de sica 1 1097841«Non se ne può più di personaggi negativi e vincenti». In vena di ricordi Christian De Sica liquida, a sorpresa, la sua ampia galleria di personaggi sboccati, maleducati, insopportabili: «Se facessi oggi un film come quelli con Aurelio De Laurentiis produttore, mi arresterebbero». 

Che succede, si è stancato di far ridere? «E' una vita che faccio ruoli di misogini e maschilisti, d'altra parte si sa che si ride con il demonio, non certo con San Francesco. […] Italia ci sono tante famiglie felici, ma nessuno le racconta, si preferisce sottolineare i lati oscuri e questo è sbagliato, sono convinto che le persone abbiano bisogno di eleganza, di positività, di film con William Holden e Audrey Hepburn, di commedie ottimiste come quelle di mio padre. Mi torna in mente Aldo Fabrizi e una sua battuta in cui diceva soddisfatto "oggi è domenica, c'è il pollo!". Ecco, quell'Italia lì, fatta di semplicità e gente umile, non la descrive più nessuno».

Cosa non le piace del cinema di oggi? «Non ne posso più di film americani a base di esplosioni e primi piani. E poi mi rattrista constatare che il nostro sia un Paese che dimentica in fretta e facilmente. Anni fa sono entrato in un bar con mio fratello Manuel, c'erano due ragazzi, uno ha detto all'altro "ma lo sai che anche il papà di Christian faceva l'attore?" In Francia non sarebbe mai successo, lì un vecchio attore di successo è considerato un idolo da venerare». […]

sordi e vittorio de sica un italiano in america tnNel film Pietro perde la memoria. Lei che rapporti ha con i ricordi? «Io con i ricordi ci vivo. Per Risi, Monicelli, Age, Scarpelli, Sordi, ho sempre avuto una stima sfegatata, senza non avrei potuto fare niente. Una volta, poco prima che se ne andasse, Sordi mi prese da parte, eravamo in una trasmissione tv, mi disse "ogni volta che vedi una foto mia, ce' devi mette il moccoletto sotto, perché da me hai imparato tutto". Aveva ragione. Per esempio, nella comicità, ho imparato che certe cose, tipo la vecchia che cade per terra, faranno sempre ridere».

Oggi, però, con l'imperativo del politically correct, le battute vietate sono tante. Che ne pensa? «Il politically correct è una stronzata. Siamo tutti castrati, solo Checco Zalone se ne frega e continua a far ridere. Se ripenso a certi trucchi, a certi travestimenti del passato, che ne so, tingermi la faccia di nero per interpretare un afro-americano… tutta roba diventata impossibile».

I cinepanettoni le hanno regalato grande successo. Rimpianti? «I film di Natale erano una gabbia dorata, ho continuato a farli, ma ho anche avuto la sensazione di essere rimasto fregato».

In che senso? «Per esempio quando Tornatore mi offrì la parte del protagonista dell'Uomo delle stelle, ero sul set di Natale a Rio e fui costretto a rifiutare. E poi non sono mai riuscito a girare il film sulla storia dell'amore tra mio padre e mia madre Maria Mercader sul set del film La porta del cielo . Ogni volta che tornavo alla carica con il mio progetto, mi sentivo dire "lascia perdere, è una storia che fa piangere, non la vedrà nessuno".  Così alla fine non se n'è fatto niente. […]  Ho recitato adesso in Vita da Carlo 2 , mi ha telefonato Aurelio e mi ha detto che insieme funzioniamo. Gli ho risposto "E solo ora te ne accorgi?". E dire che siamo cresciuti insieme..» Siete anche cognati, visto che sua moglie Silvia è sorella di Carlo Verdone. «Devo molto a mia moglie, stiamo insieme da 50 anni e ridiamo ancora tanto. E' lei che mi ha spinto a fare teatro, ed è stata lei che mi ha convinto a girare I limoni d'inverno, io, senza Silvia, sarei un povero scemo. Voi donne siete magiche».

da Dagospia.com - Estratto dell’articolo di Fulvia Caprara per “La Stampa”

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