportunità di approfondimento e scambio, con l'obiettivo di favorire il dialogo tra enti pubblici, associazioni, e aziende a tutti i livelli di istruzione e formazione.

Canon presenterà tecnologie in ottica EASY EDUCATION, ovvero soluzioni volte a rendere più dinamica e fluida l'interazione con la tecnologia negli ambienti scolastici, parte della più ampia offerta di EASY EXPERIENCE (E2X). La tecnologia digitale e l'imaging sono le chiavi fondamentali dell'evoluzione dell'istruzione digitale, partendo da una visione di ecosistema tecnologico che sia collaborativo e integrato. Dalla scansione alla gestione digitale dell'informazione, fino alla stampa di documenti, ogni passaggio di dati e contenuti diventa smart e abilita nuove forme di apprendimento.

Canon si propone di supportare il processo di trasformazione digitale degli istituti scolastici con prodotti, soluzioni e servizi che indirizzino l'evoluzione dell'istruzione. La presenza di Canon alla fiera è in linea con il costante impegno dell'azienda nel mondo della formazione, offrendo soluzioni tecnologiche innovative per la Scuola 4.0, un nuovo modello di cultura digitale per studenti, docenti, e personale scolastico.

La partecipazione di Canon alla fiera sarà insieme a C2 Group, leader in Italia per la consulenza e la fornitura alle scuole e alla pubblica amministrazione di dispositivi informatici, soluzioni tecnologiche integrate, e ambienti di apprendimento innovativi. La collaborazione con C2 Group rafforza ancor più il comune obiettivo di supportare e promuovere lo sviluppo dell'istruzione attraverso l'utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative.

"Una mela al giorno" di Simone Vacca il 5 marzo al ‘Lucid Dream Festival’ di Pisa

Il cortometraggio ‘Una mela al giorno’, girato a Casole d’Elsa con protagonista la giovanissima casolese Nina Pittaluga in occasione della mostra Uffizi Diffusi, sarà proiettato in concorso il 5 marzo al ‘Lucid Dream Festival’ di Pisa. "Il film è stato diretto da Simone Vacca, con la collaborazione in scrittura di Alberto Vianello e Rosanna Reccia e la fotografia di Matteo Vanni – commenta l’assessore alla cultura Vittoria Panichi - L’amministrazione comunale li ringrazia per l’ottimo lavoro svolto".

da https://www.lanazione.it

Visioni Sarde a TOKYO

Dall'Africa al Giappone. Prosegue da un continente all'altro l'avventura di Visioni Sarde nel mondo. In Giappone i cortometraggi della rassegna saranno proiettati al Seadas Flower Caffe di Jiyugaoka, quartiere nel sud di Meguro - Tokyo, il 5 marzo dalle ore 17:00. L'evento è organizzato dall’Associazione sardo giapponese "Isola Sardegna-Giappone", presieduto da Giovanni Piliarvu, affermato fotografo sassarese trapiantato a Tokyo da oltre quindici anni.

Visioni Sarde torna nella capitale nipponica per la seconda volta. Dopo il successo delle proiezioni di luglio 2022 ha già registrato il tutto esaurito con l'impossibilità, per il Circolo "Isola", di accogliere altre prenotazioni.

Saranno proposti sette film in lingua originale (due in sardo) tutti sottotitolati in inglese.

Essi rappresentano un veicolo formidabile per far conoscere nel paese del Sol Levante la Sardegna e le sue eccellenze: lingua, cultura e incomparabile bellezza del territorio. Sette cortometraggi in grado di valorizzare l'isola sotto ogni suo profilo: ambientale, storico, culturale e di costume. Eccoli in rigoroso ordine alfabetico:

● “12 Aprile” di Antonello Deidda. Un ironico viaggio nel tempo che unisce il mitico giorno, in cui nel 1970 la squadra di calcio del Cagliari vinse lo scudetto con il 2020, in pieno lockdown, in una città deserta e inquietante;

● “Fradi miu” di Simone Contu. Un pastore deve vendicare la morte del fratello maggiore, ucciso molti anni prima sotto i suoi occhi di adolescente. La vendetta però non si addice alla sua indole pacifica, o almeno così sembra;

● “La Venere di Milis” di Giorgia Puliga. La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Toni agricoltore rassegnato, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano o quelle del presente sempre forze motrici del destino degli uomini;

