Il detto "la storia si scopre scrivendo" è spesso citato da scrittori, soprattutto di romanzi, per giustificare un approccio esplorativo, organico, intuitivo. Ma applicare questo principio alla scrittura di una sceneggiatura cinematografica di un cortometraggio è pericoloso, fuorviante ed inefficace.
Il cinema è un linguaggio visivo, strutturale e ritmato, con limiti precisi di tempo, spazio, economia espressiva. Uno sceneggiatore non può permettersi di "scoprire la storia scrivendo": deve conoscerla prima, almeno nei suoi elementi fondamentali. Non per rigidità, ma per efficacia narrativa.
Cosa bisogna avere in testa prima di scrivere una sceneggiatura
1. Il tema
- Ogni storia cinematografica parla di qualcosa a un livello profondo. Vendetta, redenzione, identità, libertà, perdita. Se non sai perché scrivi una storia, ogni scena sembrerà scollegata.
2. Il conflitto principale
- La sceneggiatura vive sul conflitto: cosa vuole il protagonista e cosa lo blocca. Se questo non è chiaro fin da subito, l'intero impianto drammaturgico crolla.
3. Il personaggio principale con arco narrativo
- Non bastano caratteristiche superficiali: serve un difetto, un bisogno nascosto e un cambiamento atteso. L’arco narrativo guida lo sviluppo della storia.
4. L'inizio e la fine (prima dell'inizio della scrittura)
- Ogni storia efficace ha un incipit potente (evento scatenante) e una chiusura coerente. Scrivere senza sapere dove andare significa spesso non arrivare da nessuna parte.
5. Struttura narrativa chiara
- Tre atti, quattro atti, struttura circolare, struttura modulare: non importa quale modello usi, ma ne serve uno. La struttura è la grammatica della narrazione visiva.
I rischi dell'approccio "organico" nella sceneggiatura
Storie che iniziano e non finiscono
Molti aspiranti sceneggiatori cominciano a scrivere con entusiasmo, ma arrivano a pagina 40 (o al minuto 12 del cortometraggio) senza sapere come chiudere la storia.
Scene scollegate, ritmo piatto
Senza sapere la funzione drammaturgica di ogni scena, si finisce per scrivere sequenze ridondanti, estetiche ma prive di tensione.
Personaggi inconsistenti
Senza arco e direzione, i personaggi sembrano marionette: reagiscono, ma non agiscono.
Riscritture infinite
Scoprire la storia "scrivendola" porta a riscrivere tutto da capo decine di volte, perdendo coerenza e lucidità.
I vantaggi della progettazione prima della scrittura
Chiarezza tematica
- Sapere "cosa vuoi dire" è la chiave per decidere cosa tagliare, cosa enfatizzare, cosa costruire.
Maggiore efficacia visiva
- Una storia ben pensata prima della stesura permette di scrivere per immagini, anziché spiegare troppo con i dialoghi.
Coerenza nei personaggi
- Con un arco chiaro, ogni scena mostra un passo nel cambiamento del protagonista.
Ottimizzazione dei tempi di scrittura
- La scrittura di una sceneggiatura progettata richiede meno riscritture strutturali e permette focus su tono e dialoghi.
Esempio di sviluppo prima della scrittura
Corto: La stanza al piano di sopra
- Tema: il senso di colpa
- Protagonista: Luca, 30 anni, ha perso il fratello in un incidente che ritiene colpa sua
- Conflitto: la madre lo ignora, lui cerca redenzione
- Arco: da evitamento a confessione
- Struttura: 3 atti, luogo unico, 10 minuti
- Finale: registra una confessione, poi sale di sopra e si chiude la porta: inizia il dialogo con la madre
Tutto questo viene progettato prima della sceneggiatura, per garantire densità narrativa ed impatto emotivo.
Tecniche per "conoscere la storia prima di scriverla"
- Logline e tagline (una frase per riassumere conflitto e arco)
- Scaletta scena per scena
- Beat sheet (momenti chiave)
- Schede del personaggio con arco interno
- Brainstorming sul tema (10 domande fondamentali)
Perché questo vale più nel cinema che nel romanzo
- Nel romanzo: si può divagare, esplorare psicologie, scrivere flussi di coscienza.
- Nel film: ogni scena deve portare avanti la storia o rivelare qualcosa, altrimenti si taglia.
Il film è linguaggio economico: la sceneggiatura è il piano architettonico, non un flusso poetico.
Scrivere per il cinema richiede progettazione, chiarezza, direzione. Il mito romantico della storia che si svela da sola va bene per altri linguaggi, non per quello cinematografico.
Ogni scena è una conseguenza, non un caso. Ogni parola è misurata, non casuale. Ogni personaggio ha un arco, non solo un volto.
La creatività non muore con la struttura: si libera dentro di essa.