Ecco una guida dettagliata per giovani sceneggiatori su come costruire un conflitto in un semplice ambiente domestico, spiegata in modo tecnico ma chiaro, con esempi concreti e pratici.

COS’È IL CONFLITTO NEL CINEMA?

Il conflitto è il motore della narrazione. È ciò che spinge un personaggio a fare qualcosa (azione), per ottenere o difendere qualcosa, mentre un altro ostacola questo desiderio. Non è necessariamente uno scontro fisico: può essere silenzioso, sottile, psicologico.

PERCHÉ SCEGLIERE UN AMBIENTE DOMESTICO?

Un luogo domestico (cucina, salotto, corridoio) è intimo, claustrofobico, familiare.
Ciò che lo rende potente è:

  • Il senso di sicurezza che può essere sovvertito.
  • Le relazioni quotidiane che nascondono tensioni profonde.
  • La vicinanza forzata tra i personaggi.
  • Nel nostro caso, stiamo scrivendo una serie di articoli per costruire un cortometraggio in un ambiente domestico perchè a nostra facile disposizione e per imparare sia a scrivere una sceneggiatura che a realizzare da neofiti il nuovo corto.

COME SI COSTRUISCE UN CONFLITTO DOMESTICO

1. Definisci un luogo chiuso e carico

Esempi:

  • Una cucina con oggetti affilati e pentole rumorose.
  • Un corridoio troppo stretto per passare in due.
  • Un salotto con foto di famiglia e silenzi pesanti.

2. Crea una frizione di fondo

  • Due personaggi che devono coabitare ma non si sopportano.
  • Un oggetto del desiderio (chi tiene il telecomando, chi ha rotto il vaso).
  • Una differenza irrisolta (generazionale, culturale, caratteriale).

3. Usa il tempo e lo spazio come leve

  • Lo spazio limitato esaspera i movimenti.
  • Il tempo compresso (es: tutto accade durante la colazione) intensifica i conflitti.

COME SI EVOLVE IL CONFLITTO

Fase 1: Tensione Silente

Sottintesi, sguardi, battute passive-aggressive.

  • Esempio: “Hai lasciato ancora il latte fuori, come sempre.”

Fase 2: Esplosione

Il conflitto si manifesta apertamente.

  • Es: urla, accuse, oggetti spostati o lanciati.

Fase 3: Rottura o Catarsi

Il conflitto si chiude con una frattura o una rivelazione.

  • Es: “Io non ti ho mai perdonato per aver venduto la casa di mamma.”

ESEMPI PRATICI

ESEMPIO 1 – Il Tavolo da Pranzo

Scenario: Una famiglia pranza. Tutto sembra normale.

  • Tensione silente: Il figlio non tocca cibo. La madre lo guarda.
  • Esplosione:
    PADRE: “Puoi almeno guardare tua madre mentre parla?”
    FIGLIO: “Posso anche smettere di parlare del tutto, se preferisci.”
  • Rottura:
    MADRE (piangendo): “Ci ignoriamo da tre mesi e l’unico a notarlo è il cane.”

Tema: Comunicazione interrotta in famiglia.

ESEMPIO 2 – Il Bagno Unico

Scenario: Due coinquilini condividono un solo bagno.

  • Tensione silente: Uno esce sempre tardi, l’altro bussa.
  • Esplosione:
    ALESSIA: “Ogni giorno questa commedia del cazzo!”
    GIULIO: “Scusa se ho un intestino umano, non come te, che sei un algoritmo con le sopracciglia.”
  • Catarsi:
    (Si scopre che Giulio si chiude per leggere lettere del padre morto.)

Tema: Maschere quotidiane e dolore nascosto.

ESEMPIO 3 – La Porta Chiusa

Scenario: Una sorella chiude sempre la porta della sua stanza. Il fratello no.

  • Tensione silente: Lui la apre sempre. Lei la richiude.
  • Esplosione:
    SOFIA: “Perché vuoi entrare sempre? È l’unico posto dove non mi giudica nessuno.”
    TOMMASO: “Non voglio entrare. Voglio sapere se stai bene.”
  • Rivelazione:
    Sofia mostra le pareti piene di poesie mai lette.

Tema: Intimità e confini invisibili.

TRUCCHI DI MESSA IN SCENA

  • Stretti e ravvicinati: usa inquadrature close-up e camera a mano.
  • Oggetti simbolici: piatto, chiave, porta, luce.
  • Suoni casalinghi: gocciolio, tv in sottofondo, frigo che sbatte.
  • Specchi e riflessi: perfetti per raddoppiare la tensione.

CONSIGLI FINALI PER GIOVANI SCENEGGIATORI

  • Lavora più sui silenzi e le espressioni facciali e del corpo che sui dialoghi.
  • Sfrutta i gesti quotidiani per far esplodere il non detto.
  • Un conflitto efficace in casa è come una bomba dentro una pentola a pressione: piccola, ma potentissima.
  • Scrivi una scena su qualcosa di banale (es. chi prende l’ultima fetta di torta)… e falla diventare lo specchio di un trauma profondo.