● “Mammaranca” di Francesco Piras. Giovanni e Michele, di undici e nove anni vivono in un quartiere popolare della periferia di Cagliari. La vita dei due bambini sembra cambiare dopo l'arrivo improvviso di un gratta e vinci;

● “Santamaria” di Andrea Deidda. Negli anni d'oro della boxe un giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all'Olimpo del pugilato inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino;

● “Senza te- Without you” di Sergio Falchi. Un anziano che ha perso la moglie vive da solo il 1° periodo della pandemia. A causa del Covid non può avere rapporti neppure con la nipote che gli porta da mangiare e vive nel ricordo dell'amore della sua vita;

● “Una splendida felicità” di Simeone Latini. Eleonora ha 16 anni ed è pietrificata da ciò che sta accadendo. Più il virus si diffonde, più la paura paralizza la sua vita di adolescente, con la famiglia e gli amici. Troverà la forza rifugiandosi nella poesia e in lei risuoneranno le parole di conforto e incoraggiamento della nonna.

 

Il progetto "Visioni Sarde nel mondo" è stato promosso dalla Cineteca di Bologna ed è reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission. Gli impegni organizzativi del tour in Italia e all’estero sono assolti dall’Associazione cinematografica bolognese "Visioni da Ichnussa" e dal circolo torinese "A. Gramsci".

I film, quelli giusti, offrono un esempio concreto del tuo messaggio

Il Cinema Insegna. Prima di essere il nome di un sito e di una grande idea, è la realtà del Cinema. Da sempre, fin da quel 28 dicembre 1895, quando i due francesi fecero scappare gli spettatori dalla sala del primo film che ritraeva una locomotiva che entrava in stazione.

Certo per capire l’importanza educativa ed evocativa del cinema bisogna essere intelligenti, ma per imparare dal cinema non è necessario. Il cinema insegna sottopelle, mentre piangi o ridi per una scena, stai imparando. Anche se non sei intelligente.

E allora a che cosa serve Virginio De Maio se il cinema bacia tutti, anche i meno intelligenti? L’intelligenza di Virginio serve a spiegare a noi tutti i risvolti che ogni scena ha nella vita di ciascuno di noi. Una visione lucida, smagata, mai moralista che ci accompagna non tanto e soltanto nel vedere (o rivedere) una certa scena, ma nell’individuare una cornice ideologica nella quale inserire ciò che viene raccontato. Crea un ponte tra l’immagine e il vissuto. Adoro i ponti!

Che sia una grande convention o un corso in aula, per pochi o per tanti…non c’è una sola persona nella mia lunghissima esperienza di utilizzo del cinema in formazione, che non colga il senso, che non accenda una lampadina nella mente, aprendo nuovi spazi, nuove connessioni, nuove idee. O magari confermando idee già presenti. Non importa neppure che si conosca il film: se lo si conosce acquisisce una nuova dimensione, se non lo si conosce, si creano nuove connessioni neuronali, collegando immagini alla propria vita vissuta. Personale o professionale. Nuove connessioni neuronali: adoro i ponti!

Bravo Virginio: un’idea da invidiare per la semplicità, l’efficacia, l’intelligenza e la profonda conoscenza che sostengono come pilastri il tuo IL CINEMA INSEGNA. Grazie.

Max Damioli – www.ScuolaSkills.com

Cinema, feroci critiche sui Cesar, donne registe perennemente discriminate in Francia dalla cultura sessista

Fioccano critiche feroci in Francia e in tutto il mondo per l'evidente discriminazione strisciante delle donne registe ai Cesar, l'equivalente francese degli Oscar. La rassegna arrivata al suo quarantottesimo anno di attività non mostra di voler cambiare la tendenza. Possibile che in tutta la sua storia solo una regista donna abbia vinto il premio per la miglior conduzione? Un paradosso che sta infiammando i dibattiti sulla cultura maschilista che ancora alberga nel mondo del cinema, al netto delle grandi dichiarazioni di fair play e parità.

La prestigiosa accademia cinematografica francese anche quest'anno non ha nominato nessuna donna nonostante le accuse di sessismo fioccate l'anno scorso. Eppure in Francia c'è chi ricorda che già tre anni fa l'accademia dei César aveva ammesso di avere qualche problema sul fronte della parità e aveva riflettuto di voler correggere il tiro, aprendo ai criteri di parità di genere in tutti i suoi organi decisionali. Un po' quello che era accaduto anche negli Stati Uniti dopo che nessuna donna era stata nominata per l'Oscar nonostante il riconoscimento esterno della bravura di alcune registe con maggior successo dell'anno. 

