Carlo Di Palma, grande direttore della fotografia, ha lavorato con i più grandi registi italiani: da Rossellini a Petri, Germi, Monicelli, Scola, Bertolucci e soprattutto Michelangelo Antonini con cui aveva realizzato 'Blow up', 'Deserto rosso' e 'Identificazione di una donna'. In America era stato l'occhio cinematografico di Woody Allen per ben 18 anni in film memorabili come 'Hannah e le sue sorelle', 'Pallottole su Broadway' e 'Tutti dicono I love you'.
Di Palma è stato anche regista di tre film interpretati da Monica Vitti: 'Teresa la ladra', 'Qui comincia l' avventura' e 'Mimi' Bluette..fiore del mio giardino'.
Nato a Roma, praticamente nel cuore di piazza di Spagna, il 17 aprile del 1925, Carlo Di Palma andava orgoglioso della sua origine popolare e di una mamma, amatissima, che tutti a piazza di Spagna conoscevano come la fioraia del centro di Roma. Qualche volta scherzava anche volentieri su un destino che lo voleva legato al cinema ripensando a una celebre fioraia dello schermo esaltata da Charlie Chaplin in 'Luci della citta''.
Il tratto fiero da antico romano, l'eloquio quieto e puntuale, i gesti sobri, l'eleganza del vestire, con una predilezione per il bianco, ne facevano un gentiluomo immediatamente riconoscibile, di casa a New York come in Europa. Sposato con Adriana Chiesa, notissima distributrice internazionale del miglior cinema italiano, zio e maestro di un altro noto operatore come Dario Di Palma, Carlo arrivo' sul set alla meta' degli anni Cinquanta ed ebbe il diritto di firmare la fotografia per un piccolo film come 'Lauta mancia' di Fabio De Agostini nel 1956. Appena quattro anni piu' tardi era pero' gia' un nome di riferimento grazie al successo di 'La lunga notte del '43' (Florestano Vancini) e per la collaborazione, appena un anno dopo, con due autori di spicco come l'esordiente Elio Petri ('L'assassino') e Pietro Germi ('Divorzio all'italiana').
Non c'e' piu' un momento libero nella sua vita lavorativa a partire dai primi anni Sessanta, ma l'autentica svolta che pone Carlo Di Palma come maestro internazionale dell'immagine e del colore arriva nel 1964 quando scocca l'ora di 'Il deserto rosso' realizzato da Michelangelo Antonioni. E' proprio Di Palma a convincere il regista ferrarese ad abbandonare il prediletto bianco e nero per un'immagine astratta, fatta di fuochi, trasparenze, stridore cromatico che finira' perfino nel titolo del film. Il sodalizio e' destinato a ripetersi due anni dopo per 'Blowup' che invece Di Palma intinge nei toni freddi della swinging London concentrando il suo obiettivo sulla verita' visibile e invisibile al tempo stesso catturata dalla macchina fotografica del protagonista David Hemmings.
In verita' negli stessi anni Di Palma firma le immagini di molti grandi successi italiani ed europei del periodo da 'L'armata Brancaleone' a 'La ragazza con la pistola' (Mario Monicelli) da 'Amore mio aiutami' (Alberto Sordi) a 'Dramma della gelosia' (Ettore Scola). Lavora con maestri come Sidney Lumet ('L'appuntamento') o Miklos Jancso ('La pacifista'). Negli anni Settanta Di Palma sceglie di cimentarsi in prima persona dietro la macchina da presa, regista di fiducia per Monica Vitti in 'Teresa la ladra', 'Qui comincia l'avventura', 'Mimi' bluette', tutti realizzati tra il 1972 e il 1977. Ricordava volentieri che a spingerlo al grande salto verso la regia era stata essenzialmente la curiosita' di sperimentare un punto di vista diverso insieme all' amicizia per l'attrice, con cui ebbe una lunga relazione, e per la compagna di sceneggiatura, Barbara Alberti.
''Per uno che ha cominciato con 'Achtung! Banditi!' nel 1951 - diceva - e che per tutto il decennio ha fatto la gavetta come operatore di macchina, era inevitabile il desiderio di controllare l'intera macchina realizzativa una volta o l'altra. Ma e' stata una specie di vacanza. Sapevo che prima o poi sarei stato richiamato al mio vero mestiere, trovare la luce e dare il senso ai sogni di un altro''. Cio' accadra' alla meta' degli anni Ottanta, all'indomani di nuovi successi del cinema italiano firmati da Bertolucci o da Antonioni e di una fortunata trasferta americana che lo impone a Hollywood. Di Palma diventa a tutti gli effetti un grande direttore della fotografia riconosciuto da Hollywood nel 1986 quando comincia il suo legame professionale e personale con Woody Allen sul set di 'Anna e le sorelle'. I due firmeranno insieme undici film fino al 1997, l'anno di 'Deconstructing Harry'. Nessun altro potra' mai dare - come ha detto lo stesso Woody Allen - la stessa luce a Manhattan, sospesa tra verita' assoluta e invenzione pura.
Negli ultimi anni Carlo Di Palma si era incuriosito di altre strade artistiche: dall' illuminazione scenografica di piazza della Signoria a Firenze alla ripresa in immagini di grandi concerti classici e nel 2001 aveva voluto partecipare all'impresa collettiva 'Un altro mondo e' possibile' documentario sull'universo no-global firmato da due intere generazioni di cineasti italiani.
E' morto a Roma il 9 luglio 2004
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