L'omissione delle registe francesi, anche se erano state elogiate dalla critica  dominando diversi festival, ha riacceso il dibattito sul sessismo e sull'uguaglianza  nell'industria cinematografica del Paese. La quarantottesima cerimonia di premiazione dei César prevede cinque candidati alla regia scelti dai 4.705 membri votanti: Cédric Klapisch (En Corps), Louis Garrel (L'innocent), Cédrik Jiminez (Novembre), Dominik Moll (La Nuit du 12) e Albert Serra (Pacifiction).

Sono stati ignorati Revoir Paris di Alice Winocour, Les Enfants des Autres di Rebecca Zlotowski e Saint Omer di Alice Diop, tutti film favoriti dai festival e che hanno guadagnato parecchio ai botteghini nel 2022. Solo una donna è entrata nella rosa dei candidati a un premio importante: Valeria Bruni Tedeschi, il cui Les Amandiers è stato candidato come miglior film.

Articolo di  Franca Giansoldati  per IlMessaggero.it

 

La favola di Andrea Iervolino da Cassino agli Oscar

Da Cassino agli Oscar del cinema. Una passione nata in un villaggio turistico, dove da animatore era stato messo in "produzione". «Ero balbuziente, difficilmente potevo relazionarmi con gli ospiti - racconta Andrea Iervolino - e così mi misero diciamo nelle retrovie. Lì ho scoperto che c'era una sorta di copione della serata da seguire, fino a quando non mi dissero di organizzare una produzione serale. Mi appassionai tanto, avevo 15 anni, tornai a Cassino e organizzammo il primo film». Insieme a lui, gli amici storici Benedetto e Rinaldo. Costituirono l'associazione "Noi siamo il futuro" e da lì avviarono una raccolta fondi per produrre "Il cavaliere innamorato" girato, fra l'altro, nell'Abbazia di Montecassino. Tra sponsor e servizi misero insieme 100.000 euro e ci fu la prima produzione: «Oggi si chiamerebbe crowfunding - dice - noi facemmo quella che allora era una vera e propria questua». Soprattutto era una produzione in digitale. «Nessuno ci credeva, era un sistema che nel 70% dei casi si utilizzava per i matrimoni - aggiunge - si girava ancora in pellicola ed era molto più costoso, se lo proponevamo ci prendevano per matti, invece oggi è realtà».
CHI È
Guardare al futuro era un po' una fissazione, i tre amici già a Cassino proponevano nel 2002 siti internet alle aziende del territorio. Non è che fossero accolti così bene, ma loro erano "visionari". Oggi Andrea Iervolino di anni ne ha 35, è il primo produttore italiano ad essere candidato agli Oscar così giovane, è alla guida della "Ilbe" ovvero della Iervolino & Lady Bacardi Entertainment una compagnia attiva nella produzione di contenuti cinematografici e televisivi tra cui, principalmente, film, Tv-show, web series animate. Con lui lavorano 200 persone fisse e circa 1500 ogni volta che c'è una produzione, nell'indotto. La società opera anche attraverso le controllate Arte Video, Red Carpet, Ies Serbia e Iexchange. Da allora ha prodotto e distribuito quasi novanta film, molti focalizzati su storie italiane. La Ilbe è quotata al mercato Aim (alternative investment market) di borsa italiana da agosto 2019. Nel 2020 ha registrato ricavi per 120,7 milioni di euro e un risultato netto di 19,5 milioni di euro.
L'EVENTO
Iervolino volerà a Los Angeles per la notte degli Oscar il 12 marzo grazie al film "Tell it like a Woman", una raccolta di 7 cortometraggi che raccontano la forza delle donne in tutto il mondo. I cortometraggi sono stati girati da registe come Maria Sole Tognazzi e attrici del calibro di Eva Longoria, Cara Delevingne e Margherita Buy. La canzone Applause, scritta da Diane Warren e interpretata da Sofia Carson, è la colonna sonora del film candidata come miglior canzone originale. Tra gli attori che hanno collaborato con Iervolino Johnny Depp, Eva Longoria, Cara Delevingne, Frank Grillo.
IL CANADA
Nato e cresciuto a Cassino, il giovane produttore si è trasferito a Toronto da qualche anno perché la mamma è originaria del Canada. Adesso però c'è un traguardo rilevante da raggiungere, quello di Los Angeles e dei premi più ambiti nel mondo del cinema. «Essere agli Oscar è già un riconoscimento - aggiunge Andrea - sono molto curioso di capire come andrà a finire». I legami con Cassino sono rimasti intatti, anche se la città è lontana «Non ho dimenticato le mie origini, sento ancora gli amici, non potrei mai disconoscere quello che è stato. In Canada, comunque, c'è una folta comunità della zona». Non si sente solo, quindi, mentre prima degli Oscar è già stato premiato come miglior produttore e imprenditore all'Italian contemporary film festival (Icff). Il 18 giugno 2018, Iervolino è stato insignito del cavalierato della Repubblica italiana dal Presidente Sergio Mattarella e dal consolato italiano del Canada per i suoi eccellenti risultati nei campi dell'imprenditoria e della cultura mediatica.

di Giovanni Del Giaccio per IlMessaggero

Quale dettaglio preoccupante su una locandina di un famoso film è passato inosservato?

Sul poster Il silenzio degli innocenti, c'è una farfalla sulla bocca di Jodie Foster.

E sembra che ci sia un teschio sulla farfalla.

Ma se guardi più da vicino, ecco di cosa è fatto questo teschio...


Ovvero.... Il teschio di Salvador Dalì.

A che servono i cortometraggi? a creare un Regista come Edoardo De Angelis

Il 29 settembre esce nelle sale cinematografiche “Indivisibili” di Edoardo De Angelis. Per buona parte della critica, dei registi e del pubblico che già ha avuto l’opportunità di vederlo è forse il film italiano più bello di un 2016, che pure ha riservato piacevoli sorprese al nostro panorama cinematografico nazionale. Edoardo De Angelis è un regista che il festival Inventa un Film conosce bene avendolo selezionato per ben quattro volte con i suoi cortometraggi: “Mors tua” nel 2002, “Quanta donna vuoi” nel 2005, “La merendina tropicale” nel 2006, “Fisico da spiaggia” nel 2009.

Edoardo De Angelis

Trascorre l’infanzia a Portici, comune ai piedi del Vesuvio (il più sovrappopolato del mondo dopo Hong Kong). Coinvolto, suo malgrado, nel flusso migratorio di fine anni ottanta, si trasferisce a Caserta. Allevato da tre donne, cresce e diventa un promettente giocatore di pallanuoto, ma a 19 anni scopre il cinema e si diploma in regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il suo primo lungometraggio di finzione è Mozzarella Stories. Il maestro serbo Emir Kusturica in un’intervista rilasciata a Il Venerdì di Repubblica ha definito Edoardo De Angelis un “talento visionario”.
Tra il 2000 e il 2002 gira i suoi primi cortometraggi: Okappa e Kappao (prodotto dal regista Angelo Antonucci e Menzione speciale al Mitreo Film Festival), Lo Scambio (Premio Pulci nella Mente) e Mors Tua (Portobello Film Festival a Londra, Mitreo Film Festival e Lenola Inventa un Film).
Nel 2003 gira il documentario Not my way. Ciao Alberto che partecipa al Bellaria Film Festival e partecipa alla realizzazione di Gabbiani. Studio su “Il Gabbiano” di Anton Čechov, film collettivo coordinato da Francesca Archibugi selezionato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2004.
Nel 2004 realizza il cortometraggio Quanta donna vuoi con cui vince il Premio Massimo Troisi e il Premio del pubblico al Sonar International Film Festival. Il cortometraggio prende parte a numerosi festival nazionali ed internazionali tra cui il Big Screen Italia a Yunnan (Cina), al Festival del Cinema Latino a L’Avana (Cuba), al Manaki Brothers International Film Festival (Repubblica di Macedonia), all’Izmir Iza International Film Festival (Turchia), al Napoli Film Festival e a numerosi altri festival nazionali.
Nel 2005 gira Tropical Snack (La merendina tropicale), cortometraggio tratto da Le notti bianche di Dostoevskij, vincitore dell’Efebo d’oro (Agrigento).
Nel 2006 realizza il cortometraggio Mistero e Passione di Gino Pacino che riceve il Premio della Critica al Kustendorf Film and Music Festival diretto dal regista serbo Emir Kusturica [2]. Il cortometraggio partecipa e riceve diversi riconoscimenti al Festival Nonsolobarocco (Modica), al 41º Parallelo Film Festival (New York), al Napoli Film Festival, al Sonar International Film Festival, al Festival Internazionale del Cortometraggio (Siena), al Valsusa Film Fest (Torino), al Festival del Cinema Europeo (Lecce) e diversi altri festival nazionali ed internazionali.
Nel 2007 si cimenta nuovamente nel genere documentario realizzando Il futuro che vorrei e Siamo in ascolto, prodotti con il sostegno del Ministero per le Politiche Giovanili. Inoltre sempre nel 2007 scrive la sceneggiatura per il lungometraggio Caserta Stories che viene selezionato tra i finalisti al Premio Solinas.
Nel 2008 realizza Fisico da Spiaggia con cui cattura nuovamente l’attenzione di Emir Kusturica che lo seleziona per il suo Kustendorf Film Festiva. Tra gli altri riceve il Premio del Pubblico all’Overlook Festival, il Premio per la Miglior Sceneggiatura al Napoli Film Festival, il Premio per la Miglior Regia al Forteto Film Festivale il Primo Premio del Caffè Fandango.
Il suo lungometraggio di esordio è Mozzarella Stories. Prodotto da Bavaria Media Italia, Eagle Pictures e Centro Sperimentale di Cinematografia Production. Emir Kusturica è executive producer. Tra gli interpreti, Aida Turturro, Luisa Ranieri, Giampaolo Fabrizio, Massimiliano Gallo, Andrea Renzi, Luca Zingaretti.
Francesco Alberoni, sul Corriere della Sera, scrive: “gli artisti spesso intuiscono il senso dei tempi. Lo ha fatto Edoardo De Angelis nel suo bellissimo e divertente film”[3].
In occasione del Gran Galà del Cinema e della Fiction in Campania, Edoardo De Angelis riceve il premio come “miglior regista esordiente”, mentre il premio al “miglior attore protagonista” va all’intero cast maschile di Mozzarella Stories.
Nell’ Aprile 2012, viene invitato dalla Oxford University a partecipare ad una masterclass nell’ambito di un ciclo di convegni intitolato “Destination Italy”.
Nell’ Aprile 2012, la doc. Laura di Bianco della City University of New York dedica uno studio al suo film Mozzarella Stories, intitolato “The ‘Other’ in the Commedia Malavitosa”.
Nel 2014 realizza il suo secondo lungometraggio: Perez. presentato fuori concorso alla 71° Mostra del Cinema di Venezia.

da medioera.it

Articolo di Ermete Labbadia - Ideatore e Direttore Artistico Festival internazionale Inventa un Film

Il Provino su parte

Libera Accademia Cinematografica in collaborazione con Ass. Culturale Improvvivo promuove a MACERATA nei giorni

6 e 7 giugno 2009

WORKSHOP DI PREPARAZIONE AL PROVINO SU PARTE

Con STEFANIA DE SANTIS Casting Director Regista - Attrice e Acting Coach “DAL CORPO ALLA VOCE”

Lo stage sarà impostato proprio sui due aspetti del lavoro sull'attore e cioè sul corpo e sulla voce.Due aspetti per me imprescindibili... Credo sia difficile dimenticarsi il corpo, spesso il punto è proprio lì, mi piace molto dire che: il corpo spesso ci viene in soccorso nell'interpretazione di un personaggio! Cosa che dico sempre, anche durante un provino, perché spesso gli attori di cinema, dimenticano il corpo, soprattutto quando sono in primo piano, credono di poterselo dimenticare, senza sapere che, la differenza sta proprio, nel corpo attivo e che, gli occhi da soli,non bastano mai per far arrivare una vera emozione!

S. De Santis

Nel corso dello stage, il cui fine è pedagogico e formativo, si lavorerà sia su testi da sceneggiature di cinema e fiction precedentemente forniti che su letture e improvvisazioni.

In due giornate di intenso lavoro si percorreranno le tappe che conducono ad una buona audizione, lavorando sulle debolezze e le difficoltà che si possono incontrare nel corso dei provini.

Il WORKSHOP si terrà presso la Mediateca provinciale, nei giorni e nei seguenti orari:

- 06 GIUGNO dalle 15.00 alle 20.00

- 07 GIUGNO dalle 10.00 alle 17.00

* E’ prevista la pausa pranzo nelle lezione della domenica

Per prenotazioni telefonare al numero 349.8619721

Foto e curriculum da inviare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

NUMERO CHIUSO a 16 ATTORI e ALLIEVI DI SCUOLE DI RECITAZIONE SELEZIONATI

STEFANIA DE SANTIS

Casting Director - Regista - Attrice e Acting Coach.

Si forma presso la Scuola Internazionale di teatro di Lecoq a Parigi negli anni 1981/82/83. E’ assistente alla regia del M° Carmelo Bene. Ricordiamo: PINOCCHIO, ADELCHI, PENTESILEA. Attrice per Carmelo Bene negli spettacoli: LA CENA DELLE BEFFE, HOMMELETTE FOR HAMLET. Firma numerose regie teatrali.

Lavora in teatro con registi quali: C. Bene, L. Ronconi, C.Quartucci, G. Frigerio, S. Giupponi, M. Prosperi, P. Castel.

DIALOGUE COACH DEL FILM “Romanzo Criminale” regia M. Placido, ACTING COACH del film “La SIGNORINA EFFE” regia W. Labate, ACTING COACH del film “VINCERE” regia M. Bellocchio.

E’ stata docente in qualità di ACTING COACH in occasione del Corso di regia tenuto dal M° M. Bellocchio presso la Scuola Nazionale di Cinema

Principali CASTING curati negli ultimi anni: LA SIGNORINA EFFE regia di W. Labate, VINCERE regia di M. Bellocchio, NESSUNA QUALITA’ AGLI EROI regia P. Franchi, MARY regia di A. Ferrara, L’AMORE RITROVATO regia di C. Mazzacurati, LA SPETTATRICE regia P. Franchi, RIPRENDIMI regia A. Negri, IL RESTO DI NIENTE regia A . De Lillo, QUASI QUASI regia di G. Fumagalli, DUE COME NOI NON DEI MIGLIORI regia S. Grossi.

In preparazione Casting del film IL MONDO FUORI regia A. Celli

E’ stata Coach di AMBRA ANGIOLINI

Principali regie teatrali: I NEGRI di J. Jeunet co-regia con G. Frigerio, IL GIUOCO DELL’EPIDEMIA di E. Ionesco, L’ORA (tratto da VITE A SCADENZA di E. Canetti), STATO D’ASSEDIO di A. Camus, LE TENTAZIONI DI GIROLAMO di E. Cavazioni, CASSANDRA con Ille Strazza.

 

Videomaker con la passione per la politica, cercasi

I videomaker con la passione per la politica internazionale ora hanno la possibilità di entrare a far parte del team comunicazione dell’Istituto per gli studi di politica internazionale, uno dei più conosciuti think tank italiani, specializzato in analisi geopolitiche e delle tendenze politico-economiche globali. ISPI, infatti, ha aperto una posizione di stage retribuito per il quale ci si può candidare accedendo al sito e compilando il form https://www.ispionline.it/it/lavora-con-noi-form.  Sarà ovviamente necessario presentare il proprio curriculum vitae. Ma quale sarà esattamente l’attività da svolgere? Il videomaker contribuirà alla ideazione e realizzazione di video-interviste, brevi video esplicativi di temi di politica internazionale, taglio e ripresa video di eventi virtuali o in presenza.  Tra le competenze richieste, la capacità di ripresa con reflex e mirrorless, l’utilizzo di radio microfoni, la dimestichezza con Adobe Premiere per il montaggio, la capacità di relazionarsi con figure istituzionali italiane e internazionali per le interviste, l’ottima conoscenza dell’inglese (C1 -C2), l’interesse per la politica internazionale e la capacità di lavoro in team. |

Insomma, un ruolo di grande rilievo, che travalica il perimetro della pura ripresa video, arrivando a toccare quello del giornalismo, con la possibilità di fare un’esperienza ai massimi livelli nei palazzi istituzionali. La principale sede di lavoro sarà presso l’ISPI di Milano, con eventuali trasferte sul territorio nazionale per singoli progetti. Qualora le disposizioni delle autorità nazionali/regionali lo richiedessero, è prevista la modalità di lavoro da remoto. La traineeship avrà inizio da gennaio 2021 per un periodo di 6 mesi (rinnovabili per ulteriori 6 mesi). L’indennità prevista è di 3.000 euro per i 6 mesi iniziali.

Per candidarsi c’è tempo fino al 27 dicembre.

dall'articolo di Maria Elena Capitanio per HuffingtonPost.it

L’appello di Silvano Agosti per sostenere e tenere viva l’attività dell’Azzurro Scipioni a Roma... Proteggiamo la vita del Cinema!

In oltre 40 anni di attività, le due sale che compongono il cinema Azzurro Scipioni hanno proiettato moltissimi capolavori del cinema d'autore, non arrendendosi alle grandi produzioni dell'industria cinematografica. Oggi Silvano Agosti, regista e proprietario dello storico cinema di Roma, con un sentito appello chiede di non lasciare che questa emergenza abbia la meglio sull'arte e sulla cultura.  Pochi sono quelli che sanno come è stata concepita fin dall’inizio questa iniziativa. La sala Lumiere, detta anche “Sala dei capolavori” programma circa 360 capolavori della Storia del Cinema in gran parte tanto straordinari quanto sconosciuti. La sala Chaplin invece ospita tutti quei film che, confrontandosi con altre diecine e a volta centinaia di film, hanno vinto prestigiosi premi come Il Leone d’Oro al Festival di Venezia, la Palma d’oro al Festival di Cannes, l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, il Globo D’oro Gran premio della Stampa estera e i migliori tra i vincitori dei Premi Oscar. Film che praticamente pochissimi hanno avuto la fortuna di vedere e che nessun Gestore di sala osa proiettare in omaggio all’intolleranza del cinema industriale, quello che per capirci, ormai da oltre mezzo secolo riempie il 99 per cento delle sale cinematografiche.

Associazione Scenografi e Costumisti italiani - il Mediometraggio

DDL in oggetto e' carente di articoli che riguardano la produzione del  "cortometraggio" un' opera di durata inferiore ai 75 minuti ma che.....

 
  1. NUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITA’ CINEMATOGRAFICHE
  2. SOGNATE I VOSTRI FILM
  3. Compositore di musiche offresi (Torino)
  4. Carabinieri irrompono durante l'assalto a un portavalori. Ma era il video di un rapper. Gli artisti erano sprovvisti di autorizzazione. Ora rischiano una denuncia per istigazione a delinquere
  5. Come Pubblicare il BANDO di un CONCORSO sul nostro sito

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Diventare FilmMaker - PCTO 2025 per il Liceo RIPETTA Roma

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I vostri Corti a Siracusa

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Sui Cortometraggi

  • Realizzare un cortometraggio commedia low budget: guida pratica e creativa
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  • Il Cinema Oggi e Domani

Ultimi Concorsi

  • Bando concorso di Cortometraggi “ilCORTO - FESTA INTERNAZIONALE di ROMA 2025“
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Approfondimenti Didattici per il Liceo RIPETTA di Roma '24

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Le lezioni di Manfredi

  • ELENCO delle LEZIONI di Gianfranco MANFREDI
  • La Forma della Sceneggiatura (II)
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Consigli e suggerimenti

  • 101 spunti creativi per l'arco narrativo del personaggio
  • 5 strategie chiave per scrivere film Sportivi migliori
  • I 45 archetipi narrativi che gli sceneggiatori dovrebbero padroneggiare
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Scrivere Sceneggiature

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I Generi nel cinema

  • Cosa si intende per Commedia Nera?
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Le Videocamere

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Visto il successo...

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Info sui Cortometraggi

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  • Cortometraggio "Aunque es de Noche" finalista al Festival di Cannes 2023
  • Cortometraggio "La Perra" finalista al Festival di Cannes
  • Cortometraggio "Wild Summon" finalista al Festival di Cannes 2023
  • Cortometraggio "Tits" finalista al Festival di Cannes 2023

Libri da conoscere

  • “Gli occhi addosso” di Laura Capaccioli, edito da Europa Edizioni
  • L’ABC del linguaggio cinematografico di Arcangelo Mazzoleni
  • Manuale di storia del cinema di Gianni Rondolino, Dario Tomasi
  • Idee di cinema. L'arte del film nel racconto di teorici e cineasti
  • Il viaggio dell'eroe. La struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema, di Chris Vogler

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